Oh, il Natale. Era il 31 ottobre 2016, e così dichiarava Matteo Renzi:
“Container entro Natale”. Il premier Renzi ha spiegato che la ricostruzione avverrà in quattro fasi. La prima: nell’immediata emergenza, chiederemo a chi può lasciare il territorio di accettare la proposta di spostarsi qualche settimana. La seconda, intermedia: i container. È meno piacevole della casetta di legno, spendiamo un po’ di più, ma ci consente di riportare lì la gente partendo dall’assunto che le tende a dicembre a Norcia e dintorni sono un problema. Terzo: da dicembre, entro primavera estate, si va avanti con la costruzione delle casette di legno. Quarto: la ricostruzione vera e propria per mettere le case a regola d’arte”.
Oh, il Natale. Anche la commissaria alla ricostruzione ha dichiarato pochi giorni fa che le casette arriveranno entro Natale. Quello del 2017. Peccato, davvero, che di 1875 SAE richieste nelle Marche ne siano state consegnate 320.
Oh, il Natale. “Quando verrà Natale tutto il mondo cambierà”, cantava un tempo Antonello Venditti.
No, non cambia nulla. O meglio, come scrive Eleonora Tiliacos di “Con Arquata, per Arquata” su Facebook, il cambio di marcia, già annunciato ieri, è “dalli ai mestatori”. Ma fra venti giorni è Natale, e tutto il mondo cambierà.
GAFFE D’AUTORE
Una bella casa editrice romana, La Lepre Edizioni, con cui ho lavorato tre anni, ha da poco pubblicato un saggio che si chiama “Anatomia della gaffe”. Della grezza, insomma. Di ciò che in pubblico, al momento meno opportuno, ci trasforma in elefanti in una cristalleria. Ecco, oggi leggendo certe dichiarazioni mi viene in mente di regalarne una copia al governatore della Regione Marche,Luca Ceriscioli, che presenziando all’inaugurazione del centro commerciale Il Punto, ha dichiarato: “Muccia è una delle comunità più colpite, ma una di quelle che ha fatto meno chiasso; è marchigiana nell’anima e, con grandissima dignità, passo dopo passo, sta portando avanti il cammino non facile della ricostruzione…Tanto lavoro, poche chiacchiere e polemiche, e infondendo lo spirito giusto che ci serve per ripartire”.
Insomma, riepilogando ciò che fin troppo bene si legge fra le righe:
– chi si è lamentato delle disfunzioni ha fatto CHIASSO;
– chi ha fatto CHIASSO ha tradito lo spirito marchigiano e non ha lo “spirito giusto” per la ricostruzione;
– per la ricostruzione serve silenzio, soprattutto. Non un apparato efficiente e pronto a risolvere i problemi che esso stesso ha creato, ma tanto tanto silenzio;
– la dignità va di pari passo col silenzio, altrimenti si deteriora;
– cari terremotati, se qualcosa non va, zitti e mosca. O, per dirla alla romana, “muti e pippa”.
Detto ciò e con amarezza, un grande abbraccio alla gente di Muccia, che dopo quattordici infernali mesi di attesa viene gratificata da certi ambigui complimenti.
Ps. Il post lo firmo, anche perché eventuali “saette” siano mie e di nessun altro. (Eleonora Tiliacos)