« “Ha sentito parlare del terremoto di Lisbona?”
“No… Un terremoto? Qui non leggo giornali…”
“Lei mi fraintende. E giacché ci siamo, è deplorevole… e significativo di questo luogo… che lei trascuri di leggere i giornali. Ma lei mi fraintende. Il cataclisma cui alludo non è attuale, E avvenuto circa 150 anni fa…”
“Ho capito! Sì, sì,… aspetti! Ho letto che quella notte, a Wieman, Goethe nella sua camera disse al domestico…”
“Via, non volevo dir questo…” lo interruppe Settembrini chiudendo gli occhi e agitando la piccola mano bruna. “D’altro canto lei confonde le catastrofi, lei ha in mente il terremoto di Messina. Io alludo alle scosse che sconvolsero Lisbona nel 1755.” »
Thomas Mann, La montagna incantata.
Via, non volevo dire questo neanche io. L’Aquila, otto anni fa. Emilia Romagna, sei anni fa. Amatrice, Marche, Umbria, oltre due anni fa.
Confondere le catastrofi è faccenda che forse non ci è propria: abbiamo google. Dimenticarle, invece, salvo nei giorni dedicati, ci è proprio. Anche oggi, in fondo. Anche oggi.