Mio marito è tornato per due giorni al paesello. Ha guidato attraverso i paesi vicini, preso il caffé nel bar della Maddalena che ora è in un piccolo prefabbricato, in mezzo alla desolazione (niente più centro commerciale, niente più libreria, niente di niente). E intanto primavera è arrivata, e le casette non ci sono e chissà a questo punto quando ci saranno, nel gorgo nero della burocrazia e dei rimpalli di responsabilità.
In queste ore, Leonardo Animali ha raccontato così la storia di Rosa:
“Rosa (nome di fantasia) ha 89 anni e vive con il figlio. All’inizio l’hanno messa nei container dismessi da poco degli operai della Quadrilatero (la strada del progresso), il cantiere “Zulu”. Li stava in promiscuità, bagni in comune. Stava male. Gli hanno proposto gentilmente “signora, ma perché non se va al mare?” E Rosa “ie su detto che io al mare ce vago a luglio”. Poi Rosa ha investito i pochi risparmi e s’è comprata una casetta mobile e se l’è messa nel giardino di proprietà, davanti alla sua casa disastrata. Non si può fare, ma chi ha buon senso ha chiuso un occhio. Da mesi Rosa e il figlio stanno lì, nella casetta, perché lei non se ne va, al cimitero c’ha il marito e una figlia.
Gli altri, quelli che al mare non ci sono andati neanche loro, stanno qui”.
In queste ore, infine, è stato bocciato dal Parlamento l’emendamento di Lara Ricciatti, che aveva semplicemente chiesto che i privati potessero mettere a proprie spese e sui propri terreni casette provvisorie. Eh no, abuso edilizio, le è stato risposto.
“Voi li chiamate abusi edilizi. Noi proviamo a far comprendere a questo Parlamento che a queste persone, trattate come pacchi postali, dovremmo riconoscere almeno il diritto ad avere paura” ha detto in aula. Aggiungendo poi un commento sulla sua pagina Facebook: “La maggioranza ha bocciato questo mio emendamento. L’onorevole Carrescia l’ha appena definito demagogico e populista. L’andasse a dire a quei Sindaci che hanno autorizzato l’installazione temporanea delle casette per evitare lo spopolamento delle zone montane e per riconoscere alle persone il sacrosanto diritto di avere paura”.
Demagogia e populismo, dunque. Significa che in questo modo si consegnerà esattamente alla demagogia e al populismo una popolazione che è rimasta senza casa, senza stalle, senza prospettive (tranne quella di andarsene).
Demagogia e populismo. Chi ha compiuto queste scelte, con quella motivazione, dovrà ricordarsene a lungo.
Chi ha figli sappia che un giorno essi guarderanno con rispetto o con odio alle sue scelte di oggi (Franco Fortini, 1994)