NOI NON SI POTE’ ESSERE GENTILI: SUL RISPETTO

Sembrerà strano, ma io nutro qualche dubbio sulla scelta della parola “rispetto” come parola dell’anno. Le intenzioni, certo, sono ottime: porre un argine alle dicotomie, al tutti contro tutti, alla tendenza in apparenza inarrestabile alla rissa, anche per motivi futili.
Così viene spiegata la decisione da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, condirettori del Vocabolario Treccani :

“Questa parola  dovrebbe essere posta al centro di ogni progetto pedagogico, fin dalla prima infanzia, e poi diffondersi nelle relazioni tra le persone, in famiglia e nel lavoro, nel rapporto con le istituzioni civili e religiose, con la politica e con le opinioni altrui, nelle relazioni internazionali. Il termine rispetto, continuazione del latino respectus, va oggi rivalutato e usato in tutte le sue sfumature, proprio perché la mancanza di rispetto è alla base della violenza esercitata quotidianamente nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e del mondo animale”.

Perfetto. E però vedo un punto debole: è necessario il rispetto, ma è necessaria anche la lotta nel momento in cui la violenza di cui si parla in quelle righe viene esercitata continuamente. Mi riesce difficile nutrire un sentimento di rispetto verso chi non riesce a vedere le esigenze degli altri, e cerca anzi di schiacciarle. Mi riesce difficile non smantellare le argomentazioni di avversari e avversarie: provo a farlo senza cedere a parole violente, certo, ma il rispetto è un’altra cosa. Rispetto, per me, significa considerare quelle argomentazioni come dettate da una convinzione reale, e non da un calcolo. E non è per niente facile farlo, in queste circostanze.

Anche l’ira per l’ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si poté essere gentili.

Sì, lo scriveva Brecht. Non so se questi tempi permettano di essere gentili. Forse sono tempi in cui esigere quel rispetto da chi ci governa, sapendo che non ascolterà. Per me, sono comunque tempi di lotta: nonviolenta, come ho sempre pensato da quando ero ragazza. Ma lotta, non altro.

Ps. Il blog si ferma fino a quando la titolare non tornerà a casa munita di stampelle e si potrà di nuovo sedere davanti a un computer. Pazientate e anche io pazienterò.

Un pensiero su “NOI NON SI POTE’ ESSERE GENTILI: SUL RISPETTO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto