CARTOGRAFIE

So di segnalare la cosa con colpevole ritardo, ma da Herzog, su invito di Babsi, si sta compilando una mappa dei blogger italiani che hanno pubblicato anche su carta. Risultato parziale, 114: ma il censimento è ancora aperto (se avete segnalazioni, insomma, fatelo).
Mi viene in mente, per esempio, che in qualche modo Storyteller di Igort potrebbe essere un libro legato all’attività on line dell’autore. Comunque, vale la pena di leggerlo.

Aggiornamento, diciamo così, coerente:
"Ci sono milioni di blogger là fuori e se il Times si dimentica chi e cos’è, perderà la guerra, e a ragione. Noi siamo i ‘curatori’ delle notizie: la gente non clicca sul New York Times per leggere i blog. Cerca piuttosto notizie attendibili che siano state verificate".

Il resto, qui.

8 pensieri su “CARTOGRAFIE

  1. la rete è collaborazione e segnalazione, Lucio. Mi son dimenticato, e son colpevole. Aggiorno a breve (dovremmo essere a oltre 120, ma ancora mancano molti all’appello)

  2. Storyteller è sicuramente un libro legato all’attività on line di Igort. Sono pezzi nati per la pubblicazione in rete, e cose nate dall’interazione di Igort col pubblico del suo blog (per una volta mi voglio stimare, ci sono anch’io dall’altra parte, in particolare su “Baobab”). Però attenzione, dalla rete arriva la libertà della forma, la casualità e apertura nel toccare argomenti, ma il fatto che Storyteller regga come pubblicazione intorno alla narrazione dipende soltanto dalla solidità delle esperienze dell’autore, dalla sua esperienza, disciplina, cocciutaggine nel portare avanti ricerca espressiva e narrazioni non inerti. Se Igort non fosse un grande artista fuori dalla rete, Storyteller farebbe cilecca. Invece dà suggestioni non solo ai fumettisti – anzi,Scozzari mi taglierebbe le dita: occorre dire “autore di fumetto” – ma anche a chi scrive libri di mere parole (eh eh, faccio un po’ di pride fumettistico…). Specialmente per quanto riguarda la parte dell’esperienza giapponese, quella col pittore Jori. Lì si capiscono alcune cose della grandezza artistica del Giappone, paese in cui tanto per dire è stato inventato lo spaghetti-western da un certo Kurosawa.
    Sono reduce da una lezione riminese del semiologo Fabbri, lezione brillantissima dove tuttavia Fabbri su Cattelan e la categoria del disgusto a mio modesto parere non ne azzecca una.

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