Ai sostenitori della
famiglia come espressione del “diritto naturale” consiglio la lettura di un
libro già segnalato, La fine della famiglia. Tre giorni fa è uscita la
recensione della sottoscritta su Il Venerdì. Ovvero:
Dunque, la famiglia è morta: e a sostenerlo non è un
vecchio teorico ribelle, ma lo statistico Roberto Volpi. Il quale, cifre alla
mano, dimostra che dalla metà degli anni Settanta alla fine degli anni Novanta
è avvenuta in Italia una rivoluzione profondissima quanto sottovalutata. Se i
dati indicano che in questo periodo i matrimoni si sono ridotti di oltre un
terzo e le nascite della metà, per Volpi significa che “per la prima volta
nella storia dell’umanità si prefigura una famiglia sempre meno ancorata ai
figli”. A confermarlo, la composizione delle famiglie medesime: per un quarto
formate da un solo individuo, per quasi un altro quarto da coppie senza figli
e, per il rimanente, da una grande maggioranza di figli unici. Ne consegue un
eccessivo accudimento di quel solo e preziosissimo frutto, che lo scoraggerà
dal formare una famiglia propria: infatti, circa 70 maschi e 50 femmine su 100
fra i 25 e i 29 anni vivono ancora con i genitori. Le cause? Culturali più che economiche: per la prima volta, dice
Volpi, un pervicace attaccamento al
presente porta all’affievolirsi “dell’istinto di sopravvivenza della specie e
del senso della continuità biologica al di là del singolo individuo”.
A chi poi reagisce con comprensibile
costernazione alle discussioni di questi giorni sui Dico, consiglio evasione
consapevole con altro libro. Trattasi di Stati di grazia di A.L.Kennedy,
ovvero racconti crudeli, sapienti e benefici.
L’ultimo
è praticamente perfetto, ma la mia predilezione va a quello di apertura, con la
parte femminile di una coppia che si trastulla segretamente con l’idea di
conficcare una matita appuntita nelle orecchie del suo meraviglioso,
irresistibile, ortodonticamente ammirevole consorte.
Aggiornamento. Gran bell’intervento di Claudio Coletta su Carmilla, a proposito di tante cose: cultura popolare, provincia, narrazione, rete. Da leggere subito.
Dalle ceneri di QUEL tipo di famiglia sono, in compenso, sorte le fenici di nuove forme di convivenza, comprese quelle, deliziosissime, con se stessi:-/
La destra cattolica sostiene che la famiglia sta subendo un attacco disgregante. Chi pensa che siano minacciate le proprie radici farebbe bene a controllare quanto queste siano profonde. I propri diritti e libertà non finiscono la dove iniziano quelli degli altri: diritti e libertà proprie cominciano riconoscendo ed includendo quelle degli altri. Bye bye, by Duccio
Credo che ogni periodo storico abbia la sua forma sociale e quindi la sua struttura familiare, ma vedendo come ancora si assolutizza l’idea della famiglia e del matrimonio (quando nei secoli “matrimonio” ha assunto significati diversissimi) viene da pensare che tanti decenni di studi e ricerche non hanno influito minimamente nel sentire comune