POST IMPOPOLARE

Sul quotidiano di oggi, leggo
un’inchiesta sugli adolescenti nostri contemporanei. Fra le molte altre cose,
leggo quali sono i libri prediletti dai medesimi. Ovvero: Tre metri sopra il
cielo, Ho voglia di te, Harry Potter, Il signore degli anelli, Eragon, Cronache
del mondo emerso, Il piccolo principe, Margherita dolce vita, Io non ho paura,
I love shopping, Il diario di Che Guevara.

Ebbene: tanto per concludere la
settimana con un post di sicura e totale impopolarità, vi rivelo quale, fra
questi titoli, è quello che personalmente detesto, in quanto simbolo di un malinteso
politicamente corretto e di una insopportabile volontà cultural-pedagogica di chi lo rifila ai giovani lettori. Anzi, non ve lo dico io. Lo
lascio dire ad uno dei pochissimi che ha avuto il coraggio di stroncarlo. Carlo
Fruttero, su Tuttolibri del febbraio 2005. Voilà.

 

E’
inutile, non riesco proprio a farmelo piacere, questo Piccolo Principe. Già quando lo
lessi la prima volta dopo Vol de
nuit
, fu una delusione. Ma allora ero giovane e tagliente,
non avevo pazienza con le fiabette lacrimevoli (detesto H.C. Andersen, se mi è
permesso precisare, per esempio). A rileggerlo ora provo lo stesso fastidio. L’ometto è francamente insopportabile. E’ triste, piagnucola, ha
rimorsi e rimpianti, e alla fine trova pure modo di farsi suicidare da un
serpente velenoso.
Dice: ma è una fiaba sapienziale. Ma tutta questa sapienza si riduce al
concetto che i bambini sono migliori dei
grandi, vedono l’invisibile, accettano tranquillamente i miracoli e trovano
assurdo e ridicolo il mondo di noi adulti. Capirai che scoperta, che sferzante
lezioncina.
Pinocchio, Alice, Peter Pan, battevano sullo stesso tasto con ben altra
leggerezza, senza continue sottolineature, e con ben altra allegria. Ma qui
trattasi – dice – di scrittore malinconico e pensoso, con problemi esistenziali
trasposti poeticamente nelle peregrinazioni della piccola creatura piovuta
dalle stelle. Poeticamente? Be’, sì, se volete. Nel senso che ci sono tutti i
«pezzi» considerati per tradizione automaticamente «poetici»: le stelle, il
deserto, la rosa (una cretina), le spine della medesima, i capelli color del
grano, la solitudine, il distacco dalle cose amate, la morte.
Anche Petrarca, anche Baudelaire maneggiano gli stessi materiali; ma Saintex,
come lo chiamavano i suoi amici del milieu letterario parigino, suona alle mie
dure orecchie come un manipolatore di surrogati, echi, logore verità, luoghi
comuni degradati a canzonette. Non c’è malafede, ma di peggio: un ammicco
compiaciuto alla parte più facile della sua vocazione.
Ci vedo il discount, nel suo Piccolo
Principe
. Milioni e milioni di barattoli di melassa disponibili
negli anni per l’acquirente che vuole sentirsi quel lirico saporino in bocca,
con poca spesa. E se sono uno dei tanti callosi adulti che non capiscono
niente, peggio per me, mi rassegno.

58 pensieri su “POST IMPOPOLARE

  1. sul mercato dell’avorio è sempre più difficile riciclarsi. avevo provato col tapis roulant…
    si beccò lo strega nel senso del colpo
    il velo sulle critiche a Andy, non certo su lui self

  2. Mi spiace che un uomo intelligente come Fruttero non sia stato in grado di capire un libro semplice come “Il Piccolo Principe”… Che non dice che i bambini sono migliori dei grandi, se no l’incontro con la volpe (il vero sapiente) dovrebbe farlo l’aviatore e non il Principe. Che non fa morire il Principe, perché quel finale è un bijou di ambiguità. Il vero problema è che, per leggelo, bisogna tener conto che non è né un libro per bambini, né un libro per adulti dall’ego sovraccarico di spocchia intellettuale… E allora, vedrete che è un libro fresco, per niente mieloso, ma -anzi- estremamente ironico e leggero. Semmai, è vero che i pedagogisti sono persone di una pesantezza inaudita: sono stati loro ad aver reso odioso il libro. Ma questo è talmente ovvio che mi domando come Fruttero non ci arrivi. Perché intere generazioni di ragazzi ha odiato “I promessi sposi”? Per lo scempio che ne ha fatto la scuola! Perché nell’istituto professionale dove insegno i ragazzi si innamorano di Dante più di quanto facessi io da studente del Classico? Perché lo snobismo pseudo-intellettuale pesa come un macigno!
    Alleggeritevi! E scoprirete che “Il Piccolo Principe” è profondo, che “Il Signore degli anelli” crea mondi straordinari, che il Che infiamma i cuori alla giustizia. Che Moccia è semplicemente vuoto. Che Ammanniti (sacrilegio!) è decisamente sopravvalutato…

  3. Francamente sono sconcertato.
    Utilizzare uno scritto altrui per stroncare un libro che non ci piace denota o pigrizia o incapacità di espressione.
    Ho letto molti commenti, qui sopra, relativi a Fruttero.
    Ma il punto, a mio avviso è un altro: Cara Lalipperini, ti piace Moccia e il suo libro puccipucci e stronchi Il Piccolo Principe, che invece appartiene ad un’altra epoca (meno furba di quella contemporanea) e che ha un’altra storia creativa alle spalle!
    Roba da mangiarsi il cappello dal nervoso.

  4. “Pensare che Saint-Exupery abbia scientemente confezionato melassa mi pare ardito. Più probabile che abbia scritto sull’impeto di una sua personale suggestione e – vedi mo – questa suggestione ce l’ha avuta in comune con qualche milione di persone. Mi pare molto semplice. Nulla da ridire a chi questa suggestione non la sente propria, ma c’è bisogno di dichiararla merda solo per questo? :-)”
    —-
    Giudizio sensatissimo e inopinabile!
    “Utilizzare uno scritto altrui per stroncare un libro che non ci piace denota o pigrizia o incapacità di espressione.”
    —-
    Intuizione assai arguta!
    E infine:
    chi l’ha detto che quelle di Andersen siano favolette lacrimevoli? Trovate spesso, in giro, la satira tagliente de “I vestiti nuovi dell’imperatore”?
    Semmai “Cuore”: quello sì che è lacrimevole! Viva “L’elogio di Franti” di Umberto Eco, semmai!
    Su Moccia, quel “puccipucci” è veramente la migliore definizione. Superba!

  5. Sono d’accordo, ho provato a leggerlo due volte, da adolescente e da “adulto” e non sono mai riuscito a capire un successo così enorme.
    Pur amando le fiabe, a 40 anni ho da poco riletto Alice nel paese delle meraviglie, credo che non esista metro di paragone possibile col Piccolo principe… è piccolo davvero, non stimola nulla, non si presta ad interpretazioni.
    E l’anticipazione di un certo vuoto americano, ma senza effetti speciali…

  6. In confronto al Piccolo Principe Moccia è carta utile per il bagno. E scommetto che amate alla follia il Giovane Holden… mai letto niente di più ammorbante. Detto questo, per fortuna ognuno legge quello che preferisce, senza dover dare troppa retta agli intelletualoidi dell’ultim’ora.

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