POST E POSTILLE

Dal momento che se ne discute parecchio nei commenti al post precedente, segnalo di nuovo qui lo spot Rocchetta. Ammetto di trovarlo piuttosto disgustoso, soprattutto perchè fa leva proprio sull’istinto del “branco” che viene sollecitato fin nelle bambine.

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Segnalo, in argomento, il post di Roz sulla danza, molto molto interessante.
A margine, la vostra eccetera ieri si è alzata all’alba (letteralmente) per chiacchierare dieci minuti su Raiuno, con Franco Di Mare. Tema: l’aumento delle richieste di ritocco al seno da parte delle under diciotto italiane. Perchè? Dichiarazioni di alcune delle ragazze: “per essere felice”, “per trovare più facilmente lavoro”, “per non soffrire come mia madre”.

31 pensieri su “POST E POSTILLE

  1. Ho letto il post di Roz. Non mi è piaciuto per incompetenza manifesta. Lo dico con cognizione di causa: ho lasciato la danza classica per via della fisicità famosa, quando ero già a un livello piuttosto altino, e anche altina di mio 174 cm e cor fisico che ci ho io – bbella ragassona nte bbona la pastasciutta!:)
    Ora per punti.
    – Finiamola con l’estitca della libera spontaneità e della libera creatività: sono solo botte di culo, ma dalla poesia alla musica tutto è in un certo senso sport, perchè tutto richiede un lavoro di cesellatura del creato che implica impegno e fatica. Di Machiavelli che scrisse il principe in du balletti ce n’è uno, gli altri rivedono il proprio manoscritto centinaia di volte. La danza è lo stesso. In mezzo c’è il corpo, e tu devi lavorare sodo nella raffinazione di un gesto artistico. Se no viene uno schifo.
    – Per mirare all’alto occorre leggerezza. Sfido Roz a saltare in aria e fare una serie di spaccate per aria, oppure a stare sulle punte, o almeno sulle mezze punte, pesando non troppo ma comunque molto. Per esempio puoi essere uno stecchetto 40, ma sopra il metro e sessantotto è già problema, è già svantaggio. La lotta con la forza di gravità si fa massiccia. Il risultato estetico sarà oggettivamente diverso. Ne ho viste tante me compresa e so con allegra lucida consapevolezza che si bisogna pesare poco.
    Perchè è il corpo la carta su cui si scrive. E’ il corpo la lingua che si usa, il corpo è il tuo oggetto, l’oggetto della tua soggettività. Ballare con un corpo ingombrante è scrivere con una penna rotta, o se vogliamo con una lingua con meno parole dei tuoi sentimenti.
    Ora Martelletta – che è stato un più che dignitoso ballerino – non aveva a mente la questione delle ipostatizzazioni di genere, a cui certamente la danza sottostà, specie quella classica (ma fatevi poche illusioni anche su quella contemporanea, no anche li colla 44 ce fai poco) e avrebbe magari dovuto fare attenzione al medium – la televisione – davanti al quale sta, e forse avrebbe dovuto fare una certa attenzione – non lo so, non ho visto il programma.
    Ma per quanto la danza classica possa rappresentare l’icona tipica di una certa femminilità, attaccarla per via del femminismo no – sinceramente non ci sto. Non è il femminismo che voglio.

  2. Zauberei, hai ragione sulla danza classica. Gli standard della classica, peraltro, valgono per i corpi femminili come per quelli maschili.
    Il problema è quando la classica viene mediatizzata, televisionata e massificata come modello: è nella comunicazione di massa che i canoni della danza classica vanno a confermare, per giunta estremizzandola, l’idea che per essere belle, accettate e amate occorrano magrezza, misure, conformità a standard molto rigidi: a quel punto entra nel frullatore complessivo e diventa altro da sé.
    Un conto è l’Accademia Teatro alla Scala. Un conto è Amici della De Filippi e simili.

  3. Sono d’accordo con Zauberei: quando il corpo diventa strumento di espressione artistica è inevitabile che divenga non solo il soggetto dell’espressione, ma anche l’oggetto su cui si interviene affinché quell’espressione sia la migliore possibile.
    Possiamo anche discutere su questo, ma questo è.
    So poco di danza, qualcosa di più di teatro, e certi training per attori, uomini e donne, sono a volte durissimi, sia da un punto di vista fisico che emotivo. Non parliamo poi di certe tecniche orientali, dove il corpo è sottoposto a una disciplina feroce.
    Non credo però che sia Martelletta che debba porsi il problema del medium, secondo me i training, di qualsiasi tipo, non dovrebbero essere pubblici. L’esposizione di qualcuno che si sta mettendo alla prova, con tutto quello che questo comporta, dovrebbe essere protetta nel modo più assoluto, soprattutto quando a mettersi alla prova sono degli adolescenti.
    Fare spettacolo di questo mi pare terribile.

  4. Concordo con Loredana sull’orribile aspetto “branco” dello spot. Ma per me quello è esattamente il suo punto debole.
    Cioè, è chiaro che quelle che fanno coro sono le oche della Fattoria degli animali di Orwell, ed è anche evidente che il confronto fra le 2 ragazze NON potrà essere rovesciato a favore della moretta a partire dal bere acqua: mica siamo piante che crescono secondo quanto ci innaffiano, noi umani!
    Cioè, a chiunque abbia un minimo di senso critico scatta automatico il commento “che c@%%@t@!”. No?

  5. Sottoscrivo in pieno il commento di Zauberei. Che i canoni fisici della classica in televisione vadano a incoraggiare certi modelli femminili toutcourt è come dire che la Formula Uno inciti a oltrepassare il limite di velocità. Se succedesse davvero una cosa del genere, sarebbe la prova provata che c’è un grosso senso di scollamento dalla realtà e di mancanza di mezzi di lettura della medesima. (Cosa che non escluderei in alcuni casi, eh, ma il problema purtroppo è tutto di questi casi, e di chi dovrebbe aiutarli in altro modo e non lo fa o non ci riesce). Poi, probabilmente Martelletta ha scelto parole che televisivamente funzionano male perché non arrivano solo agli ‘addetti ai lavori’. Un ballerino (ma pure chi come me ha zompettato per un po’ e ora ama la danza da lontano), capisce perfettamente cosa vogliano dire, e capisce anche che per affrontare il concetto di ‘bel corpo’ in danza non basterebbero un centinaio di pagine o una serie di trasmissioni da terza serata per tre stagioni televisive di seguito.
    Felice che qualcuno oltre me abbia inveito contro lo spot della rocchetta. Io non ci leggo nessuna ironia, e credo che molte adolescenti – ma anche donne adulte – pur non credendo affatto che un bicchiere d’acqua possa cambiare le cose, credano chiaramente a quello che vedono, e che magari vivono in prima persona. Se il tuo aspetto fisico non regge il confronto con una missitalia qualunque sei perdente punto e basta nonché destinata a fischi e prese in giro. E questo è un messaggio pericolosissimo a prescindere. Che avalla dei meccanismi tra ragazze che (per lo meno in età da medie a superiori, ciò le prove) sono molto diffusi. E fanno soffrire. Tanto.
    Purtroppo sono più pessimista di Paolo S: se ci fosse tutto questo senso critico in giro, non saremmo arrivati al punto in cui siamo (frase generalista da brontolio del lunedì mattina che ognuno più applicare al contesto che vuole, eh).

  6. zauberei non ho ben capito cosa non ti ha convinto del mio post. Il mio non è un attacco alla danza classica, è una critica alla sua strumentalizzazione ideologica e, come ho già detto altrove, imperialista. La ragazza di cui parlo nel post, Leslie, non è grassa, è alta e forse non ha un fisico ideale per la classica (questo è poi da vedere, pensiamo a Les Ballets Trockadero de Monte Carlo, con i suoi omoni sulle punte o a Sylvie Guillem che bassa non è); nel programma gareggia per la danza moderna e anzi la sua insegnante Susanna Beltrami le ha esplicitamente detto che una compagnia di danza contemporanea probabilmente sceglierebbe lei invece di un’altra danzatrice più filiforme. Il trend nella contemporanea è molto più fluido di quello della classica, ultimamente sono stata a vedere la compagnia di Emio Greco/PC e una delle danzatrici era altissima. Dixie Fun Dance Theatre di cui riporto un mio pezzo del 2004 nel blog (in inglese) lavora proprio sul corpo femminile eccedente di forme e significato. Martelletta, senza sapere nulla di Leslie (spesso non basta una dieta per dimagrire, se di dimagrire si tratta), le ha detto che si aspettava che lei dimagrisse. Poi in puntata è stata eliminata, che messaggio passa in tv? Martelletta le stava insegnando il sirtaki, non mi risulta che occorra essere magrissimi per danzarlo. Il suo è stato un attacco gratuito e superficiale.

  7. Un cosa è dimagrire per danzare, una per pregare, un’altra cosa per sfilare. I significati simbolici cambiano. E anche gli effetti. Mettiamo per esempio il significato religioso del cibo per le donne nel Medioevo (vedere Sacro Convivio, sacro digiuno, di Carolin Walker Bynum, Feltrinelli

  8. Conosco bene, Allemanda, questi meccanismi adolescenziali, di gruppetti ed emarginazione. Il problema è che nessuno si occupa di spezzarli i meccanismi!
    Se posso dire, tutta la mia simpatia va alla brunetta espressiva, quanto all’appendino telescopico faccio difficoltà a distinguerlo da una sagoma di cartone, pure se si muove.
    Trovo molto giusta invece una frase di Roz (ma di là non posso commentare! ):
    “danza classica: danza che impone i suoi schemi (o figure) sul corpo umano. Danza per questo enormemente difficile e di piacevole impatto visivo. Il problema è che troppo spesso la si considera come il metro di giudizio della danza in toto e questo comporta discriminazioni assurde. A mio avviso questo atteggiamento chiude il mondo della danza in se stesso e ne limita fortemente le possibilità espressive.”
    I due aspetti espressione(personale) e codifica(generale di una disciplina) sono molto difficili da tenere insieme, secondo i nostri canoni che prevedono ipercodifiche delle discipline, performance molto elevate, individui molto specializzati — spesso a scapito dell’individualità, o della salute mentale. Mah.

  9. La questione di mettere insieme espressività individuale con le regole, i canoni e le ipecoficazioni vale per tutte le arti e discipline, non solo per la danza e non solo per le donne.
    Che poi si voglia fare un discorso sulla danza classica, su quanto sia egemonica e imperialista, va bene, si è già fatto, si fa e si farà ancora a lungo.
    Mi pareva però che qui il discorso fosse diverso: quanto quel video (e non la danza in sé) influisca sulla costruzione e mantenimento dell’ideologia del modello femminile.
    Nel video si crea un corto circuito che azzera tutte le distinzioni e i diversi piani del discorso.
    Sullo spot della Rocchetta mi pare che il titolo del video su youtube sia molto significativo: il confronto.
    E significativo è anche il fatto che tutto avviene tra donne. Il maschio è fuori campo.
    E quanto di quel ‘fuori campo’ sia determinante per quello che avviene sulla scena è cosa su cui riflettiamo da anni.
    Non sono d’accordo con Paolo S. quando dice che lo spot non funziona perchè bere acqua minerale non ci fa crescere di statura.
    Purtroppo il messaggio pubblicitario non è referenziale, viaggia su tutto un altro tipo di codifica e decodifica.
    E questa mancanza di referenzialità, secondo me, ha contagiato tutta la comunicazione, che ormai sembra essersi svincolata dall’esigenza di verifica.
    Cosa che secondo me è una delle disgrazie principali del nostro tempo, cosa che tentavo di dire nell’altra discussione.

  10. Roz, i casi che tu citi fanno notizia perchè confermano l’eccezione alla regola quotidiana: rimane il fatto – che anche il sirtaki con la trippa è un problema grave – ribadisco – fallo te. E’ semplice la questione: più il corpo è agile più obbedisce. E non è un problema di ragazze non grasse o di ragazzi informa. E’ che la leggerezza rende il mezzo più rispondente. Una macchina migliore. Magari co du porpacci che levate – le ballerine hanno notoriamente gambe orrende. Classiche o contemporanee. Ma per esempio le ossa, le ossa sono un problema. E quando te ballerino devi sollevare una alterrima, o te alterrima devi fare un salto, non si pole prendere la rincorsa.
    Anche la questione della danza contemporanea come alternativa alla classica come più libera da canoni, perdonate è pura mitologia. Ci si fa un mazzo estremo anche li. Il canone è codificato in un altro modo, ma la diversità è solo apparente, la danza non è diversa da tutti i lavori creativi come dice giustamente Valeria, e dalla dialettica interna che li regola. E comunque, si tratta di distinzioni che hanno valore in una prospettiva storica. Oggi anche qui l’orizzonte è fluido.
    Altra faccenda se si vuole ragionare sull’uso mediatico della danza classica del suo apprendimento e della selezione che implica la carriera nel campo. Non mi sono fatta ancora un’opinione in tema, mi rendo conto che ci può essere un pericoloso corto circuito e in questo mi fanno riflettere Giovanna COsenza e Valeria. Ma dovendo farci un post in proposito l’avrei messa in un altro modo, perchè lontano dalle telecamere, Martelletta avrebbe semplicemente avuto ragione.

    Sulla questione spot. Ammetto che mi irrita meno di altri, e non arrivo a desiderarne l’oscuramento come quello li di conto arancio. Tuttavia a pensarci pare perfetto come pubblicità della gioventù hitleriana.
    Cioè quella li bella e alta e bionda e perfettamente ariana, è “pura”. Quella piccoletta ricciola e mora, con glamour un tantinello sefardita, s’ha da “depurare”. Non credo che sia un richiamo intenzionale, e probabilmente è la mia lingua che batte dove dolgono i miei denti. Ma rimane questa inquietante dicotomia tra un modello estetico sintesi dei valori di una cultura – arta gnocca e con un sorriso vagamente di cazzo – e quell’altra puarettina colli riccioli simpatichina che a voja a bere acqua. E credo che lo spot funzioni bene – in una maniera diversa da quella immaginata da Paolo S. troppo razionale, mentre la pubblicità lavora sempre su altre vie: non si spera di diventare alte bevendo rocchetta, ma una parte alle volte manco cosciente, è convinta che a bere acqua rocchetta è già chiabrotto tutt’un botto. E’ chiabrotto style. Si lavora per identificazioni non per progetti.
    Mo me la compro e ve faccio sapè:)
    PPPP

  11. Vorrei riallacciarmi a Giovanna Cosenza.
    Mi sono imbattuta più volte nella Celentano (crudelia demon di Amici) e ho visto come si accanisce quasi esclusivamente sui corpi dei ballerini.
    Seguono minuti in insulti e umiliazioni per questi corpi “non perfetti, non fatti per danzare” e mi sono sempre chiesta cosa possono recepire le ragazze a casa.
    Stessa cosa per la Rocchetta, si fa il confronto su una ragazza nata alta e bella secondo i canoni televisivi e una ragazza altrettanto bella, solo che non è bionda, occhi azzurri, alta, slanciata, quindi fuori dai canoni di bellezza, oserei dire nazisti.
    A questi talent show si presentano una marea di ragazze e ragazzi che sognano di entrare nell’olimpo degli eletti, passando per prove al limite del codice penale per il quantitativo sproporzionato di ilarità e insulti a cui si sentono autorizzati gli insegnanti a sottoporre i partecipanti, per poi continuare ad essere pesati e misurati come le vacche alla fiera del paesotto.
    E’ tutto così triste e assolutamente NON NECESSARIO.

  12. Mia sorella è una ballerina professionista, so solo una cosa: un buon 70% delle sue colleghe e dei suoi colleghi – non esagero – soffrono di bulimia o anoressia. Non dico nulla, volevo fornire solo un “dato”.

  13. Mi rispiego, sullo spot: la prima cosa che a me salta all’occhio, in quello spot, è la dimensione del branco, che opera inclusioni ed esclusioni secondo un proprio criterio (sul codice estetico: più che Hitlerjugend direi WASP, ma alla fine siamo lì, ahinoi).
    Facciamo finta che non ci si accorga che il branco in questione è uno stormo di oche idiote, anche se gli indizi non mancano.
    Facciamo conto che X assorba il messaggio “questo è il gruppo fico cui io devo partecipare!”, ma si senta non all’altezza del gruppo stesso perché troppo distante dai canoni (pur cercando di emularli, per questo bionda e mora indossano lo stesso straccetto): X si identifica quindi con la ragazza mora.
    Qual è la formula magica per entrare a far parte del branco? “Depurati?” = “Bevi quella pozione”?
    Ora, un confronto è talmente fuori luogo, che pure con la pozione in mano la depuranda intuisce di non avere chances di entrare a far parte del branco: guardate l’espressione che fa.
    Quindi: se faccio già parte delle aspiranti candidate al club, azz, devo bere Rocchetta, che altrimenti sono guai.
    Se non faccio parte del club, siamo sicuri che vorrò quell’acqua?
    Per me sto spot ha i germi ma pure gli anticorpi.
    (sì, certo che ho un approccio razionale. E infatti non ho mai comprato rasoi usa e getta che adoperano batterie — pur se mi gusta proiettarmi nell’immagine dell’uomo gillette piuttosto che in quella di Rick Moranis. Scusate, ma quando “il meglio di un uomo” è la lametta da barba, quanto poco dovrebbe valere tutto il resto di quell’uomo? Non ci sto, a misurarmi con il metro degli spot!)

  14. zauberei, per certi versi sono d’accordo, il corpo agile può fare cose che il corpo non agile non può, e il mondo della danza classica (e in parte contemporanea), segue questa regola in modo anche troppo ferreo, ma le possibilità espressive non sono tutte qui. Una danzatrice (o danzatore) di flamenco non deve per forza essere magrissima per articolare i passi, la falcata di un braccio che si muove o il ritmo incalzante dei piedi che sbattono sul pavimento non sono così strettamnte collegati alla leggerezza del corpo. E poi perché deve sempre essere un danzatore a sollevare una danzatrice? In diversi lavori di danza contemporanea accade il contrario (penso a “Borrowed Light” di Tero Saarinen, dove il virtuosismo fine a se stesso non ha posto), o accade a danzatori dello stesso sesso o non accade. Questo mi riporta alla struttura del programma Italian Academy 2, che si basa sulla competizione di coppie etero, escludendo a priori molte delle possibilità creative ed espressive della danza (altro episodio da sottolineare, durante la settimana una delle ragazze, Federica, si è arrabbiata in quanto alcuni dei ragazzi tendevano a palpare lei e le altre ragazze, ha quindi parlato con ognuno di loro e poi ha fatto un discorso davanti a tutti. I ragazzi l’hanno presa un po’ a ridere, ma sembra che abbiano smesso).
    Parlando di Alessandra Celentano, di nuovo molte delle sue critiche sono per me senza senso, mi piacerebbe che vedesse uno spettacolo di Raimund Hoghe dove un gesto e una camminata dicono tutto (niente collo del piede o simili).
    Per quanto riguarda lo spot, non lo trovo affatto divertente, ma pericolosamente discriminatorio.
    Per il ritocco al seno delle under 18, trovo le risposte disarmanti…

  15. Piccolo o.t.
    Ho appena visto la pubblicità della guinness e per poco do di stomaco!
    Penso che più disgustosa e incitante allo stupro non si può, tanto che adesso quella della rocchetta mi sembra il paese delle belle favole.

  16. Il punto incompreso è il sottosuolo dei ragionamenti.
    La domanda è: se per raggiungere un determinato obiettivo artistico, divenire un gran ballerino di danza classica, devo essere anoressico, raggiungere questo obiettivo è morale, è lecito?
    Ecco posta in questo modo, perché è questa la domanda che abita il sottosuolo del pensiero, la domanda è priva di senso, perchè noi tendiamo a inquadrare tutto all’interno di certe categorie – che però sono costruzioni sociali e non dogmi.
    Facciamo un esempio. Se supponiamo che il mio obiettivo è l’illuminazione e per raggiungere questo scopo debba digiunare, soffrire privazioni, ammalarmi ma alla fine raggiungo l’illuminazione, allora ogni pratica masochistica che posso compiere su me stesso si giustifica da sé.
    Naturalmente in altre forme di danza non è assolutamente necessario raggiungere a quei requisiti che sono richiesti dalla danza classica.
    Perchè non è forse patologico un uomo che si rinchude per anni in casa per scrivere un libro? No! se il suo obiettivo è realizzare un libro, anche se è certo che il suo equilibrio mentale causato dall’isolamento bene non gli farà sulla base di certe categorie e parametri, mentre lui si sarà sentito bene come non mai in quel periodo.
    Alla fine, quello che serve, è la possibilità che le persone vengano lasciate libere di fare le loro scelte, con la maggiore autonomia possibile, perchè solo così può svilupparsi quel senso di responsabilità che fa percepire se quello che sto facendo mi sta facendo bene o male – il che dipende dagli effetti, che sfuggono alla cetegorie morali o psicologiche.
    In questo senso di ragazze e ragazzi ammalati in giro ce ne sono tanti, perché non sono liberi interiormente

  17. Luminamenti,credo che si discuta proprio dell’esautorazione del libero arbitrio grazie a un sistema di interferenze che mette fuori uso il computer di bordo delle persone.Paolo S., ipotesi affascinante la tua,ma anche nel nazismo erano impliciti i germi e pure gli anticorpi,se uno riusciva a mettere a fuoco.Loredana,la prossima volta che si parla di violenza sulle donne te ne riporto una freschissima di cui sono stato testimone impotente,la prima non per sentito dire.Sono scosso e schifato

  18. Oggi alla stazione Termini a Roma ho visto una pubblicità di una compagnia navale che diceva qualcosa come: “abbiamo le poppe più famose d’Italia”, e in foto si vedeva una sfilata di “turiste”, scosciatissime e di schiena, con molti culi all’aria, che andavano verso il traghetto.
    M’è crollata la mascella.
    (con tanto di confusione terminologica: parli di poppe e mi mostri chiappe!)

  19. @Michela ho cercato lo spot della guinness: complimentoni. mi fa una tristezza incredibile. e i commenti che ho letto, da “w la donna oggetto” a “e fatevela una risata” non li concepisco proprio. Che bello sapere che tanti tanti uomini considerano la donna quanto una piacevole fresca birra… aprire, godere e ruttare, possibilmente in gruppo.
    Il brutto è che non ho nemmeno nulla contro le orge… è proprio il paragone che fa pena. quindi non siamo messi messi male solo in Italia. Aiuto

  20. Visto che la stragrande maggioranza ha dibattuto su altri aspetti, mi soffermo molto brevemente sul ritocco al seno.
    Qui, vicino a Trieste, c’è la corsa alle cliniche slovene, nelle quali l’intervento costa meno e non è notizia degli ultimi mesi…ma si parla ormai di anni, purtroppo.
    Sarebbe bello che oltre a pubblicizzare i presunti vantaggi di un seno nuovo si parli anche del rischio infezioni alle protesi e conseguenze varie, magari con qualche foto esplicativa.
    Sarebbe un discreto deterrente, credo, a questa follia.
    Ciao.

  21. leggendo un racconto di Buzzati mi è venuto in mente che gli interventi di chirurgia estetica eseguiti in maniera dilettantesca hanno come risultato quello di creare gli stessi volti leonini che un tempo erano il retaggio dell’infezione lebbrosa.Non sarebbe male mettere in risalto la cosa.Forse le persone inizierebbero a piacersi di più senza ricorrere a ogni sorta di stregonerie

  22. Per Zaub e le altre ballerine classiche!
    Ho trovato in rete la prova incontrovertibile che si può essere anche obesotte e sfidare la legge di gravità, senza perdere la grazia della danza.
    Un numero di alta classe.
    Leggiadra

  23. ODIO questo spot non compero’ piu’ la tale acqua…
    ,sono una attrice grassa,danzo,canto e sono agile e leggera.
    Ho scritto uno spettacolo BELLA TUTTA! (I miei grassi giorni felici)
    E QUESTA SERA 20 MAGGIO 2009 LO PRESENTERO’ ALLA LIBERA
    UNIVERSITA’ DELLE DONNE.
    UN GRIDO CONTRO CHI CI VUOLE MAGRE E OBBEDIENTI.
    elena
    HTTP:bellatutta.blogspot.com

  24. la dieta è il piu’ potente sedativo politico della storia delle donne
    una popolazione con una tale tranquilla ossessione è una popolazione facilmente manipolabile.
    naomi wolf (il mito della bellezza)

  25. Caro Arcesio, ma nella donna le poppe stanno a prua…
    Va bene non ho potuto cedere ai richiami nutiani, chiedo venia alla padrona di casa, e torno ad inseguire Antonius Block.

  26. Ho fatto un piccolo sondaggio, mostrando lo spot nazista, *senza commentarlo*, a una decina di uomini fra i miei amici e parenti, assortiti per età, e carattere.
    Tutti, dico *tutti*, hanno detto subito, *alcuni prima che glielo chiedessi*, di preferire la brunetta.
    Alcuni di loro hanno pure voluto rivedere lo spot per guardarla meglio.
    I commenti sulla sua ciccia sono stati tutti positivi, ed è stato espresso il desiderio di ”darle un mozzico”.
    A una mia domanda diretta sulla cellulite, m’è stato risposto ”quella non è cellulite, sono cosce”.
    La Chiabotto è stata definita ”un bel cartonato”, e ”il tipo della figa di legno”.
    Il coro delle altre è stato pesantemente insultato da tutti per la petulanza, ma è stata apprezzata l’apparente 4° misura della bruna in prima fila.
    A nessuno è venuta voglia di bere quella minerale. Né a loro, né a me.
    So che questo sondaggio non ha validità scientifica, ma lo riporto qui lo stesso, forse potrà servire a qualcosa.

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