QUASI CHIUSO PER FERIE

Non è proprio una vacanza, dal momento che nel rifugio marchigiano scriverò, come ho sempre fatto. Però ci saranno fresco, ombra, alberi e tutto quello che serve. Gli aggiornamenti saranno minimi, perchè, più degli altri anni, ho bisogno di staccare davvero. Però verrò spesso a dare un’occhiata da queste parti. Nel frattempo, abbiate una buona estate.

23 pensieri su “QUASI CHIUSO PER FERIE

  1. Insomma niente Giap, niente Lipperatura, se poi chiude anche Carmilla… mi sento come se mi aveste abbandonata sull’autostrada!
    Tutto questo per dire che sono contenta di quel “Quasi chiuso” scritto al posto di un più categorico e comprensibile “Chiuso per ferie”
    buone vacanze! (ma resto in attesa di sporadici aggiornamenti)

  2. @Anna Luisa: nooo, abbandonata sull’autostrada mai – ci si ritrova al prossimo ‘casello’ casomai, no?
    Paola

  3. Noi famo sempre un tifo da stadio, dal Canada col freddone, dalla Cina col furgone e da Roma col solleone.
    L’anno scorso facemmo strage di tappeti col Lippa-party…
    Sarà il caso di bissare così ci sentiremo sempre a casetta qui?

  4. buone vacanze. Io comunque dato che questo blog l’ho cominciato a frequentare da poco, mi sono quasi letto tutto l’archivio, non proprio tutti i commenti, ma le discussioni appassionate sì.

  5. già, come un bravo scolaretto. se sopravvivi all’autostrada te lo consiglio.
    rifare all’indietro la linea b è allucinante, c’è l’evoluzione dei troll(s) ed altre cose divertenti, vale la pena. per es. c’è\c’è stata una lunga discussione su il film “the prestige”, che io avevo visto un po’ distrattamente, più che altro distratto da S.J., e dato che in quei giorni il film veniva trasmesso su canale 5, l’ho rivistro con calma e poi sono tornato sui commenti, dato che spoileravano parecchio e WM1 consigliava la visione del film anche una seconda volta e a mente fredda. e come disobbedirgli!

  6. Oh sì, lo ricordo bene il post su *The prestige*, innescò una delle discussioni tra le più interessanti di quell’annata “lipperaria”.
    E il film è una pellicola davvero riuscita.
    Buono studio!

  7. @pdg. Che fai, provochi? ;-)) In teoria avrei pure una sorella che insegna inglese da anni (più che il sito in lingua britannica dei WM che tuttavia vado, saltuariamente, a visitare) disponibilissima ad aiutarmi a togliere la “ruggine”. È la voglia che manca, ma giuro che prima o poi mi ci metto, così riuscirò a leggere in lingua originale il “nostro” T.E.Lawrence.

  8. Càpito poco da queste parti e quando succede mi accorgo che non faccio perte del ‘bivacco’…. forse è proprio perchè càpito poco…
    Comunque, visto che càpito in un momento particolare, la messa in ferie della signora, auguro a tutti voi un buona estate….
    gert càpitato per caso…

  9. Ricordo quella discussioe su The Prestige e dopo due anni leggendo Panorama ho visto che fu… galeotta!
    (…)
    WM1: Se vado a pescare i ricordi con l’intento di trovare il momento, l’episodio che ha messo in moto tutto questo ambaradàn, in realtà ne trovo diversi, e alcuni sono raccontati dentro il libro, però ce n’è uno che… Insomma, mi è tornato in mente un “Click!” che ho sentito, forte e chiaro nella testa a fine 2006. Avevo appena visto un film, The Prestige di Christopher Nolan, storia della rivalità tra due illusionisti nella Londra di fine Ottocento – inizio Novecento. Mi aveva molto colpito, era un film “storico” e fantascientifico (affine al cosiddetto “steampunk”, il cyberpunk-a-vapore). Era anche un mystery rivoltato su se stesso come un calzino, e una riflessione sulla scienza e la morale, su quanto di noi stessi siamo disposti a perdere per la dedizione a un compito. Aveva una sceneggiatura complessa, a scatole cinesi, ma scatole cinesi assurde, da quadro di Escher: la più piccola sembrava contenere la più grande. Si svolgeva in un passato esplorato in modo sghembo, e parlava del presente con… sottile aggressività, proponendo un’allegoria dei nostri tempi assolutamente non ovvia, sfuggente, che più ci pensavi più si arricchiva e ti stupiva.
    (…)
    E qual è stato il “click” a cui accennavi?
    WM1: L’operazione di Nolan mi suonava familiare, e infatti era uno specchio sbattuto in faccia a un’intera generazione di scrittori italiani: “Ecco, guarda!” Mi suonava familiare perché da anni, insieme ai miei compagni di collettivo e a molti altri autori, lavoravo a una poetica molto affine: uso deviante del passato o di non-tempi, sguardi “strani”, noncuranza per le barriere tra i generi, allegoria “mossa”, tentativi di scrivere storie che fossero al tempo stesso sperimentali e popolari, il tutto con una forte tensione etica (la stessa che c’era in quel film). Spesso devi uscire da te stesso, vederti da fuori per capire meglio quel che stai facendo. La visione di un film anglo-americano diverso dal solito ha fatto partire un ruminìo sulla letteratura italiana più recente, o almeno su parte di essa.
    Un anno dopo, un viaggio in Canada per un seminario sulla narrativa italiana mi ha dato l’occasione di mettere un po’ di ordine nei pensieri e buttare giù quello che sarebbe diventato il memorandum. Se ho coniato l’espressione inglese New Italian Epic anziché nuova epica italiana, è per mantenere questo sguardo da fuori. Se si sta troppo immersi nella caciara italiota, si fatica a ragionare.
    http://blog.panorama.it/libri/2009/01/23/intervista-con-wu-ming-sul-new-italian-epic/

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