Io credevo che per me potesse tradursi in realtà il sogno di tutti gli uomini intellettuali: – essere costantemente infedele a una donna costantemente fedele. (Gabriele D’Annunzio, da L’innocente)
I tuoi sensi sono pagine bianche che aspettano il racconto più emozionante (concorso letterario Blusubianco indetto da yogurt e scuola di scrittura)
Loredana caretta lo so che sei indaffaratissima! Ma mi estrinsechi meglio il tuo pensiero?
Non era per pigrizia, Zauberei.
Mi divertiva mettere a confronto due – vogliamo dirlo? – banalità travestite da Sublimi Parole. La prima del vecchio D’Annunzio, la seconda del solito creativo da picchiare. Quanto al concorso, consiglio la lettura del link.
Quando ho letto il post sul blog di Giovanna, subito ho pensato che avresti scritto qualcosa in materia anche tu 🙂
Che dire, la collaborazione tra aziende e scuole di scritture non mi scandalizza, ma quella frase fa proprio cadere le braccia…
andando avanti così non solo ci sta passando a tutti la voglia di scrivere anche solo una pagina di diario, ma tra poco anche quella di leggere
non ho la spocchia del concetto di letteratura alta, mi piace che tutti abbiano diritto a scrivere poesie e stupidate varie (ce l’hanno menata tanto a scuola con i temi… adesso lasciateci scrivere, no?) però che le scuole sedicenti creative e l’editoria stiano abbassando la scrittura a gioco di società per signore annoiate e giovani disoccupati in cerca di successo immediato un po’ mi dispiace; adesso anche la muller come sponsor con i suoi odiosissimi spot pubblicitari
prima conseguenza: leggere solo classici; magari non tutti i mali vengono per nuocere
oh beh:)
ma l’incentivo è penoso come scrivevo anche di la! Salvo qualche luminosa eccezione dovuta a complicati assetti di personalità e al miracolo della varietà della natura umana, per esempio la anche tua commentatora Alemanna – che garanzia di qualità ci puoi avere da qualcheduno che concorre nella speranza di passare del tempo con baricco, anche se non more uxorio? Che te po’ scrive?
In ogni caso tutto è perfettamente coerente con gli stilemi della scuola Holden, che holdinizza tutti i suoi prodotti, in una graziosa leggerezza postmoderna e turboadolescenziale e cazzarellista e ogni tanto pacatamente zuzzurellona. Perchè eh come D’annunzio c’è l’aggancio zuzzurellone, però dei piccini. Che c’è di eversivo nel trombare causa martketing di colazioni?
Saperlo, Zaub, saperlo…
Oh, sì! Ditemi voi, creativi & scrittori, qual è il perfect day che sogno io!
A proposito: quanti litri di yogurt include il “perfect day” holden-muller?
Non sono sicura di essere esattamente io l’Alemanna citata da Zaub (essendo che per un patto tutto nostro il mio nickname può essere da lei strapazzato come meglio crede e a tutt’oggi le varianti attestate sfiorano diverse decine), ma intervengo lo stesso volentieri perché prima ancora di leggere il post di Giovanna Cosenza e il presente, alcuni punti interrogativi me li sono posti anch’io. Ovviamente si può associare la scrittura a uno yogurt, ma anche no. Ecco, io avrei preferito l’Anche no, o almeno non in questo modo, con questi termini, con questo tipo di operazione. Mi pare una gran caduta di stile: Baricco secondo me è un comunicatore e un divulgatore non da poco, e una roba da concorso di merendine può darsi che gli sani il bilancio ma non gli fa onore. E sono d’accordo con Zaub quando dice che tutto sommato c’è una sinistra coerenza da parte della scuola holden in questo, da qualche tempo a questa parte. Mi pare che la scuola Holden sia diventata negli anni un polpo con tanti tentacoli diversi, e non tutti con lo stesso dna. Con la scuola Holden collaborano molti altri professionisti che non sono Baricco e che magari hanno molto da dire e da trasmettere a livelli assolutamente non zuzzurelloni (io ne ho conosciuto uno, ormai molti anni fa, che non è uno scrittore ma un’attrice, e vi garantisco che passerei molto più volentieri una giornata con lei, quindi la muller non mi avrà, tranquilla zaub). Di contro, ogni tanto spuntano certe iniziative e certi corsi che fanno venire il legittimo dubbio che la Holden, anziché seguire coerentemente una mission che agli esordi pareva di un certo tipo, voglia conciliare il diavolo e l’acqua santa, mentre la destra non sa quello che fa la sinistra, o forse lo sa e dunque anche lì, in perfetto spirito dei tempi, per dirla con Baricco, i barbari sono entrati e tengono banco.
Nausea e pessimismo, a leggere queste notizie.
Sara’ che io sono fieramente anti consumista e anti liberista… e ben poco intellettuale.
In ogni caso, al prossimo che disprezza la scrittura di genere, bollata senz’altro come inferiore, rozza e commerciale, e si lancia in un panegirico dell’ “alta” letteratura, gli sputo in un occhio. Giuro.
Mi dispiace care dame e cari scacchi, ma non avete colto la sottile quanto geniale citazione che si cela dietro Alessandro Baricco e lo yogurt. Ci sono dei mondi dietro lo yogurt che voi umani non potreste immaginarvi.
La trovate qui.
Noto una cosa: D’Annunzio non stava facendo pubblicità a uno yogurt, la sua banalità era ‘squisitamente letteraria’ e, comee tale, molto apprezzata ai suoi tempi.
In questo senso la pubblicità potrebbe rivelarsi addirittura un buon pungolo per uno scrittore, una specie di sferzata vitalizzante.
Quindi, secondo me, lo scandalo qui non sta nell’accoppiata aspirante scrittore/yogurt ma, come nota Giovanna, nelle modalità specifiche che la Muller sceglie per la sua comunicazione e che, attraverso clichè banalizzanti, riesce a rendere dannunziano tutto, dall’eros alla letteratura, in un manierismo rivoltante.
Siamo di nuovo al frame. La Muller ha creato la cornice, difficile metterci un bel quadro dentro.
La cosa che mi fa pensare è: perché nessuno è in grado di individuare la sciatteria, l’approssimazione, la mancanza di vigore, l’omologazione, la superficialità nelle opere letterarie, mentre tutti sono capacissimi di farlo quando si tratta del testo di una pubblicità?
A parte il fatto che non mi sembra così grave accostare lo yogurt alla scrittura (non stiamo parlando né della Bibbia né d Shakespeare né di Proust, ma di un concorso) e che “fate l’amore con il sapore” come slogan pubblicitario è efficace, mi piacerebbe che nel post del blog linkato fosse indicata una via diversa per la promozione del concorso (con o senza yogurt), invece di una critica che mi pare sterile: in Italia la letteratura e la cultura in generale non vengono percepite come qualcosa di necessario o piacevole e quindi qualsiasi cosa che tenti di allargare gli orizzonti, di aumentare il numero delle persone interessate alla cultura e alla letteratura (senza superare un certo livello di volgarità o stupidità, e credo che non sia questo il caso), la vedo di buon occhio.
(Alleminda! certo che mi riferivo a te:) in ogni caso mi conforti:)