A mio rischio e pericolo, torno sul discorso della maternità. Perchè vorrei sottolineare un luogo comune: a parole, tutte sosteniamo che ogni madre è diversa e non esiste un modello unico. Nei fatti, è molto facile che ognuno proponga come corretta solo la propria esperienza. La maternità c’est moi.
Fin qui, ci sta. Ci sta molto meno quando il discorso diviene pubblico. Grazie a Paola, mi capita fra le mani una lettera pubblicata su Genitorichannel. Lettera di una dottoressa che, furente contro “Tata Lucia” per i motivi che leggerete, afferma fra l’altro:
“Se poi guardiamo fra gli adulti di oggi cresciuti secondo le opinioni (perché di questo si tratta) di TATA LUCIA cioè a “basso contatto”, scopriamo che nella nostra società le patologie affettive sono dilaganti, il consumo di psicofarmaci è fuori misura, le dipendenze da alcool, gioco d’azzardo, cibo ecc…, dimostrano come un’educazione dei bambini a basso contatto possa mettere a rischio il loro sviluppo affettivo”.
Alla faccia della libertà di scelta. O segui alcuni dettami, o tuo figlio diventerà un alcolista impasticcato, bulimico e schiavo del poker.
La risposta di Paola Banovaz, sul suo blog, e soprattutto i commenti che seguono, dimostrano, a mio parere, una cosa: che c’è un disperato bisogno di qualcuno che dica alle madri “come si fa”, si tratti della dottoressa o della tata. Ne avevo già parlato, in Ancora dalla parte della bambine: la solitudine della madri, l’insicurezza delle madri (dovuta a tanti fattori: sociali e culturali) sono “il” problema. L’altro, ma qui entriamo ancora in un altro terreno, è la tensione di dover crescere il Figlio Messia. Che sia perfetto. Che non sia turbato da nulla. Che abbia i migliori strumenti disponibili per avanzare nel mondo.
D’accordo, le madri perfette non esistono (a parole). Ma esistono i figli imperfetti, e non per questo meno amati. Credo che occorra accettare, soprattutto, questo: madri, e padri.
(Non litigate troppo, qui sotto)
sono troppo di corsa per rispondere ai come sempre tantissimi spunti di gekina, spero di riuscirci domani.
@barbara: totalmente d’accordo. infatto la domanda che ho posto è in sostanza: le politiche attuali (e le pratiche e gli stili di vita che da esse sono direttamente prodotti e/o condizionati), sono realmente il frutto di una chiara e distinguibile ideologia neo-maternalista? o le cose sono più complicate? a naso, e da ignorante, mi paiono significativamente più complicate. ho provato a spiegare perché accennando random alla critica alle istituzioni mediche, al femminismo scientifico di primo novecento, e qui ci metto anche l’ecologismo e/o la critica agli attuali modelli di consumo e di relazioni che sottendono certi stili di vita consapevolmente neo-naturalisti (in queste pagine ci sono esempi molto belli in alcuni commenti).
come ho detto, le mie non sono domande retoriche ma domande che sento necessario porre
Ho ritagliato un po’ di tempo. Al volo, @gekina:
“sono stata mossa dal sacro fuoco dell’”io aborro il si stava meglio quando si stava peggio”.
E la Bortolotti fa parte di quella nutrita schiera di “pensatori” che rimpiangono le divisioni di ruoli”
però non hai nessun elemento per dirlo.
la frase sul patriarcato è naif. non è reazionaria. non afferma: era MEGLIO il patriarcato. afferma: nel patriarcato c’era di buono che le donne erano protette. frase enormemente semplicistica e ingenua ma non del tutto scorretta. in parte è vera. ma soprattutto, frase del tutto politicamente scorretta. di chi non ha il polso politico delle parole che sceglie. eppure appare comunque evidente ai miei occhi che il senso di quella frase non è affatto un puro e semplice rimpianto per i bei tempi andati. se tendenze reazionarie, o meglio possibili derive, esistono, probabilmente non sono nemmeno lontanamente consapevoli, nel senso che in genere chi sostiene il discorso neo-naturalista lo fa a partire da presupposti di critica all’attuale sistema di produzione e consumo, in una parola lo fa da sinistra, e il modello di famiglia che promuove non è un modello tradizionalista da torte e nonna papera, ma un modello libertario, utopico; e quel poco di libertà della donna che ci si è conquistate, la dà talmente per scontata da non riuscire, semmai, a problematizzare nel proprio discorso teorico il fatto che le aspirazioni maternalistiche, da libertarie e anarcoidi, potrebbero rivoltarsi in un ritorno al passato. Rimozione, più che reazione, semmai: questo mi sembra…
Tornando invece agli asili nido sotto organico, alle donne iper precarizzate, già mezze o del tutto mantenute dalla famiglia d’origine e perciò tanto più motivate a sfornare pargoli entro i 35 che, di necessità virtù, potranno spupazzarsi senza l’urgenza del rientro al lavoro; e tornando, quindi, alle politiche: ma i governi se ne fregano qualcosa della Bortolotti? I governi hanno bisogno delle Bortolotti, Gonzales, Schmid, Odent e Leboyer per giustificare o motivare le loro politiche sanitarie, scolastiche e di welfare? E’ attraverso questi autori che la classe politica indottrina gli elettori? O meglio, più chiaramente: la classe politica usa strumentalmente il discorso che questi autori fanno, e magari lo piega e lo distorce pure, allo scopo di fare leggi CHE ALTRIMENTI NON FAREBBE?
A me pare di no… proprio di no, questi autori e il discorso partonaturalista e mammonaturalista in generale è completamente di nicchia, pure tra i genitori, figuriamoci tra le istituzioni, e ancora non riesco a vedere il nesso concreto, tangibile, il legame evidente di causa-effetto. Se due cose si assomigliano per certi punti, non significa che sono l’una causa dell’altra.
Sull’aborto, la pillola del giorno dopo, la pillola abortiva, il testamento biologico: ce lo siamo già detto 100 volte, tu potrai anche pensare che una psicologa o un’ostetrica contrarie all’epidurale debbano essere, per coerenza, contro il testamento biologico tanto per fare un esempio: e magari avresti ragione dal punto di vista della logica; ma nella realtà non funziona così, l’ostetrica che raccomanda di partorire con dolore e l’attivista per il matrimonio gay possono tranquillissimamente essere la stessa persona, e la mamma ad alto contatto coi baffi e la fascia, e la mamma imperfetta che sorseggia il campari in tailleur possono essere (e in genere lo sono) due facce della stessa identica retorica: quella dei dogmi.
Dunque io continuo a chiedere: le politiche che ci fanno schifo sono condizionate da queste presunte ideologie? non contesto che le ideologie esistano e anche che ne esistano interpreti particolarmente fanatici, mi interrogo solo sul loro reale impatto. La tua risposta continua a essere l’elenco di tutti i mali che ci affliggono e la sentenza di colpevolezza emessa a carico dei neo-naturalisti. Ma come concretamente ciò avvenga continui, mi pare, a non dirmelo. Io so per certo che dietro il discorso neonaturalista, sia quando un po’ grossolanamente rappezzato dentro libri divulgativi, sia quando concretamente promosso da medici o politici nelle sedi istituzionali, si agita una complessità di temi e ragioni che è scorrettissimo (non dico moralmente, ma come ragionamento) appiattire come reazione, restaurazione e voglia di passato.
I servizi che elenca Barbara nel suo commento (Asili nido, spazi per i bambini nei negozi, la presenza di fasciatoi nei bagni, autobus dove sia possibile salire con un passeggino, giardini e giardinetti attrezzati almeno con un altalena, congedi parentali, interventi dove è necessario) sono, se non dico una boiata, circa tutti garantiti in Germania (forse dipenderà anche dal Land), un paese dove la sensibilità al “naturale”, anche e soprattutto come tema educativo e sociale, è estremamente elevata. Perché da noi invece la predellina per il passeggino e la fascia portabebè devono essere proposte in competizione tra loro, così come il valore di un congedo parentale lungo per la mamma, e il diritto al lavoro per la stessa?
Quanto al discorso sui modelli di accudimento del passato, sono completamente d’accordo con Barbara e Gekina: ma d’altra parte qua sta pure l’equivoco sul neonaturalismo, che è culturalissimo! E proprio come culturalissimo io lo salverei per molti aspetti…
Buonasera Lipperini,
forse sbaglio qualcosa? Ho notato che il post è in approvazione.
Non mi sembra di avere usato toni offensivi, o maiuscole, ho messo due link, se ritiene giusto può cancellarli. Non mi piace parlare senza fonti abbastanza valide.
Però mi piacerebbe comprendere meglio le regole del suo commentarium, probabilmente mi è sfuggito qualcosa.
Grazie.
Miriam, wordpress mette in approvazione, da solo, i commenti che contengono link. Appena ho aperto la pagina di amministrazione, ho sbloccato. Calmini tutti. 🙂
Grazie per la precisazione.
Era già successo altre volte (in alcuni casi il post non è proprio comparso); non sapevo del meccanismo di protezione di wordpress.
@ Lutlia,
insisti a stravolgere il pensiero altrui.
Chi ha detto mai che un’ostetrica contro ll’epidurale sia anche contraria a PMA? Testamento biologico ecc? Matrimoni gay?
La mia esperienza mi dice il contrario (vedi gruppo cerchi e associazioni come ANDRIA)!
Quindi ti chiedo un favore, smettila di appioppare agli altri loghiche che appartengono solo a te. ALtrimenti i tuoi sono solo monologhi.
@ Miriam…
la tastiera del mio pc è stata divelta dal pupo… finchè non cambio portatile e finchè le mie gironate saranno oberate d’impegni… le consonanti e le doppie saltelelranno sempre.
Chiedo scusa x questo.
Per il resto. Continui a vedere furbi da una sola parte…
Sono esausta…
L’articolo che link dimostra la sceleratezza della legge.
Se i pediatri fossero liberi di parlare di la, il cartello del latte artificiale certe cose non se le permetterebbe:
“Partendo dal problema del prezzo esorbitante di questi prodotti in Italia, frutto di un cartello tra le aziende, sanzionato anche dall’Antitrust, abbiamo comparato la composizione dei latti in polvere cosiddetti di marca (più cari), con quelli più economici, introdotti in Italia nel corso del 2005 proprio per ovviare alle distorsioni del mercato, e ne abbiamo rilevato la sostanziale equivalenza, diffondendo i dati alla stampa.
Contemporaneamente abbiamo studiato anche l’etichettatura dei latti in polvere e, analizzando le istruzioni per l’uso, abbiamo riscontrato notevoli carenze e inesattezze che possono esporre i bebé a rischi anche seri di infezione intestinale. “
Gekina,
ti invito a leggere il link che avevo postato nel primo commento del 28/9, quello di Genitori crescono, è scritto da Silvia con molto garbo e competenza. All’interno troverai i riferimenti legislativi.
I pediatri, in assenza di latte materno o per problemi diversi di salute, calo fisiologico eccessivo del neonato, devono prescrivere l’uso del latte formulato.
(Così fece la mia pediatra, si attenne al minimo sindacale, senza fornirmi ulteriori informazioni su come gestire un eventuale allattamento misto o su come banalmente preparare i biberon in sicurezza)
Quello che non possono fare è consigliare una marca piuttosto che un’altra a chi non ne ha effettivamente bisogno. O peggio fornire campioni gratuiti.
Invece è proprio quello che succedeva (succede?) in molti ospedali e/o ambulatori.
E’ documentato dalla numerose denunce fatte pervenire agli organi di stampa e tra gli altri, alle associazioni di consumatori.
Il decreto legge va a sanare, ridurre queste pratiche scorrette.
scusa… ma allora perchè i medici invece di prescrivere farmaci non si limitaoa sugegrire il principio attivo?
Perchè SOLO il latte in polvere deve subire questo trattamento…?
Oh suvvia!
L’ho letto il link di GenitoriCrescono… e il primo commento lo trovo molto sensato!
Copio/incollo:
“Claudia ha scritto:
Silvia ci puoi spiegare in pratica che trafila deve fare una mamma se l’allattamento al seno non funziona?
A me sembra che questa legge, senza la figura dell’ostetrica che viene a casa e ti aiuta ogni giorno nelle prime (almeno due) settimane di vita del bambino, è un po’ monca. Un po’ tanto.”
@gekina
Il latte formulato subisce questo trattamento perchè per 30/40 anni si è voluto far credere che è migliore di quello umano. Che si può usare sempre e comunque. Perchè è ragionevole pensare che ci siano forti interessi economici, non furbate.
Ciò non toglie che i nostri piccoli/e siano cresciuti sani e forti comunque.
Perchè grazie a Dio, dopo il latte intervengono oltre all’alimentazione altri fattori (ambiente, corredo genetico e via dicendo).
Per onestà intellettuale copio e incollo la risposta data da Silvia:
*Claudia, la legge non ha lo scopo diretto di promuovere l’allattamento al seno. Si tratta di rendere illegittime e sanzionabili tutte le pratiche che lo scoraggiano o che esaltano l’allattamento artificiale.
Come vedi nel testo citato, le politiche e iniziative di sostegno all’allattamento al seno sono demandate alle Regioni e sappiamo benissimo che sono più che carenti.Se pensi che tutto quello che ha fatto fin’ora il Ministero è la campagna di cui parlavamo qui http://genitoricrescono.com/il-ministero-della-salute-e-lallattamento/!
Però non sono queste il punto centrale della legge. Il punto centrale è la regolamentazione della commercializzazione, vendita e pubblicità dei prodotti alternativi al latte materno, per diminuirne drasticamente l’uso quando non necessari.*
Non è una battaglia tra due opposte fazioni, per me è la battaglia per ottenere informazioni giuste, adeguate, scientifiche. Ad ogni donna deve essere data la possibilità di scegliere liberamente senza pressioni di alcuno genere, ma una volta fatta, ‘sta scelta, deve essere tutelata e supportata da tutti, famiglia, ospedali e classe medica.
e io te lo ri-peto…
Oggi non mi pare che il la sia così diffuso… e allora:
perchè il medico non prescrive per legge solo il principio attivo?
Quante persone abusano di aspirina (nome commerciale), aulin (altro farmaco), buscopan (altro farmaco), sereupin (farmaco).
Perchè tanta attenzione all’allattamento? Tanta voglia di sconfiggere le brame delle Grandi Lobby del Latte?
Perchè non puntare ai medici tutti?
Sono reduce da un’eco. Un’ora di attesa e tre, dico tre, informatori del farmaco ricevuti…
Ora se il problema sono i pediari pusher del latte A… che mi dite di TUTTI i medici che ti prescrivono quel farmaco invece di un altro?
Se non riesci ad abbracciare serenamente la “lotta” epidurale, io provo un enorme imbarazzo quando per l’enensima volta vedo che le teorie complottiste piacciono più della realtà….
Gekina
a te pare così, bisognerebbe avere dei riscontri statistici seri.
Quello di cui parlavo, segnalazioni delle puerpere di pressioni sul tipo di LA da parte degli operatori sanitari, sono invece documentate.
Il mio medico prescrive quasi sempre il medicinale generico, anche qui esiste una legge che alcuni medici non rispettano.
Cosa intendi con l’ultima frase? Hai le “traveggole”? Non ho mai citato l’epidurale, se non quando ho notato che ci metti molta passione.
Per il resto non condivido il panorama da te tratteggiato sull’allattamento naturale.
Lo ripeto, sono per l’informazione chiara, soprattutto verificabile e fruibile gratuitamente da tutti.
@Geka, non voglio stravolgere il tuo pensiero, posso pure sbagliarmi.
Deduco quel che deduco perché quando ti chiedo se la lobby esiste, e dove sta, tu mi rispondi citando procreazione medicalmente assistita e ru 486. Ergo, ideologia neomaternalista e naturalista (es. Bortolotti) e rigurgiti antiabortisti o iperconservatori (es. Binetti) avrebbero la stessa matrice. Se non è quel che intendi spiegami dove sta il mio l’errore
oddio mio.
Allora vi chiedo: esiste la lobbi sionistica? I sette savi di Sion?
Il mondo è tutta una Lobby…
Miriam… mi dai le coordinate dei tuoi studi seri sui pediatri venduti alla Nestlè?
Mi sembra che non c’è nessun bisogno di scomodare la statistica per dimostrare che in italia, se vai dal medico per che so, le emorroidi? non ti prescrive una pomata con il principio attivo da fare a casa o comprare dal farmacistra (che te la prepara al momento). Ti scrive una ricetta con il nome commerciale del farmaco senza dirti il principio attivo.
Mai avuto l’otite? Io sì. Il medico mi prescrive delel gocce dal nome tipo otofix…
Gli informatori del farmaco. Andate da un medico di base, solitamente ha esposto un avviso per queste figure comunemente conosciuti come informatori del faraco.
Il medico ne riceve uno ogni tre pazienti e per non più di 10 minuti.
Quindi Miriam o fai finta di non capire o io mi spiego male.
La legge che rende l’accesso al latte in polvere impossobile attraverso il pediatra è veraente cretina. Non siamo più negli anni 70 e la gente usa il seno generalmente per allattare il figlio.
Poi scusate, ma se c’è un problema di “conflitto di interessi” il legislatore deve scaricare la respèonsabilità su mamme, neonati e pediatri?
Lutlia, ora mi devi spiegare perchè dietro il latte artificiale ci sono loschi interessi mentre dietro la RU486 no.
Non è forse un farmaco prodotto dalal lobby crudele del farmaco? La Roussel Uclaf x la precisione..
Insomma a me pare che la LObby c’è solo dove vogliamo vederla.
Miriam,
dato che ti piacciono tanto gli studi statistici e le fonti…
http://www.federfarmaservizi.it/files/bignews/normativa%20della%20ricetta%20medica.pdf
Non è vero che il medico può prescrivere solo il principio attivo.
Semmai, vai alla pagina farmaci classe C x esempio, ha l’obbligo di informare il paziente dell’esistenza di farmaci a più basso costo. Farmaci, non principi attivi.
Comunque mi hai ispirata pèer un nuovo post…
Certo che ci sono loschi interessi dietro la RU486. La domanda è: sono gli stessi interessi che stanno dietro al latte-talebanismo?
A volte mi pare che non leggi bene i miei commenti. A volte mi esprimo in modo faticoso mea culpa, ma anche quando parlo semplice mi pare di essere fraintesa
Lutlia la domanda è: ma che ci frega degli interessi se:
a) posso abortire senza rischiare la pelle e rendendo l’esperienza meno dolorosa.
b) Se allatatndo artificialmente il pupo gli garantisco di non morire di fame (se ha difficoltà ad attaccarsi, se la mamam non ha latte con buona pace dell’oms) o di avere una madre più serena (ci sono quelle che il latte lo hanno ma preferiscono il bibe ).
Non c’è nulla di aggratis nella vita. Nememno la spinta al parto naturale è disinteressata!
1) Rooming-in —-> niente nidi in ospedale e meno costi quindi per ostetricia.
2) Parto naturale senza analgesia —–> niente anestesita osterico e quindi meno costi.
3) Abbassamento dall’alto dei tc —–> riduzione dei costi… ci sono statistiche sugli esisti neonatali? ALcuni medici mi hanno detto che all’abbasamento repentino dei tc (in alcuni ospedali ti becchi un premio se fai pochi tc) sono saliti glie siti avversi in alcuni neonati…..
Quindi la domanda da porsi è:
Con la RU486 e il latte artificiale il mondo sarà più bello?
Secondo me sì. Poi che ci sia Mr Nestlè e Mrs Uclaf che si arricchiscono… e vabbè! Mica questi ti fanno la ricerca sulal ru486 aggratis!
ma poi scusa… perchè loschi gli interessi dietro la RU486?
A me pare che ogni tanto la filosofia del complotto mieta vittime anche tra gli insospettabili
Lutlia,
credo di aver capito cosa intendi…
dietro la RU486 e il latte in polvere ci sarebbero interessi economici.
Dietro l’allattamento al seno no…
E non è vero.
Le consulenti dell’allattamento, le ostetriche, sono gratis? No.
DIfesa di categoria… le ostetriche non vogliono l’epidurale perchè perdono l’assoluto controllo della sala parto e dell’evento… con il bibe è più o meno uguale.
E poi… come fanno a campare i produttri di:
paracapezzoli in argentoe silicone, coppette assorbilatte, creme per le ragadi, creme per mantenere elastica la pelle del seno, prodotti omoeopatici per aumentare il latte….
Come vedi alla fine il business salta fuori counque.
E non ho citato il nutrito numero di esperti che fanno corsi, scrivono libri….
Gekina stai scendendo nella discussione da bar.
Un es., tra i tanti.
*Il medico ne riceve uno ogni tre pazienti e per non più di 10 minuti.
*
L’hai verificato personalmente ? Proprio tutti i giorni? Tutto l’anno?
Mi sembra che il tuo eloquio usi troppe iperbole.
Usi la tecnica della derisione e dalla svalutazione, e non porta da nessuna parte.
Ammiro moltissimo il blog che ci ospita, quello di Giovanna Cosenza, Zauberei e altri dove il confronto è vero e soprattutto garbato, educato.
Semplicemente rimaniamo su due posizioni differenti. Trovo che la legge sui sostituti del latte materno sia valida, si può invece obiettare l’effettiva applicazione su ogni singola regione d’Italia. Nessun pediatra lascerà mai morire di fame un piccolo, per usare una tua espressione; ha l’obbligo di intervenire e prescrivere un qualsiasi latte formulato.
Dal tuo post:
*La legge che rende l’accesso al latte in polvere impossobile attraverso il pediatra è veraente cretina* :
Gekina questa è disinformazione! O formuli meglio le frasi o porti migliaia di testimonianze a suffragare la tua ipotesi.
Questo comunque sarà il mio ultimo intervento, non ho niente altro da aggiungere a quello che ho già scritto nei post precedenti.
@ Miriam,
“Informazione scientifica: Medici di famiglia visitati da 11 informatori a settimana
‘Frequenza’ che sale a 12 volte per i camici bianchi con più assistiti e si attesta a 10 per quelli con
meno pazienti. Ad ogni ‘incontro’ gli informatori presentano, in media, cinque farmaci della propria
azienda: due in modo più approfondito mentre per gli altri tre si limitano a ‘ricordare il marchio’.
http://www.fsk.it/gruppidilavoro/documentigruppidilavoro/gruppo_3_zl.pdf
In italia non è reato fare l’IS e riceverne uno….
Sì, mi è capitato di vederli all’opera in ospedale o dal medico di base.
poi scusa… ma ora non si può definire cretina una legge? Senza che qualcuno la prenda sul personale?
Sai cos’è ridicolo? Che in Italia non si può pubblicizzare latte artificiale e farmaci “seri”… mentre in tv impazzano tachipirine da prendere al bar come tisane (lasciando intendere che sono innocue) e fasce per il mal dis chiena all’ibuprofene.
Se per te tutto questo è “intelligente”…
* Il medico ne riceve uno ogni tre pazienti e per non più di 10 minuti.
E’ scritto a caratteri cubitali nella sala d’aspetto del mio medico di base.
E’ da bar riportare informazioni di questo tipo?
La disinformaziomne la faccio io? Dire che una legge è una cretinata è un’opinione e basta.
Scrivere invece che in italia i medici possono mettere in ricetta solo i principi attivi vuol dire solo due cose:
a) non ti sei mai ammalta
b) fai disnformazione
Gekina questo ho scritto:
Dal mio post del 29/9 ore 2.22 pm
“Il mio medico prescrive quasi sempre il medicinale generico, anche qui esiste una legge che alcuni medici non rispettano.”
Non:
” i medici possono mettere in ricetta solo i principi attivi ”
Leggi bene i post prima di criticare.
Mi riferivo al fatto che esistono delle leggi non rispettate, come quella dei sostituti del latte. Punto e basta.
Hai voluto tu leggerci qualcosa di diverso.
Per quanto riguarda gli informatori, dal mio medico di base non c’è nessun avviso e mi è capitato solo due volte in molti anni di vederne uno, nonostante mi sia ammalata piuttosto spesso. Idem per quelli che ho avuto negli anni precedenti (ne ho cambiati 3).
Se è così ne prendo atto.
Dire che la legge sui sostituti del latte materno è una cretinata è certo una tua opinione, dire però che rende l’accesso al latte artificiale impossibile è disinformazione. Va motivata seriamente.
Ritengo che molto stia nel tuo modo di scrivere e di proporre le tue idee/opinioni che non è sempre adeguato e garbato e soprattutto non attento alla persona che ha di fronte.
ok, chiedo scusa, avevo letto male.
Comunque il medico può prescrivere un non-generico avvertendo il paziente del perchè e della differenza di costi e rimborsi.
Non c’è l’obbligo del generico.
Per i toni. Non soche dirti, son fatta così. Inadeguata e sgarbata… ma rivendico il diritto di dire che la legge sul la è una cretinata.
Oltre ai motivi esposti (pubblicità selvaggia per tachiflu e non per la ad es) c’è da dire che la legge rafforza un atteggiamento di chiusura sull’allattamento misto/artificiale di fatto colpevolizzando le donne che hanno difficoltà di allattamento.
Cito parte di un intervento di Ferrari:
“Negli ultimi anni, su indicazione dell’OMS, ha preso piede una massiccia e lodevole campagna per la promozione dell’allattamento al seno. Questa campagna, nata per tutelare la qualità della vita del bambino, viene gestita soprattutto da ostetriche, infermiere professionali e consulenti di varie associazioni . Purtroppo, qualche volta è condotta con eccesso di rigore e diventa una campagna ideologica, quasi una crociata, che da qualche tempo a questa parte ha fatto meritare alle sue sostenitrici “di punta” l’appellativo scherzoso di “talebane dell’allattamento” (sono loro stesse, in molti casi, a definirsi così). Il latte materno è certamente il miglior alimento per un bambino, come lo è il latte di mucca per il vitellino, e così via. Ma come in tutte le cose, gli estremismi possono portare a comportamenti distorti e, in definitiva, controproducenti: ho visto neonati lasciati affamati e disperati in attesa dell’arrivo del latte materno, o mamme forzate ad allattare (“Strizzi, signora, strizzi!”) quando esse stesse si lamentavano di non vedere goccia del prezioso liquido, o anche mamme colpevolizzate (“Lei non si impegna abbastanza”) in modo francamente scriteriato.”
Se esistono pediatri che spacciano LA, esistono anche saanitari talebani del latte…
@Lipperini: arrivo e commento tardi, per di più su una questione collaterale. C’è un abisso tra il pianto di un bambino che non può vedere cartoni per ore e quello di chi piange per una prepotenza subita, magari da un altro bambino o peggio ancora da un fratello. Perché nel primo caso ci può essere un progetto educativo (sperabilmente) all’automoderazione o comunque alla scoperta di altri svaghi o comportamenti non passivizzanti. Nel secondo c’è, con l’idea della sopportazione della frustrazione, una rinuncia dell’adulto a giocare un ruolo attivo davanti a comportamenti oppressivi che possono sconfinare nel bullismo di chi li pratica e nell’angoscia di chi li subisce. Infelici entrambi, altro che educazione alla vita. Magari l’adulto se ne cava fuori per sue questioni personali, per amor di pace, o, come spesso mi è capitato di vedere se eran coinvolti fratelli, per una preferenza non ammessa per uno dei due cui era tutto permesso. Cioè per questioni che riguardavano l’adulto (o perfino le interazioni di coppia) e non il benessere o l’educazione del bambino. Proprio perché minimizzare in casi simili dà l’impressione che non sia lecito né soffrire, né reagire né ribellarsi a comportamenti oppressivi altrui. Quindi si lascia il bambino nell’idea che una prepotenza non debba essere qualcosa di inaccettabile, ma qualcosa che vada subita perché “che sarà mai”, perché persino i sentimenti negativi che scatena una prepotenza subita sono condannabili e da reprimere dato che nemmeno l’adulto di riferimento vuole averci a che fare. A tutto vantaggio dei prepotenti, dei più forti, dei più furbi, dei più potenti. Individualmente e socialmente. Bell’affare.