Dice, non vorrai mica parlare del Don Piero di San Terenzo? Quello che sta sulle pagine di tutti i quotidiani? Quello che basta nominarlo, oramai, e tutti a dire peste e corna, giacché non costa nulla dire peste e corna di un signore che, abito talare o meno, non sembra essere molto in sè?
Dico, sì, voglio parlarne, perchè mi sembra che fin qui le reazioni stiano andando in una direzione che rischia di far perdere di vista il problema (che c’è e resta, e va affrontato). Dunque, cominciamo dall’inizio.
Nel 2012 sono state uccise tante donne. Tantissime. No, il numero esatto non lo possiedo, perché a oggi non esiste un centro di monitoraggio che non sia volontario, e che vada a dirci quanti sono quelli che ancora la cronaca chiama “delitti passionali” e che si è convenuto di chiamare “femminicidi” (esiste il rapporto sulla criminalità del ministero dell’interno, però, e ci dice che mentre i delitti, in assoluto, calano, quelli che riguardano l’assassinio della ex moglie o ex fidanzata aumentano, e in questa sede, per ora, non aggiungo altro per non ridurre la faccenda a una rissa sui numeri. Ci sarà occasione, non dubitate). Le donne uccise sono, appunto, donne abbandonanti. Gli omicidi, uomini abbandonati.
Primo punto: questo non significa in alcun modo che chi affronta questo argomento, e lo denuncia, e cerca di immaginare come mettere fine alla catena di sangue sia:
– sostenitrice della guerra fra generi. Femminismo non significa, a mio parere, difendere le donne a prescindere. Se ti ha piantata il fidanzato, non prenderò le tue parti perché tu sei donna: questa è una questione che riguarda te, non i diritti e l’armonia della comunità in cui viviamo. Se ti presenti alle elezioni senza un programma che riguarda i diritti delle donne, non ti voterò solo perché appartieni al genere femminile. Se compi azioni che feriscono altre o altri, non ti giustificherò perchè sei donna. Affermare che le donne sono buone “a prescindere” è la peggior gabbia in cui possiamo essere rinchiuse. Femminismo, per me, è battersi perché le donne usufruiscano di pari diritti: cosa che, al momento, non avviene in settore alcuno.
– giustizialista. Ovvero, fautrice di un inasprimento delle pene. Non è aggravando la pena prevista che si cancellano i femminicidi. Occorre altro: formazione, prevenzione, mutamento culturale. Già detto e ripetuto.
Chiaro fin qui?
Il secondo punto riguarda non solo i femminicidi, ma il modo in cui si si usa la presunta inesistenza del fenomeno per colpire al cuore ogni rivendicazione che riguarda i diritti delle donne.
I femminismi sono barzellette, caricature, faccende da signore snob, frigide e bacchettone. Questo è il messaggio che passa in ambito laico da un anno a questa parte: e ci sarà pure, come è inevitabile, una banalizzazione di contenuti – come sempre avviene quando un fenomeno esce dalla nicchia; e ci sarà pure chi sui femminismi ha fatto due conti (anche tre) per proprio calcolo elettorale o di visibilità. Ma questo non può e non deve annullare ogni discorso in favore del filo di perle e della tazza di te’ della parodia che ne viene offerta.
I femminismi hanno distrutto la vera essenza del femminile, che è sacrificio e mansuetudine e sottomissione e annullamento del sè. Questo è il messaggio che passa in ambito cattolico, in una gamma che va dalla apparente soavità delle scrittrici che vorrebbero intitolare le scuole alle donne che sono morte per aver rifiutato di curarsi il cancro e salvare il nascituro fino al can can mediatico di don Piero.
Già, don Piero, che ha appena abbandonato il sacerdozio (anzi no: non ci pensa proprio, ma fermiamoci qui). Non so se qualcuno se ne sia accorto: ma il famigerato volantino affisso nella bacheca della Chiesa non era farina del sacco del talentuoso sacerdote, ma il copia e incolla di un post di Pontifex, sito ultras di cui si era già parlato poche ore prima. Capito come funziona? Si scrivono due righe (e io ammetto di averlo fatto) su un social network dicendo, in sostanza, ma guarda questi di Pontifex a che punto arrivano. Seguono condivisioni a valanga. Segue rilancio del prete di Lerici e il caso decolla dai social a giornali e televisione. Don Corsi lo ha fatto per convinzione? Non ci credo. L’ha fatto per i soliti cinque secondi di microfama: perchè, come diceva Lucifero-Al Pacino in un vecchio film, la vanità è il peccato preferito del diavolo.
Dunque? Dunque, bisogna imparare a parlare di femminicidio. Non solo i mezzi di comunicazione devono farlo. Dobbiamo farlo noi, che siamo ormai, ognuno nel proprio ambito, comunicatori. Dobbiamo imparare a riflettere per far passare il messaggio giusto. Dobbiamo trovare le parole. Non dobbiamo semplificare, per nessun motivo. Perché il rischio è quello che la semplificazione cannibalizzi e annienti quanto è stato fatto e il moltissimo che resta da fare. E dobbiamo anche sapere che è molto più deprecabile la definizione dell’elettrice italiana da conquistare (presidente Anci, Graziano Delrio, marzo 2012: il governo “deve aprire gli occhi, badare ad Angela (Merkel), ma anche alla signora Maria che ha il marito in cassa integrazione’’) degli astuti vaneggiamenti che vengono da Lerici. Perché a me quel “signora Maria” puzza tanto di casalinga di Voghera. E quel tempo è, o dovrebbe essere, finito.
Benigni è un suo problema e non il mio, visto che lei continua a citarlo e io non l’ho mai nominato neanche di striscio. Così come nessuno, NESSUNO, qui, ha mai parlato di atti violenti nei confronti di don Corsi, ma ha solo contestato, duramente, le sue parole. Quanto a lei. Non sono le parole che ha riportato nel commento precedente, che la invito a rileggere. Quanto alle teorie matematiche, non ho fede nella matematica evocata a caso. Io l’ho avvertita, a ogni modo. Buona sera.
guardi che nella matematica non bisogna avere ‘fede’, in matematica ci sono teoremi che vengono enunciati e dimostrati. Caso mai è la teoria razzista che si può piegare ai propri desideri, per cui è ‘razzista’ chi esprime pensieri diversi dai tuoi e lo puoi colpire con frasi ‘minacciose’ che vanno contro quanto dice la costituzione letta dal succitato ‘buffone’, da non confondere con il ‘Giullare di Dio’ che è tutta un’altra cosa! forse le dà fastidio il fatto che come in egitto, anche negli altri paesi, stà prendendo piede quella forma di ‘sharia’ che è, forse, peggiore dell’inquisizione? è questo il ‘razzismo’?
Siccome ci sono uomini che uccidono allora esiste un “problema uomini” però non esiste un problema “romeni” o un problema “albanesi” nonostante ce ne siano che delinquono, eh già ma sollevare il problema sarebbe “razzismo”, però prendersela con gli uomini ci può stare, e ovviamente si è esenti dall’accusa di “sessismo”, che, ricordiamolo, è SOLO ED ESCLUSIVAMENTE dagli uomini verso le donne e NON VICEVERSA! (anche perché le donne sono notoriamente esseri superiori incapaci di odiare e di fare del male).
Per risolvere il problema-uomini propongo di eliminarli tutti, così si cura il male alla radice, e poi tanto voi siete autosufficienti e più brave in tutto, quindi a che servono gli uomini?
Claudio, evidentemente non ha letto il post, dove si dice che le donne non sono nè superiori nè buone. Gigi Primo, ripeto: se lei ha problemi personali con Benigni, li risolva come può. In questa sede, sono off topic. Tipico di chi pronuncia e scrive frasi inaccettabili è rivolgere a chi non intende dare spazio alla deriva l’accusa di inquisitore. Signori, già sentito. E almeno come proposito per l’anno nuovo, credo ci siano cose più serie da discutere che non la concessione ai vostri, pur rispettabili, ego. Abbiate un 2013 felice.
Voi dite che siete “contro gli stereotipi” (solo quelli contro le donne ovviamente), però non vi lamentate mai delle donne che si aspettano sempre “l’uomo che dà sicurezza” o del fatto che il “palestrato” è per forza visto “senza cervello”, o il “camionista” visto come sudicio, rozzo e violento, o che l’uomo che non guadagna bene è un “fallito”.
Voi vi lamentate del “femminicidio”, ma MAI dite che a morire sul lavoro sono quasi interamente uomini (tanto perché siamo in un mondo “maschilista”) e MAI parlate di quanti uomini salvano la vita agli altri rischiando, e spesso perdendo, la propria (sempre perché siamo in un mondo “maschilista”).
Come mai non dite che i lavori più pesanti, rischiosi e faticosi li fanno sempre gli uomini, pensate un po’ se, tanto per fare un esempio, a spargere l’asfalto all’una del giorno durante l’estate, fossero state sempre le donne…apriti cielo, ma siccome sono sempre gli uomini allora va bene così!
Voi lamentate che le modelle della pubblicità sono “povere vittime” e mai dite che solo per spogliarsi guadagnano molto più di un operaio, mai dite che quelle pubblicità sono solo per svuotare le tasche degli uomini in cambio di un’illusione (e che quindi i VERI SFRUTTATI SONO GLI UOMINI!)
Brave, fate sempre le vittime, puntate sempre il dito contro di noi, date sempre la colpa agli uomini, venite sempre col microscopio a guardare nel nostro occhio e tralasciate di guardare il vostro, brave, mi raccomando continuate a lamentarvi sempre!
P.S.: vedo che i miei interventi devono essere “moderati”, mi raccomando li censuri, tante volte fosse pericoloso un punto di vista differente!
Loredana, intanto colgo l’occasione per farti gli auguri di buone feste ma anche anche per ricordare con forza a Claudio che purtroppo è vero che le donne ragionano col cervello e”noi maschietti col pisello”:altrimenti stronzi come Don Corsi non sarebbero esistiti| Persone che dicono che “le donne se la cercano” perchè non vanno in India? Lì ci sono 14 stupri al giorno! Anche là colpa delle donne con “i loro abiti succinti” o di una pessima educa-
zione che i maschi hanno ricevuto? Dove tutto è potere, possesso e proprietà anche se non gli appartiene? Ti mando un bacio Lory ed un caro saluto. Gabriel
Io vedo il problema in maniera corposamente terra terra: non si picchia, non si violenta, non si uccide. Al limite, certi atteggiamenti “provocatori”, da parte di entrambi i sessi, si disprezzano o si cacano.
Un buon anno a tutti.
Uno dice che noi uomini ragioniamo col pisello e lei ovviamente non dice nemmeno “a”.
Ah già ma lei è “contro” gli stereotipi, figuriamoci se fosse stata a favore!
Sono in pieno accordo con te,,,C’è soltanto una strana differenza, e cioè: non si è ma sentito che una donna abbia picchiato e/o violentato un uomo.
Per ciò che riguarda quello che Fabio chiama “atteggiamenti provocatori di ambo i sessi”, vorrei che mo citasse le “provocazioni femminili”!!.Grazie
io sono ancora viva,ma ormai non avro’ piu’ una vita felice,ho paura di tutto e tutti,non riesco piu’ a fidarmi degli uomini…sono stata picchiata,ho come ricordo 7 punti in testa e una cicatrice al viso,ho fatto un decina di denuncie,ma nessuno mi ha dato aiuto”finche’ non accade nulla di grave non possiamo intervenire”…ho raccolto 4 stracci e sono andata via.ancora non ho pace,solo tanta paura…penso che la prossima saro’ io….ma perche’ noi donne non apriamo gli occhi…NON DOBBIAMO FARCI SPAVENTARE DA UN MARITO- COMPAGNO UBRIACO,io mi sono munita di bastoni,ho il cell.sempre acceso:basta con le stronzate,solo noi possiamo e dobbiamo difenderci
@Pier: secondo me come non si può pretendere dal singolo individuo un certo tipo di consapevolezza, o l’adesione a certi valori, mentre da un’istituzione pubblica o ente commerrciale sì. Come faccio per dire se la Apple costruisce l’iphone sfruttando l’operaio cinese, non chiedo conto al singolo impiegato della Apple, o all’operaio cinese, ma alla Apple (quindi magari decido di non comprare quel prodotto). Allo stesso modo se Mediaset (o peggio ancora la RAI), mi si rivolge come spettatore proponendomi un programma sessista io chiedo conto all’emittente; e magari pure allo sposnsor del programma (che si rivolge a me come possibile consumatore). Ma la ragazza che fa la belloccia scema, o gli autori, o il cameraman, o gli spettatori che questi programmi li guardano decretandone il successo, non devono certo rendere conto a me…
Gabriel non ne faccio un discorso generale che poi ci si impantana e non si finisce più (esperienza di vecchietto). Lo riporto al personale su cui mi sento più sicuro. Nella mia vita ho ricevuto qualche “provocazione” femminile nel senso di insistenza continua e fastidiosa e pure oltre i limiti della decenza. Per te, magari, non si tratta di “provocazione” e mi va bene lo stesso anche perché la parola l’ho messa, giustamente, fra virgolette, considerando la diversa reazione a certe manifestazioni francamente esagerate e di dubbio gusto. Debbo dire, sempre per esperienza personale, che le “provocazioni”, così intese e ben più pesanti, le ho viste fare in numero di gran lunga superiore ai maschietti.
@francesca violi
Pur convergendo su alcune cose, la pensiamo molto diversamente.
Io penso che ogni persona (soprattutto “pubblica”) abbia la responsabilità di ogni suo comportamento.
Ripeto, forse non sono stato molto chiaro e faccio ammenda, che io non pretendo adesioni a certi valori, dalle persone di cui ho parlato (ognuno è libero di fare ciò che vuole), non vorrei certo una cosa tipo “Stato etico”: “pretendo” però, solo, che in un dibattito del genere, si riconosca che hanno responsabilità anche esse, le “donne pubbliche” alla Belen. Invece non si riconosce, lo si ignora, e mi chiedo continuamente il perché. Può un dibattito del genere avere efficacia se parte “monco”?
Parlo dunque di personaggi pubblici (per cui secondo me è un po’ fuori strada l’esempio dell’operaio, e del cameraman): infatti mi riferisco alla “immagine mediatica di alcune donne”, nei miei commenti.
Esistono zone franche in cui essere umani non sono responsabili di ciò che sono/fanno? Mi rispondo, alla luce di molti commenti, di sì. E mi ri-chiedo: perché?
Siccome non potrò intervenire per diverso tempo aggiungo la presente in modo che possa servire ad una migliore comprensione dell’argomento. Anche durante la mia esperienza scolastica, come studente e come insegnante, ho assistito ad alcune episodi di “provocazione” di ragazze verso ragazzi timidi e imbranati. Se non vogliamo usare la parola “provocazione” usiamo pure altre espressioni come, per esempio, “stuzzicare” o “mettere in imbarazzo” che la sostanza non cambia. Certo il numero è stato limitato ma non per questo inesistente.
Per quanto riguarda, invece, la “provocazione” di belle donne ancheggianti con spacchi aperti per strada o seminude al bar o in tram, tanto per fare un esempio, in questo caso per me non esiste. Esiste solo se diretta “ad personam” in maniera insistente e volgare.
Per me “maschietto”, ciò che dà più dolore non è il ragionamento di Francesca, ma la testimonianza di Laura Sammy. Perché Laura ci dice che cosa è un “amore criminale”; ci spiega come gli uomini siano violenti; ma la cosa più importante è il silenzio delle forze dell’ordine dietro comportamenti
che sono semplicemente criminosi! Qualcuno spesso mi ha detto che ciò accade perché sono abituati a picchiare. Farò finta di non aver sentito, poiché criminalizzerei le poche donne che fanno parte(donne anche loro che troppo spesso diventano “martirizzate” dal loro dovere)! Laura,non ha
più fiducia in noi uomini. Questo, per me uomo, rappresenta una doppia sconfitta:non essere più in grado di far sorridere l’altra metà del cielo, non per delle banalità, ma perché è questa la funzione dell’amicizia e dell’amore. Ti mando un bacio e ti auguro un sereno 2013.
@ Pier
secondo te chi si prostituisce ( intendo esclusivamente chi ha la possibilità di farlo liberamente ) è responsabile della mercificazione del corpo?
tu vorresti che fossero criticate le persone che lo fanno?
Anche io sono un insegnante ma la cosa che mi dà fastidio è che un collega
si smascheri da se! Perché se un ragazzo “è imbranato” è bene svegliarlo. Anche questa è la funzione docente:aiutare i giovani a crescere e non farne dei violenti. Se delle belle donne non possono più nemmeno ancheggiare, o vestire come amano. questo è solo un suo problema!! Mi creda, questa è una sconfitta dell’intelligenza!
Per quanto l’accenno a Belen, personalmente non la giudico un personaggio pubblico. Evviva Luciana Letizzetto: grande mio personaggio stra-pubblico da cui tutti dovremmo prendere esmpio.
Non ho mai criticato nessuno! Me la sono sempre presa con chi tende a schiacciare i deboli. Se chi si prostituisce lo fa per necessità, capirò tutto. Se invece lo fa di sua spontanea volontà, lo ammetto, la questione si fa davvero più intricata. “Critica” deriva dal greco crinos, se non sbaglio, Giudicare. Non ho mai giudicato nessuno e non comincerò oggi. Su questo dolcissimo blog però, per me non ci sarà mai spazio per i razzisti, i violenti, gli/le omofobi/e e contro se la prende con le donne.
@+°
Chi si prostituisce non mi fa né caldo né freddo, ma come gli altri… ribadisco. Non critico assolutamente chi lo fa (in senso morale). Ci mancherebbe altro.
Io ho il sospetto che non abbiate ben colto il senso del mio discorso, perché le obiezioni che mi arrivano me lo confermano: ma sicuramente la colpa è mia che non sono tanto chiaro, allora.
Ci riprovo: io non intendo critica morale, ma per critica intendo critica analitica (la critica di ogni evento umano, anche di persone): come la critica letteraria, musicale, sociologica etc.
E in questo senso, intendo critica sociologica, che è alla base di ogni dibattito.
La mercificazione del corpo, soprattutto femminile, è un dato di fatto, ci sono studi, e esiste gente che ci ha fatto tesi di laurea.
E non mi scandalizzo per niente, né vorrei impedire a chissa chi (personaggi pubblici compresi) di fare quello che si sente o che vuole.
Dico solo che vanno riconosciute responsabilità di ogni comportamento, e i personaggi pubblici la hanno maggiormente.
La si sottolinea nei calciatori, la responsabilità per esempio nei confronti dei ragazzini (fermo restando che si comportano poi come meglio credono), e non vedo perché non si debba dire che ce l’hanno anche le soubrette (che non è l’unica, ma è una delle tante nel complesso problema della mercificazione soprattutto del corpo femminile).
Poi, più chiaro di così non riesco a essere, perdonatemi. 🙂
@gabriel maria dionisi
Il fatto che per lei Belen non sia un personaggio pubblico è ininfluente: non son cose che si possono soggettivizzare: una volta che una persona è conosciuta a milioni di persone, un personaggio pubblico lo è, volente o nolente.
Per quanto mi riguarda, spero di chiudere qua perché non so più come spiegarmi, e non capisco se sto dicendo veramente qualcosa di così strano! 🙂
@ Pier, però non mi hai risposto, cmq faccio io. ovvio che sono responsabili, ma di cosa però? la mercificazione del corpo in sé non dice nulla. l’operaio non è forse responsabile del fatto che il suo lavoro è retribuito? forse lo critichiamo?
Schematizzo per rendere il concetto più comprensibile vista la difficoltà di interpretazione del testo:
1) Chi ancheggia, sculetta, chi va fuori mezza vestita o in mutande è libera di farlo e non è fonte di “provocazione”. Si tratta solo di buon gusto. A me, per intenderci, nonmenepòfregàdemeno.
2) La “provocazione” si ha quando una ragazza (raramente) o un ragazzo (molto spesso) insiste in maniera sgradevole con modi volutamente spinti e volgari a infastidire l’altro sesso.
3) In ogni caso mai alzare un dito.
Questo è ciò che penso e qui chiudo.
Sei stato abbastanza chiaro, ma prolisso Anche particolare. Non dici nulla sulla violenza dei maschietti? Ciao
Scusate il ritardo.
@+°
Siamo su due piani di ragionamento differenti, mi pare di capire. Vabè! La mercificazione del corpo dice tanto, invece. L’operaio è una figura non-pubblica: non regge il paragone (già spiegata, questa cosa).
Non so più che dire, scusami!
@gabriel maria dionisi
Prolisso sì, lo so, ma su un tema così spinoso preferisco eccedere in chiarificazioni (e infatti non bastano).
Sulla violenza dei maschietti mi devo pronunciare per obbligo? Ovvio che la condanno, ma discutevo di altro.
Non è che ci deve essere la par condicio pure dei temi, nei dibattiti.
Chiudo veramente.
“”molte donne si prestano a “fomentare”, sia in tv che nella pubblicità, l’immagine della donna come “corpo”: ma perché le critiche vanno sempre ai poco originali sceneggiatori di spot e trasmissioni, e raramente alle donne che si prestano a essere utilizzate così?””
[Postato giovedì, 27 dicembre 2012 alle 7:14 pm da Pier]
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Direi che è normale desiderare di essere riconosciuti come ‘corpo’ sia per un uomo che per una donna. Questo è parte della nostra identità sessuale.
Ma la nostra cultura pretende di normare questo tipo di riconoscimento, che pare essere quasi obbligato per le donne, mentre è generalmente biasimato per un uomo. Questa dissimmetria non ha giustificazione e costruisce un sistema simbolico di dominio maschile, dove la libertà della donna si riduce all’ambito delle preferenze adattative (cioè non è propriamente una libertà).
Quindi il problema non è la ‘valletta’ che si presenta come ‘corpo’, il problema è la ripetizione di uno scenario relazionale, chiamiamolo della valletta-corpo/presentatore-parola, che attraverso la ripetizione viene percepito come qualcosa di ontologico e finisce per giustificare quel tipo di relazione dissimmetrica tra generi.
Ontologia, dissimetria tra i generi..lotta di classe.. Ma quando si farà un ragionamento filo femminista, (che un uomo possa fare), per le donne? Quando ci si renderà conto che le molestie non hanno colore? Ora non intervengo più perchè se io dico A mi si risponde B. Buona domenica. Arrivederci.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=11347249
Ormai è il 30 giugno 2013. Purtroppo i femminicidi sono giunti già a 60 e siamo solo a metà anno! Per molto tempo si è scritto solo di molestie, di stalking, di schiaffi. Sembrava che noi maschi avevamo trovato un pò di equilibrio..invece le intercapedini degli appartamenti nascondevano corpi di donne, che qualche volta erano pure in frigo! All’orrore non c’è mai stato fine, e alla violenza neanche. Gli uomini sempre più “proprietari” delle compagne hanno deciso di fare con “o ami o nessun’altro”. Ma questo non è amore ma assassinio!!
Adistanza di un anno riprendo a scrivere su questo blog. E’ semplicemente per constatare che il femminicidio sembra essere diventato sport nazionale di cretini”. Se non si entra nel concetto che non ti vuole più è inutile che si dica “o con o con nessun’altro”! E’ la più grande idiozia che possa esistere. Uomini se vi definite tali, fermatevi!!
Da agosto 2013 ad oggi, i femminicidi sono oltre 150. Non è più possibile questo. O si dice basta, o si è costretti ad intervenire. Gli uomini di qualsiasi
strato sociale (borghese o meno) non tollerano essere lasciati, come se le compagne,mogli o fidanzate, fossero “oggetti”, merce di scambio. Fermiamo
la follia degli uomini prima che la pazzia vera s’impadronisca di tutti.