Lui si chiama Pietro, non lo conosco, ma dal momento che la mia bacheca su Facebook è pubblica, appare anche il suo commento. L’argomento è l’ennesimo “caso Boldrini”, ovvero l’ennesima manganellata di Striscia la notizia verso chi è indigesto al suo ideatore e ai suoi amici. Ma non è questo il punto, ché da Striscia non ci si aspetta nulla di diverso (se non un pochino più di pudore da parte della conduttrice Hunziker quando si dichiara dalla parte delle donne e contemporaneamente contribuisce sorridendo alla loro lapidazione, ma tant’è).
Scrive dunque Pietro:
“per me la boldrini faceva melio a continuare a fare la soubrette … è rimasta insulsa come 20 anni fà… adesso era insulsa sconclusionata e supponente… cosa c’è ne faremo delle quintalate di carta intesta ce ha fatto ristampare?potrebbe usarla nella sua toualette … 4 milioni di euro per soddisfare i capricci di una completa sconosciuta”
Perché dare importanza a Pietro? Perché è vox populi, e nel caso una vox scrivente, ovvero una delle migliaia di persone che twittano e postano senza avere conoscenza di quel che stanno commentando. Pietro, infatti, si riferisce a questa notizia. La prima, banale constatazione è che una presidente attenta al linguaggio dovrebbe essere motivo di orgoglio, non di insulto. Lasciate che vi ricordi alcune delle affermazioni dei precedenti presidenti della Camera.
Gianfranco Fini (prima di assumere l’incarico, ma la polemica di Striscia riguarda uno dei primi passi lavorativi, come assistente ai programmi, di Laura Boldrini, e noi ci adeguiamo) :
Nessuno può chiederci abiure della nostra matrice fascista. (da Il Giornale, 5 gennaio 1990)
Mussolini è stato il più grande statista del secolo (La Stampa, 1993, ribadito nel 1994)
Se lei mi chiede: “Un maestro dichiaratamente omosessuale può fare il maestro?” Io le dico di no. Capito? Perché ritengo che non sia educativo nei confronti dei bambini..” (Corriere della Sera, 1998).
Pier Ferdinando Casini:
“Il matrimonio è tra uomo e donna, no alle nozze gay solo perché in Europa le approvano. Ad esempio esiste l’Europa che legalizza la pedofilia, ma non è da imitare” (Intervista a RTL, 2013)
Irene Pivetti (parlando dei superstiti dell’affondamento della Qater Radës del 1997, dove 108 albanesi persero la vita):
“Buttateli a mare, ché si raffreschino le idee”.
Giovanni Leone (oltre alla difesa del codice Rocco che occuperebbe ben più di poche righe, sulle corna indirizzate agli studenti di Pisa): “Non era uno scongiuro, erano male parole. Mi gridarono “fetente” e io gli ho risposto “fetenti ‘ a mmuorte vostra”.
Ma certo, l’esercizio è sterile, è un giochino da wikiquote e da ricerca su google. Nè la comparazione ha senso, se non quello di ricordare che gli attacchi a una presidente che prova a dire quel che tante donne e tanti uomini hanno sostenuto in questi anni sull’importanza di lavorare sugli stereotipi e sulla cultura per arrivare a una società più equa nei confronti di tutti i generi sessuali (equa anche lavorativamente, ma se non si parte da qui, non si arriva da niuna parte), sono nella maggior parte dei casi frutti di un odio indistinto e non documentato. Basta un’infarinatura e un “dalli” e si parte all’attacco.
Ancora su Facebook, scrive Riccardo:
“Oggi le manganellate le prendono le donne della Valsusa, o le precarie a 3 euro l’ora che cercano di difendere i diritti fondamentali del lavoro o della difesa dei territori fuori dalle grinfie assassine e predone dei comitati d’affari trasversali deipartiti o degli scherani delle politiche del finanzcapitalismo. La Boldrini è , e siete voi che me lo confermate, un soprammobile del governo Letta, un mostrum creato da Napolitano, a sua volta il peggior presidente di questa infelice Repubblica. In queste matrioske del degrado democratico e istituzionale, emozionarsi per la Boldrini, che coprendo maldestramente il suo incarico reagisce alle critiche, trincerandosi dietro il vittimismo di genere, mi sembra davvero fuori luogo. E’ una donna, questo è innegabile, ma mediocre, viziata, supponente, e stupida. Smettete di difenderla. Lei non è il simbolo delle donne, come ama rappresentarsi. Lei è la Boldrini, semplicemente. Faremmo meglio tutti ad ignorarla, anche per lei”.
Viziata. Supponente. Stupida. Come se difendere Boldrini comportasse il non difendere anche le donne noTav (qui la loro lettera) e le precarie. Creare un bersaglio è sempre un ottimo modo per compattare l’odio. E di odio, a quanto è dato capire, la politica ha, in questo momento, bisogno.
Peccato.
Ps. Sull’odio femminile verso Boldrini, segnalo l’ottimo post di Contaminazioni.
Le dichiarazioni dei vari presidenti della camera potrebbero piacere a migliaia di odiatori della Boldrini. Una donna in politica che non grida, ma tenta di proporre ragionamenti è assolutamente insopportabile.
Poi ha un aria troppo elegante, è una studiata, che si crede di essere meglio me? eh?eh?eh??? Io ho dovuto lavorare (anche se preferivo fare un cazzo), mica andare in africa a farmi bella!!
Quanto ai grillini, vedo lo smarrimento e la rabbia di chi, senza una chiara idea politica, imbevuto di slogan usa e getta, non sa bene come riposizionarsi di fronte al mutare velocissimo degli eventi.
Segnalo anche Daria Bignardi, qui:
http://barbablog.vanityfair.it/2013/10/01/laura-boldrini-e-il-reato-di-%C2%ABleso-minestrone%C2%BB/
E io aggiungo questo contributo:
https://massimogiuliani.wordpress.com/2013/09/30/chi-serve-in-tavola-il-genere-la-violenza-e-le-teorie-2/
Segnalato da Zauberei.
Le dichiarazioni dei precedenti presidenti della Camera citati nel post, sono state a lungo oggetto di polemiche. Ne ricordo una particolarmente feroce (a mio parere sacrosanto) quando la Presidente Pivetti invocò la benedizione dell’angelo custode nel suo discorso d’insediamento.
Concordo sulla necessità di lavorare sul linguaggio, sugli stereotipi e sull’esistenza di odiatori di Boldrini. Tuttavia in tempi di austerità, anche se la carta non va al macero, non è una buona idea farla ristampare per scrivere “La presidente”. Detto per inciso penserei la stessa cosa se un presidente della Camera si fosse fatto ristampare la carta intestata per scriverci su Il presidente. Anche questa è una vicenda in cui si scontrano potenti immaginari – da un lato il diritto di una presidente a essere nominata al femminile e, dall’altro, l’uso generale che la Camera e il Senato fanno del pubblico denaro.
E’ un gesto simbolicamente potente. E vale il denaro speso.
Su Boldrini e Kyenge è in atto una campagna mediatica molto precisa e accurata, con una evidente ripartizione dei ruoli tra chi usa la clava razzista e sessista, agitando per entrambi i bersagli il tema dei migranti, e chi formalmente si smarca, ma solo per dire “non sono razzista/sessista, è Boldrini/Kyenge che…”. Una campagna che è scattata just in time, vale ricordarlo. E ch evede in prima fila organi d’informazione (absit injuria) che hanno a bilancio cospicue dotazioni economiche per eventuali condanne per querela. Poi, dietro gli strateghi e la loro intendenza, seguono le truppe cammellate, e la massa degli zombie che fiuta il sangue e la carne viva, e va dove li porta il naso: soprattutto sui blog locali, il ventre dell’opinione. E sui blog, ci si faccia caso, su ogni blog ci sono sempre tre-quattro commentatori (se sono scafati con nickname diversi, ma spessso non serve) che si incaricano di accendere la miccia e lasciare che altri facciano brillare le polveri dell’ingiuria.
Prendiamone atto, e regoliamoci di conseguenza: l’error epiù grave sarebbe quello di credere che i vari @pietro siano manifestazioni accidentali di ignoranza becera, e non il sintomo di una strategia ben articolata.
Loredana (e poi chiudo qui) sono perfettamente d’accordo che sia un gesto simbolicamente potente. Forse vale anche il denaro speso. Tuttavia, altrettanto legittimamente – senza essere odiatori di Boldrini – si può essere persuasi che anche non spendere il denaro in un certo modo sia un gesto simbolicamente altrettanto potente. Si può essere in disaccordo anche senza litigare, no? -)))
solidarietà alla Boldrini(nel frattempo la stessa ha il compito imparare sul serio la famosa lezione di Albert Einstein:”Chiunque si accinga ad eleggere se stesso a giudice del vero e della conoscenza, naufraga sotto le risate degli dei”)
http://www.youtube.com/watch?v=zd5RVY_baik
A dimostrazione, Girolamo. E’ bastato nominare Boldrini su Facebook e si sono precipitati i commentatori dei blog Donne di Fatto. Il peggio del maschilismo mondiale 🙂 Qui https://www.facebook.com/loredana.lipperini/posts/10201253099824476
e comunque anche l’articolo dell’Huffington Post conclude con una bella carrellata fotografica dal titolo “tutti i look del presidente”….. non c’è niente da fare, le donne vanno ricacciate nel loro mondo di zuppiere e vestiti….
Io però ho una perplessità: Striscia, con la scusa dell'”informazione”, anda in onda quel che gli pare senza la liberatoria di chi viene ripreso dal cameraman di Staffelli? Perché, per dirla tutta, Striscia serve a vendere spazi pubblicitari agli inserzionisti, e l’audience di Striscia determina il valore delle inserzioni. Tradotto in linguaggio economico: chi viene ripreso da Striscia, tapiro o non tapiro, svolge un lavoro, perché la sua comparsa produce un valore che Mediaset monetizza. Quindi, per quel che posso capire, sia in temini di privacy (tu in onda non mi mandi se io non ho piacere), sia di valore (se tu mi inserisci nel tuo programma mi paghi), sia di tutela preventiva (io voglio sapere che cosa succederà alle immagini che oggi vanno in onda dentro Striscia: saranno usate domani per uno spot, magari elettorale?) o ci vuole una liberatoria, o un contratto.
Bei tempi quando intervenivano quelli della redazione di Striscia qui su lipperatura… eh Loredana?!
😉
Non evocarli! 😀 Girolamo, giustissima perplessità.
@Girolamo
Non è il mio settore, ma credo sia lecito riprendere personaggi pubblici anche senza il loro consenso.
La Boldrini ha il torto imperdonabile agli occhi degli omuncoli e delle donnette di essere una donna intelligente e bella allo stesso tempo.
A me Laura Boldrini piace moltissimo. La stimavo prima quando era Commissario delle Nazioni Unite (addirittura anni fa avevo scritto sul mio diario un elenco di donne che fungessero da exempla per me e in questo elenco c’era lei) e la stimo ora; non la vedo come una femminista (anche se io sono abbastanza d’accordo anche col contenuto dei suoi discorsi considerati “femministi”) e non trovo giusto appiattirla su questa sola dimensione, anche proprio per la carriera che ha alle spalle. Il suo discorso d’insediamento alla Camera mi colpì moltissimo perché era profondamente istituzionale ma non per questo freddo o puramente retorico; così diverso dai discorsi bassi cui siamo abituati dai nostri politici. Anzi, nei suoi discorsi più forti c’è sempre un’autenticità che la salva dalla retorica. Io sono bolognese e ogni 2 agosto, come tanti bolognesi, vado al piazzale della stazione per ricordare la nostra strage. Ogni anno è un problema l’intervento del “rappresentante delle istituzioni”, in genere un ministro che arriva e viene spesso fischiato. Quest’anno sul palco c’era la Boldrini. Ha fatto un discorso così potente, sapiente, istituzionale ma anche molto personale, accompagnato solo da un silenzio stupito e poi emozionato della folla e dagli applausi poi. Un discorso anche apertamente politico; lei – altra cosa che apprezzo – non nasconde certo i suoi valori politici, pur restando comunque compresa nel ruolo; questo dà sicuramente fastidio oltre al fatto che è donna. Ma sarebbe bello secondo me che almeno chi la sostiene non lo facesse puntando sul fatto che è donna, altrimenti si alimenta il problema. Io non vedo l’ora che in questo paese si discutano le idee delle persone, e non il genere di chi le afferma… perché trovo riduttivo far prevalere il genere sui concetti esposti.
OT
Cara Lipperini
ti ho visto stasera a “Ballarò” vicino a Sallusti. Come hai fatto a non dargli una pedata nelle palle?
Tenga duro, Laura Boldrini. Per me è la vera, l’unica novità nel triste panorama della politica italiana.
Da quanto tempo non passo da queste parti… e questa volta mi paleso anche.
Una cosa che mi ha colpito molto è stato vedere come l’orda compaia anche in sedi inaspettate: ogni affermazione di Boldrini riguardante la rete ed i suoi rischi è stata ripresa dai siti che si occupano di tecnologia, con conseguente ondata di insulti.
Gli utenti dichiaravano esplicitamente come rivendicassero il diritto ad insultare chiunque pubblicamente, quasi orgogliosi del proprio anonimato.
In una di queste occasioni (la campagna “no hate speech”), erano poi stati chiamati a testimoniare i genitori di una quattordicenne suicidatasi dopo una vicenda legata ai social network; i commenti, parallelamente agli insulti a Boldrini, erano del tenore: “in fondo la vittima non era una bambina” ed “aveva tenuto atteggiamenti lascivi”.
Un utente “riportava” le frasi pronunciate dalla presidente così:
“E’ necessario trovare un equilibrio….bla bla bla……chiupp chiapp….ciccì coccò….lallallà…….”
Temo che il “ciccì coccò” sia considerato una peculiarità femminile.
Al di là di quel che si trova in rete, sono costretto a testimoniare la diffusione di un odio profondo nei sui confronti. Penso che, oltre che al genere, ciò sia dovuto al suo impegno negli anni delle Nazioni Unite (“Quella è lì per favorire l’arrivo degli immigrati!”, suona la vulgata).
Appena sentito nel programma La Zanzara di Radio 24 un camionista che sbraita “Sono stufo di questa gente, stufo della Boldrini che dice che le donne non devono servire a tavola, mica siamo tutti come lei che ci possiamo permettere il cameriere indiano”. Per dire.