QUESTA NON E' FEDE

Ciò di cui non riesco a capacitarmi, nella vicenda delle unioni civili, è come si possa pretendere di decidere sulle vite degli altri. Proprio non ci riesco, limite mio. E’ esattamente lo stesso turbamento che provavo, ragazza, quando con parole quasi identiche alcuni cattolici (alcuni e non tutti: mi piacerebbe che si ricordasse) si opponevano alla legge sul divorzio.
Non me ne capacito, perché va a dispetto di ogni logica.
Non si chiede a voi del Family Day – che avete tutto il diritto di manifestare, intendiamoci: è ben più grave che le istituzioni decidano lo spostamento della discussione sulla legge per valutare la piazza, semmai – di vivere in modalità in cui non vi riconoscete: ma non è pensabile che un modello debba valere per tutti.
Io non credo che sia questa la fede.
Da laica, non ci credo e non ci crederò mai. La fede, per questa povera ignorante, è qualcosa che riguarda la propria intimità, e che ci porta a cercare di comportarci, nella vita che abbiamo a disposizione, con empatia e dignità e rispetto per chi si comporta diversamente da noi.
Io non credo che sia questa la fede, no.
Non credo che alimentare ad arte divisioni e scontri, che la demonizzazione dell’avversario (gli assassini di bambini! la lobby! i nazisti!) e il paradigma vittimario che si mette in atto (ci attaccano! Ci censurano! ci emarginano!) rientri in alcun modo in quel percorso di pacificazione di cui parlava non questa povera ignorante, ma Etty Hillesum (“Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. È l’unica soluzione possibile”).
E allora qualcuno deve spiegarmi perché chi è così fervido nel sentirsi guerriero di Dio “contro” le scelte altrui non impiega il proprio tempo a impugnare la lancia virtuale in difesa di chi è debole: dei migranti, per esempio. O dei rom. O dei poveri. Macché, sono le lobby omosessuali il bersaglio. Non chi chiude le frontiere. Non il razzismo neppure di ritorno, perché non è mai andato via.
Forse è un limite, ma ho la memoria lunga. Ci sono cose che non dimentico. Una di quelle è un corsivetto che Camillo Langone, tra i fervidi guerrieri di cui sopra, scrisse per Il Foglio nel 2007, quando con un gruppo di scrittori lanciammo l’appello Il triangolo nero. Suonava così:
“Loredana Lipperini sta raccogliendo firme per un manifesto di scrittori e artisti contro la violenza su rom, rumeni e donne. Oltre al pessimo Scurati lo ha firmato anche l’ottimo Brizzi e altri amici con i quali ho condiviso in passato (spero anche in futuro) chiacchiere e vino. Quindi ci andrò piano. Nel manifesto si legge: “odio e sospetto alimentano generalizzazioni: tutti i rumeni sono rom, tutti i rom sono ladri e assassini, tutti i ladri e gli assassini devono essere espulsi dall’Italia.”
Innanzitutto rivolgo ai firmatari la preghiera di guardare alle proprie travi piuttosto che alle altrui pagliuzze: siete stati voi, i linguisticamente ipocriti, a imporre l’ambiguo termine rom (io gli zingari continuo a chiamarli zingari, nessuna confusione possibile coi rumeni). E poi domando: per quale ragione i delinquenti stranieri non si dovrebbero espellere dall’Italia? Spiegatemelo, se ci riuscite, altrimenti dovrò esprimere il seguente auspicio: tutti i ladri e gli assassini a casa della Lipperini.”
Io non credo che questa sia fede. Io  credo che in nulla questa si possa chiamare fede. Detto questo, ben vengano le manifestazioni e le piazze. E, auspicabilmente, ben venga una legge che tenga conto soprattutto della realtà e della sofferenza di tante persone.
Su questo punto, lascio la parola a Tommaso Giartosio, come è giusto che sia. E mi tengo lo sconcerto, che cresce di giorno in giorno.

28 pensieri su “QUESTA NON E' FEDE

  1. Difendere i diritti degli omosessuali diventa attacco alla famiglia, così come occuparsi della questione migranti diventa “razzismo verso gli italiani” (sic!). La strada è ancora lunga e incerta.

  2. La fede è fiducia in un creatore buono che ci ama , comunque vadano le cose. E’ intima, si dice sia un dono, pervade l’esistenza dei fortunati che ce l’hanno, e li rende fiduciosi nei confronti della vita e degli altri, e certi che anche nei periodi più oscuri Dio ci è accanto e tutto ha un senso. Queste persone aggressive, invece, credono di dover essere loro ad agire contro questi che individuano come nemici, e che spesso sono solo lo specchio dei loro conflitti irrisolti. Se avessero davvero fede non avrebbero così tanta paura degli altri, e dell’altro. Se avessero davvero fede non vorrebbero sostituirsi a Dio.

  3. Gesù disse: “Non giudicare se non vuoi essere giudicato”. Questi cattolici invece giudicano e condannano e giudicano.Anch’io credo siano le loro paure, i loro conflitti irrisolti a costringerli ad erigere steccati.

  4. Ma che c’entra la fede con la piazza del family day?
    Io ci vado ma non perchè sono mosso dalla fede!
    Come al solito invece di capire che cosa viene detto, ci si ferma all’apparenza, alla superficialità o è solo malafede? Non si vuol approfondire perchè ci sono tante persone contrarie, con fior di motivazioni, ma si preferisce correr dietro ad un’ideologia, mentre si seminano falsità, ingiurie, offese e tutto in nome della pretesa del “diritto”, di adottare, alla faccia del DIRITTO di un bambino ad avere un padre ed una madre! Tutto ciò NULLA ha a che vedere con la fede. Basterebbe il buon senso per capire che questo è andare verso la barbarie, altro che progresso!

    1. Cosa c’entra con la fede? E allora, caro Sconcertato, non hai visto il filmatino del Family Day e non hai letto quanto scrivono gli organizzatori. In verità, ti dò ragione: questa non è fede. E’ paura e arroganza. L’arroganza di chi vuole imporre la propria visione della vita a tutto il resto del mondo, l’ideologia di chi ritiene che l’unica vita possibile sia la propria, la paura della conoscenza di realtà diverse dal proprio mondo.

  5. Mi pare ci siano due elementi importanti, ovvero l’ammissibilità di opinioni religiose nel dibattito pubblico e l’origine di alcune convinzioni apparentemente immotivate.
    Con “ammissibilità” non intendo certo che non si possano manifestare le proprie opinioni / credenze, ma fino a che punto queste debbano essere prese in considerazione dalla comunità nel momento in cui elabora le leggi. Difficilmente, in altri contesti, un’opinione particolarmente bislacca viene presa in considerazione; in ambito morale l’interferenza religiosa, specie quando rappresentata da un’organizzazione, sembra avere un ruolo privilegiato rispetto alle altre opinioni, motivate “solo” da riflessioni razionali…
    L’arroganza con cui alcuni credenti cercano di imporre le loro opinioni e comportamenti agli altri, è spesso giustificata dall’idea dell’esistenza di una morale naturale, e dall’apparente evidenza di alcuni punti: la riproduzione (almeno sino ad ora) richiede la presenza di due individui di sesso differente, quindi è “naturale” che la famiglia sia costituita in modo analogo. Mi pare si eludano diversi passaggi, per cui dal dato biologico (servono gameti dei due sessi) si deduce che la “famiglia” (che è un fenomeno culturale) possa corrispondere solo all’insieme dei genitori biologici e della prole. Le confutazioni portate quotidianamente dalla realtà sembrano essere per alcuni solo esempi di famiglie difettose (o di “schifezze”, a detta di un tale…). A me sembra che l’equivoco fondamentale riguardi la prospettiva filosofica: queste persone ritengono ancora validi ragionamenti in cui sono implicate cause finali, credono cioè che la natura (o il sottoinsieme della natura che loro prendono in considerazione) sia fatta in un certo modo per uno scopo… però, per quanto abbiamo capito finora, la natura NON funziona così.

  6. Va beh, ma non è che se non ci piace non è fede. La fede è così, nel bene e nel male. Inoltre anche noi vogliamo imporre la nostra ideologia. Vogliamo imporre agli altri cosa è giusto e cosa no pensare e anche fare. Bisogna avere l’onestà di dire che noi pensiamo che Adinolfi, Miriano e compagnia bella non capiscono quasi nulla di ciò che dicono, credono in cose sbagliate quando non in cose inesistenti e ci urtano parecchio, quindi vogliamo che le loro idee contino zero nell’ambito pubblico. E lo crediamo perché abbiamo paura di loro e siamo giustamente arroganti nei loro confronti.

    1. No Stefano, io questo non lo dico. Dico che non hanno il diritto di decidere per gli altri e di imporre le loro idee agli altri, altri credenti inclusi. Questa è arroganza, semmai.

  7. @lalipperini: Se è vero quello dici, ma non state facendo la medesima cosa ma con toni intimidatori e ricattatori (vedi Barilla, Dolce&Gabbana, treni Italo, etc.) ??? Come minoranza, non state forzando una decisione, discutibilissima sia dal punto di vista costituzionale (Mattarella ha già espresso molti dubbi a firmare la legge così com’è), sia antropologico (il matrimonio, i figli con un padre e una madre, non sono certo stati inventati dal cristianesimo!!!), imponendo una visione EGOISTA, in modo si arrogante e becero. Guai a chi si arrischia ad esprimere pubblicamente un’opinione contraria, viene messo alla berlina come minimo, se non gli succede altro: intimidazioni che ricordano l’inizio di tempi oscuri già visti nel ‘900, che pensavamo sepolti. Andate nelle piazze con le Sentinelle a sentire con che violenza la controparte si pone ! Si chiedono altri “diritti” (che poi ci sono già tutti!) e non si rispettano quelli esistenti!? Se il buon giorno si vede dal mattino …

    1. “State”. E’ interessante il verbo. Io sono eterosessuale, sposata da trentadue anni, due figli. Dunque, la mia è una famiglia che altri potrebbero definire “naturale”. Ma in quanto cittadina di uno Stato ritengo che una confessione religiosa non possa e non debba, mai e per motivo alcuno, influenzare le decisioni dello Stato medesimo: decisioni tardive, peraltro, perché l’Italia è stata più volte richiamata su questa palese violazione dei diritti. Impone, come detto infinite volte, chi pretende di far adeguare tutti a un solo modello ritenuto valido, il proprio. Questa è, banalmente, paura di ciò che non appartiene al proprio mondo. Nessuno tocca la famiglia ritenuta naturale: ma si deve lasciare che altri, che la pensano diversamente, possano accedere agli stessi diritti. Non c’è altro.

  8. in questo specifico e delicatissimo tipo di battaglie, inevitabilmente ognuno cerca di decidere per gli altri, la posta in gioco evidentemente è molto alta, non si sta parlando di questioni frivole e non si può sempre ragionare in termini di non obbligo per se stessi e di libertà lasciata agli altri di fare cose che non ci piacciono.
    non capisco come non si riesca a vedere l’aggressività e l’intolleranza da entrambe le parti, proprio non lo capisco, è così evidente, anche per il solo fatto di essere, purtroppo, una prassi consolidata: il tifo da stadio infatti caratterizza da troppo tempo ogni tipo di discussione, anche quella più delicata.
    e quando si dovesse eventualmente dire la propria con un voto, è altrettanto evidente che ognuno esprimerà quel che gli suggerisce la propria testa, non quella degli altri.

    1. Certo, Mauro, l’aggressività è impressionante: ma ripeto quanto sto scrivendo da svariati commenti in poi. Nessuna confessione religiosa può interferire nelle leggi di uno Stato democratico. Punto.

  9. sono d’accordissimo se si riferisce al Vaticano.
    ma le persone comuni la fede ce l’hanno o non ce l’hanno e questo può interferire oppure anche no nelle loro convinzioni, tanto è vero che mi pare ci sia anche la presenza di una certa commistione di sensibilità diverse nelle opposte manifestazioni.
    dal mio punto di vista non considero una fortuna l’avere fede, io non la possiedo e non mi ritengo sfortunato; in ogni caso credo, in generale (e potrei anche sbagliarmi ovviamente), che nessuna delle due opposte fazioni sia “telecomandata”.

  10. Malafede è anche dire mezze verita, sapendo di omettere la parte indigesta: come sà, anche moltissimi LAICI hanno dubbi e perplessità in merito, come le “confessioni religiose” … toh!? staranno interferendo anche loro? O siccome non si pensa come certuni allora siamo tutti persone non degne, di serie Z, da tenere in cantina, alcuni con l’aggravante perchè hanno anche una FEDE?
    Ma si rende conto che tipo di idee vengono veicolate? E queste non sono discriminazioni, che tanto si vuole combattere???
    Da un pò mi sono reso conto di una cosa semplice:
    un’idea, giusta o sbagliata che sia a prescindere, se viene detta da una persona che è ANCHE cattolica, questo viene sfruttato molto bene mediaticamente per ricondurre tutto ai soliti luoghi comuni : ritorno al medioevo, alle crociate, … interferisce con lo Stato, etc. così da tappargli la bocca, ridicolizzandolo. Auguri!

    1. Caro sconcertato, non solo continua a sfuggire al punto, ma mette in atto un meraviglioso paradigma vittimario. Le consiglio di leggere il bel saggio di Daniele Giglioli, “Critica della vittima”: ne trarrà giovamento. Personalmente, se non si fosse capito, rispetto chi crede. Ma vorrei, da laica, lo stesso rispetto in cambio. La saluto.

  11. A me pare che nessuno ce l’abbia con i fedeli. Ci sono critiche laiche alle leggi (non ne ho sentite mai sulle unioni civili però). Queste critiche meritano senz’altro di essere discusse, chi dice il contrario?
    Però, le diffusissime “critiche” dove si presuppone che i principi o l’etica di una religione (anche contrabbandati come“natura”) debbano diventare legge per tutti sono intollerabili.
    Nel caso in cui un credente non sia in grado di essere laico quando si tratta di diritti e leggi, le sue parole dovrebbero essere accolte come farneticazioni di un fanatico, pur se questo fanatico prendesse la forma familiare e rassicurante di qualche nonnino o nonnina tanto pieni di buon senso.
    Fa confusione chi dice che “anche noi vogliamo obbligarli allo stesso modo”; nessuno vuole obbligare Famiilyman ad unirsi civilmente con un altro uomo. Familyman invece vuole impedire a due donne o due uomini di farlo. Non è uguale.
    Sconcertato Alberto, non basta affatto il buon senso “per capire che questo è andare verso la barbarie”. Dunque spieghi come si giunga dalle unioni civili all’ Apocalisse, così saranno più chiari, anche a chi non ha il Buonsenso, i tremendi rischi che si celano dietro a due persone dello stesso sesso con un contratto uguale a quello di due persone di sesso differente.
    Supponendo invece che il Buonsenso parta solo dall’adozione, per favore spieghi comunque come si giunga da questa alla barbarie, perché mi restano alcuni dubbi sui passaggi intermedi.

  12. Per carità, non invocate la natura come termine di riferimento per un presunto modello di generazione / di comportamento sessuale / di famiglia / di allevamento della prole eccetera
    .
    La natura offre un repertorio di comportamenti ampissimo, contradditorio, spesso urticante se non intollerabile per i principi etici da noi attualmente condivisi, come ad esempio uccidere la prole concepita con il precedente capobranco per rendere le femmine di nuove fertili e pronte a generare con il nuovo capobranco.
    .
    Accantonate quindi la natura da questa discussione e affidate la contesa al confronto tra le vostre visioni del mondo, in tutto e per tutto frutto di cultura e per nulla riferibili alla natura.

  13. Io spero che i laicissimi sostenitori del family day stiano ascoltando i discorsi dei grandi illuministi che si stanno succedendo sul palco.

  14. Insieme alla questione di fede ( Teologica) potrebbe sollevarsi anche una questione Etologica. Nei dibattiti televisivi di questi giorni qualche zelante familidei, ha fatto osservare come in ambito veterinario la legge italiana ( ordinanza Ministero della Salute del 6 agosto 2008. Gazzetta Ufficiale 20 agosto etc.) proibisce il distacco dei cuccioli dalla madre prima che siano trascorsi due otre mesi dalla nascita. “ E’ stato infatti provato che quando i cuccioli vengono tolti prematuramente alla madre corrono maggiormente il rischio di crescere con disturbi del comportamento come iperattività fobie ansia e forme più o meno gravi di aggressività”. Senza contare il trauma per la madre.
    Il riferimento è chiaro alla pratica dell’utero in affitto dove il distacco tra la madre e i lfiglio avviene senza la purchè minima gradualità, violentemente , una mutilazione garantita per legge dalla forza del danaro.
    Ma come- dicono gli zelanti familidei- facciamo leggi per difendere i cuccioli degli animali e lasciamo che le madri e i nostri bambini subiscano questi traumi?
    Questo sovrapporsi di piani e punti di osservazione rende la questione ancora più complessa e controversa e uno non sa più se stare dalla parte dei cani o degli umani
    Bau,k.

  15. K. ti sei sentito Gandolfini di’ la verità.
    Gandolfini è quello che ha parlato di “sesso per procreare non per piacere”. Questo per chiarire.
    Intanto: dov’è la pratica dell’utero in affitto in questa legge?
    Secondo: i bambini hanno bisogno di cure istantanee al momento della nascita altrimenti muoiono, ma non è necessario che sia la madre biologica a provvedere. Si parla infatti di generico “caregiver” (può essere sufficiente un padre, ad esempio, o un nonno, una nonna).
    Non mi risulta da nessuna statistica che, ad esempio, gli ADHD siano più frequenti in famiglie di omosessuali.

  16. A ricordare la legge sul distacco dei cuccioli ho visto in tv Elisabetta Gardini in un dibattito cui tra l’altro era presente anche la Cirinnà. Codesta domanda su come gandolfini sia diventato neuropsichiatra, mi sembra ingiusta, perlomeno da spiegare, non è che se uno ha un opinione diversa dalla tua gli devi per forza fare il marchio. Te o la lipperini, per dire mi sembrate intelligenti nonostante , nonostante le idee avanguardiste.
    Ma del tuo interessante commento la cosa più da spiegare è quella per cui , “i bambini non hanno bisogno della madre naturale al momento della nascita, ma solo di un generico “CareGiver”. Il “caregiver” che già suona rassicurante come un ammorbidente un promo elettrodomestico o il sorriso del subordinato eatitaly, appena assunto. In una sola frase ci mostri il futuro che come dice il nostro bravo renzi “è già qui.
    Bau, Bau wou, wou bau,wouuuUUH, k.

  17. Eppure è tanto semplice da capire: nel mondo immaginato da chi vorrebbe il matrimonio egalitario si può SCEGLIERE e c’è posto PER TUTTI, genitori e figli, credenti e non, tradizionalisti e non, e via discorrendo. Nel mondo immaginato da chi aderisce al Family Day c’è una suddivisione arbitraria tra chi è DEGNO di avere tutele e chi va ESCLUSO. Bambini compresi (che sono le prime vittime di questo dibattito), proprio quelli di cui si riempiono la bocca le varie sentinelle quando in realtà sono ossessionati solo da come li hanno concepiti i genitori.

  18. ” i bambini hanno bisogno di cure istantanee al momento della nascita altrimenti muoiono, ma non è necessario che sia la madre biologica a provvedere”.
    Mi sembra un po’ brutale come modo di argomentare, questi temi meriterebbero credo un approccio diverso, più pacato.
    I bambini, da appena nati e per un bel po’ di tempo, non hanno bisogno solo di mangiare altrimenti muoiono, ma di ben altre cure ed è senza dubbio evidente che non solo la madre è in grado di provvedere a tutti i bisogni di un bambino, anzi è (sarebbe) doveroso che anche il padre si prendesse cura del proprio figlio alla stessa identica maniera.
    Cosa diversa è decidere in partenza di escludere la madre, come avviene nel caso della surrogacy, in nome di un diritto (per me inesistente) a un figlio, e questa per me è una scelta inaccettabile.

  19. Per quel poco che so, nella gpa portata avanti in Nazioni in cui è strettamente normata, il legame iniziale con la madre naturale non è affatto interrotto. Anzi, so di casi in cui prosegue (magari più sporadicamente) anche dopo l’arrivo del figlio nella nuova coppia di genitori.
    Andrebbe però sempre distinto il “dover essere” da ciò che è: in natura non è detto che sia sempre la madre biologica a provvedere ai bisogni del figlio e che la cultura ha un suo peso! Se pensiamo che per secoli si sono occupate dei bambini le nutrici al posto delle madri… converrà che questa ossessione della presenza del papà e della mamma biologici a tutti i costi è un dato culturale di questa epoca e di questa cultura.
    Quanto al “diritto al figlio”, riflettiamo bene: come mai non ci siamo mai posti questo problema per le coppie e per i singoli eterosessuali? Semplice: perché lo si dà per scontato!!: quanti figli sono nati per desiderio o per mero errore? Eppure nessuno si è mai domandato se fosse giusto! Perché porsi la stessa domanda in caso di coppie omogenitoriali? Perché non assimilarle al caso di una coppia etero sterile?

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