28. STORIE DAI BORGHI: E C'ERA UNA CASETTA

Sono apparse a poche ore dalle scosse di fine ottobre, le pubblicità delle casette di legno. Su Facebook, e non solo. Graziose, sicure, relativamente economiche (insomma: in tempi di povertà, e per chi ha perso casa e attività, nove-diecimila euro non sono uno scherzo). Tant’è. Come ripetuto infinite volte, la tabella di marcia del 1997 appare lontanissima: allora, in un mese le roulotte, in due i container (per nucleo familiare, e non assegnati a tre a tre, e nemmeno tutti sbagliati come quelli ricevuti dagli allevatori: la nostra amata Alice Corradini segnala e documenta che “la porta del bagno si apre direttamente dove andrebbe la cucina”, e che i mobili in dotazione non ci sono perché si sono accorti che le misure non sono quelle).
Comunque, metti che qualcuno che non ha case agibili, che non può aspettare primavera, Bandini, che si è ribellato alla deportazione sulle coste mica perché è un montanaro testone, ma perché non vuole che i luoghi dove vive muoiano per abbandono, abbia comprato la casetta di legno. Bene. Non può metterla, è un abusivo, anche se la colloca nel proprio spazio privato.
Così dice la Regione Marche, che magari non risponde su altri interrogativi (ehi, Regione Marche, potremmo sapere come mai, pur avendo a disposizione in molti dei comuni colpiti le piazzole già attrezzate con i dovuti allacci, ancora presenti dal 1997, le stesse che sono servite a ospitare gli alloggi per gli operai della Quadrilatero, ebbene, potremmo sapere perché bisogna aspettare primavera, Bandini? Silenzio. Doppio, triplo, infinito silenzio, andate sulle coste, montanari testoni).
Insomma. In alcuni comuni (Tolentino, per dire), l’amministrazione  ha autorizzato l’edificazione provvisoria delle casette. La Regione dice “no, non si può”. Al massimo vi tolleriamo tre mesi, poi scatta l’imputazione per costruzione abusiva. Zitti, sindaci. Individuate le aree dove installare i prefabbricati quando arriveranno, e non fate di testa vostra. In burocratese: “Si invitano i Comuni interessati dagli eventi sismici ad attenersi alla normativa statale in merito alle soluzioni alloggiative”. Questa la lettera inviata dalla Regione ai sindaci e ai presidenti delle Province delle Marche, a firma dell’architetto Achille Bucci, dirigente Urbanistica, Paesaggio e Informazioni territoriali. Che pure ha militato nella fila di Rifondazione Comunista, questa cara persona, e che magari una briciola di progettualità ed empatia dovrebbe averla o averla avuta. Ma tant’è, si aspetta primavera, caro Bandini, e Bucci sottolinea: “sono attribuite alle Province le funzioni in materia urbanistica e in particolare i poteri di sospensione o demolizione di opere difformi dal piano regolatore generale e l’annullamento di concessioni e autorizzazioni comunali. L’esecuzione di opere edilizie in assenza del titolo abitativo previsto per legge configura il reato di costruzione abusiva”.
I sindaci hanno protestato, come detto. Gabriele Santamarianova, sindaco di Serravalle del Chienti, il paesello, insomma, sa bene che ci sono 40 famiglie senza casa. Per chi legge e non sa, specifico che in un paesello di 300 abitanti 40 famiglie sono tantissime, d’accordo?  Così ha dichiarato, come riportato ieri: “Stiamo preparando un regolamento per il posizionamento delle strutture temporanee, anche perché è la prima richiesta che i cittadini ci presentano quando entrano in Comune. Sono convinto, e andremo avanti. Molti hanno acquistato casette amovibili, non ancorate al suolo. Vanno per la maggiore le casette con le ruote, un boom, dal costo di 9.000 euro circa. Ce ne sono anche a Muccia e Pieve Torina. Queste persone non solo non hanno più la casa, ma hanno anche speso soldi per sistemarsi alla meno peggio. Figuriamoci se adesso le faccio rimuovere o addirittura demolire. C’è gente poi che si è arrangiata con questa soluzione perché ha paura di dormire in casa, ma vuole restare vicino alla propria abitazione. Non ci stiamo a una decisione calata dall’alto, non su questo tema”.
Maurizio Serafini, uno degli ideatori di Epicentro, così scrive:
“Vi ricordate il post che ho pubblicato il 14 dicembre che riguardava l’Amministrazione della Regione Marche dove tra l’altro ho taggato parte della giunta ed alcuni sindaci del cratere? Ebbene come prevedibile nessuna risposta ad eccezion fatta del sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli. Ora a conferma di ciò che era stato detto è arrivata, ai sindaci del cratere, il 17 dicembre 2016 una lettera, a firma dell’architetto Achille Bocci dirigente Urbanistica, Paesaggio e Informazioni territoriali della Regione, in cui si invitano i Comuni interessati dagli eventi sismici ad attenersi alla normativa statale in merito alle soluzioni alloggiative, cioè di rimuovere o abbattere casette di legno e simili da giardini e aree private. Se non lo farà il comune sarà compito della Provincia. Riassumo: ho la casa inagibile o crollata, ho un lavoro nel cratere ed ho magari anche gli animali, tutta la mia roba è dentro casa, o forse voglio semplicemente restare vicino alla mia terra, al mio paese, alla mia vita. Guarda caso ho un giardino o uno spazio privato, con i miei soldi compro una casetta di legno e la Regione ora mi chiede di smantellarla o di abbatterla. Anzi dovrebbero venire gli operai del comune, che sono magari anche miei amici, per farlo. A questo punto credo che oltre a far incazzare le persone avrete anche le amministrazioni comunali contro. Della serie più si decide lontano e meno la politica sta dalla parte dei cittadini. Propongo quindi che la sede regionale da Ancona venga trasferita con tutti i dirigenti, gli impiegati e la giunta a Pievebovigliana o a Visso o a Serravalle di Chienti. Poi ne riparliamo”.
Per la cronaca. Il Consiglio regionale abruzzese ha appena approvato le casette di legno temporanee per le aree colpite dalle scosse di agosto-ottobre, dove si dà via libera alla costruzione ” su terreni agricoli alloggi rurali di 40 metri quadrati su lotti minimi di 1.000, mini-alloggi nelle aree coinvolte dalla crisi sismica avviata il 24 agosto con la scossa di Amatrice”.
Altre Regioni, già. Aspetta primavera, e demolisci la casetta, Bandini.

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