LA POLITICA E' DESIDERARE: PENSANDO A OLOF PALME, NELL'IMMINENZA DEL 25 NOVEMBRE

Nei giorni che precedono la giornata contro la violenza sulle donne, a concentrarsi solo sulle discussioni che dalla cronaca scivolano nei social, abbiamo avuto: un esponente della sinistra che racconta soddisfatto di come la moglie abbia lasciato lavoro e luogo di provenienza per seguirlo, un celeberrimo editorialista che ha maldestramente sottolineato lo smanioso altruismo di una ragazza rapita, un ministro degli Interni che ha dato in pasto alla ferocia dei suoi seguaci un gruppo di studentesse.
Questo per tacere (e non bisogna) delle morti, delle persecuzioni, dell’attacco reiterato alla 194, di quel che avviene a Verona  (qui un’ottima ricostruzione del Post).
Certo, domani ci sarà la manifestazione convocata da NonUnadiMeno (e domenica l’assemblea). Certo, ci sono e ci saranno mille iniziative in Italia e non solo. Mi chiedo, però, cosa altro si possa fare per intervenire sul famigerato immaginario che non da oggi sta cambiando segno. Bastano a rintuzzare quei tasselli quotidiani che stanno costruendo un universo  di cui non si riesce neppure a prendere atto, di cui non si ha consapevolezza?
I modelli, già. I modelli.
Ricordo un lontano 1985, campagna elettorale in Svezia, comizio di Olof Palme. Gli argomenti di Olof Palme. Cronaca del tempo:
” I tredicimila taxi che ogni giorno – a spese dello Stato – portano a scuola gli handicappati, l’ 85 per cento delle donne, a cui la rete di asili nido ha permesso di invadere tranquillamente il mondo del lavoro; parla dei sussidi ai disoccupati (a cui viene pagato anche l’ affitto), dei soldi investiti per curare il tempo libero dei pensionati. “Dovremmo forse rinunciare a tutto questo per diminuire le tasse ai ricchi?” domanda Palme”
Certo, pochi mesi dopo quel discorso, in una notte di febbraio, Olof Palme viene assassinato. E quella stagione, diranno i miei piccoli lettori, è irripetibile. Certo, di nuovo, nulla si ripete esattamente com’era. Ma se, proprio nell’imminenza del 25 novembre, provassimo a cercare altri modelli? Altre parole? Altri immaginari?
«La politica è desiderare qualcosa. In particolare, la politica socialdemocratica è desiderare il cambiamento perché solo il cambiamento promette il miglioramento delle condizioni di vita, alimenta la fantasia e consegna soluzioni possibili nell’immediato e stimoli ai sogni per il futuro. […] Noi, i socialisti, siamo sufficientemente temerari per desiderare qualcosa perché le idee sono la forza motrice della volontà ma siamo anche abbastanza audaci per desiderare il cambiamento perché proprio il cambiamento può trasformare le utopie in realtà. […] Se si elimina la volontà con la sua base di teoria e di valori, se si elimina come fonte di energia anche il convincimento emozionale, la politica nei paesi democratici si trasformerà in qualcosa di grigio e triste.»
Olof Palme al congresso dei giovani socialdemocratici svedesi il 12 maggio 1974

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