PICCOLI E GRANDI BRIVIDI: LA CONTRADDIZIONE SUI BAMBINI

Nel 1996 Piccoli brividi, la collana horror per ragazzi, vendeva un milione di copie per una trentina di titoli. C’erano mummie, zombie, fantasmi e tutto il corredo della paura, e nonostante qualche sparuta protesta nessuno si sarebbe sognato di proibirli. Ieri chiacchieravo con un amico, che mi ha raccontato come nei cartoni animati di produzione europea non sia più possibile immaginare un personaggio che impugna una spada. No, la spada no, è un’arma: meglio un medaglione incantato (come se i medaglioni non potessero fare cose terribili, in una buona storia). Mi diceva, il mio amico, che anche un film come “La carica dei 101” oggi verrebbe guardato con sospetto (quelle allusioni ai cani da pelliccia! non si turbano i bambini!). Del resto, sono già note le censure a Cappuccetto rosso nelle scuole (non si uccide il lupo!), la diffidenza verso Roald Dahl e, di contro, la diffusione di libri “realisti” e “sociali”: migranti, bullismo, mafia, ambiente, che sono temi importantissimi, ma che finiscono dentro storie didascaliche, come se bambine e bambini non potessero comprendere le stesse tematiche attraverso una vicenda fantastica.
Oh, l’ho già scritto e continuerò a scriverlo naturalmente, finché l’argomento non verrà sviscerato, e finché i pericoli del politicamente corretto applicato col bilancino alle narrazioni per i più giovani non saranno affrontati non con la pavidità dell’adulto che non vuole ficcarsi nei guai, ma con la competenza di chi le narrazioni conosce.
Di contro,  riflettevo su una simpatica contraddizione. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha incaricato il fumettista Marione di realizzare una serie di vignette per promuovere fra gli studenti romani, dalla quarta elementare alle scuole superiori, la cultura della legalità e lo sviluppo della coscienza civile. A titolo gratuito, va benissimo. Ora, prescindendo persino dai contenuti, dalla sindaca in sembianza di vigilessa elfica, da tutto quel che volete: immaginate di essere uno studente fra gli otto e i diciotto anni, e di avere competenze digitali molto più forti di quelle supposte dagli adulti. Immaginate di digitare “Marione” su Google, così, per capire chi è, e di trovare Laura Boldrini sul gabinetto, Michela Murgia in forma di strega, Saviano con attico, insomma, una serie di vignette o di tweet che, per carità, Marione è liberissimo di fare. Ma che con la “coscienza civile” non sembrano essere compatibili.
In altre parole, si teme il lato oscuro delle storie, ma si veicola il civismo attraverso un cultore dell’insulto. Cosa non torna?

2 pensieri su “PICCOLI E GRANDI BRIVIDI: LA CONTRADDIZIONE SUI BAMBINI

  1. In compenso io leggo la bambina che amava tom gordon a mia figlia che ha 8 anni.
    Con l’altra mi diverto con storie che parlano di lupi. Ci sono dei libri per bambini, in giro, che sono meglio di tanta letteratura per adulti: le storie di ATTILIO sono graficamente incredibili, ma anche “Come è fatto un lupo cattivo?” di Mario Talarico è eccezionale, quasi filosofico.
    L’approccio didaliscalico è sempre troppo piatto/ astratto: suona falso e forzato.
    Dobbiamo cercare la profondità anche dai bambini, o la profondità cercherà loro un giorno, inghiottendoli con l’ombra indecifrabile del non detto e del non risolto.
    #forzabiblioteche

  2. Alla fine marione potrebbe difendersi malamente dicendo che lui è uno che fa satira… ma cosa pensare della precedente ministra dell’istruzione che falsificava in buona fede il proprio curriculum e dell’attuale, ministro dell’istruzione, solito scrivere con spudorata violenza verbale sui social?
    Certo anche loro potrebbero difendersi dicendo che non bisogna temere il lato oscuro dei ministri ma qualcosa non torna lo stesso
    ciao,k.

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