LE INTERVISTE DI MONICA ROSSI E UN DILEMMA DA GIARDINIERA

Chi frequenta Facebook, e si muove in una bolla letteraria, conosce, spero, Monica Rossi. Monica Rossi è dichiaratamente un uomo, la cui identità resta misteriosa. E’ persona che conosce benissimo il mondo editoriale in ogni sua piega, ne saggia vizi e virtù ed è ricca di arguzia e franchezza. Da qualche settimana, ha deciso di intervistare altri frequentatori del mondo editoriale: scrittori e scrittrici, soprattutto, ma non solo. Fra le intervistate ci sono anche io: e posso dire che è stata una delle chiacchierate più belle che mi sia capitato da fare, per le domande (trentatre, uguali per tutti o quasi)  ma anche per quel modo di metterti gentilmente all’angolo che d’abitudine non capita (e non capita spesso che chi ti intervista sappia molto di te).
Leggetele tutte. Quelle che mi hanno colpito di più sono le ultime due: ad Alfonso Signorini e Veronica Tomassini. Quella a Signorini è un fake: molto scoperto, non individuato da molti commentatori, e che pure contiene una parte di assoluta verità. Leggete qui:

𝘿𝙖 𝙤𝙜𝙜𝙞 𝙨𝙚𝙞 𝙪𝙣 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙤 𝙈𝙤𝙣𝙙𝙖𝙙𝙤𝙧𝙞. 𝙍𝙞𝙥𝙤𝙧𝙩𝙤 𝙩𝙚𝙨𝙩𝙪𝙖𝙡𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙞𝙡 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙞𝙘𝙖𝙩𝙤: “𝘼𝙡𝙡’𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙣𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙂𝙧𝙪𝙥𝙥𝙤 𝙈𝙤𝙣𝙙𝙖𝙙𝙤𝙧𝙞 𝘼𝙡𝙛𝙤𝙣𝙨𝙤 𝙎𝙞𝙜𝙣𝙤𝙧𝙞𝙣𝙞 𝙛𝙞𝙣𝙖𝙡𝙞𝙯𝙯𝙚𝙧𝙖’ 𝙡𝙤 𝙨𝙫𝙞𝙡𝙪𝙥𝙥𝙤 𝙙𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙩𝙖𝙡𝙚𝙣𝙩 𝙖𝙜𝙚𝙣𝙘𝙮 𝙙𝙚𝙙𝙞𝙘𝙖𝙩𝙖 𝙖𝙡𝙡’𝙞𝙣𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙚𝙣𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤.
𝙐𝙣 𝙥𝙧𝙤𝙜𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙞𝙣 𝙘𝙪𝙞 𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙖𝙡𝙞𝙯𝙯𝙚𝙧𝙖’ 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙤𝙛𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙠𝙣𝙤𝙬-𝙝𝙤𝙬 𝙚 𝙡𝙚 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙚𝙩𝙚𝙣𝙯𝙚 𝙪𝙣𝙞𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙖𝙩𝙪𝙧𝙖𝙩𝙚 𝙣𝙚𝙡 𝙘𝙤𝙧𝙨𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙪𝙖 𝙘𝙖𝙧𝙧𝙞𝙚𝙧𝙖.”
𝙋𝙧𝙞𝙢𝙖 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙙𝙖: 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙞𝙤 𝙢𝙞𝙘𝙖 𝙖𝙫𝙧𝙖’ 𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙛𝙖𝙧𝙚 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙞 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙞, 𝙫𝙚𝙧𝙤?
Ma si, certo. Anche.
E’ in corso una rivoluzione.
Il pubblico è prima passato dalla tv a YouTube e poi da YouTube a TikTok.
E noi dobbiamo adeguarci.
𝘾𝙤𝙢𝙚?
Prima di tutto vogliamo far innamorare i lettori degli scrittori. Poi renderli fedeli.

Alfonso Signorini dal 2 marzo è ufficialmente diventato socio Mondadori per davvero e per davvero è stato assunto come dirigente a tempo indeterminato.
Ha lasciato l’Ordine dei giornalisti proprio per questo motivo qui.
Riguardo al giornale “Chi” ne assumerà l’ambigua figura di “sovrintendente”. Ambigua figura grazie alla quale ha potuto lasciare quella rivista (e quindi essere assunto) senza lasciarla (così da non rinunciare allo stipendio)
Scrittori che saranno persone comuni, come il vicino di casa.
𝙈𝙖 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙢𝙤𝙙𝙤 𝙣𝙤𝙣 𝙘’𝙚’ 𝙞𝙡 𝙧𝙞𝙨𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙡’𝙞𝙢𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙨𝙞𝙖 𝙘𝙝𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙡 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙤 𝙡’𝙝𝙖 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙩𝙩𝙤 𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙡 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙤 𝙘’𝙚’ 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙩𝙩𝙤?
Ma è giusto così!
La gente deve leggere per staccare la spina, per evadere, per sognare.
𝘼 𝙢𝙚 𝙨𝙚𝙢𝙗𝙧𝙖 𝙪𝙣’𝙞𝙢𝙥𝙤𝙨𝙩𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙐𝙤𝙢𝙞𝙣𝙞 𝙚 𝘿𝙤𝙣𝙣𝙚.
𝙐𝙣 𝙘𝙖𝙥𝙖𝙣𝙣𝙤𝙣𝙚, 𝙙𝙪𝙚 𝙩𝙚𝙡𝙚𝙘𝙖𝙢𝙚𝙧𝙚 𝙚 𝙪𝙣𝙖 𝙢𝙖𝙧𝙚𝙖 𝙙𝙞 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙫𝙪𝙤𝙡𝙚 𝙖𝙥𝙥𝙖𝙧𝙞𝙧𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙚’ 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤𝙧𝙖𝙣𝙚𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙙𝙤𝙩𝙩𝙤 𝙚 𝙢𝙚𝙧𝙘𝙖𝙩𝙤.
Uomini e Donne è un programma di grandissimo successo, non dimenticarlo.
𝘾𝙞 𝙖𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙖𝙣𝙤 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙞 𝙛𝙞𝙜𝙡𝙞 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙡 𝙥𝙧𝙤𝙜𝙧𝙖𝙢𝙢𝙖?
𝘾𝙞 𝙖𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙖𝙣𝙤 𝙖𝙪𝙩𝙤𝙧𝙞 𝙞𝙢𝙥𝙧𝙤𝙫𝙫𝙞𝙨𝙖𝙩𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙨𝙩𝙪𝙙𝙞𝙖𝙩𝙤 𝙤 𝙫𝙞𝙨𝙨𝙪𝙩𝙤 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙙𝙞 𝙘𝙪𝙞 𝙥𝙖𝙧𝙡𝙖𝙣𝙤?
𝘾𝙞 𝙖𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙖𝙣𝙤 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙞 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙩𝙩𝙞 𝙙𝙖 𝙜𝙝𝙤𝙨𝙩𝙬𝙧𝙞𝙩𝙚𝙧𝙨?
𝘾𝙞 𝙖𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙖𝙣𝙤 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙞 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙩𝙩𝙞 𝙙𝙖 𝙘𝙝𝙞 𝙖𝙥𝙥𝙖𝙧𝙚 𝙨𝙪𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙥𝙚𝙧𝙩𝙞𝙣𝙖 𝙙𝙞 “𝘾𝙝𝙞”?
Vi aspettano grosse novità!
Dal Vip che apre il suo cuore e si racconta passando per la gente comune che diventa Vip e si racconta per finire con gli influencer che si racconteranno.
𝙇𝙖 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙩𝙖 𝙑𝙞𝙥: 𝙩𝙞𝙥𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙣𝙙𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙪𝙣 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙤, 𝙤 𝙪𝙣 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙤 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙤, 𝙤 𝙘𝙝𝙞 𝙘𝙞 𝙥𝙖𝙧𝙚 𝙚 𝙥𝙤𝙞 𝙞𝙣𝙞𝙯𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙖 𝙥𝙤𝙢𝙥𝙖𝙧𝙡𝙤 𝙨𝙪𝙞 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡, 𝙥𝙤𝙞 𝙞𝙣 𝙩𝙫, 𝙥𝙤𝙞 𝙞𝙣 𝙧𝙖𝙙𝙞𝙤 𝙚 𝙞𝙣𝙛𝙞𝙣𝙚 𝙢𝙤𝙣𝙚𝙩𝙞𝙯𝙯𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙚𝙨𝙨𝙚 -𝙤𝙫𝙫𝙚𝙧𝙤 𝙞 𝙛𝙤𝙡𝙡𝙤𝙬𝙚𝙧𝙨- 𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚𝙣𝙙𝙤𝙡𝙤 𝙨𝙤𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙛𝙖𝙘𝙚𝙣𝙙𝙤𝙜𝙡𝙞 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙫𝙚𝙧𝙚 𝙪𝙣𝙤 𝙤 𝙥𝙞𝙪 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙞 𝙞𝙣 𝙚𝙨𝙘𝙡𝙪𝙨𝙞𝙫𝙖 𝙥𝙚𝙧 𝙣𝙤𝙞?
Noi cerchiamo il talento. E poi lo coltiviamo. Questo posso dirlo a voce alta.
Bene, come precisa successivamente la stessa Monica Rossi: “Alfonso Signorini dal 2 marzo è ufficialmente diventato socio Mondadori per davvero e per davvero è stato assunto come dirigente a tempo indeterminato. Ha lasciato l’Ordine dei giornalisti proprio per questo motivo qui. Riguardo al giornale “Chi” ne assumerà l’ambigua figura di “sovrintendente”. Ambigua figura grazie alla quale ha potuto lasciare quella rivista (e quindi essere assunto) senza lasciarla (così da non rinunciare allo stipendio)”.

Il punto è che le risposte sono totalmente e irreversibilmente verosimili. Perché la tendenza è proprio quella. E’ sommersa da altro, naturalmente, dai buoni libri e dalla buona scrittura. Ma sotto sotto quello che molti lettori ed editori vogliono è proprio quanto detto dal finto-Signorini: “vogliamo far innamorare i lettori degli scrittori. Poi renderli fedeli.” E’ così.
L’intervista a Veronica Tomassini è invece appena uscita,fa male e fa dannatamente pensare. Perché Tomassini è bravissima, è davvero talento puro. Ma è vero quel che scrive Monica Rossi: la Veronica persona vampirizza la Veronica scrittrice. La Veronica dei social, in particolare: e questo lo paga lei, in prima persona e dolorosamente (fa male l’intervista, sì, lo ripeto), e ingiustamente. Perché a tanti suoi colleghi, molto meno dotati, che scrivono cose sprezzanti e presuntuose sui social tutto viene perdonato e si innalzano cori entusiasti a ogni loro libro. A lei non viene perdonato niente, a fronte di una grande scrittura.

Qualche tempo fa, proprio a Monica Rossi avevo confidato un dilemma da giardiniera,  salvare le rose dai parassiti senza uccidere i gatti con il veleno.
Credo che dovrebbe essere dilemma comune, quando si parla di libri. Davvero.

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