Qualcuno faccia qualcosa. Ora. Riporto il post di Lorella Zanardo.
La serata è stata bella, c’era nell’aria la possibilità di togliere i muri di incomprensioni che spesso si erigono tra donne. Ho parlato con Carla, ho parlato con Pinuccia, Marina mi ha introdotta, Luisa mi ha consigliata. E’ la Libreria delle Donne, stasera 10 maggio. Io ero stanca per due anni passati sul territorio, ma lì mi sono sentita bene.
Poi esco, tolgo la catena alla bici, sono le 11 di sera, in giro non c’è nessuno.
Le porte dell’auto parcheggiata davanti a me si spalancano di colpo, alzo la testa e 3 persone e una luce fortissima mi vengono incontro.
E’ la troupe di Strisica la Notizia.
Chiedo alla ragazza che mi investe con una serie di domande come si chiama, lei esita, poi veloce mi risponde “Elena”, ha 26 anni, dice che è contenta di avere fatto la velina, che nessuno l’ha obbigata e che io la offendo con il nostro documentario, dice così o qualcosa di simile.
Io sono sulla bici, e mi invade una tristezza infinita: Striscia usa quella violenza che io condanno: prima il plagio del documentario, ora questo agguato notturno, da ore mi aspettavano fuori dalla porta della Libreria.
Dico ad Elena ciò che chi mi segue sa bene, e che sa anche lei presumibilmente, e gli autori: il nostro documentario è una critica all’uso del corpo delle donne nelle immagini tv, non alle donne che fanno tv. Di Striscia passano poche immagini nel nostro video. La reazione di Striscia è spropositata: noi con un doc fatto in casa e loro con i milioni di euro a disposizione e 7 milioni di persone tutte le sere.
Elena non mi lascia parlare, so che si usa così in tv. La guardo, voglio entrare in relazione ma lei non può, si vede che usa il metodo televisivo, parla veloce, accusa e non da tempo per la replica.
Nemmeno per un attimo provo fastidio verso di lei, per i mandanti sì, per la loro codardia. perchè non sono venuti loro? Uomini senza coraggio, così come si usa ora.
Io non mi occuperò di questa diatriba miserabile, ho altro da fare.
Però credo che chi mi legge potrebbe reagire. Se 3 milioni e mezzo hanno visto il documentario Il Corpo delle Donne e se continuate a chiederci di proiettarlo e se a migliaia dite che vi è servito, ora è il momento di dire voi cosa pensate. Anche quelle giornalista, quei gruppi di donne che il video lo hanno visto, che lo hanno lodato, appprezzato ma che spesso tacciono.
La protervia di questi autori corrisponde al clima di prevaricazione e di impunità che si respira oggi.
E comunque sì, ha ragione mio figlio tredicenne. siamo stati veramente efficaci, con zero euro investiti, a dare così fastidio a quei milionari di Striscia,Mediaset.
Aggiornamento. Gli interventi in rete:
Marina Terragni
Giovanna Cosenza
Perseo blog
Vita da streghe
Nata femmina
Valentinamente
Altracittà
Zeroviolenzadonne
Il fatto quotidiano
Se non ora quando
Comunicazione di genere
Perseo blog 2
Archivio Caltari
Valentina Maran
Liberetutte
Cervelliamo
L’Unità
Sara (spettatrice di Striscia)
WomanJournal
Ma il cielo è sempre più blu
“E adesso, Antonio Ricci, aggrediscici tutti”, videointervento di renatatatina
Giornalettismo
Nazione indiana
Comunicazione di genere
Udireggiocalabria
Femminismo a Sud
Jumpinshark
Womanjournal
Isabella Moroni
Unaltradonna
Malpertuis
Maracinquepalmi
Consumabili
Altrenotizie
Blogosfere
Non è un paese per donne
Il sito delle donne
Stimolividi
Valgraphicart
La discussione su Metaforum
INOLTRE:
In risposta all’Ufficio stampa di Striscia la Notizia, che nei commenti chiede immagini a supporto di quanto affermato da Lorella Zanardo, Barbie Nadeau e le altre donne che ritengono che nel programma si faccia un uso offensivo del corpo femminile, gli screenshot cercati e salvati da un gruppo di utenti di Facebook. Qui.
@Massimo,
sei rimasto un po’ indiertino coi discorsi, aggiornati!
Massimo, chi ti dice che ognuno di noi non sia impegnato anche in altre cause compresa quella che nomini? il benaltrismo non è mai un argomento, è un modo di spostare i problemi.
Ah, già… il benaltrismo… dimenticavo. Sorry.
Dunque, il motivo per cui pubblico gli interventi dell’Ufficio Stampa è molto semplice: trovo che sia giusto fornire documentazione su come agisce una giornalista, perché quello dell’ufficio stampa è un lavoro giornalsitico. Un Ufficio Stampa non fa satira, bensì fornisce informazioni.
In questo post e in altri avete invece avuto la dimostrazione che si procede per intimidazioni, distorsioni della realtà, accostamenti al limite della diffamazione (Wanna Marchi), fino ad attaccarsi ai figli, peraltro minorenni.
Naturalmente poco conta che qualsivoglia persona di buonsenso dica che l’importante non sono i centimetri di stoffa, ma le inquadrature pruriginose che per anni sono state fatte e di cui gli screenshot sono un esempio incontrovertibile.
L’Ufficio Stampa, che probabilmente è un autore e non un giornalista, continua a ripetere il suo mantra. Ma io li pubblicherò tutti. A memoria. Quella non si cancella allungando sbrigativamente le gonne.
In effetti sono stato ibernato nel 1978 e mi hanno scongelato solo due settimane fa. Dovete scusarmi se non capisco tutti i collegamenti…
Chi è adesso il segretario generale del PCUS?
Massimo, perdona. Ti è stato detto che sei indietro con i discorsi fatti qui, correttamente, perché non si può ogni volta ricominciare da capo. Non mi sembra il caso di rispondere a battutine.
Solitamente nei film, al bravo/a giornalista arriva una busta gialla, senza mittente, con dentro la foto dei figli. Sulla sceneggiatura c’è scritto: “Scena dell’Intimidazione Vigliacca”.
@massimo
era sottinteso che l’auspicata (da me) rappresentazione televisiva di una porzione più ampia possibile di *mondo reale* non fosse riferita ai balletti in vesti succinte. Che il corpo, seppur bello e giovane, siamo stufi di vederlo rappresentato come decorazione, come mezzo (ascolti, vendite) e non come fine.
Ecco, questo è interessante: il corpo come fine.
Una liberazione del corpo, dunque: come la immaginate, veramente?
Un corpo libero dal mercato, libero da ogni condizionamento, come può essere descritto?
Una società composta da corpi liberi, come si comporta?
Massimo. Prima parliamo di come si comporta una società civile, che non sbatte primi piani dei culi di ragazzine per condire i suoi spettacolini. Parliamo di una società dove davvero ci siano opportunità reali per uomini e donne. Parliamo di una società dove l’informazione non è controllata. Dove a poter leggere e capire un quotidiano non sia solo il 30% della popolazione. Dove si tenta di risolvere le questioni sociali e non la truffetta dell’astrologo sotto casa.
Parliamo di questo. E poi, solo poi, riempiamoci la bocca con la parola libertà.
Il resto è strumentale.
Massimo, lo sappiamo entrambi, il corpo come fine è il corpo morto.
E per morto intendo sia deceduto, incomunicante; sia il corpo cartesiano che non c’è, è solo capocciona logos-eroica.
Lo sdoganamento del corpo (in quanto mezzo) è avvenuto grazie alla spinta di matrice femminista, in qualche modo di stampo liberale e anticattolica.
Ora perché volete tornare indietro?
Il corpo sarà sempre mezzo e nel mondo individualista attuale può mediare anche quei messaggi, quelli da Striscia al Fabio Fazio di Quelli che il calcio.
Strumentale a cosa? E chi si riempie la bocca con la parola libertà?
E perché sempre questa aggressività più o meno velata?
Per quanto mi riguarda vi auguro vivamente di vincere la vostra battaglia ed eliminare tette e culi e spettacolini.
E poi si passi a risolvere le questioni sociali.
Nessuna aggressività. Semmai, un filo di depressione nel constatare – come confermi nell’ultimo commento – che per alcuni questa sia una battaglia di femmine contro tette e culi, e che le questioni sociali siano altra cosa. Sinceramente, sono anni che qui e altrove raccontiamo come il problema non siano le tette e i culi, bensì il sistema complessivo che si serve delle tette e dei culi. La questione femminile E’ la cartina di tornasole delle questioni sociali. Dobbiamo rispiegarlo for dummies? E rispieghiamolo.
Di Massimo mi colpisce molto una frase:
“In genere una donna che dimena le chiappe non è ridicola quanto un uomo.”
Ah sì? E credi che questo punto di vista sia universale, e, come dire, un dato naturale? Non pensi che forse sia l’effetto di un condizionamento culturale che propone da anni un unico tipo di sguardo, di modello?
E’ proprio per questo che parlo dei “velini”: non auspico un aumento delle boiate inutili in TV, ma se sostieni che non c’è nulla di male nel vedere i programmi pervasi di bei corpi decorativi che ci allietano la vista, perchè questi corpi dovrebbero essere sempre di donne? E’ scontato? E perchè? Metà degli spettatori sono donne, dopotutto: dovrebbe quindi essere scontato il contrario, cioè la presenza di una buona dose di uomini che esibiscono il loro corpo: che so, due bei palestrati in perizoma che fanno la doccia a ritmo di musica, che si passano cubetti di ghiaccio sugli addominali turgidi, che si sculacciano a 90° a ritmo di musica. Eppure vediamo solo donne. Non è neanche un po’ strano secondo te?
Bene, abbiamo scoperto da uno di questi commenti che Lorella Zanardo ha dei figli . Cosa dirà ai propri figli maschi, se ne ha, o a quelli di qualche sua amica , quando le potrebbero far notare pubblicità assurde con protagonisti uomini sbeffeggiati come la nota pubblicità della S????y di qualche anno fa dove una ragazza sculacciava con una scarpa il sedere nudo di un uomo ( e tale sedere era così nudo che mai niente di simile si è visto in pubblicità per una donna ) . E di pubblicità così ce ne sono tante. Anche queste ledono la dignità della donna ? attendo una risposta.
@Nino la pubblicità che citi a me da meno fastidio di quelle innumerevoli dove emergono gli stereotipi legati al maschio che ci vuole sempre rimbambiti, bambinoni o con la bava alla bocca. io piuttosto che dare un immagine simile di me preferire mostrare il culo.
Caro Wu Ming 2,
l’idea è ottima, avevamo già pensato alla Littizzetto ma all’eccezionale accoppiata con la Mannino no. Purtroppo la sua realizzazione si scontra, per ora, con gli impegni contrattuali di Littizzetto, Maninno e dei nostri conduttori. Ma noi ci lavoreremo.
Cari commentatori,
vi informo che Lorella Zanardo ha chiamato la direzione comunicazione di Mediaset e, dopo aver insolentito la segretaria del “mio superiore”, ha voluto parlare con lui.
Se venissi licenziata, penso sarebbe una grande vittoria per la Zanardo. Io svolgo il mio lavoro, credo in quello che faccio e pensavo di avere, intervenendo in una discussione, il diritto a rappresentare un’opinione diversa.
Sara Testori
Cara Sara, non credo che Lorella Zanardo chiederebbe il licenziamento di chicchessia. Quanto alla tua opinione diversa, viene ampiamente rappresentata. Certo che sui toni potremmo discutere. Ma una cosa è firmarsi Sara Testori, una cosa è porsi come portavoce ufficiale, imho:perché, come ti dicevo ieri, un ufficio stampa ha un ruolo diverso rispetto al dare della Wanna Marchi o simili.
Con la persona Sara, disponibilissima a discutere. Con l’ufficio stampa, penso che il rapporto dovrebbe essere un altro. O no?
@ Francesca
Io non ho punti di vista universali. La frase che ti ha colpito è di una semplicità dire palmare. Era la semplice constatazione della maggiore armonia del corpo femminile. Punto.
Non ho neanche detto che in TV bisogna fare vedere corpi nudi, né che questi corpi debbano essere solo femminili.
Ho detto solo che esibirsi come un oggetto decorativo per qualcuno può essere appagante e per un altro inaccettabile.
Il resto comincia a delinearsi come una sorta di delirio collettivo.
Per chiarirci: per quanto mi riguarda si possono abolire completamente tette e culi in TV o richiedere un’adeguata par condicio di bicipiti, pettorali e pacchi, fare solo programmi culturali o varietà quanto più possibile anodini. Fatevi consigliare dal Vaticano su come impedire il dilagare del corpo femminile mercificato: Vi daranno delle simpatiche dritte.
Un post è insufficiente per chiarire tutti gli annessi e connessi, che si sia dummies o no.
Tutto quello che posso dire è che, pur capendo il vostro punto di vista (credetemi, capisco come certe cose possano farvi incazzare), c’è qualcosa di sbagliato in tutto questo polverone. Qualcosa che non convince. Purtroppo la mia limitatezza di tempo e di intelligenza non mi permette, per il momento di chiarirmi meglio.
E’ una intuizione, niente più, ma netta.
C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo.
Diverso, Massimo. Sei arrivato qui con l’idea piantata in testa del pollaio di bigotte e neanche ore di discussione te la farebbero cambiare. Sì, c’è qualcosa di sbagliatissimo. La presunzione di aver già capito tutto senza approfondire. Hasta luego.
Certo, siete bigotte come il Vaticano che tanto odiate. Io a volte parlerei di CATTOFEMMINISMO.
Invidio profondamente Loredana Lipperini, Lorella Zanardo, i Wu Ming e le decine di altri utenti che continuano a rispondere con pazienza e sforzandosi di rimanere lucid* e razionali a questo battage, a questo stillicidio infinito. A me la lettura di certi commenti (come l’ultimo, dell’impagabile NNO S) fa semplicemente montare una superba incazzatura, per la loro arroganza, ignoranza, beceraggine.
i bigotti sono quelli che mi hanno sempre de-sessualizzata perché non corrispondevo al modello di donna che dimena il sedere in televisione. ed è successo a me come a tante altre persone.
sul presunto bigottismo abbiamo già discusso, leggete più in alto il thread.
e ora basta foraggiare i troll, per favore (lipperini, perdoni se continuiamo a rispondere alle provocazioni).
@Nino S e anche Massimo
Nell’ultimo anno, proprio grazie al lavoro di Zanardo in sinergia con altri blog che svolgono azioni per l’immagine oggettivizzata della sessualità del femminile, e grazie a moltissime/i cittadine/i che hanno protestato allo IAP (o direttamente all’azienda), è stata ritirata una campagna pubblicitaria proprio dell’azienda che citi. Quella coi cetrioli, tanto per intenderci che a mio avviso lede anche la dignità dell’uomo visto che non son pochi i valori fallici che assume l’ortaggio in questione, per di più spinoso. (E qui spesso mi son domandata che opinione abbia il maschile silente della dignità della propria sessualità nel vederla rappresentata da un cetriolo… ma vabbè, sarà distratta ironia!)
Sono state ritirate moltissime pubblicità, sia su stampa (anche “progressista”) che su affissione di molte aziende che pubblicizzavano prodotti utilizzando immagini lesive del femminile. Non so a quale campagna fai riferimento e a quanti anni siano passati, ma credo che un’immagine che leda la dignità anche dell’uomo possa essere contrastata allo stesso modo. Magari se ci date una mano potremmo tutt* godere di un immaginario erotico più libero e arioso. E direi anche meno “politicizzato”, di quella politica vaticanista che tanto è di moda (o comincia a non esserlo più?).
Quanto all’essere bigotte, si certo. Siamo anche tutte baffute, racchie e lesbiche!
E quindi?
Raccontateci per bene allora, se ne trovate, su quali spiegazioni intellettuali profondamente laiche e santo cielo non bigotte (e magari anche pedagogiche) si è concretizzato il pensiero “liberale” nel pretendere di poter veder gnocca ovunque, un tanto al chilo… (riassunto quest’ultimo del pensiero vetusto, che non si creda di esser innovativi, “bigotte, cattofemministe”)
Gentile Testori,
Non stiamo qui a postare le decine di video in cui le veline per anni hanno fatto stacchetti fortemente sexy.
Non nascondetevi dietro il dito.
Voi avete certamente una linea in merito, tanto è vero che avete fatto una notevole marcia in dietro sul piano del sensualità delle veline…
Se veramente siete così trasparenti allora diteci qual’è stata negli anni la vostra linea e come e perchè sia cambiata nell’ultima stagione.
Continuare a negare e a usare la scusa che le veline siano eccessive perché satiriche è patetico. A chi farebbero satira quando sono loro le più celebri, ammiccanti e famose pin up sexy della tv italiana?
sarebbe come se il Berlusconi del bagaglino diventasse premier.
Ma fateci il piacere…
@massimo & co.
Il problema non è la sensualità ma il contesto, ormai l’hanno capito anche i sassi.
Il numero sexy in un programma non per adulti. Fine.
D.
Massimo è abbastanza evidente da quello che scrivi che non hai proprio capito di cosa si parla, e allora non avendo capito quello che tu chiami intuizione è la reazione psicologica a quesa idea che ti sei fatto, mica altro. Come tutti quelli che entrano in questo dibattito sulla base di poche informazioni o su quello che si aspettano che sia, in base alla cornice cattolica del paese, pensi che qui il problema sia che non ci piaccia la rappresentazione del sesso, che non vogliamo dare diritto alle donne che lavorano in televisione di mostrare il loro corpo. E’ interessante perchè in questo commentarium per esempio di cattolici ce ne è pochetti, ce ne è molti di allergici alla cultura cattolica invece, e anche molte persone a cui il sesso piace, per procreare o meno. In questo dibattito ci sono donne che ragionano su pornografia al femminile. E tu metti addosso al femminismo del 2000 le reminiscenze di quello degli anni sessanta. Svegliate, i tempi sono cambiati.
La questione qui, è che vorremmo tante rappresentazioni di donne in televisione, e in posizione paritaria rispetto agli uomini. Invece abbiamo solo donne nude in relazione asimmetrica. Capisci il problema? Non è la parola NUDE è la parola SOLO. Non è il sesso, ma l’asimmetria. Non è l’ammmiccare ma il deridere. Le donne nei programmi di Ricci sono continuamente derise. Allora quando si vuole difendere RIcci, da queste argomentazioni la cosa da fare, non è dire viva le donne nude, perchè non è una controargomentazione – è cambiare discorso. La cosa da fare è spiegare scientemente perchè ci sono SOLO donne nude, perchè le si prendono sempre in giro, la necessità di un’asimmetria. Oppure rivendicare sanamente che mi pare più onesto la ragion d’essere del sessismo. Ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca: ih siamo per la parità ma vi vogliamo in ginocchio a culo all’aria.
Quoto zauberei e dedico due canzoni all’Ufficio di Striscia.
http://www.youtube.com/watch?v=pRmYfVCH2UA
(Questa è la parodia, cito parte di un commento: “If you “didn’t get the joke” this is Alana’s parody reply to Fergies idiotic song that degrades and objectifies women. Not only are Fergies lyrics moronic but many of Fergies songs (and other modern pop singers(not artists)) perform and write songs that young girls idolize but send the worst messages to our youth”)
Questo l’originale:
http://www.youtube.com/watch?v=iEe_eraFWWs&feature=related
Il problema è proprio il contesto, che è fondamentale per decodificare la (presunta) satira, perché uno potrebbe anche spingersi a dire che ci sono elementi di satira sociale anche nell’originale (io no, ma potrebbe darsi), ma l’elemento parodico si riferisce appunto a un originale, e quando la parodia diviene modello e la caricatura si confonde con la realtà, allora forse è il caso di svegliarsi e smetterla di chiamarla satira. Oppure si è semplicemente in malafede, e peggio ancora si sa benissimo cosa si sta facendo.
Comunque, una cosa è ormai molto chiara.
Il dibattito aperto dalla pubblicazione del docu -il corpo delle donne- e la querelle innescata da-su-per-contro-nonsisa-forse Striscia, sono due questioni del tutto separate e distinte.
Il primo è tema che viaggia in discussioni, blog, incontri, scuole, per l’italia e fuori. Con confronti anche serrati e opinioni e analisi anche diverse, semmai pure conflittuali, che partono però dalla constatazione oggettiva circa lo stato di un medium specifico e pervasivo, e l’uso che il medesimo fa rispetto alle tematiche di genere. E la sua proposta dominante di modelli femminili.
La querelle imposta dal genio ricci invece, è esclusiva difesa a oltranza della bottega, della baracca, del chiosco, che altro in tutta evidenza non interessa. Il genio si arrocca a protezione armata, e schiera le truppe, del prodotto della propria genialità.
Una posizione che denota un po’ d’ansia, forse giustificata dal fatto che al volgere di un trentennio i prodotti del genio assommino a tre o quattro in tutto, dalle caratteristiche pure abbastanza simili.
Sia chiaro, sempre di genio indiscutibile si tratta, una specie di Pynchon, di Kubrick della tv, e quindi va compreso, alla fine, questo fibrillare un po’ ossessivo dell’artista a tutela della propria opera.
Perchè, sia chiaro ai detrattori, mettere in discussione l’immortale trilogia Drive in-Striscia-Paperissima è come pisciare sul cristo morto di mantegna, o usare l’opera dantesca per un falò sulla spiaggia.
L.
Zauberei, dunque il problema è l’asimmetria nella trasmissione di Ricci? Va bene, capisco l’incazzatura: l’ipocrisia di Ricci e compagnia bella è notoria. E Striscia la notizia è un programma di merda. Nessuno qui lo mette in dubbio.
Per quanto riguarda la televisione in generale, tolti i varietà mediaset et similia, le cose sembrano, a me povero dummie, molto più variegate.
Io non vedo (tolte le eccezioni già citate) donne SOLO nude e in relazione asimmetrica.
Vedo invece in molti film, telefilm, e anche in molte pubblicità una immagine sempre più diffusa di donna forte, indipendente, che dirige squadre di uomini che non hanno problemi a prendere ordini da lei, che gestisce con coraggio figli e figlie, che cade e si rialza e sa reagire all’immancabile uomo violento. E mi sembra anche giusto che sia così.
Addirittura ormai è in atto un vero e proprio declino dell’immagine maschile, sempre e comunque deficitaria per qualcosa, sempre violento o stupido oppure melenso e fintamente comprensivo, dipinto nelle pubblicità come il bamboccione adoratore di macchine sfreccianti su strade a strapiombo su scogliere,oppure come papà stupidotto.
Ci sarebbe da discutere sul recupero dell’immagine maschile, sulla virilità e quant’altro: cose che poco hanno a che fare con stupri e violenze. Ma questa è una cosa che non vi riguarda, giustamente: siete impegnate su un altro fronte ed è giusto che sia così.
I residui del vecchio vitellonismo ci sono, e chi lo nega?
Ma sono residui destinati a sparire gradualmente man mano che la sua principale incarnazione prederà potere. E’ già in atto il processo.
Sull’immagine paritaria uomo e donna in Italia, senza negare i problemi che ancora ci sono, ritengo che le divisioni esistenti si colmeranno fisiologicamente, nel giro di qualche tempo.
Dopotutto, nessuno può fare girare all’indietro l’orologio della storia (perdona l’espressione un po’ stupida, ma il senso è questo).
Il merito di tutto questo è senz’altro delle vostre battaglie passate e presenti e questo nessuno ve lo toglie.
Detto questo, scagliarsi su Striscia e vedere ovunque donne SOLO nude e basta, oltre a essere riduttivo, dubito assai che giovi alla vostra causa.
Anzi, provoca in chi sarebbe anche d’accordo con voi un istintivo irrigidimento.
Massimo
Volevo aggiungere che nella società mercantile uomo e donna vengono derisi e avviliti in mille modi diversi.
Se, come dice giustamente zauberei, il femminismo del 2000 è diverso da quello degli anni 70, diverso è anche il maschilismo.
Il maschio di potere ormai sconfitto batte in ritirata menando colpi dove può. Avvilendo la donna avvilisce sé stesso e viceversa.
Quale migliore strategia che utilizzare la libertà acquisita della donna nei confronti del proprio corpo, visualizzandola come schiava?
Nello stesso tempo, quale migliore strategia per la donna che cerca una forma di potere, utilizzare il proprio corpo come strumento di di asservimento e manipolazione del maschio? E’ storia vecchia.
Due miserie al prezzo di una.
Il problema è capire se il femminismo del 2000 cerca una parità di potere (senza dover puntare sull’eposizione del proprio corpo) con il maschile o una liberazione da queste dinamiche.
La ricerca di una parità di potere significa una continua guerra silenziosa.
Nessuno si fa togliere il potere senza battere ciglio.
La ricerca di liberazione da queste dinamiche, è forse più utopica, più difficile, ma significa liberare maschile/femminile come due aspetti diversi di UNA SOLA cosa.
Scusate la lungaggine. Per voi saranno di sicuro banalità
@Massimo
nessun si è scagliato su Striscia. Striscia è stato uno dei tanti programmi (di tutti i canali) criticati per l’uso della figura del femminile, punto e questa è una verità innegabile. Che poi Striscia abbia reagito come ben visto a partire dal plagio del documentario fino agli agguati passando attraverso affronti addirittura riguardo la prole minorenne (non si fa, non si fa…), è stata una loro scelta e decisione alle quali però non si poteva tacere per i modi e la diffamazione che trasmettevano riguardo non solo l’immagine e il lavoro di Zanardo e Lipperini ma del lavoro di moltissime persone. Hai presente quante/i eravamo in piazza il 13 febbraio? ecco tutt* quell*. Perché io credo, anzi sono convinta che se ultimente le cose in tv, nelle pubblicità, nei telefilm funzionano meglio riguardo la rappresentazione del femminile è proprio perché qulcosa è cambiato nella coscienza dei telespettatori e fruitori, alla quale i pubblicitari e le aziende si adattano volentieri, e il lavoro svolto è stato indubbiamente un motore che ha accelerato il cambiamento. Pensare che questo cambiamento ci sarà senza muovere un dito è una ingenuità, come lo è pensare che una volta fatta la democrazia non occorra più vigilarla, e i movimenti all’indietro ci sono eccome e spingono molto forte sia in merito alla democrazia che alle relazioni tra i generi…
L’invito all’informazione è da cogliere perché tutto quello che viene detto da Striscia sono le banalità e le incongruenze (tipo bigottismo, lo strillo alla censura, mettere donne contro donne supponendo chissà quale giudizio moralista… tipico di un certo atteggiamento giornalistico politicizzato) di chi ignora o vuole fare ignorare un dibattito che in quarant’anni ha fatto davvero tanta ma tanta strada. E’ ora di fidarsi del pensiero delle donne, soprattutto se parlano e lottano per se stesse e per la propria dignità. Ma non solo.
@ Emanuela C.
Sono perfettamente d’accordo con te. La conquiste vanno tutelate, presevate, monitorate, vigilate.
Solo che se le cose funzionano un po’ meglio per l’immagine femminile, funzionano un po’ peggio per l’immagine maschile. Voi potreste dire: chi se ne frega, ben vi sta e il discorso è chiuso.
Quello che ho chiesto però è: a voi interessa l’ottenimento di un potere equivalente a quello che sembra esserci a livello maschile, una sorta di par condicio, o la rottura di certe dinamiche di potere?
Perché migliorare le condizioni di un genere a scapito di un altro, sposta solo il problema.
il programma in cui le veline erano più derise in assoluto era Mai dire gol (e/o Mai dire tv). Si chiamavano letteronze. Quei simpa dei Gialappi diranno che loro deridevano tutti. Sì, ma non tutti erano in mutande.
Anche qui, però, non mi sembrava uno scandalo. Io non vedevo la trasmissione perché la derisione altrui non mi fa ridere, e le letteronze mi facevano impennare il vergognometro. Poi però pensavo che nessuno le costringeva e magari ci si pagavano il mutuo, la macchina, l’unversità, l’affitto, le vacanze. Era una libera scelta, passo e chiudo.
@Massimo
un commento più sopra, mi pare indirizzato anche a te dice proprio che se ci date una mano a segnalare ciò che offende la vostra dignità magari facciam prima a uscire da questo pantano di rappresentazione mediatica. Io condivido in pieno il commento.
Se le cose funzionano meglio per le donne perché dovrebbero funzionare peggio per gli uomini scusa, in base a quale criterio? Chi l’ha detto?
@MAssimo
dimenticavo: non credo che il “voi” sia adeguato, io racconto quello che è il mio pensiero, di più non potrei fare se non percepire una certa solidarietà… statistica direi!
@ Emanuela C.
“Se le cose funzionano meglio per le donne perché dovrebbero funzionare peggio per gli uomini scusa, in base a quale criterio?”
Vanno peggio nella rappresentazione mediatica. A fronte di un miglioramento innegabile dell’immagine femminile (tolti tette e culi mediaset e affini), c’è un sottile ma persistente bombardamento mediatico di immagini maschili stupide, superficiali, corrotte, irresponsabili, violente.
Nelle pubblicità l’uomo è un bamboccione in carriera che punta sulla macchina, oppure il palestrato opposto alla sfigato rachitico con la bella di turno che sceglie. E’ Mastro Lindo che sgorga il water con la forza dei suoi muscoli. E’ l’allocco che si fa soffiare la prenotazione di qualche viaggio da una tipa che gli dà un calcio nei coglioni per bloccarlo.
Poi ci sono le trasmissioni tipo “amore criminale”, nei quali l’uomo è visto sempre e solo come carnefice e la donna eterna vittima sfortunata in amore.
La violenza è sempre di genere. Maschile, naturalmente.
E se qualche donna tipo Hillary Clinton o Condoleeza Rice ordina senza battere ciglio bombardamenti su civili, è perché plagiata dalla violenza maschile di un mondo patriarcale.
Offende la mia dignità di uomo essere inserito a forza in genere che si pretende sempre e comunque violento e prevaricatore.
Offende sentire che “comunque ci sono tanti uomini meravigliosi” quasi che sotto sotto fossero l’eccezione che conferma la regola.
Offende sentire che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna e dietro una grande donna c’è un piccolo ometto addomesticato.
Sono tante le cose che offendono la mia dignità.
Offende la mia dignità non poter dire che esiste una violenza femminile e che è molto, ma molto diffusa, in molte famiglie. Ma di questo si tace come se fosse una eccezione, perché la violenza è solo maschile. Poiché sono più gli uomini a uccidere delle donne, la violenza femminile viene vista come un problema secondario, inesistente, o addirittura una deviazione della violenza maschile.
La violenza, naturalmente, non ha genere.
So già cosa mi costerà aver scritto queste cose.
Don’t feed the troll ecc.
Quello che ho chiesto è semplice: le sacrosante rivendicazioni delle donne, mirano a una paritarietà di potere o a una rottura delle dinamiche di potere?
@ Massimo
ma perché credi già che sarai trattato come un troll?
hai già ricevuto risposte articolate da alcune persone. non so quanto conosci questo blog, oppure quello di Lorella Zanardo ma puoi trovarne altri, quello di Giovanna Cosenza affronta più nello specifico i linguaggi audiovisivi, però intanto potresti sfogliare alcune pagine, alcune discussioni, fare tu uno sforzo.
“Se le cose funzionano meglio per le donne perché dovrebbero funzionare peggio per gli uomini scusa, in base a quale criterio?”
la differenza fra maschilismo e femminismo è la stessa che corre fra privilegio e diritto. quando vuoi estendere un diritto, e chi lo aveva già prima si sente minacciato. stessa cosa dei leghisti con due abitazioni, una laurea, un lavoro, uno stipendio, tre telefoni e due computer, che si sentono minacciati da dei nullatenenti su un barcone.
questo per dire che a quanto vedo le rappresentazioni vitellonesche del maschile fanno il pari con quelle da oche del femminile. denunciate, comunque, denunciamo insieme gli stereotipi.
quello che vorrei da questo nuovo femminismo è proprio l’aiuto e la voce degli uomini.
Massimo. Non ti do del troll. Ma aspettavo che da un momento all’altro andassi a parare sulla violenza delle donne sugli uomini. Ho letto molti, moltissimi interventi “antifemministi” (scusami la semplificazione) che battono su questo tasto.
Vorrei dirti solo una cosa, se la accetti e se sei venuto qui per dialogare veramente.
La disparità fra i generi porta a sofferenza per entrambi. Nessuna vuole “strappare” un potere, ma trovare strade comuni. La sopraffazione è fuori dagli intenti di tutte le donne che conosco, credimi.
La rappresentazione degli uomini, almeno in televisione, è ancora prevalente: i dati che molti commenti fa ho riportato lo confermano. Che poi ci sia una rappresentazione altrettanto stereotipata del maschile (che comunque continua a consegnare al maschile la competenza, attenzione) è vero. Ma su questo occorre che gli uomini (e anche le donne, certo) si muovano. Da anni insisto perchè un uomo scriva un “dalla parte dei bambini” dove ragionare sugli stereotipi maschili. Nessuno, al momento, l’ha fatto, e mi auguro che prima o poi avvenga.
Io ho la sensazione che della questione femminile tu sappia poco, molto poco. Che ti siano filtrati soltanto spezzoni premasticati, spesso ad arte.
La violenza esiste ovunque, certo.
Ma è un fatto che le donne muoiano, nel nostro paese, più degli uomini per questa violenza, in famiglia. Un fatto. Numeri. Molti uomini stanno lavorando per capire cosa ci sia che non funziona. In altri paesi, sono molto più avanti: i padri svedesi rivendicano di essere considerati come esseri umani, non come macchine da lavoro. Sono fatti.
Ora, se hai voglia di ragionare davvero su questi argomenti, sei il benvenuto. Ma se sei qui solo per reiterare “anche le donne sono cattive” hai sbagliato posto. Nessuno lo ha mai negato. Ok?
@Massimo
se ci sono delle cose che offendono la tua dignità di uomo hai il sacrosanto diritto di protestare, organizzare, urlarlo al mondo, fare documentari, scrivere articoli, fare un blog, partecipare a discussioni, leggere, organizzare conferenze ed incontri, informarti. Qui, per esempio http://maschileplurale.it/cms/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=1
Però fallo, come lotta comune per la dignità dell’essere umano che DEVE essere rispettata. Muovi il tuo corpo e la tua mente, fai qualcosa, non tirare indietro nelle nostre battaglie, perché io da donna posso reclamare su ciò che mi offende ma non mi arrogherei mai il diritto di protestare su ciò che potrebbe offendere un uomo.
E vi stiamo aspettando da tempo con grande impazienza!!!
Per quanto riguarda il potere, penso che le donne conoscano, quando sanno ascoltare il proprio femminile profondo, l’equilibrio. E no, a me il modo in cui è inteso il potere oggi proprio non mi piace. Per niente.
Non ho mai pensato ad un potere come questo in versione femminile, o agli uomini sottomessi. A me gli uomini piacciono eccome, come compagni, amici, fratelli, padri, colleghi, non come sguatteri o oggetti di piacere. Mi vian da ridere solo a pensarlo, questa si è satira!
Non mi piace questo potere non perché maschile, ma perché profondamente squilibrato non solo nel rispetto della parità di genere. Che poi sia di “origine” maschile, lascio a te le riflessioni del caso.
@Cip ecco, appunto!!!
Buona vita.
Evviva il lavoro di Lipperini e Zanardo, evviva tutt* quant* qui!!!
che la violenza non abbia genere è verissimo, ma uomini come Massimo che se la prendono persino con Amore criminale, ottimo programma tv dove si ricostruiscono casi di cronaca (e in una puntata si è pure raccontato di un uomo ucciso dalla moglie e dall’amante di lei) sono emblematici di ciò che temevo: approcciare i prodotti artistici e culturali con l’occhio dell’inquisitore o del commissario politico-ideologico che dovunque scova cose che potrebbero offendere la sensibilità (o la “dignità” che a volte il confine fra le due cose mi pare labile) di questo o quel gruppo umano: uomini, donne, gay, neri, bianchi, cristiani, atei, islamici, ebrei e chi ne ha più ne metta. Non vorrei si tornasse all’epoca in cui se eri di sinistra non potevi dire che ti piacevano, anche solo a livello estetico-artistico, i film dell’ispettore Callaghan o i film di Peckinpah. Insomma non vorrei si tornasse mutatis mutandis ai tempi in cui se eri di sinistra ti dovevano piacere solo certe opere e non altre.
Questo metodo mi può star bene finchè si parla di spot pubblicitari o programmi tv come Striscia (sono totalmente con Loredana Lipperini su questa vicenda) perchè non è arte…ma sarebbe tremendo applicare “il metodo Massimo” ad ogni narrazione, al cinema, al fumetto, alla musica, al teatro, ai serial televisivi, ai romanzi..insomma a tutto ciò che rientra nella definizione opera artistica o spettacolo (che può essere più o meno “commerciale” più o meno popolare più o meno artisticamente riuscito, questo è un altro discorso).
Ci sono uomini che si lamentano perchè Homer Simpson “ridicolizza” la figura paterna o si ritengono offesi da certe battute di Luciana Littizzetto…ora una persona ha il sacrosanto diritto di offendersi per ciò che vuole, può protestare ma è anche vero che esiste la libertà artistica (per inciso trovo che I Simpson siano un capolavoro satirico e Luciana Littizzetto è tra le migliori attrici comiche italiane) e va tutelata dato che in teoria ogni cosa può essere ritenuta offensiva da qualcuno, o da questo o da quel gruppo umano.
Gli artisti e le narrazioni artistiche (incluse quelle pop e “commerciali”) hanno il diritto di usare gli stereotipi, di giocarci come ritengono più opportuno, di offendere la sensibilità o la dignità di tutti i Massimi e le Massime del mondo.
South Park, cartoon per adulti che ha fatto del “politicamente scorretto” la sua dote principale in due puntate ha preso in giro, nella sua tipica modalità grottesca, demenziale, gli atei razionalisti (in altre puntate ha preso in giro gli ambientalisti alla Al Gore, ha satireggiato lo scandalo dei preti pedofili, in una puntata ha descritto la catena di supermercati Wal-Mart come un’entità diabolica che ipnotizza la gente con i suoi prezzi bassi, in un’altra se l’è presa con l’isteria americana contro le sigarette e col regista Rob Reiner, convinto anti-tabagista)..io come ateo non mi sono offeso, ho riconosciuto che la satira era ben fatta e ho riso…ma anche se mi fossi offeso non avrei mai denunciato un cartoon perchè secondo me non aveva rappresentato gli atei in maniera giusta.
@ Lipperini
Io non faccio MAI questioni di genere. E’ una cosa che ho imparato fin da piccino picciò. L’umanità è quella che è, non ritengo uomini e donne molto diversi in termini di sozzura o dirittura morale. Contano gli individui. Nei miei post precedenti ho detto che il sistema avvilisce uomini e donne in eguale misura. Che anche le donne sono cattive lo so anch’io.
Che sono più gli uomini a uccidere, perché più riducibili a livello di bestie fferite devastate da orgoglio e testosterone, lo so. Non mi faccio illusioni sulla razza umana nel suo complesso. Se ne esce ragionando in termini yin e yang.
@ Cip
Sicuramente è così come dici per molti, ma privilegi e diritti diventano questioni di genere solo ai livelli medio bassi della società. Sopra tali livelli le differenze si appianano un po’ di più. Io personalmente, poi, di privilegi da difendere ne ho davvero pochini.
@ Paolo 1984
Ecco, proprio tu, l’unico maschietto, sei quello che ha capito meno di tutti. Più realista del re?
Il metodo Massimo? Ma di che vai cianciando? Per me chiunque può usare e stra usare stereotipi in qualunque modo voglia.
A me South Park piace un casino. Non ho nessuno dei pregiudizi che mi attribuisci, ma proprio nessuno. Per me, da adesso, potrebbe instaurarsi il matriarcato e io cercherei lo stesso di pensare con la mia testa.
Ho fatto esempi di quello che offende la mia dignità perché mi era stato richiesto da Emanuela C. Detto questo non mi sognerei MAI E POI MAI di richiedere il ritiro o la modifica di qualsivolgia fatto mediatico che urta la mia sensibilità. Ho abbastanza anni per capire che il mondo non ruota intorno alle quattro cazzate che ho in testa, ma si muove sempre in direzioni inaspettate.
@Massimo
Sono felice di aver frainteso e che i miei timori fossero infondati e ti ringrazio per le precisazioni,. Chiedo scusa a te e a tutto il commentarium se ho fatto un intervento inopportuno.
Non è questo. A me fa molto piacere discutere con Massimo. Ma i commenti stanno diventando “su” Massimo. Allarghiamo la discussione: i blog non sono forum, perdonate la ripetitività.
Una domanda per la sig.ra Lipperini . In questo post vi sono link a Il Fatto Quotidiano e a Femminismo a Sud . Ma Femminismo a Sud odia profondamente Il Fatto Quotidiano ed altre testate come L’Unità e Repubblica. Sa dirmi il perché? Lei mi potrebbe rispondere che dovrei chiederlo a Femminismo A Sud ; l’ho fatto ma non mi rispondono. Almeno nel Suo Blog, sig.ra Lipperini è possibile anche dissentire . Inoltre lei ci mette la faccia mentre “fika sicula” non si sa chi sia.
Nino, forse la domanda è un po’ fessacchiotta, perdonami. Ho linkato tutti i blog e siti che avevano parlato del “servizio” di Striscia. Punto. Altre considerazioni sono inopportune e sgradevoli.
E oggi Striscia, ossessionata dall’avversario contro cui chiamare a raccolta i sostenitori come neanche il Partito Comunista Cinese verso Zhou Enlai – con la Lipperini nel ruolo di Lin Biao/bersaglio di comodo per arrivare a Zhou/De Benedetti- ci propone ben due allusioni al fatto di essere non meglio dei suoi critici, il Gruppo L’Espresso, con un’intera pantomima ad esso dedicata e una breve allusione a Newsweek ne “I nuovi mostri”. Il succo del ragionamento, una variante ibrida tra il sempre popolare espediente “tu quoque” e l’italicamente sovrana strategia benaltrista, è:
“Noi abbiamo le veline ma gli altri che ci criticano hanno di peggio (nel caso di De benedetti con “D” e “Velvet”) o dovrebbero puntare la loro attenzione su “benaltro” (le miss bambine in America)”. Si tratta di un vecchio numero da prestigiatore che non fa che spostare a) l’attenzione dal criticato al critico b) l’attenzione dalla veridicità della critica all’autorevolezza della voce che la pronuncia. Inoltre, nel suo argomentare che, poichè le veline dovrebbero sparire solo quando avranno fatto altrettanto loro simili colleghe su riviste a cui esse stesse sarebbero ispirate Greggio partotisce sul finale un nuovo fertile incrocio da due delle bestie più gagliarde del repertorio retorico italiota: il “tanto peggio tanto meglio” (la presenza delle veline e di altre scatena una contraddizione che però non è funzionale alla sparizione di entrambe le incarnazioni ma alla proclamazione di un nuovo criterio di normalità che le legittimi entrambe) sposa dunque il “citazione non porta pena” (Ricci chiosa:siccome mi ispiro alla volgarità altrui non sono io stesso volgare). Complimenti! Tutto questo arsenale da politicanti per tacitare nemici personali! Deve bruciare parecchio se la lesa maestà dellìautore si preoccupa con tanta foga di reagire, devono averlo colto in fallo sul serio! Altrimenti, conscio della propria dignità opporrebbe la migliore difesa alle critiche: silenzio e convinzione nella propria proposta. Invece mi presenta una ritirata (l’abolizione del programma “Veline”) per un affondo provocatorio. Generale Ricci, il carrarmato di cartapesta si sfascia, che facciamo? Questa, signori, è la satira, ma mica nel senso moderno di contraltare beffardo al potere. Eh, no, il colto, filologico Ricci, ci propone i gusti prevalenti nell’originale genere latino: tante caricature sociali, attacchi feroci e innocui a personaggi minori e oscuri, sfoghi personalistici contro chi ha pestato i calli al poeta con l’effetto collaterale di far passare il Pinco Palla sopraccitato alla storia, nessuna reale critica a chi sta sufficientemente in alto da poter minacciare la sicurezza e i comodi di chi scrive (il che ovviamente esclude potenti defunti o caduti in disgrazia).
Ops, volevo dire “non peggio dei suoi critici”.