Si chiama: avere dei dubbi.
Dubbio del mattino, nello stesso giorno in cui si legge delle conigliette di Playboy a Sanremo e contemporaneamente della consueta, abile, messa in accusa dello “straniero” invece di un’intera cultura che allo stupro occhieggia. La nostra cultura, grazie.
Dubbio fortissimo, dicevo, sollecitato da una donna in gamba via mail.
Notizia: graphic novel sul massacro del Circeo. Editore Beccogiallo. Qui notizia e tavole.
Commento. Non posso giudicare un libro da una copertina. Ma la medesima, perdonate, mi ripugna. Eccola.
111 pensieri su “ANCORA UNA VOLTA, UN DUBBIO”
I commenti sono chiusi.
Umberto Eco si mangerebbe i pop-corn, leggendo questo post e i commenti.
Un’interpretazione totalmente deviata dalle intenzioni dell’autore.
Sono allibito.
E l’autrice del post che tenta di intorbidire il tutto, buttandola sui mostri sacri del fumetto e allungando il brodo sulla difesa del mezzo.
Qui non si sta parlando del fumetto in generale.
Si sta parlando del fumetto IN QUESTIONE.
E lo si sta crocifiggendo con interpretazioni totalmente deviate.
Vogliamo guardare in faccia l’argomento?
Fab
A me, pacatamente, colpisce una cosa. Come l’accusa, velata o meno, di maschilismo faccia saltare sulla sedia e porti a reazioni molto piccate.
Ora.
Sul fatto che occorra avere competenze tecniche per giudicare un fumetto, dissento, dissento, dissento.
Perchè se sottovalutiamo la reazione del lettore (lettore forte, in questo caso) finiamo per compiere un’operazione conservatrice. Ma come? Per quanto riguarda la letteratura si assiste ad un superamento dell’accademia e per quanto riguarda l’arte visiva ci si appella alla medesima?
Allora. Fermo restando che, ripeto, alle commentatrici il disegno delle due ragazze, manaresco assai, ha fatto lo stesso effetto che ha fatto alla sottoscritta, questo non pone nessun dubbio ai difensori del disegno medesimo?
Non sarà per caso possibile che la raffigurazione del corpo femminile gradevole e indifeso in quel contesto risulti offensiva alle donne medesime?
Quale dovrebbe essere la benedetta analisi oggettiva? Fondarsi sul segno, sul colore, sulla dislocazione spaziale?
Voglio capire anche io, a questo punto. E non capisco perchè non sia possibile esprimere un giudizio su una copertina/locandina, avendo ribadito in tutte le salse che il giudizio sul fumetto verrà solo a lettura del medesimo.
Fabrizio. Ma davvero? Si sta parlando del fumetto in questione? Cieli, come sono distratta. Mi pareva di aver letto queste frasi:
“Vorrei ricordare a tutti gli indignati del post che i fumetti non sono affatto roba da bambini e che solitamente raccontano fatti drammatici e disumani(un esempio su tutti, Maus, sull’olocausto). Forse se magari si tentasse di non considerare il fumetto come roba per bambini, non ci sarebbe nulla per cui indignarsi o rabbrividire”
“mi piaceva dare i miei due cent da appassionato che spesso sente descrivere i fumetti in modo piuttosto aberrante, da gente che magari perche’ ha letto un GN di MAnara o Pratt (non mi riferisco a messaggi particolari di questo thread) ritiene di sapere come funziona il medium, e cosa puo’ raccontare , cosa no e soprattutto COME lo puo’ raccontare.
Leggendo alcuni commenti mi pare quasi di percepire quel certo non so che di snob nei confronti del fumetto :il fumetto è tale (arte) se si eleva rispetto alle pochezze, se è pedagogicamente importante,se se è “engagè”, se è politicamente corretto eccecc….”
A forza di cucinare pop corn per Umberto Eco si perde concentrazione…
Io trovo ripugnante che qualcuno veda un collegamento fra un qualunque stupro e il fatto che a Sanremo possano andare modelle di Playboy.
Possibile che se c’è anche soltanto un leggero sentore di “sensualità”, subito si debba accostare a qualcosa di turpe? Possibile che non si possa giocare con la malizia e la seduzione senza essere accusati di depravazione? Perché se una donna è – vivaddio – femminile, e un uomo ne è – meno male – attratto, si deve leggere in questo qualcosa di brutto, e cioè che il maschio sia un potenziale stupratore?
Possibile che appena compare una velina in TV, le giornaliste snob debbano subito fare la faccia disgustata pensando che si tratti di una immagine di femminilità sbagliata e di un incitamento alla cultura dello stupro?
Perché ci dovrebbe essere un solo modello di femminilità? E perchè questo modello dovrebbe essere quello più sessuofobico?
Il sesso non ha niente a che vedere con lo stupro, la sessualità e la sensualità sono aspetti della realtà umana che, anzi, valorizzano l’esistenza, la donna è bellezza come lo è l’uomo. Gli stupratori, semplicemente, sono dei criminali.
Ciò detto (dunque, i lettori di Playboy e i massacratori del Circeo sono argomenti DEL TUTTO diversi che non dovrebbero neppure essere accostati), il libro di cui è stata criticata la copertina è un ottimo libro che non indugia in niente di morboso, e il fumetto è un medium in gradi di raccontare qualunque cosa e veicolare qualunque messaggio. Chi critica senza aver letto e senza sapere niente, evidentemente, di che cos’è un fumetto (etichettandolo come robaccia, a priori) non dimostra intelligenza e cultura, ma solo ottusità. L’immagine giudicata “ripugnante” è, in realtà, efficace e drammatica: i massacratori incombono sulle loro vittime indifese. La nudità (peraltro castissima) delle vittime indica la loro impossibilità di difendersi, il loro colore bianco la loro innocenza, le loro dimensioni rispetto agli assassini, la loro fragilità. I colori accentuano il dramma.
Se poi gli o le sputasentenze ci vedono qualcos’altro, è un loro limite.
Mentale. E forse, culturale.
Non vedo, non sento, non parlo.
Ekerot, manco io.
Mi lascia senza fiato che per difendere una copertina mi si attribuisca un accanimento contro un medium. Onestamente, ciò è degno del miglior Berlusconi.
Per la cronaca: se il livello della discussione tecnica e pertinente e competente è quello che si trova nel blog che linko, che si occupa di me definendomi “liceale impazzita”, rendiamoci conto.
http://prontoallaresa.blogspot.com/2009/01/io-ho-paura-di-loredana-lipperini-e-di.html
Notare soprattutto questa frase
“che se gli stupri non fossero la notizia del giorno la collega lipperini non avrebbe nemmeno guardato la copertina credo sia scontato…!”
Se non ti ispira, puoi anche non comprarlo.
Sinceramente, non è l’accusa di maschilismo che mi fa saltare piccato sulla sedia. E’ vederla applicata a un’illustrazione che, per me, sembra “gridare” tutt’altro.
Non so, scusa la provocazione, ma mi è sembrata la stessa reazione che potrebbe avere qualcuno indignato perchè in “Maus” la gente che ha sofferto nei lager ha la faccia da topolino e gli aguzzini quella di gatti più o meno cartooneschi.
Mi è sembrata un’ “occhiata veloce”, insomma. Poi, vero che non solo a te l’immagine ha dato fastidio. Vero anche che in parecchi negano un compiacimento alla base, in questo disegno.
E sinceramente, credo che mettersi a parlare di segno, colore e spazio non sia un modo per prendere le distanze dal significato di quell’immagine, mascherandosi da oggettivi a oltranza. E’ un modo per uscire dalla trappola di continuare una discussione basandola solo sul “a me è sembrato a pelle così / a me no”, che non porta un granché lontano. Insomma, è un modo per cercare di spiegare perchè alcuni non hanno visto lo stesso significato.
Lipperini, sfuggi come un’anguilla. O come un polipo, considerando tutto il nero che tiri fuori per confondere la questione.
Il punto non è lo snobbismo del mondo del fumetto, che si è creato dopo anni di snobbismo propinatogli da parte del “resto della letteratura”…
Il punto è che hai sbagliato l’analisi della copertina e ci hai costruito su una caccia alle streghe.
Copertina, per altro, ampiamente eloquente e che di un’analisi non avrebbe avuto bisogno.
Gli assassini sono grandi e color rosso sangue.
Le ragazze piccolissime e bianche. Di purezza, di spavento, quello che vuoi tu.
Non mi pare ci voglia una scienza per comprendere il messaggio.
Basta avere un minimo di esperienza nella lettura di un’immagine. E’ una cosa che la gente comune sviluppa facendosi una passeggiata e guardando i manifesti in giro. NON C’è NEMMENO BISOGNO DI LEGGERLI I FUMETTI per interpretarla.
Ben vengano i lettori privi di preconcetti. Il fumetto funziona anche meglio con loro!
Se tu arrivi ad un’interpretazione così deviata, influenzando con un post i tuoi lettori, allora è la TUA lettura dell’immagine che è errata.
Proprio tu, che affermi di essere lettrice accanita, e quindi hai un’abitudine maggiore a leggere le immagini.
Invece hai lasciato spazio ad altro.
Hai giudicato la cover in base alle tue idee, quindi senza libertà o aperture. Hai cercato di dimostrare l’esistenza di una società maschilista attraverso l’opera sbagliata. Hai guardato il dito e non la luna.
Resta pure disgustata dalla cover e difenditi pure allungando il brodo.
Io resto disgustato dal fatto che una giornalista come te faccia errori così dozzinali e perseveri sulla sua strada…
Fab
Fabrizio. Rispondi tu alla mia domanda. Come mai le lettrici di sesso femminile, almeno quelle che hanno commentato qui, hanno avuto la mia stessa reazione?
Seconda domanda: un fumetto (o un libro, o qualsiasi altro oggetto narrativo) deve arrivare a tutti o soltanto a quelli che possiedono i mezzi per decodificarlo?
L’immagine delle due donne mi ha gelata. Lo dico come donna, così d’impatto, a pelle, solo con la sapienza data dal corpo e dall’esperienza (vedi alla voce femminismo). Poi provo a ragionare. Non mi sembra che le due figure abbracciate possano in qualche modo rendere ragione di come erano le ragazze vittime del massacro del Circeo nè di come le vedessero i loro aguzzini. le figure rappresentate sono sensuali, ma a quel che ricordo non mi sembra che la sensualità e la bellezza abbiamo giocato un qualche ruolo in quella vicenda, tutt’altro. Mi sembrano “fuori luogo”, fuori contesto. Intanto mi viene da ripensare alla polemica portata avanti dalla stampa femminista, al tempo dei fatti, che insisteva molto sul grado di morbosità e compiacimento dimostrati dalla stampa, che – pur condannando l’accaduto – continuava implicitamente a riprodurre una immagine degradata della femminilità.
Per Loredana: sono il “caso sociale” che hai conosciuto in una delle tue presentazioni (bari, convegno delle letterate), come vedi il tempo passa ma non smetto di essere arrabbiata.
Federica scrivi: “… grado di morbosità e compiacimento dimostrati dalla stampa, che – pur condannando l’accaduto – continuava implicitamente a riprodurre una immagine degradata della femminilità.”
Nell’immagine secondo me non c’è morbosità, ma c’è il racconto della morbosità di allora. Che è diverso.
Guardate che questa discussione somiglia molto a quella che ha coinvolto “Prima i piedi” di Kippenberger. Lì lo sguardo si fermava sulla rana crocifissa, che veniva giudicata blasfema, quando il messaggio era esattamente l’opposto.
Andrea, discutendo, con molta fatica, su altri blog, viene fuori che davvero quell’immagine è disturbante per molte donne, mentre dagli uomini viene vista in modo diverso.
Drammatico constatarlo, ma è così.
“Seconda domanda: un fumetto (o un libro, o qualsiasi altro oggetto narrativo) deve arrivare a tutti o soltanto a quelli che possiedono i mezzi per decodificarlo?”
Rispondo io! Secondo me deve arrivare a più gente possibile, e soprattutto quando si tratta di opere di impegno civile, devono essere scritte per arrivare oltre la propria cerchia.
Però è l’autore che alla fine ha l’ultima parola, e se pensa che la sua scelta espressiva sia quella giusta, quella resta. Cioè, va bene cercare un linguaggio universale, però senza cedere alla tirannia del pubblico, quando c’è.
Federica, le figure rappresentate sono sensuali solo per un malato di mente: sono la fantasia (purtroppo realizzata) di potenza di tre criminali. Come si puo’ pensare che quelle siano figure sensuali? Non si tratta di proporre una immagine degradata della femminilità: si tratta di mostrare un punto di vista MALATO su quello che è successo.
Un punto di vista maschilista? certo: quello dei tre bastardi. Quello è il punto per me. C’è condivisione, glorificazione? direi proprio di no. Implicita riproduzione di una degradazione? quindi anche un quadro sugli orrori di una guerra è una implicità accettazione della stessa..
Per lalipperini: prima domanda: e chi lo sa? Forse perche’ avete una sensibilità simile. MA non vuol dire che abbiate colto nel segno necessariamente (ovvio: riguarda pure me).
seconda domanda: ogni opera non deve arrivare necessariamente a chiunque, ma credo che ogni opera abbia il dovere di esprimere qualcosa avendo come primo referente la sensibilità del creatore. Abbiamo capito: l’immagine non è piaciuta e ovviamente viene legittimamente criticata. E’ stata forse anche maleinterpretata.
Quello che criticavo erano passaggi del dibattito in cui si trasportava tale critica verso il fumetto tout court, che essendo medium per me è neutrale. Chi ha detto che se una storia è a fumetti, aLLORA è sicuramente buona?
in generale mi pare ci sia da parte di tutti una tendenza a confondere un po’ le acque pur di dimostrare la propria tesi.
Scusa Loredana, è dal primo messaggio che dico che l’immagine è oggettivamente disturbante.
Disturba anche me.
Però sto cercando di evitare l’equivalenza automatica disturbante = cattiva cosa.
Per dimostrare che non è così, ho dato una lettura della copertina che a me non pare affatto un artificio.
Mi piacerebbe che passasse Ambu per dire la sua. In casa editrice gli hanno girato la mail.
Ciao Andrea
Come sempre esprimi rilfessioni sagge 😉
Non sono d’accordo però sul fatto che l’autore abbia l’ultima parola. Lettore e autore sono controparti, ma anche complici. E in fin dei conti anche il lettore soppianta completamente l’autore nel momento in cui ne rielabora il messaggio.
La qui presente Loredana Lipperini attribuisce all’immagine al centro della polemica un significato OPPOSTO a quello che gli autori avevano voluto esprimere.
E tutto nasce dall’utilizzo di un’estetica manga (di certi manga). Che qua da noi suscita reazioni contrastanti.
A me piacerebbe che una discussione di questo tipo portasse alla fine ad un maggiore apprezzamento verso questa modalità espressiva, sempre più in sintonia con le nuove generazioni, sempre meno in sintonia con quelle precedenti. Purtroppo.
Cari maschi,
provo a fare da “medium”, visto che la discussione ha deragliato…
Dunque quando ho aperto il post la prima volta, ho visto la copertina\locandina e ho detto “Strano, perché a me pare una comune immagine da film horror con ammiccamento al softcore”. Nessun perturbamento, insomma.
Non avevo però la più pallida idea di cosa sia stato questo massacro del Circeo, anche perché all’epoca non ero di questa terra.
Sono andato a fare un giro su wikipedia e a quel punto devo dire che pur oramai passata l’effetto sorpresa ho intuito cosa avesse potuto colpire in negativo la Lipperini e le altre commentatrici.
Ora io non voglio fare il moralista, e ci sta benissimo che il target del fumetto sia anagraficamente vicino a me per cui ignaro della vicenda di nera.
Però, guardiamoci nelle palle degli occhi: onestamente le due tipe in font 8 con il sedere di fuori non sono propriamente il massimo della rappresentazione possibile. Tutt’altro. Poi ci sta che nella storia interna tutto sia un omaggio accorato alla memoria delle due ragazze. Però da fuori tutta la simbologia nazi\fasci con le tipe bianche pure, regge pochissimo (per carità sempre legittima).
Noi possiamo qui disquisire per ore che in realtà le intenzioni dell’autore erano diverse e che in realtà è una cover normale senza niente di eccezionalmente ambiguo.
Resta il fatto che diverse commentatrici oltre la boss hanno sentito un forte disagio a vedersi spiattellate le due fanciulle in quella maniera. Anche io concordo che se le avessero tolte, aggiungendo che so io due gambi di rose con sole spine, forse quel disagio non sarebbe giunto.
Pur non avendo avuto la reazione delle signore, beh razionalmente possiamo dire che il grafico poteva impegnarsi parecchio di più sulle due ragazze, e mi viene da chiudere che abbiano ammiccato veramente ad un pubblico come me, all’oscuro dei fatti.
ma quindi se ci fossero state due donne vestite di tutto punto, sicure di se, il poster sarebbe stato migliore? se si, su che basi?
Che c’entra ora “vestite di tutto punto e sicure di sé”…?
Scusa non mi pare che le commentatrici né la Lipperini abbiano fatto una richiesta del genere, stupidissima, mica è un manifesto del femminismo.
Esistono le scale di grigi, o mi sbaglio?
Non mi sembra che abbia senso una dialettica maschi / femmine.
Però, scrivevo altrove, non va sottovalutata la sensibilità di una donna, se si vuole esprimere partendo dall’esplicitazione di questa identità, di questa differenza.
La mia opinione l’ho già espressa. Ma se ad un certo punto prevarrà un’opinione diversa, chi di dovere ne dovrà tenere conto.
Come pure nel caso contrario, come spero.
Temo di no, Ekerot. Addirittura qui si sostiene che io non accetti l’estetica manga 🙂
Per non parlare di quel che sta avvenendo su altri blog, dove la qui presente è stata accusata di difendere un’estetica Harmony e di essere bigotta-moralista-frustrata-femminista-isterica etc. etc.
Dico una sola cosa, che ho sostenuto anche dall’altra parte: se ogni volta che si tocca un autore italiano di fumetti la reazione è questa, non è un bel leggere.
Sono entrata a “curiosare” su questo blog dopo aver letto “ancora dalla parte delle bambine”…spinta dalla lettura, che per altro mi ha stimolato un’infinità di altre sensazioni, mi sono quindi imbattuta nella raccapricciante immagine della prima pagina di un fumetto. Non uno qualunque, non dylan dog, né diabolik, nulla di fasullo…ma qlcs di infinitamente reale e, permettetemi, di cattivo gusto. Qui non vedo arte così come non vedo denuncia…vedo solo l’immagine di tre animali in primo piano, con un atroce sorriso di scherno che fa rabbia, vedo le sagome di due donne, due donne che, non scordiamolo mai, hanno subito una violenza inenarrabile. Eppure in questa immagine, tutto ciò che di esse scorgiamo è il corpo, nudo e formoso…chissà perchè….perchè non si notano i loro visi, perchè pur racontando di una violenza l’orrore si descriva solo con l’immagine di un corpo nudo. E non m’importa che le pagine interne siano diverse, quello che offende sta nella copertina…nella pagina cioè che ha il compito di attrarre il lettore.
Mi pareva che il problema fosse la rappresentazione degradante delle donne in quella situazione. E allora ho chiesto se ci fossero state donne vestite se il problema sarebbe satato presente o meno…Non mi pare una domanda fuori dal mondo.
Io non ho avvertito questo tipo di critica, o quantomeno non posta così.
E’ l’impatto generale della locandina a generare in molti delle perplessità, per me “razionali” per altre\i anche emotive.
Quindi boh? Forse vestite avrebbe dato meno fastidio. Ma dipende. Andrebbe visto il risultato. Magari a dare fastidio è la loro posizione nello spazio, quel gesto, oltre che il character design delle due ragazze.
T’ho detto, a me così senza sovrastrutture sembrava un film horror italiano anni ’70…
anzi thriller…
Mi scusi, ma a chi si riferisce?
“Addirittura qui si sostiene che io non accetti l’estetica manga ”
A me per caso?
Nel caso, non ho sostenuto quanto lei crede.
Che fatica:
“E tutto nasce dall’utilizzo di un’estetica manga (di certi manga). Che qua da noi suscita reazioni contrastanti.”
A parte il fatto che a mio modestissimo parere l’estetica manga con quella copertina non abbia niente a che vedere, come altro dovrei interpretare qualla frase?
Lo copio e incollo qui, quello che ho scritto sul blog di Recchioni.
Quindi se parlo rivolto a lui, nel testo, è perchè non ho il tempo per riscrivere tutto. Spero che sia utile a capire alcune cose.
Segue il copiato:
Io sono un autore di fumetti.
Ho trattato la volenza più volte, nelle mie storie. Nell’ultimo mio libro racconto il tentativo di violenza sessuale messo in atto contro mia sorella, in una camera dove ero anch’io, bambino. Quindi so benissimo di cosa stiamo parlando.
In passato ho sbagliato a rappresentare la violenza. Non me ne compiacevo neppure allora, ma semplicemente non riflettevo abbastanza. Ora lo faccio. Molto seriamente.
Mi dispiace Roberto, ma secondo me hai preso una cantonata.
Dire di “aver paura” di persone come la Lipperini non ti fa onore. Io ho paura di chi non vede e non discute il mio lavoro. Di chi lo prende sottogamba. Non di chi lo critica. Ma sticazzi. Non è questa la cosa importante.
La questione, al di là di tanti ragionamenti, credo che sia formale.
Nel racconto a fumetti abbiamo pochi mezzi: ritmo, parole, disegno, montaggio.
Ecco, questi mezzi sono la nostra lingua e il modo in cui si utilizzano sono la nostra morale (non ho paura di usare questa parola) la nostra etica e la nostra visione delle cose.
A me quella copertina fa incazzare. Perchè la forma è debole, superficiale e credo che non trasmetta una reale partecipazione all’evento trattato.
Non basta dire “faccio un fumetto a tema sociale” per sentirsi a posto. C’è la forma.
E se la forma non riesce a distaccarsi dalla visione delle due gnocchette abbracciate e dall’idea dei demoni con la maschera, allora vuol dire che il lavoro di riflessione fatto sull’argomento è stato debole.
Non conosco il lavoro di Ambu e non mi permetto di giudicarne il talento. Do per scontato che ce ne sia, e molto. Però davvero, ragazzi, quando si racconta con i disegni, si deve fare un passo di consapevolezza ulteriore.
da disegnatore che racconta cose anche dure mi fa incazzare il riccioletto dei capelli, per dire quanto sono pazzo..
Però in questo lavoro quello che si esprime lo si esprime con la forma e con le scelte a questa collegate.
Essendo che ho pochi nemici devo dire che questo deficit di consapevolezza io l’ho trovato in molti lavori editi da Beccogiallo. Credo che dipenda dal fatto che si prendono dei ragazzi giovani e li si fa raccontare di cose che sanno poco o che, comunque, hanno “sentito” poco nel profondo.
Perchè si può conoscere un evento leggendo le notizie relative, ma per “sentirlo” il processo è molto più complicato.
Ma non voglio generalizzare.
E poi, ragazzi, si può pure smettere di fare un esame di storia del fumetto a chiunque voglia esprimere un parere. Io non sono uno chef, ma se mi metto in bocca una cosa che mi fa schifo, la risputo.
Niente caste, ne eletti. per favore. Anche perchè mi troverei in grosse difficoltà e non potrei più esprimere pareri su niente, immagino, al di fuori del fumetto e della sua forma, come ho appena fatto.
Esattamente quello che ho scritto: il punto è la reazione all’utilizzo di un modello. I manga sono tantissimi e anche diversissimi. Quella locandina ne cita alcuni. In quel contesto, ecco le reazioni. Reagire ad un’immagine non implica il rifiuto di uno stile.
Intanto, di là, l’intervento di Gipi ha consentito un bel salto di qualità del dibattito. Sarebbe il caso di approfittarne, non come supporto per le proprie (presunte) ragioni. Infatti, non a caso, avevo evitato di considerare positiva in assoluto l’immagine in discussione. Perché anche le reazioni contano.
Anche se lalipperini ha le spalle larghe e nessun bisogno di essere difesa, mi sento in dovere di dire che la copertina gliel’ho segnalata io, con una mail lunedì a cui lei – senza conoscermi né di persona né in altro modo (nel senso che non sono una commentatrice del suo blog) – ha risposto subito via mail (si sarebbe informata) e martedì con questo post. Le sono grata per la serietà, per l’umiltà, per l’apertura e mi dispiace che debba subire attacchi e quel che è peggio insinuazioni (quelle magari non qui).
Una cosa che mi si è chiarita in questa discussione è stata detta da Barbieri: ci urta la debolezza delle ragazze, il fatto che rappresentarle deboli e inermi tolga loro un po’ di dignità. Penso che sia verissimo, e succede tutti i giorni negli articoli di cronaca nera, in cui nella confidenza che si prende il giornalista con la vittima c’è un paternalismo che ne sottolinea la debolezza, che la svilisce. Forse gli uomini non se ne rendono conto, perché non devono subirla di continuo.
(Un’altra cosa che urta è la faccia dei tre; forse non sarà demoniaca, ma certo è ammiccante, furba, neanche fosse la copertina di Lupin.)
Sono d’accordo: e ringrazio Gipi per il suo intervento.
I modelli, a mio umile modo di vedere, sono fondamentali: ma ribadisco che qui stiamo parlando non di fiction, ma della narrazione di qualcosa realmente accaduto.
A me, MicGin, vengono davvero i brividi quando leggo reazioni tipo “e che, doveva disegnarle culone taglia 44?”. E non perchè non abbia senso dell’umorismo o perchè pensi che i nudi vadano censurati. E’ la riduzione a corpi (oltretutto valutati sulla base della loro gradevolezza) che mi atterrisce, letteralmente.
Non aver tenuto conto di questo, in tutta onestà, è qualcosa che deve far riflettere. Senza voler crocifiggere gli autori, la sensazione finale (probabilmente non imputabile a chi ha scritto o disegnato la storia) che si ottiene dalla locandina è che si sia fatto leva sul lato pruriginoso della vicenda.
Bene. Mi sembra che ora la discussione si stia incanalando nei binari giusti. Penso che gli autori (e la casa editrice) possano riflettere su tutto ciò. Il discorso della violazione del corpo mi sembra molto serio e importante. Infatti il maschio ha con il proprio corpo un rapporto di solito completamente diverso.
Però, appunto, si eviti di crocifiggere gli autori che anzi avevano propositi altri da quelli ipotizzati.
Questa volta c’è stato un fraintendimento nella comunicazione che ha interessato alcune sensibilità.
Ci si venga incontro, in modo che possano crescere autori e lettori insieme.
Amen
😉
non ho ancora letto il libro, ma la copertina mi sembra molto banale, e non perché lo dice Gipi molto meglio di me, soprattutto se si pensa alla vicenda a cui si riferisce, non finita quando hanno preso gli autori di quel misfatto (e uso un eufemismo), ma protratta per decenni sconvolgendo la vita delle vittime che mi riesce difficile immaginare nel modo in cui il disegnatore le ha ritratte. Ha ancora perfettamente ragione Gipi quando dice che ci sarebbe voluto uno scatto di consapevolezza (o di pietas, aggiungo, nel senso originario del termine) nell’impostarla. Magari il fumetto, inteso come la storia che sta dietro quell’immagine, sarà invece ottimo (come spero), ma la copertina, scusate, proprio no. Ferma restando la buona fede degli autori, ovvio.
gipi, ma non si tratta di fare un esame di un fumetto. Pero’ permettimi pure di dire che quando si pensa che un fumetto sia un mezzo espressivo codificato in certo modo (magari pedagogico e politically correct), si possa anche dire che il fumetto puo’ essere usato in un altro modo. Che poi nessuno in effetti sta parlando del fumetto di cui sopra, ma solo dell’illustrazione.
Parlando di fumetto, ho trovato bellissimo il modo in cui hai reso in LMVDM la tentata violenza , e quella specie di velo che il bambino/tu si trova a sovrapporre all’esperienza.
Eppure a me l’iimagine di Ambu è piaciuta molto: l’ho trovata densa, polarizzata certo. Come detto rappresenta per me la volontà di potenza di quelle tre bestie. Continuo a rimanere sinceramente sorpreso quando si pensa che quella sia una immagine che occhieggia all’erottismo: mi pare si tratti semplicemente della raffigurazione della fantasia dei tre…
Forse la mia è una sovrastruttura? anche la mia è una fantasia maschilista?
Forse la discussione si è incartata su troppi temi paralleli.
E editori, soprattutto. Se posso permettermi, MicGin, la polemica contro gli autori intrapresa da crudelissima giornalista anti-fumettisti non l’ho voluta io 🙂
Altro discorso sugli editori. Sul blog di Recchioni, nei commenti, sono state postate le altre proposte di cover. Mi permetto di linkare anche io
http://fabianoambu.blogspot.com/2008/11/silenzi.html
Temo che la scelta fatta confermi i dubbi qui espressi sul fatto che sia stata scelta la strada più ammiccante.
Spero che la discussione si areni e si possa passare ad altro.
Anche perché c’è chi legge i post di tutti e poi esprime i propri pareri in modo costruttivo (l’intenzione almeno è quella) argomentando anche in modo tecnico al fine di far avanzare la discussione. E molti che invece non fanno che inveire perché tanto, si sa, su internet non ci si guarda in faccia; ma al mio paese certe espressioni sono insulti che dovrebbero mettere in severo imbarazzo i loro estensori, perché li disonorano. Sarebbe ora che si maturasse nell’esprimersi su internet facendo mente locale che al di qua del video ci sono sempre persone in carne e ossa.
Marco Pellitteri
IN ITALIA 6 MILIONI 743 MILA DONNE TRA I 16 E I 70 ANNI SONO STATE VITTIME DI VIOLENZA FISICA O SESSUALE NEL CORSO DELLA VITA . (Istat)
NEL 2007 SONO STATI DENUNCIATI 13 STUPRI AL GIORNO (solo il 5% delle donne denuncia la violenza).
Si è scatenato un delirio contro Loredana Lipperini? Tra fumettisti e femministe? Tra appassionati di manga e appassionati di pittura neoclassica? Tra il partito del cioccolato e quello delle aringhe affumicate con la cipolla?
Sono volati termini assurdi, paroloni e frecciatine.
Queste sono le vere superficialità.
Usare il termine ‘femminista’ come un insulto, senza sapere nemmeno di cosa si stia parlando. Lo sapevate che ci sono femminismi diversi tra loro? E lo sapete che cosa vuol dire sessismo?
E qualcuno di voi si è mai chiesto da quanti stereotipi impliciti siamo invasi/e e siamo resi/e prigionieri/e “NOI” “ARTISTI/E” “BORIOSI/E” E “ARROGANTI” che pensiamo di poter esercitare la nostra creatività LIBERAMENTE?
“Non esiste possibilità di scrivere, filmare, fare televisione senza essere manipolati.” (Claire Johnston / Cinema delle donne come contro cinema). Questo vale anche per le arti grafiche, ahimè, mi spiace dirvelo, ma è proprio così, cari predicatori della libertà (la vostra).
Qualcuno di voi ha mai pensato al significato delle parole “responsabilità e onestà intellettuale”?
Ben pochi sono entrati nel merito dei CONTENUTI e della FORMA (visto che la FORMA è SOSTANZA). Uno tra questi è Marco Pellitteri. Grazie, bravo.
Io vorrei dare il mio piccolo contributo entrando nel merito dell’argomento STUPRO, così magari vi indignate sulle cose serie, e non su un commento legittimo tipo ‘MI PIACE’ o ‘NON MI PIACE’ (l’arte, la copertina, il fumetto, la letteratura, il mare, la montagna, gli spaghetti…).
C’è da dire che è una cosa buona che i maschi finalmente comincino a riflettere sullo stupro, visto che sono loro a compierlo. E se fosse proprio una copertina (bello o brutta, opportuna o inopportuna) a far cominciare questa riflessione, perchè no? Quanti e chi sono i carnefici di questi 6 MILIONI 743 MILA DONNE vittime di violenza? Che libri leggono? Che fumetti preferiscono? Guardano la televisione? Cosa fanno? … … …
(a me comunque la copertina non piace per niente)
Ragazzi, mi pare di sognare.
Di solito mi esprimo sui blog con un contorno di “a mio avviso”-“mi pare”-“io penso”, perchè il dubbio lo trovo sempre salutare.
Stavolta c’è poco da dubitare: quella copertina E’ ripugnante. E lo spiego dal punto di vista di un uomo:
1) Lo è perchè perchè quelle figurine di donne sono SEXY, ma che purezza e purezza! Io preferisco quella di destra, che ha la posa più accattivante. Una copertina così mi va benissimo per un fumetto erotico, mi piacciono i fumetti erotici, ma il delitto del Circeo di erotico non ha nulla e non lo deve nemmeno suggerire!
2)In base a tale copertina mi ASPETTEREI che il seguito sia all’altezza, cioè se compro il libro, immagino di trovare all’interno altre figurine come quelle, magari in contatto più esplicito con i 3 mostri , e se non ci sono mi sentirei fregato!
3)E’ evidente quindi che il contenuto della copertina mira a solleticare gli istinti SADICI sempre ben presenti nell’animo maschile (le donne non so), operazione lecita in un fumetto sadomaso, ributtante quando si finge di fare della cronaca su un’avvenimento così turpe, purtroppo reale e si parte col sadismo. Per dovere di cronaca? Ma và…!
4)Gli autori non avevano quest’intenzione? Che sono, fessi? Non sanno che con una copertina così morbosa ed eccitante il libro VENDERA’ DI PIU’? Lo sanno, che non lo sanno? Lo sanno…
5)Del contenuto non mi frega nulla, qui si giudica l’immonda copertina, poi l’interno può essere tutto l’opposto, e magari lo sarà.
Ora delle due l’una: o io sono un malato che appena vede due silouettes nude si mette a sbavare infoiato (e può darsi) o tutti gli uomini che incredibilmente approvano questa copertina fanno esercizi intellettualistici (e quanto complessi e raffinati!) per difendere l’indifendibile. Il movente? Mi rifiuterei di credere a un rigurgito di maschilismo, ma non so che altro pensare, mah…
Quindi, per una volta appoggio pieno alla Lipperini (che deve subire anche accuse assurde oltre che becere) e condivisione totale degli interventi di Donata Cucchi, il mio è ben più rozzo ma proviene dal campo “nemico” (roba da matti!).
Di solito ho poca simpatia per il femminismo militante ma questa vicenda mi dà da riflettere.
Scusa, Artista… a me interessa sapere chi e quanti sono i carnefici delle innumerevoli vittime di violenza. Di quello che leggono, di quello che preferiscono, dei programmi che guardano… no grazie, non mi interessa. Perchè, per me, il passo per identificare quei libri-fumetti-film con i criminali che li guardano, sarebbe brevissimo, e non sarebbe giusto.
Ho letto tutto, e mentirei se affermassi di trovare incredibili certi partiti presi, certe difese d’ufficio, certe etichette e categorizzazioni. Mentirei, perché tutto questo è credibilissimo. Succede ogni volta che qualcuno, con un semplice colpetto d’unghia, raschia via un po’ di patina da quieto vivere e da “va bene tutto”. Nautilus, qui sopra, si è espresso come mi sarei espresso io. Questa copertina mi fa schifo, come fa schifo a Loredana e ad altr* che sono intervenut*. Mi fa schifo il sorrisetto compiaciuto e maligno dei tre assassini fascisti del Circeo. Mi fa schifo l’invito sottaciuto a immedesimarsi con gente come il repellente Angelo Izzo. Mi fa schifo la posa rilassata e strafottente perché mi fa venire in mente l’impunità di cui ha goduto Ghira grazie alle reti di protezione dell’internazionale nera. Mi fa schifo la disinvolta eleganza di quelle tre figure. Mi ripugna la posizione dominante e troneggiante dei tre sulle due ragazze nude (che non hanno volto, non hanno identità, sembrano essere carne e basta). Mi fa cagare tutto, di questa copertina. Tutto.
Vedo questo flaming solo ora, cara Loredana, e sono triste.
Mi sento anch’io – come te, come le altre donne che si sono già espresse – offesa, ferita dall’immagine, e mi rattrista che i suoi autori – che non conosco – non abbiano riflettuto innanzi tutto su questo: l’immagine non racconta mondi fantastici, racconta qualcosa che è tragicamente successo.
Non vale fare appello alla lettura dell’intero fumetto, né alla conoscenza del genere fumetto, né alle discussioni accademiche sui fumetti: quell’immagine circola isolata e come tale parla a tutti, anche a gente che di quel fumetto (e di fumetti in generale, magari) non sa nulla. Come tale induce cattivi pensieri, crea terribili suggestioni, ma soprattutto conferma rappresentazioni stereotipate di uomini violenti e donne vittime. In questo senso non stimola la critica, non prende le distanze, non produce riflessioni, ma si limita a confermare qualcosa che sarebbe meglio non confermare mai: l’idea – ancora, ancora e ancora, sempre quella – che l’uomo sia violento e la donna vittima della sua violenza. Vogliamo cominciare a cambiarla, questa maledetta idea?
Non importa cosa ci sia dopo, non importa cos’altro abbiano fatto gli autori di quell’immagine: essa parla da sola, come spesso accade a molte immagine della cosiddetta civiltà delle immagini. E parla così, purtroppo.
In questo senso, trovo splendido il contributo di Gipi.
In questo senso, esprimo il massimo sostegno e la massima solidarietà a Loredana. E spero solo – non solo per lei, ma per tutti – che questa brutta discussione si spenga presto.
già…se volete farvi le seghe comprate caballero
Fabrizio. Rispondi tu alla mia domanda. Come mai le lettrici di sesso femminile, almeno quelle che hanno commentato qui, hanno avuto la mia stessa reazione?
Hai presentato la notizia con un’interpretazione. Ti hanno commentato seguendo la tua stessa interpretazione.
Se avessi pubblicato la locandina e avessi semplicemente chiesto “cosa ne pensate?”, le risposte sarebbero state diverse.
Seconda domanda: un fumetto (o un libro, o qualsiasi altro oggetto narrativo) deve arrivare a tutti o soltanto a quelli che possiedono i mezzi per decodificarlo?
Mi viene il dubbio che tu non legga quello che scrivo.
I fumetti hanno un’estrema facilità ad arrivare a tutti coloro che hanno un’ alfabetizzazione iconografica minima. Vedi cartelloni pubblicitari appesi ovunque.
Chi è abituato a leggerli è ancora più facilitato.
Certo che se uno presenta in un blog un’ interpretazione errata, può essere che quella diventi improvvisamente quella maggiormente riconosciuta.
Tipo invertire i gradi di importanza nella composizione di un’immagine.
Siamo a posto adesso?
O dovrai ripetermi la stessa domanda per altri quindici commenti?
Fab
insomma se io dico che quelle donne cosi proprio perche’ sono carne, proprio perche’ non hanno identitaà, rendono forte quella copertina. Perche’ quello è come i tre vedono le donne: carne da macello. Quello che è uno stupro: abuso di carne. Chi stupra vede persone secondo voi? E secondo voi quegli autori hanno voluto esaltare questo?
MA davvero si pensa che poiche’ ci sono quelle due tizie , il libro venderà?
Mi ritiro in buon ordine. MA rivendico anche questa interpretazione della figura
da alfabetizzato minimo, dico che non è vero.
Ho visto la copertina prima di aver letto il giudizio, e ci ho visto la stessa cosa.
Sono maschio, e mi ripugna.
Devo ripeterlo per altre quindici volte?
Rispondendo a WuMing1:
Questa copertina mi fa schifo, come fa schifo a Loredana e ad altr* che sono intervenut*. Mi fa schifo il sorrisetto compiaciuto e maligno dei tre assassini fascisti del Circeo. Mi fa schifo l’invito sottaciuto a immedesimarsi con gente come il repellente Angelo Izzo. Mi fa schifo la posa rilassata e strafottente perché mi fa venire in mente l’impunità di cui ha goduto Ghira grazie alle reti di protezione dell’internazionale nera. Mi fa schifo la disinvolta eleganza di quelle tre figure. Mi ripugna la posizione dominante e troneggiante dei tre sulle due ragazze nude (che non hanno volto, non hanno identità, sembrano essere carne e basta). Mi fa cagare tutto, di questa copertina. Tutto.
Concordo in pieno. Per questo dico che la copertina funziona. E’ stata concepita proprio per quello STRANIANTE e CONTRASTANTE motivo.
Fab
E’ assurdo leggere in quella copertina intenzioni “di denuncia”. Straniante… Contrastante…
E’ apologetica, e in modo nemmeno sottile.
E’ apologetica e non mi va di girarci intorno. La avverto come tale, mi arriva quell’apologia con forza e senza sfumature, e lo dico.
A me invece fa abbastanza schifo la volontà di alcuni interventi di ridurre il tutto a “se ti piace questa copertina, approvi le violenze sessuali”.
Mi fa schifo l’attribuire idee e posizioni ripugnanti a determinati autori senza aver letto la loro opera.
Mi fa schifo vedere chi dissente da questa posizione (e non tutti hanno usato dei termini maleducati o insultanti) come un allegro club di maschiacci che si danno pacche sulle spalle inneggiando ai “tre bravi ragazzi” che, senza alcun dubbio, anche per noi hanno meno dignità di un cane bastardo.
Gipi ha fatto un intervento sensatissimo. Loredana Lipperini, per quanto non sia palesemente d’accordo con lei, ha avuto le palle di continuare una discussione a tutti i costi, anche in luoghi a lei “scomodi” come il blog di Recchioni. Altra gente, per me, per dirla alla Monthy Pyton, è andata a noleggiarsi una barba finta pur di scagliare qualche pietra.
io esprimo invece solidarietà a Ambu, che nel post sul blog di rrobe fortifica la mia convinzione. Sarà assurdo , wuming e gnurant, ma io preferirei dire che voi lo percepite come assurdo e apologetico : non è detto che necessariamente lo sia (viste anche le dichiarazioni dell’autore).