#APPLY194: UNA SEMPLICE DOMANDA

Io conosco ginecologi obiettori. Di un paio sono amica, anzi: e so che la loro scelta non è dovuta al desiderio di fare carriera ma alla propria fede religiosa. Dunque, personalmente, non è sulla scelta personale che voglio intervenire.  Su quella che spetta a ogni donna, invece, sì.
Perché c’è un punto in cui due diritti (quello della persona di fede, quello di colei che non ritiene di dover diventare madre) vanno a scontrarsi: ed è, come sapete, l’applicazione della legge.
Una legge non perfetta, questo sia detto e ribadito: lo fa Femminismo a Sud ricordando la fragilità di un meccanismo che permette il moltiplicarsi del numero di obiettori. “La legge 194 – ricorda Chiara Lalli – è svuotata dall’interno e quell’obiezione personale sta diventando una obiezione strutturale (sebbene l’articolo 9 affermi che il servizio debba essere sempre garantito: tuttavia solo nel Lazio in 10 strutture pubbliche su 31 non si eseguono interruzioni di gravidanza)”.
Cosa dice l’articolo 9? Questo:
“Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalita’ previste dagli articoli 5, 7 e 8. La Regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale”.
E’ esattamente questo che non avviene.
Dunque, cominciamo dal passo più piccolo, mentre si preparano quelli più grandi.
Quando andrete dal vostro ginecologo, chiedetegli se è obiettore. Non importa quali siano le sue motivazioni: se sincere oppure dettate da opportunità. Chiedeteglielo, e poi pensateci su.
Magari dopo aver letto le vecchie parole di Danilo Dolci (colui che mise in atto, oltre cinquant’anni fa, uno sciopero alla rovescia):
“A chi obietta che finora nella storia non sono stati possibili cambiamenti strutturali con metodi nonviolenti, che non sono esistite rivoluzioni nonviolente, occorre rispondere con nuove sperimentazioni per cui sia evidente che quanto ancora non è esistito in modo compiuto, può esistere. Occorre promuovere una nuova storia”.

3 pensieri su “#APPLY194: UNA SEMPLICE DOMANDA

  1. la storia attualmente la stanno facendo i bastardi che hanno messo in conto di fare,eventualmente,qualche mese di galera pur di perpetuare per il proprio tornaconto personale un sistema di valori sbagliato alla luce della morale universale.Al giorno d’oggi non c’è più tanta gente che non ha problemi,se proprio le circostanze non consentono alternative,a correre il rischio di essere arrestati mettendo a repentaglio un’onorabilità di facciata in cambio di una società compiuta fatta di persone disegnate meglio(Cristo perchè danilo dolci è morto?)

  2. qualche anno fa, in una regione italiana, la moglie di un ministro disponeva le assunzioni dei medici negli ospedali, come se gli ospedali fossero, “casa sua” le intercettazioni telefoniche fecero conoscere all’Italia i metodi di collocamento di puro scambio che usava questa signora.
    guarda caso in quella regione abbondano i medici obiettori di coscienza.
    l’obiezione di coscienza è diventato un problema drammatico perchè è diventato il rispetto solo per uno dei due diritti, per attuare il quale non si “vede” la soppressione dell’altro diritto, non solo l’obiezione di coscienza offende la donna in quanto tale, non le si perdona: vivere con valori propri.
    averardo

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