James Holden (nato il 30 BXT, before extrasolar technology). Se diamo per assodato, e qui lo si fa, che la narrazione letteraria influisca sul nostro immaginario e possa, Valerio Evangelisti alla mano, addirittura ribaltarlo, scelgo James Holden come personaggio pacifista. Per chi non lo conoscesse, l’invito è di fare una visita a Montelago Celtic Festival, che è imminente (4,5,6 agosto) per ascoltare la lectio di Vera Gheno
Holden è il protagonista di The Expanse, saga in nove volumi, pubblicata in italia da Sergio Fanucci, a firma di James S. A. Corey, pseudonimo dietro il quale ci sono Daniel Abraham e Ty Franck, già collaboratori di George R.R. Martin.
La sua storia nasce in un complicato equilibrio nell’intero sistema solare: nel XXIV secolo, la Terra è una vecchia potenza, che ha dalla sua il maggior numero di armi, mentre l’ex- colonia, Marte, è ormai una Repubblica Congressuale indipendente e ha armi più sofisticate. In mezzo, la Cintura, ovvero la fascia di asteroidi cui sia Terra che Marte attingono per le risorse. Ma i cinturiani ne hanno poche, respirano aria e bevono acqua riciclate. Il loro sfruttamento, come si immagina e come avviene, porterà a una radicalizzazione di una larga parte della popolazione.
James Holden prova a fermare ogni guerra, e ne incontrerà parecchie. E’ un trasportatore di ghiaccio, sembra disinteressato, ama il caffè e i viaggi. Ma la nave su cui si trova, la Canterbury, viene distrutta da un nemico ignoto, e da quel momento Holden diventa un mediatore di pace. E’ cresciuto leggendo Don Chisciotte, ed è utopista quanto basta, anzi, utopista fino alla fine: ha solo tre membri dell’equipaggio con sé, che inizialmente non si fidano nemmeno troppo e infine formeranno quello che King chiamerebbe un Ka-Tet. Ma nell’ostinata, continua, ricerca della pace Holden riuscirà a ottenerla, e a realizzare quello che nessuno, nella galassia, avrebbe immaginato. La ottiene perché non vuole essere un leader, ma creare una comunità.
Come scrive proprio Vera Gheno qui,
“In questo tutti-contro-tutti che si esprime tramite ostilità diffusa, sfiducia, episodi sparsi di intolleranza, oscure trame politiche, aggiungiamo infine due elementi: un equipaggio misto (umani, marziani, cinturiani), che convive destando a sua volta sospetti in chi incontra il suo vascello, battezzato Rocinante (in italiano Ronzinante, il cavallo di Don Chisciotte nel romanzo di Cervantes), e lo xénos, l’alieno in una delle sue forme più terrificanti: non un mostro, ma una molecola ignota, imprevedibile, apparentemente potente e incontrollabile, con un’agenda talmente lontana da quella degli esseri umani da considerare questi ultimi al massimo come dei moscerini irrilevanti. Un’alterità con la quale non ha senso misurarsi secondo intenzioni o volontà umane, che quindi non è facilmente identificabile né come ostile né come amichevole, semplicemente perché i suoi movimenti si misurano su una scala infinitamente volte più grande, duratura e complessa dell’umanità intera.
In questo scenario politicamente e socialmente turbolento, nel quale una delle vie per la salvezza sembra celarsi ancora una volta in un’alleanza universale, che vada oltre le differenze di vedute, si muovono i nove libri della saga di The Expanse”.
Ancora una volta, un noi.