BIBLIOGRAFIA DISARMATA: LLUISA VIDAL I PUIG

Lluïsa Vidal i Puig (1876-1918). Ognuno con quel che ha, ognuno secondo quel che può. Ci penso, in questi giorni, alle cose che si possono fare e dire nei giorni di guerra. E intanto, almeno in apparenza, diminuiscono le euforie iniziali e le divisioni. Forse, perché è impossibile fare qualsiasi previsione in questo momento. C’è una cosa che possiamo fare, ancora una volta forse. Usare quel poco che sappiamo  per suscitare meraviglia, per portare incanto, mettersi a disposizione per parlare di pace.
Pochi conoscono, suppongo, la storia di Lluïsa Vidal i Puig, catalana, figlia di ebanista, educata all’arte da suo padre e dagli amici di famiglia. Divenne pittrice. Studiò a Parigi, dove entrò in contatto con le femministe francesi. Tornata in Spagna, si unì alla Biblioteca popolare delle donne e all’Istituto culturale per aiutare le ragazze della classe operaia a studiare.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, lotta per la pace, entra nel Comitato pacifista femminista, uno dei molti che hanno provato a pronunciare parole diverse, a spiegare che non è vero che la guerra è il nostro mito di fondazione, ma è solo quello più raccontato.
Morì nell’epidemia di spagnola, a 42 anni, senza conoscere l’altra guerra.
E’ poco? No. Non lo è affatto.

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