Diciamo che una scrittrice che mi lascia perplessa parla di un fenomeno che mi lascia perplessa. Ad ogni modo, Camille Paglia su Lady Gaga (da Repubblica)
Gran parte di ciò che ha raccontato di sé non è stato confermato in via indipendente. I suoi fan si bevono senza batter ciglio le sue affermazioni più strampalate e più volte ribadite: “La musica è falsità”, “L´arte è falsità”, “Gaga è falsità”, per terminare con un “Io mento molto spesso”.
Lady Gaga sbandiera il suo legame simbiotico con i suoi fan – i “piccoli mostri” li chiama – che lei incoraggia ad “amarsi”, come se fossero oggetti danneggiati che necessitano del suo intervento terapeutico e riparatore. «Siete delle superstar! Non importa chi siete davvero!» urla loro dal palco, mentre i loro soldi vanno a finire nelle sue tasche. A una rivista ha confidato con fervore quasi messianico: «Adoro i miei fan più di qualsiasi artista mai vissuto». Dichiara di aver cambiato la vita dei disabili, rimasti elettrizzati dalla sua parodia con le grucce ricoperte di pietre preziose nel suo video Paparazzi.
Benché si presenti come la portavoce di tutti i personaggi più strani e disadattati della vita, vi sono poche prove che lo sia davvero. È cresciuta in una famiglia benestante, negli agi, e ha frequentato la stessa elegante scuola privata a Manhattan di Paris e Nicky Hilton. Vi è un divario abissale tra l´autoritratto melodrammatico che Gaga dà di sé come artista solitaria, ribelle ed emarginata e la potente macchina imprenditoriale che sovvenziona il suo look e il suo trucco e che ha fatto trasmettere le sue canzoni dalle emittenti radiofoniche in sequenza pressoché ininterrotta e pressoché ovunque.
Lady Gaga è un personaggio costruito a tavolino, e anche da poco. Alcune foto di Stefani Germanotta scattate pochi anni fa mostrano una spumeggiante brunetta dall´aspetto raggiante. La Gaga di fama mondiale, tuttavia – quella che indossa vistose parrucche e giganteschi occhiali da sole (indossati villanamente anche nelle interviste) – la si vede fare smorfiosamente la bambolina oppure cadere nel macabro, senza traccia alcuna di spontaneità. Ogni sua apparizione in pubblico, addirittura (che assurdità!) negli aeroporti – dove la maggior parte delle celebrità cerca invece di passare inosservata – è stata precedentemente studiata in ogni dettaglio, con tanto di completino sgargiante e vistoso, e i suoi capelli sono stati pettinati in modo bizzarro e quanto mai stravagante da un team invisibile di folletti.
Oltretutto, malgrado il fatto che metta in mostra interi metri quadri di pallida carne e indossi i classici orpelli dei feticisti e masochisti della prostituzione urbana, Gaga non è affatto sexy, essendo piuttosto simile a una marionetta spilungona o a un androide di plastica. Come è mai possibile che una figura così costruita a tavolino e artificiale, così morbosa e stranamente antisettica, così sprovvista di autentico erotismo, sia diventata l´icona della sua generazione? Può essere che Gaga incarni la fine ormai estenuata della rivoluzione sessuale? Con la maniacale parodia di Gaga di un personaggio dopo l´altro – esasperata, eccessivamente calcata e claustrofobica – potremmo aver raggiunto la fine di un´epoca…
Gaga ha preso in prestito così tanto e così intensamente da Madonna (come nel suo ultimo video intitolato Alejandro) che dovremmo chiederci a che punto l´omaggio si trasformi in plagio. In ogni caso, il fatto è che Madonna da giovane era tutta un fuoco, era davvero l´incontrastata erede di Marlene Dietrich. Per Gaga, invece, il sesso è più che altro decorazione, apparenza, e lei è come un falso mobile rococò realizzato in laminato. È inquietante tuttavia che la Generazione Gaga non riesca a coglierne la differenza. È la morte del sesso? Forse, lo status simbolico che il sesso ha rivestito per un secolo è andato perduto. Forse, la sua traiettoria innovatrice può dirsi conclusa…
Gaga assomiglia a una cometa, a una raffica stimolante di novità, quantunque di fatto si limiti a riciclare con determinazione e senza problemi il lavoro altrui. È la diva del déjà vu. Gaga si è facilmente impossessata di un po´ tutto, rubacchiandolo ad attori come Cher, Jane Fonda nel suo ruolo di Barbarella, Gwen Stefani e Pink, ma anche ad autentiche muse della moda come Isabella Blow e Daphne Guinnes. Le drag queen – che Gaga dichiara apertamente di ammirare – sono di gran lunga più sexy nei loro completini audaci di quanto sia lei.
Le espressioni facciali di Gaga si limitano a occhiate furtive e accigliate attraverso tutto quel ciarpame. Nei suoi filmati avvicina il suo lugubre e vacuo volto alla telecamera e a noi fa venire i brividi. È coatta. Marlene e Madonna davano quanto meno l´impressione, vera o finta che fosse, di essere pansessuali. A dispetto di tutto il suo dimenarsi e atteggiarsi, Gaga è asessuale. Andarsene in palestra in pieno giorno indossando un bustino nero, calze a rete e tacchi a spillo come ha fatto Gaga di recente non è affatto sexy, bensì sintomo di una sessualità disfunzionale.
Proviamo a confrontare le insipide canzoni di Gaga, con le loro sillabe insulse da filastrocca infantile, con il titolo e l´ipnotico ritornello della prima canzone e del video di Madonna studiati per attirare l´attenzione su Mtv, Burning Up, con tutto quel fondamentale immaginario di fuoco e la famosa proposta di fellatio, allora scandalosa. Al posto della valorosa forza vitale di Madonna, in Gaga riscontriamo soltanto un´inquietante tendenza alla mutilazione e alla morte…
Gaga tende a essere al di sopra delle sue stesse pretese di avanguardia… Vuole tutto e il contrario di tutto, essere hip e all´avanguardia ma anche popolare e universale, una che pratica lo show biz in modo fanatico. La maggior parte dei suoi devoti ammiratori pare avere scarsi rapporti o forse nessuno con personaggi travolgenti come Tina Turner o Janis Joplin, con le loro ricche personalità e la loro impetuosa passione.
La Generazione Gaga non si identifica con stili vocali potenti, perché le voci dei giovani che ne fanno parte si sono atrofizzate: comunicano senza parlare, con un flusso ininterrotto di telegrafici sms sparsi qua e là. La piatta affezione di Gaga non li affligge affatto, perché non sono sintonizzati sulle espressioni del volto.
I fan di Gaga sono isolati in una tecnocrazia globale fatta di gadget bizzarri, ma caratterizzati da una povertà di sentimenti. Le linee di demarcazione sfumano tra pubblico e privato: i reality show alla televisione si moltiplicano, le conversazioni al telefono cellulare si fanno ovunque, i segreti sono sventatamente spiattellati su Facebook o Twitter. Ed ecco, infatti, Gaga chiacchierare senza motivo alcuno della sua vagina…
non seguo lady gaga ma conosco (superficialmente) le sue canzoni perché in effetti è impossibile non ascoltarle, sono ovunque. ma il presupposto di questo articolo è che di debba esserenecessariamente “sessuali” e non capisco perché. Nell’accezione che colgo alla fine, dove questo significa proporre un messaggio opposto al messaggio autodistruttivo che Lady Gaga propone, posso anche capirlo, anche se credo ci sia qualcosa in mezzo all’opposizione sesso-morte e si possano lanciare messaggi “vitali” anche senza per forza trasudare sesso (in modo retorico e scontato, tra l’altro, con i soliti oggetti fetish, il pizzo, le giarrettiere ecc.). Ma nel resto dell’articolo non è questo che si evince, o per lo meno io evinco solo che una che si propone come oggetto sessuale, avendo le caratteristiche giuste per essere definita tale, è giusto che diventi un fenomeno mondiale anche solo per quello …bah…
Se ho capito bene il punto dell’articolo, il motivo per cui Lady Gaga è degna di un articolo di questo genere è il fatto che è il punto di riferimento della sua generazione. E direi che già questo assunto di partenza è estremamente discutibile – e comunque non sarà verificabile empiricamente che tra qualche anno, quando si vedrà se Gaga sarà davvero un successo duraturo o solo una meteora un po’ più visibile di altre, al pari di Britney Spears.
concordo con ofelia, sul valore che Paglia attribuisce a fenomeni (altrettabnto costruiti) come quello di Madonna. Alcuni suoi pezzi mi sono piaciuti nel corso di questi vent’anni, ma non perché fossero pansessuali. E concordo anche con skeight. Che Gaga rappresenti addirittura una generazione… Ho molti nipoti, fra i 14 e i 30anni, e nessuno la ascolta. Né nessuno dei loro amici. La piccola è una fan dei Beatles…
Entro nell’argomento visto che presto mi occuperò di una biografia su Madonna.
E’ facile il paragone Madonna-Gaga perché hanno un unico punto in contatto: attirare l’attenzione, far parlare di sé, scandalizzare.
Ma oltre all’aspetto puramente estetico, in Madonna è presente un percorso che si allinea perfettamente con gli anni in cui è collocato. Dal Boytoy di Maripol, all’epoca platinata di True Blue, alla ribellione dall’educazione cattolica e agli femministi di Express Yourself e What it feels like for a girl, per poi slittare sull’affermazione sessuale della fase di Sex, la redenzione di metà anni ’90, la ricerca del divino di Ray of light, il ritorno alla dance negli anni 2000.
Ora, stiamo parlando di 30 anni di carriera, 3 decadi della nostra società.
Lady Gaga è in pista da un paio d’anni, sciommiottare provocazioni balsfeme come ingoiare un crocifisso non scandalizza perché non siamo più nel 1989. Idem per la strizzata d’occhio al fandom gay, più estetica e glamour in un periodo dove l’emancipazione del pride volge verso altri fronti.
Insomma, direi che per adesso Lady Gaga è un simpatico prodotto embrionale, come sempre vediamo se si dimostrerà un’artista o si eclisserà come le precedenti Spear(s).
C’è una parte di umanità che non è ancora entrata in contatto con i flussi e i riflussi delle passate rivoluzioni sessuali, sia le collettive degli anni 60-70 che quelle individuali di Madonna.
Oppure non le ha ancora metabolizzate o le sta metabolizzando.
Per questo, Lady Gaga ha successo, anche se alle menti illuminate appare superata perché ha già fatto tutto Madonna. Ehi, ma prima di Madonna aveva già fatto tutto Bowie! E vogliamo dimenticarci di Miller? E di De Sade?
Oltre per il fatto che Gaga ha lo stesso sguardo (e approccio) annoiato e decadente di molti adolescenti attuali, indossa la stessa maschera 😉
Renzo
Dire che Lady Gaga rappresenta un’ intera generazione mi pare alquanto assurdo.
Volente o dolente le sue canzoni le ascolto, le sue foto le vedo, grazie a Dio per ora riesco ad evitare i suoi video, ma i miei nipoti no. La più grande ha 18 anni ed è una fan di Lady Gaga. Nonosante questo è una ragazza normalissima, che non va di certo a scuola con stivaloni di pelle ma con le tennis, come tutti. Smettiamola di credere che i nostri ragazzi siano tutti così suscettibili! Guardano un fenomeno e lo trovano divertente, ma finisce lì, non cercano di imitarlo nè ne fanno un modello.
Lady Gaga ha successo prorpio perchè è un personaggio appositamente costruito per macinare soldi, dov’è la novità?
In Italia si fa successo facendo leva sui facili sentimenti (tutti buonisti, davanti alla tv, poi però…), nel mondo si fa successo con lo scandalo, con il ritornello orecchiabile e con parrucche strane.
Non escludo che questa cantante possa replicare il successo di Madonna. Di quest’ultima, daltra parte, non si diceva a suo tempo quello che oggi si dice di Lady?
Trovo l’articolo più superficiale ancora della signorina Gaga. Sintetizzato dice: Lady Gaga è superficiale, non sexy, non brava, e i giovani si lasciano intortare perché sono rimbecilliti dagli sms, facebook, twitter?? E’ l’opinione – personalissima, non documentata – di Camille Paglia.
E’ l’analisi di un fenomeno questa? Mi sembra piuttosto la stessa reazione borbottante che potrebbe avere una mamma che non condivide una nuova generazione di valori dei figli.
mh..Credo che potremmo assistere tra qualche anno ai soliti comici ribaltoni degli stessi critici che in italia vomitavano improperi su Fabri fibra o Eminem,ora osannati quasi fino alla fellatio.Lady Gaga per quel poco che mi è dato da sapere è una musicista che nemmeno gioca al ribasso pur non appartenendo alla schiera di artisti che mi esaltano,capace di inzupparsi madonna nel cappuccino.E quando si taccia di superficialità o si indica ad esempio cattivo penso al momento in cui si parlerà di lei come una “mona lisa cyberpunk” da manuale,e a marcel duchamp.Au revoir
http://74.220.199.26/~xicosoft/Musica/Mp3/P/Pink%20-%20So%20%20What.mp3
d’accordissimo con tutti i precedenti. Soprattutto d’accordo con Giulia, che si può ascoltare Lady Gaga senza essere decerebrati o drogati di sms: i giovani non sono tutti scemi come pensa lei. Vorrei poi sapere cosa scriveva Paglia quando Madonna cantava “Like a virgin”, forse – come fa notare diamonds insieme ad altri -l e stesse cose che oggi scrive di Lady Gaga. In pratica, tutto il prezzo suona un po’ come un mala tempora currunt. Invece prima… .
p.s. scusate, volevo scrivere “tutto il pezzo” nel senso di articolo
Condivido perplessita’ e distacco sul fenomeno Lady Gaga.
Il suo vestito di carne agli MTV awards, poi, e’ stato una mazzata.
Del resto, il confine fra provocazione estrema o trovata pubblicitaria e’ sempre labile. Di solito e’ a distanza di tempo che si puo’ giudicare meglio.
Mi ha colpita, pero’, il suo vibrato intervento in favore della legge per i militari omosessuali in USA.
Era li’ che concionava dal palco di fronte alle truppe.
Sara’ connaturato al personaggio, sara’ strumentale, sara’ quel che volete, ma intanto era una star conclamata che stava spendendo un po’ di se stessa, del suo tempo e della sua popolarita’ per una causa qualsivoglia.
Quante delle nostre cosiddette star, per esempio, sanno fare altrettanto? L’impegno civile latita a tutti i livelli. Si preferisce vivacchiare e non disturbare mai alcun manovratore.
Per la cronaca, Camille Paglia, che anni fa scrisse un libro discutibile ma interessante come Sexual Personae (‘Arte e decadenza da Nefertiti a Emily Dickinson’), ha sempre detto meraviglie di Madonna (fin troppo) come icona di un nuovo femminismo ‘sessualmente attivo’ e differente da quello che, per esempio, negli Usa era rappresentato da Andrea Dworkin. In effetti poteva anche risparmiarsi di occuparsi di Lady Gaga ma quel che ne dice è assolutamente esatto e preciso. Del resto intendiamoci: bisogna occuparsene, dei fenomeni della cultura popolare del momento, oppure no? Oppure stabiliamo che ci si può occupare di quelli ‘buoni’ (tipo Eminem, che mi dicono essere oggi osannato da improbabili ‘critici’) e non di quelli ‘cattivi’ (tipo Lady Gaga)?
leggevo su un blog americano che l’articolo di Camille Paglia su Lady Gaga (Sunday Times) esce a vent’anni esatti dal suo articolo sul NYT, in cui definiva Madonna “il futuro del nuovo femminismo”. Oggi, il nuovo simbolo delle donne e del nuovo femminismo, per Camille Paglia, è Sarah Palin. Annamo bbène, come diciamo a Roma.
Vasility, a me non sembra proprio che ” quel che ne dice è assolutamente esatto e preciso”, altrimenti non si spiega come mai mia nipote non sia affatto “isolata in una tecnocrazia globale fatta di gadget bizzarri, ma caratterizzati da una povertà di sentimenti”
Camille Paglia non smette di sorprendere. Può stare bene che Lady Gaga sia coatta, tutt’altro che sexy, simbolo (cito) di una generazione che “non si identifica con stili vocali potenti, perché le voci dei giovani che ne fanno parte si sono atrofizzate”. Bene. Io ho 47 anni e se vado indietro con la memoria ai miei vent’anni le prime canzoni di Madonna mi suonavano falsette, patinate e cantate mediocremente. Per non parlare poi di quando Paglia dice che Lady Gaga che si è impossessata di tutto, quando sappiao che ha solo ripercorso le intuizioni di Madonna vent’anni dopo. Ma tutto ciò non mi ha impedito di ballare come una forsennata su quei motivetti di Madonna, come adesso, vent’anni dopo, non mi impedisce di ballare su quelli altrettanto insulsi di Lady Gaga. Insomma, per me la Germanotta è la versione trash di Madonna solo perché è arrivata dopo. Fosse stato il contrario, probabilmente Madonna avrebbe estremizzato Lady Gaga. Eppoi, signora Paglia: sono solo canzonette!
Buongiorno. Sono una GRandissima Fan di GaGa e vorrei tanto che questa stupida ke ha scritto l’articolo leggesse il mio commento. Allora 1 GaGa non è una bambolina Ma la REGINA DEL POP ke ha trionfato cn bn 8 premi Agli mtv VMA. 2 GaGa non ci chiama MOnster o non ci fa tutti quei discorsi solo perchè si vuole nascondere dietro di noi ma LEI lo fa perchè a Noi ci tiene. Lei forse non sa che NOI x GaGa siamo una famiglia e lei lo è altrettanto per nOI. 3 GAGA Fa MUSICA, scrive le canzoni x sè, cosa che non ho sentito mai fare da Madonna, disegna abiti x sè e tutto quello che fa LEI è PURE E SEMPLICE ARTE. <3 è inutile che scrive questi articoli perchè di certo NOI LITTLE MONSTER non cambieremo Mai idea su QUesta Donna, e ricordiamoci che LADY GAGA Resterà per SEMPRE. Lei puo scrivere quel che vuole ma non puo dire tutto quello che vuole perchè è il suo lavoro. Ma non mi scriva delle cose che non sa della sua vita. GRAZIE . I LOVE YOU SO MUCH GAGA <3
Buongiorno. Sono una GRandissima Fan di GaGa e vorrei tanto che questa stupida ke ha scritto l’articolo leggesse il mio commento. Allora 1 GaGa non è una bambolina Ma la REGINA DEL POP ke ha trionfato cn bn 8 premi Agli mtv VMA. 2 GaGa non ci chiama MOnster o non ci fa tutti quei discorsi solo perchè si vuole nascondere dietro di noi ma LEI lo fa perchè a Noi ci tiene. Lei forse non sa che NOI x GaGa siamo una famiglia e lei lo è altrettanto per nOI. 3 GAGA Fa MUSICA, scrive le canzoni x sè, cosa che non ho sentito mai fare da Madonna, disegna abiti x sè e tutto quello che fa LEI è PURE E SEMPLICE ARTE. <3 è inutile che scrive questi articoli perchè di certo NOI LITTLE MONSTER non cambieremo Mai idea su QUesta Donna, e ricordiamoci che LADY GAGA Resterà per SEMPRE. Lei puo scrivere quel che vuole perchè è il suo lavoro. Ma non mi scriva delle cose che non sa della sua vita. GRAZIE . I LOVE YOU SO MUCH GAGA <3
Intanto – non amo questo modo di scrivere di persone, mai. Ho trovato i toni disturbanti. Si dirà che è la sua cifra? La trovo un po’ grandicella per questa spocchia.
Trovo ingenua e unilaterale l’idea per cui Lady Gaga sarebbe esclusivamente un prodotto mercato disconoscendo qualsiasi soggettività ai suoi gesti; il mercato non crea personaggi sulla tabula rasa,spesso esalta e manipola tratti costitutivi della personalità. Nella salva di cazzate che dice sovente lady Gaga, non c’è solo tavolino. C’è un tavolino dove lei si è seduta e ha detto che le piacevano, che ci si riconosceva. Che erano lei. E le prove del tavolino di Paglia sono quanto di più stupido si possa leggere, e al solito psicologicamente ignorante. Si è benissimo disadattati nella buona borghesia, in america poi potrebbe venire particolarmente bene. Si è disadattati anche scopando e sorridendo nelle foto.
C’è in tutto il brano un livore poco scientifico, poco interessante che guida la necessità del commento e lo piega a se, e c’è anche una cosa molto fastidiosa – che lo inquina e che alla fine mi fa pensare: va beh, ma a me che interessano i fenomeni come Gaga e interessa avere un’analisi seria alla fine non mi stai dando niente… questa cosa fastidiosa è una lontananza generazionale, la perdita del contatto mentale con l’epoca di cui si parla.
Un po’ come quando mia madre sente QUALSIASI COSA da che ve posso di’ gli U2 a Fred Buscaglione – e immancabilmente commenta “questa qui l’avevano già cantata i Beatles” .
Lady Gaga è una dei molti attanti sul palcoscenico dell’istrionismo dei nostri tempi, ma possiede, perché probabilmente glielo hanno insegnato, la forza di attirare il suo pubblico attraverso dichiarazioni atipiche che farebbero rabbrividire chi avesse almeno un minimo di buon senso. Non è lei disadattata, né lo sono i fan, ma sicuramente questi ultimi trovano una collocazione “ideale” negli slogan da lei pronunciati o nelle scene di vita organizzate ad hoc. Lady Gaga è la per loro la prova vivente di una vita “eccezionale”, diventata tale nel giro di poco tempo. Cosa è per i fan?
Una proiezione di sé, dei propri desideri e, perché no, dei propri fantasmi interiori.
Un istrione nel palcoscenico del vuoto.
La Paglia scrive di Lady Gaga come star massimamente anerotica, mortifera, vuota e provocatrice. Prodotto di una regressione emotiva e verbale che rende i suoi mugugni seducenti anche a chi scrive. La s-ragionevolezza, l’afasia, la correttezza nel politicamente corretto. Insomma un mostro che ci piace, che ci deve piacere, senza distinguo e perplessità (lei non la ascolti realmente, ma se ne può più, almeno in Italia, di Gaber o di André che pretendono un’attenzione e un pathos che non abbiamo nemmeno per noi stessi? Chimere sfinite). Piace agli omosessuali (gay è una parolaccia chic, siamo italiani, non la usiamo per rendere più morbido il cosiddetto “problema”?) proprio perché sembra anestetizzata, viscida, infida e brutta. Insomma a noi mostri Lady Gaga attira parecchio. E l’articolo di Camille Paglia è scritto in modo magistrale.
Ovvero pervaso di una svogliatezza attiva che a trovarne.
Quando mi sento la mente ingombra
delle mie e delle altrui oscenità e stronzate
vado in cerca di luoghi ove tenere le mie orecchie riparate
e non ne trovo – cazzarola! –
perchè non c’è più un centimetro al mondo
dove si possa udire un canto per voce sola
capito dove si parla di un pupazzo sconosciuto
maschera inedita di un bordello risaputo
Allora dico a me stesso: anima mia
sei piena di schifezze, e tuttavia
Lady Gaga ti era rimasta ignota
e non ha aggiunto alla tua nausea uno iota
Di fronte alla cloaca della mediatica fiumana
l’ultima religione è la nettezza urbana
Binaghi: bella, veramente, ma potresti migliorare con un maalox plus. Sai alla nostra età, bisogna farsi forza.
Infiniti “urrà!” per la madre di zaub. La battuta me la riciclo subito subito. E fra l’altro è il commento più sensato alla questione…
Chiedo scusa per essere impropriamente intervenuto a difesa di Camille Paglia ed aver così urtato i numerosi fans di Lady Gaga, disperatamente impegnati a sentirsi up to date e cutting edge e terrorizzati dall’idea di trovare squallida la sensazione pop del momento.
A Giulia: scusi, non pensavo che fosse una questione di aneddoti personali inverificabili. Ma è un gioco facile: lei è mai capitato di ascoltare un gruppo di ragazzini che parlano fra di loro mentre mandano sms ad altre non presenti? Contenta lei..
Me ne torno nella mia oscurità di lurker non giovanissimo.
A difesa della mamma di Zauberei.
Quando avevo sedici anni e già rocckettaro appassionato (anche adesso, dai) si aspettava l’uscita di “Ciao 2001” (l’unica rivista musicale che si poteva leggere: poi sono arrivati Muxak e Gong, ma dopo). Una volta ti vedo articolo di un tizio col nome da donna e che in scena mimava coiti anali con un pitone. Alice Cooper.
E dissi a me stesso:
“Ammazzacheffico!” e corsi a comprarmi l’album:
“Billion dollar baby” si chiamava. Non malaccio, ma rock duretto che non aggiungeva una virgola ai Deep Purple o agli Zeppelin.
Qualcuno ricorda Alice Cooper qui?
No, eh?
Sapete perchè?
Perchè quando il diluvio (leggasi rivoluzione) è passato, si mette su il circo, dove lo scandalo di oggi è l’accademia di domani, e seguirle e trovarci un senso uno ad uno è girare in tondo.
Scommettiamo ce il/la prossima dopo Lady Gaga si fidanza col pitone?
ce = che
Personalmente ignoro sia Camille Paglia sia Lady Gaga, ma ignoro tantissime altre cose, per cui non saprei da dove iniziare per migliorarmi.
Mi ha incurisito però il commento di Zaub.
L’articolo di Camille Paglia è supponente e irritante, è vero, però è legittimo chiederle di andare oltre il ‘fenomeno’? E per quale motivo se è proprio Lady Gaga a porsi come ‘fenomeno’?
E per fenomeno non intendo solo ‘prodotto di mercato’, ma (scusate, non trovo un’altra parola) ‘monstrum’ nel senso etimologico del termine: qualcosa di straordinario, fuori dell’umano, quasi un segno divino, positivo o negativo, che suscita sempre stupore e meraviglia.
.
Paglia vede in questo nuovo ‘monstrum’ solo una patacca, una epifania del mercato, mentre in Madonna aveva visto una vera apparizione, la nuova incaranazione del Femminismo!
A me sembra che queste altelene siano una costante inevitabile: altri ai tempi hanno visto in Madonna una patacca e una epifania del mercato, non sapendo intercettare quanto di autentico ci fosse in tutto quel ciarpame, o di quanto tasso di ‘rivelazione’ fosse portatore, e quanti ‘piccoli mostri’ – ai tempi – ne potessero rimanere folgorati.
Da questo punto di vista, io non so giudicare Madonna, come non saprei giudicare ‘Gagà’: è un vero ‘monstrum’ o è solo un fenomeno da baraccone?
Camille Paglia decide per la seconda ipotesi, a lei Gaga non ‘rivela’ proprio niente: ora – da quello che scrive diana – vede in Sarah Palin il nuovo segno del Femminismo. Che Dio ce ne scampi (anche perché l’omologa italiana di S. Palin come animatrice di imminenti tea party nostrani dovrebbe essere Daniela Santanchè).
.
Tutto questo per rispondere a Zaub: secondo me, un conto è parlare di lady Gaga un conto di Stefani Joanne Angelina Germanotta.
Poi sul fatto che Camille Paglia abbia fatto anche di lady Gaga un pretesto per parlare di Camille Paglia e delle sue visioni sono d’accordo con te.
E, comunque, stavolta sono in sintonia con Valter Binaghi, pure a me “Lady Gaga mi era rimasta ignota e non ha aggiunto alla mia nausea uno iota”. Ma forse è perché non sappiamo interpretare i segni.
.
p.s. per chi volesse approfondire, qui c’è un articolo del Guardian sull’articolo di C.P.
p.s. se avessi letto prima l’ultimo commento di valter binaghi, non avrei scritto il mio. A parte il fatto che secondo me la mamma di Zaub non ha bisogno di difese: i Beatles AVEVANO già cantato tutto! Da sempre, prima e dopo morti. Sul fatto che fossero dei veri ‘monstra’ non ci sono dubbi (giudizio non negoziabile, non azzardatevi).
Per quanto mi riguarda ho sempre considerato Madonna una “patacca”, un prodotto dall’estrema tristezza, specie adesso, con quel suo ostinarsi a voler sembrare una ventenne (per la cronaca da “grande” vorrei essere come Patti Smith, di cui adoro ogni singola ruga!). Quanto a Lady Gaga personalmente lo considero un prodotto geniale, Pop Art allo stato puro. Si tratta di una artista talmente legata all’immagine che senza di questa i suoi brani perdono nettamente come forza impattante. Nell’uso dell’immagine e nella presenza nei video più che a Madonna personalmente la associerei a Marilyn Manson, anche se, essendo Gaga un prodotto pop, è una figura priva delle valenze di critica sociale tipiche del cantante metal.
come scrive eva.t Gaga è un prodotto pop, come lo sono stati Madonna e tanti altri. E’ interessante che sia così amata dai giovanissimi, come anonimo96. Evidentemente, vedono in lei qualcosa che a noi sfugge. E che a Camille Paglia non interessa. A Camille Paglia interessa Camille Paglia, mi sembra di capire.
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Quanto ai discorsi sulla gioventù che non è più quella di una volta… Ogni generazione lo fa sulla precedente. Uno può avere fatto il 68, il 78, il femminismo pre e post, il nudista accanito, l’anarchico drogato, ma sempre lì finiamo. Dev’essere una strategia evolutiva stabile.
Troppa grazia! Non credo che meriti tanto la ragazza.
Piuttosto,sa quanti in Italia son dei lady gaga che prendon per i fondelli,come fa la furba coatta(perchè sol di questo si tratta),legioni di peones,il famoso pueblo che siempre sta vencido?
Ma quale morte del sesso!Un ritornello che si ripete costantemente ,un vecchio piagnisteo.
Piuttosto morte di neuroni!
Dal momento che Camille Paglia rivendica l’assoluta coerenza delle sue stronzate degli ultimi anni con “Sexualis Personae”, verrebe voglia di prenderla sul serio e dimostrare che davvero la Paglia di oggi era già lì. Ma, Madonna, Sarah Palin o Lady Gaga che dir si voglia, io credo che a chi oggi si dichiara a favore della pena di morte si debba opporre un embargo culturale. Non nominarli, non dargli spazio alcuno, quale che sia la loro fama e il loro pedigree intellettuale. Senza se e senza ma. M.me Paglia non faticherà a trovare meerde reazionarie come lei on cui discutere su quale sia il mondo migliore per eseguire una pena capitale…
Siamo dunque al dileggio di Camille Paglia, di Lady Gaga, di Madonna, di Sarah Palin e forse delle donne tutte? Più leggo questi commenti più mi accorgo di quanto si detestino gli esseri umani tra loro, trasudando esclamativi o gridolini o nostalgie d’antan.
trasudando non va bene, ma passi.
Scusa, Vincent, uno fa quello che può. Se tu ammiri Paglia, Palin e Gaga, non hai che da scriverlo e, se ti va, di motivarlo.
Possibilmente con tanto amore, che va tanto di moda di questi tempi, visto che ogni piccolo atteggiamento critico viene ascritto all’odio, al rancore, all’invidia e a tanti pessime inclinazioni dell’animo umano.
Un tempo le persone che si mostravano molte scarse di amore venivano bruciata vive. Amorevolmente, si capisce.
@Valeria: ho già motivato in un commento precedente, poi chi ha ammirazione per Paglia, Gaga o Palin? Non io. Il tuo atteggiamento critico non va bene perché è “piccolo” e te lo dici da sola. Saluti.
@vincent. il tono del mio intervento era sicuramente polemico, l’intenzione no. Proprio perchè il mio punto di vista (non direi: il mio atteggiaemento) a riguardo è limitato (non direi: piccolo) volevo allargarlo un po’.
Perché anch’io sono tentata molto dall’embargo. E allora se di alcuni fenomeni si parla, una vorrebbe capire. E, scusami, la tua motivazione precedente non mi ha illuminato molto. Limiti miei sicuramente.
Ma forse davvero non c’è niente da capire. E allora meglio di gran lunga l’embargo, che forse è l’atteggiamento più sano.
.
p.s. e comunque mi pare di non aver mosso nessuna critica personale a Gaga. Ho solo ammesso di non conoscerla e di non avere molta voglia di farlo. Le critiche espresse dagli altri le ho trovate legittime, condivisibili non so.
Poi se le critiche rientrano in un atteggiamento piccolo o grande io non saprei dire. Ma che uno debba sempre riverenza a ‘quel che c’è perché c’è’ lo trovo pericoloso.
“Non nominarli, non dargli spazio alcuno, quale che sia la loro fama e il loro pedigree intellettuale.” (girolamo)
.
Ecco una magnifica strategia di difesa, contro quello e quelli che non ci piacciono. Conta più di mille parole dette contro. Purtroppo è difficilissima da praticare (infatti anche girolamo ne parla, e anch’io, di Paglia), ma la condivido al cento per cento.
.
Non credo sia solo per un fatto di animosità o aggressività o maldicenza. Sembra che la bellezza e la bontà di una cosa si esaurisca prima, come argomento. (Vallauri ha dedicato una puntata del suo “Castelli in aria”, su radio3, l’anno scorso, a questo argomento. I riascolti sul sito di radio3.)
volevo scrivere: “… non credo che la preferenza per il ‘parlare male’ dipenda solo da animosità, aggressività… ecc.” – Scusate, dovrei almeno rileggere prima di inviare.
Per chiarire: non è una questione di antipatia. Camille Paglia è una convinta sostenitrice della pena di morte, e ha ricordato di esserlo, a chi lo avesse dimenticato, nel primo articolo in cui, folgorata (non l’aveva mai vista né sentita parlare, in precedenza) dall’apparizione di Sarah Palin alla Convention repubblicana, la definì «a powerful new feminist — yes, feminist! — force».
è interessante e buffo, anche, che la Paglia veda un ‘pericolo’ in Lady Gaga (è senza sentimenti come i giovani d’oggi) e non in Sarah Palin (seduta su una pelle d’orso ucciso da lei stessa a fucilate, e sostenitrice della pena di morte)… Uh!
In effetti Diana, sì, dovresti rileggere, non è la quantità dei commenti che fa la qualità della discussione.
Solo una sana e consapevole leggerezza può salvarci dalle drammatizzazioni, dalla demagogia. Ora c’è Lady Gaga, non facciamone un personaggio fantascientifico, oggetto di scandalo, di indignazione (o di adorazione). Alejandro è abbastanza buffo, è un motivo molto banale che resta impresso nella mente e viene inevitabile canticchiarlo. L’altro video, bad romance, era interessante sul piano tecnico. Poi, che altro ci importa di Lady Gaga? Per questo l’articolo qui sopra ha toni irritanti, pesanti, a tratti odiosi. Questa Camille sembra offesa da Lady Gaga, si spinge a insultarla. Dico, ma che ci importa di costei? Ovvero di Camille Paglia, e della sua invidia?
Provo a scrivere un po’ di pensieri in rigoroso ordine random:
1) Anch’io sono d’accordo con la madre di zauberei: i Beatles hanno scritto tutto prima di tutti, in particolare se si parla di U2 e Buscaglione. Gli unici, nella musica rock, ad aver raggiunto (e superato, forse) i fab four, rispondono ai nomi di Freddie Mercury e Brian May.
2) @Walter Binaghi: Io Alice Cooper lo ricordo, anzi lo conosco (perché all’epoca di Billion Dollar Babies non ero ancora nato). Credo sia un po’ ingeneroso dire che non ha scritto nulla che andasse oltre l’hard rock anni ’70 (con Led Zeppelin e Deep Purple, poi, non mi pare davvero abbia molto in comune – semmai ce l’ha con Frank Zappa o con gli Stooges). E poi non sottovaluterei il suo valore di talent scout (uno su tutti, Stef Burns).
3) La musica, a mio parere, andrebbe giudicata solamente da un punto di vista… musicale! Lasciamo perdere le etichette, i marchi, o le solite pippe mentali sui testi (bellissimi i testi di De André e di Gaber… ma che noia sentire solo sequenze di REmin – LA7!).
Madonna e Lady Gaga sono fenomeni “industriali”, equivalenti, pur se in epoche diverse. Come ha detto zauberei, sulla loro peculiare personalità (a mio parere riconducibile a un misto di istrionismo e voracità imprenditoriale) l'”industria”, sia musicale, che televisiva, che di altre imprese commerciali collaterali (gli spot della Bwin nel video di Poker Face), ha costruito un prodotto, a uso e consumo di un certo tipo di pubblico e di un certo tipo di “ideologia” (non che voglia fare di tutta l’erba un fascio, però, oh, Lady Gaga e – l’ultima – Madonna parlano di scopate, di ballare in disco fino alla mattina, e di divertirsi scialaquando soldi a destra e a manca, poche storie). La differenza, dal punto di vista strettamente di valore artistico, con Madonna, è che Lady Gaga ha alle spalle autori e produttori mediocri che non vanno oltre l’arrangiamento scolasticamente dance e l’uso di accordi logori per quanto usati. Anche la signora Ciccone ha proposto quasi sempre musica dello stesso (non)valore, ma almeno una Take a Bow in trent’anni di carriera è riuscita a tirarla fuori. In quel caso, complimenti non a lei, ma ai suoi autori.
Al di la delle facezie, che sono carine, e certo gli Scarrafoni erano grandissimi anche se a me, non mi sono mai piaciuti molto, a me il discorso che pinco ha gia scritto tutto, pallo ha sonato tutto, e tizio ha coreagrafato con patate non ha mai interessato. E so bene che in realtà non interessa nessuno qui, non nell’ambito concettuale in cui questo articolo si ritaglia e su cui di solito i partecipanti a questo commentarium si scambiano opinioni. Perchè a me sembra che su una cosa si possa essere tutti d’accordo, al di la delle epifanie di Camille che cedono volentieri alle seghe, è un fatto che i fenomeni mediatici hanno sempre una loro rilevanza concettuale ideologica da non sottovalutare, senza niente togliere alla leggerezza – (esempio che ho già fornito, purtroppo la maternità me ne ha tolti di più recenti: ma io ho amato le soap operas, ma non per fare articoli sulle strutture e su tutte le cose fiche che oggettivamente se ne possono leggere, ma proprio perchè mi piacciono da matti). E’ un fatto per cui non prendere sul serio Gaga, e le risonanze che provoca nei suoi aficionados è un modo stupido di essere retrò. Quindi Valeria il problema non è la legittimità di un esame critico, ma il fatto che se lo fai lo devi fare bene se no è inutile. E il problema della supponenza – oltre che essere collegata al fatto di fare quelle cose male – non è tanto verso Gaga, ma verso le svariate giovannine che amano gaga e delle quali si mostra come sempre i soggetti diventano vecchi – una questione che non ha a che fare con l’anagrafe ma con l’aneddoto dei Beatles – di non voler capire niente.
Insomma io credo che questo articolo sia pieno di fumo negli occhi- non ci vedo niente di davvero utile, non ho un ritratto della realtà che mi mostri le cose che chiunque non crederebbe di vedere.
Infine – ho un trauma – ma per la prima volta non sono d’accordo con Girolamo.
@Valeria: credo che ci siamo intesi, ovvero non c’è riverenza né le motivazioni mie muovono le tue. Ho scritto che le riflessioni della Paglia sono mirabili per svogliatezza, in realtà sembra che di Lady Gaga non le importi un fico secco e che voglia par passare questa idea delle nuove generazioni atrofizzate, afasiche, che si meritano il peggio. Opinabile. Da qui nostalgie, Alice Cooper, i Beatles, ognuno è rimasto nel suo orticello.
POI LO SO, pagherò uno scotto, non mi interessa, non sono migliore le mie quisquilie, ma c’è questo VIRUS DIANA che io proprio non reggo. Mi spezza le reni, mi toglie il respiro: non capisco niente di quello che scrive, di quello che vuole. Se ha bisogno di aiuto, bene, esterni pure il suo malessere. In caso contrario se non smetti, io non smetto.
@ Zauberei, sulla pena di morte si sta sollevando in questi giorni una canea pericolosissima (e i pericoli maggiori, le polveri più sottili sono i messaggi impliciti e subliminari, non quelli urlati), che non finirà di certo, perché serve a coprire altri problemi, a porre specchietti per le allodole politici in assenza di altri obiettivi (c’è qualcuno che si è bevuto la promessa di trovare la cura per il cancro e ultimare la Salerno-Reggio Calabria in tre anni se lasciano governare B.?). È un gioco agli apprendisti stregoni: non hanno la più pallida idea di cosa stanno risvegliando, e gli animi non si rilasseranno a comando. Ci avviciniamo a larghe falcate a una situazione tipo Serbia 198-89. È necessario prendere immediate contromisure (e poi, detto come va detto, nel caso della C.P. degli ultimi anni, cosa ci perdiamo? Una tazza al Tea Party?)
@ Valter
ti quoto in toto su Alice Cooper, pensavo la stessa cosa (e qui vengono fuori i comin’ out anagrafici) anche quando, colpevolissimevolmente, snobbavo gli Zeppelin (e con Alice Cooper siamo già due-tre spanne oltre Marylin manson, un altro bluff di cui si sono perse le tracce). E, in generale, un minimo di distacco è necessario: non ogni prodotto dello star system lascia il segno, la regola dei 15 minuti per tutti è ancora valida. Per dire, io il mutamento di look dovuto a Madonna l’ho percepito, che questa autrice di suonerie per telefonini stia modificando i costumi, in tutta franchezza…
Girolamo sono d’accordissimo sulle contromisure – l’embargo in questi casi temo non sia una delle migliori. Invece discordo sulla questione per cui, o una sovverte li costumi o pippa. Ora, io non ascolto ne Gaga, ne Cooper nè niente di sta roba – non è questo il punto, il punto è che tutto è sostanza, anche suonerie ben più circoscritte di questa.
Allora, ieri ero cazzerillo e scrivevo in versi, e ricordavo il tempo che fu dei cazzerilli de noantri (Alice Cooper, Gary Glitter, Suzi Quatro, e tutta la roba da 15 minuti come dice Girolamo) oggi mi ha morso una vespa e a quindi beccatevi questo pippone.
1) Che uno o va in estasi per tutte le novità spacciate come tali o è una cariatide abbarbicata solo ai propri miti generazionali NON CI STO
2) Che la novità in quanto tale sia valore NON CI STO
3) Che tutto è sostanza come dice la Zaub NON CI STO
Dal momento che strimpello una chitarra e urlo in un microfono da quando avevo sedici anni e ancora non ho smesso (ne ho 53 e giusto stasera sono on the road) e ho pubblicato i primi libri su Lou Reed e Pink Floyd in italiano quando ne avevo 20 e 21 e l’ultimo su Johnny Cash sei mesi fa, rivendico il diritto di esprimere giudizi sulla musica pop senza che qualcuno tipo Vincent mi dia del coltivatore di orticelli.
Circa vent’anni fa un mio alunno se ne arriva con un cd di tale Zucchero al secolo Fornaciari e mi dice: prof, senta che fico.
Io ascolto con interesse, giudico gradevoli le composizioni e paraculi il giusto i testi e riferisco: “Carino. Ma è un clone. Joe Cocker faceva queste cose vent’anni prima, e gli porgo copia religiosamente conservata di Mad Dogs & Englishman. Lui mi guarda con odio, se ne va a casa, ascolta l’album e il giorno dopo: “Cioè, prof, in effetti…”
Lezione numero uno: non tutto quello che si spaccia come nuovo è tale. Il fatto è che il fruitore della cultura di massa ha una memoria solo generazionale, per cui l’allegro spaccia della novità fasulla è agevolato.
Vogliamo parlare di effettiva novità? La batteria campionata è stata una novità, esattamente come i superbassi della techno, ma chi l’ha detto che hanno aggiunto qualcosa alla musica? Io sostengo da sempre che hanno piuttosto robotizzato il ritmo, contribuendo all’anchilosi della manualità e alla de-corporeizzazione dell’espressione musicale, di cui il batterista e il percussionista sono gli angeli custodi (che Dio li benedica ora et semper)
Non tutto è sostanza. In questi ultimi vent’anni, è vero mi sono innamorato poche volte rispetto ai miei primi venti. Però mi sono innamorato di Skin degli Skunk Anansie, dai tempi della colonna sonora di “Strange days”, su su fino a quel canestro di delizie psichedeliche che è “Post orgasmic chill”, perchè essa è voce felinamente spirituale e il groove della band è sontuoso e la testolina pelata sua campeggia nell’olimpo delle divinità femminili insieme a Janis Joplin e Patty Smith, e a questa triade di vera musica e inarrivabili icone d’eterno femminino questa cosuccia sgarrupata di Lady Gaga (e del suo archetipo presunto Madonna) non giungono che a lambire le suole liberando in me stesso al loro ascolto nessuna estasi sonora e nemmeno ormonale sussulto ma al massimo un rutto post prandiale.
Così sia.