Mail dalla Svezia, con immagini allegate che riporto.
Lego, 1981. Unisex, colori uguali per tutti
Lego, 2012. Solo per bambine, domina il rosa.
Chiedo: alle reazioni cui si assiste in Svezia, qual è la risposta della Lego?
Risposta: Una sola: “ci farà vendere di più alle bambine”. E pare sia vero.
E che palle questo rosa shocking, negli anni ’70 e ’80 c’era molta più fantasia: le mie vecchie foto di bambina mi vedevano vestita di tanti colori e dubito che ci si ponesse il problema di ridurre l’identità femminile! Invece oggi total-pink e total-violet fino a farsi “riprendere” dalle commesse dei negozi perché il rosso e l’arancione sono colori da maschio (!!!). Io non riesco a fare a meno di considerare questo impero del rosa/viola un’uniforme per femmine, in tutto e per tutto simile al nero obbligatorio delle nostre nonne del Sud Italia e oggi del chador islamico.
Sono d’accordo con Elettra, i Lego per femmine sono semplificati e non puoi costruire quasi nulla. Chissà perché 😉
Volevo segnalare anche questo articolo
http://www.smithsonianmag.com/arts-culture/When-Did-Girls-Start-Wearing-Pink.html
Mah, la Lego ora venderà anche di più ma mi chiedo: se avesse fatto una comunicazione attuale più adeguata anche per le bambine, non avrebbe venduto bene pure i prodotti unisex?
E’ la domanda che mi sono posta dopo questa interessantissima analisi su “Lego & Gender” divisa in due parti.
Parte 1:
http://youtu.be/CrmRxGLn0Bk
Parte 2:
http://youtu.be/oe65EGkB9kA
per chi non lo conoscesse, una sintesi della ricerca di Irene Biemmi sui testi delle elementari nella sua prima versione (è stato riedito nel 2010 da Rosenberg&Sellier)
http://unaltradonna.files.wordpress.com/2010/03/sessismo_nei_testi_scolastici_biemmi1.pdf
Avete mai fatto caso che la rigida divisione tra rosa/viola per bimbe e azzurro/blu etc per bimbi è anche un problema di soldi?
Se ci fate caso più la linea è low cost (tipo reparto da bambini degli ipermercati) o associata a un brand di personaggi (walt disney, winx, etc) più questa divisione è rigida e accentuata. Da altre parti non trovo grossi problemi a vestire mia figlia con un’ampia varietà cromatica (anche con il rosa, perchè no, è un colore come gli altri e non vedo perchè demonizzarlo). A disposizione ho trovato rosso, beige, bianco, blu, azzurro, grigio, nero etc. etc. ce n’è un po’ per tutti i gusti.
Poi se ci sono genitori che vogliono fare delle loro figlie dei piccoli confetti (o peggio delle mini miss leopardate e le ho viste anche nell’asilo che frequenta la mia bimba) non ci si può stupire se la grande distribuzione va loro dietro.
Se uno pensa che nel 700 gli uomini portavano i tacchi, pizzi e nei come e più delle donne non si può che ridere di quelli che non fanno che dire che ci sono cose da maschi e da femmine come se il rosa e i volant fossero impressi nel codice genetico 😉