COME UNA VEGLIA IN RETE

   Non ho sfogliato tutti i quotidiani, questa mattina. Giornataccia, peraltro: boccheggio per il caldo, salto da un posto all’altro (attestati scolastici da ritirare, conferenze stampa e quant’altro). Non so, dunque, se sulla carta stampata sia stato in qualche modo citato Piermario Ciani. Non credo, peraltro. Però mi è venuta in mente una piccola cosa: una sorta di veglia-in-rete dove sia possibile ricordare: chi vuole aderire è il benvenuto.

  La memoria della sottoscritta riguarda il contributo dato ad un’antologia: si chiamava Falso è vero, uscì nel febbraio 1998 per AAA e raccoglieva una serie di interventi su “Plagi, cloni, campionamenti e simili”. Partecipammo in diversi, a titolo assolutamente gratuito. Vi posto qui sotto gli incipit dei vari saggi. E accolgo eventuali aggiornamenti.

Vittore Baroni: Incredibile ma falso!

Quello dell’originalità è un mito che appartiene soprattutto al nostro secolo. In tempi lontani, le arti erano un’esperienza collettiva, le grandi opere religiose non recavano firme, i poemi tramandati oralmente si arricchivano strada facendo, il passaggio di consegna di conoscenze tramite copiatura e adattamento non possedeva ancora le connotazioni negative dell’era moderna.
Enrico Baj: Falsi d’arte

In molti periodi della sua storia l’arte si è caratterizzata quale fenomeno di rappresentazione e di imitazione della realtà e della natura. Naturalismo e realismo sono stati concetti portanti, almeno sino alla scoperta della fotografia, e ancora oggi molti sono quelli che vorrebbero vedere nell’arte solo una riproduzione dell’oggettività visiva.

Enrico Sturani: Le gioconde.

E’ stata usata come marca e marchio di forcine per capelli (“Aux  extrémités perlées”), calze di nylon (“Smooth, serene, svelt”), robioline (“Fresca, dolce, burrosa”), preservativi (“Guaranteed for five years. Liquid Latex”), acque purgative (“Tuto, cito, jocunde”), sigari, maglieria, puntine per grammofono, profumerie, mescite, bar, alberghi.

Enrico Mascelloni: Il falso nell’epoca del F.M.I.

L’arte contemporanea, in crisi persino più marcata di altri segmenti dell’arte stessa e del sistema cultura tout court- crisi di statuto rispetto allo strapotere dei media, d’intellegibilità da parte di un ipotetico pubblico, e naturalmente di mercato – è sottoposta ad “aggiustamenti strutturali” non troppo dissimili da quelli a cui sono indotti il Perù o il Pakistan.

Carlo Masi: L’iperestetica del plagio.

Il metodo, spiccatamente USA, di plagiare i topoi architettonici del passato, è dato principalmente dal fatto che qui, negli States, il sistema di storia universale, con i suoi contenuti codificati, perde ogni aspetto temporale.

Gianluca Marziani: Contemporanea-mente poplagiaristi.

Non amo citazioni e citazionismi ma solo la personale presenza di un io attivo, protagonista e intellettualmente contributivo: per questo cito subito solo l’ideale contrappasso della citazione stessa, prendendo la definizione di plagio dal vocabolario, ovvero “falsa attribuzione a sé di opere o scoperte delle quali spettino ad altri i diritti di invenzione o di priorità”.

Loredana Lipperini: Un abate, i marziani e una principessa morta.

Immaginate una mattina di fine estate in un’estate di fine secolo che per di più coincide con la fine del millennio: che è già un’ambientazione più che desiderabile.

Franco “Bifo” Berardi: L’arte ricombinata della vita (in frammenti).

Che la poesia sia da intendere come un oggetto verbale è un’intuizione dei formalisti russi che filtra obliquamente lungo i pendii scoscesi dell’immaginazione novecentesca.

Aurora Fornuto: Io riciclo tu ricicli.

Anziché cercare di creare nuove immagini, molti autori preferiscono masticare, digerire e rigurgitare capolavori del passato, squallori televisivi, anonimi filmini familiari, autorevoli documenti storici oppure crudi, e magari falsi, reportage d’attualità.

Enrico Ghezzi: Già imprevisto.

Il sospetto è uno solo, dalla prima volta che un deja vu ti ha trafitto e rubato il tempo, o anche dall’ultima (sempre) che hai letto il gran (ri)produttore wb walter benjamin sbobinatore di un secolo.

Gianluca Nicoletti: Il falso e il bizzarro nelle macchine di visione.

Attese e fascinazioni accompagnano il turismo di massa verso i nuovi simulacri tecnologici, ma forse vale la pena di considerare che quanto più questi saranno perfezionati ed evoluti, meno potranno assomigliare ai prototipi che riproducono.

John Oswald: Creatigality

Se la creatività è un campo, il copyright è il recinto.

Chris Cutler: Plunderphonics

Così ascolto la versione di John Oswald della versione di Dolly Parton di The Great Pretender, che in realtà non è altro che una registrazione di Oswald della registrazione di Parton mentre l’ascolta per intero e la modifica alterando la velocità della riproduzione.

Negativland: Crosley Bendix e il diritto d’autore.

Annunciatore: <su tema musicale introduttivo> E ora, Crosley Bendix, commentatore culturale e direttore delle premonizioni stilistiche per la Universal Media Netweb, vi intratterrà con la sua odierna “Critica delle Arti”.

Stewart Home: Nessuno osi chiamarlo plagiarismo.

Da Lautréamont in poi, scrivere è diventato sempre più difficile. Non perché la gente non ha più nulla da dire, ma perché la società occidentale si è frammentata a tal punto che è oggi virtualmente impossibile scrivere in quella che è sempre stata considerata tradizionalmente la “buona scrittura”.

Static Output: Plagiarismo, il mondo è nuovo.

In latino, un plagiarus è un rapitore di bambini, letteralmente una persona che prende in trappola bambini o schiavi altrui in una plaga (rete).

Luther Blissett: P per plagio.

Verso la fine della sua esistenza, Orson Welles ha realizzato uno straordinario saggio (meta)filmico che ripercorre alcuni aspetti della sua brillante ma discontinua carriera.

Giuseppe Marano: Falsi profeti, profeti del falso.

Religione a pagamento, dichiaratamente falsa, misticamente devota alla contraddizione continua dei suoi anti-dogmi, la Chiesa del SubGenio nasce a Dallas, Texas, nel 1979.

7 pensieri su “COME UNA VEGLIA IN RETE

  1. Non conoscevo Piermario Ciani, ma talvolta mi sono imbattuto in iniziative che lo riguardavano e le ho apprezzate. Vorrei omaggiarlo con l’incipit di un mio intervento apocrifo in Falso è vero (Ed. AAA).
    Amsix: L’importanza di essere falso. Or non è guari, Oscar Wilde pose la questione se fosse più franco essere ernesto o viceversa. Dormire, sognare, scrivere forse. Se sia più giusto…

  2. da “Liberazione” di oggi:
    Morto a 55 anni il performer friulano
    Addio al mail-artista “blissettiano”
    Piermario Ciani
    Se n’è andato l’altro ieri notte, all’età di 55 anni stroncato da un male incurabile, Piermario Ciani, fotografo, grafico editoriale, copy-artist, identità multipla e performer, inventore di mondi virtuali e organizzatore di eventi culturali, mail-artista e colonna portante del Luther Blissett Project. Originario di Bertiolo (Ud), la vicenda personale di Piermario Ciani ha mosso i passi dalla dimensione locale friulana per approdare ad una più ampia collocazione internazionale, spinta in avanti da una incessante sperimentazione con le nuove tecnologie, su cui l’innesto di uno spirito situazionista ne ha fatto un artista di avanguardia del panorama italiano. Leader della rock-band virtuale Mind Invaders, e prima ancora di tanti altri progetti in network, frutto della fantasia e della mano di Ciani sono stati gli adesivi “blissettiani” che nel decennio scorso hanno tappezzato i muri delle città italiane; di sua invenzione inoltre la celebre beffa a Chi l’ha visto? nel 1995
    (con una email fece sapere che in una lista dei superstiti dall’attacco terrorista alle Twin Towers, a New York, compariva anche il nome del personaggio creato ad arte nella prima metà degli anni ’90) e delle successive alla Biennale di Venezia un decennio più tardi.
    Una carriera trentennale che ha visto i suoi esordi nel 1976 con l’esposizione delle prime opere: in origine dipinti, a seguire fotografie, per passare poi a xerografie, mail-art, installazioni multimedia e adesivi (nel 1981 la sua prima personale era dedicata ai punk pordenonesi, di cui aveva riprodotto con la fotocopiatrice a colori alcune fotografie). Nello stesso periodo era stato attivo nel network dell’arte postale, producendo francobolli, cartoline, collage e partecipando a centinaia di progetti e mostre in ogni parte del mondo, mentre fino al 1987 era stato ideatore e coordinatore di Trax, progetto multimediale a cui hanno collaborato oltre 500 artisti di diverse nazionalità. Dai primi anni ’90 il computer era diventato per Ciani il supporto privilegiato per le sue attività espressive, curando anche l’immagine di alcune etichette discografiche e case editrici. Negli ultimi dieci anni insieme a Vittore Baroni aveva fondato le Edizioni AAA, proponendo opere di saggistica, guide e manuali non convenzionali, nell’ambito della mail art e delle culture di rete.
    Mo. Cap.

  3. a- poggiare su stuoia di canna bianca. Nessuna macchia
    b- poggiare su stuoia di canna bianca: il tenero è in basso.
    infilato l’indice nell’I Ching è venuto fuori il ‘sei all’inizio’ dell’esagramma 28: La preponderanza del Grande.
    besos

  4. Oggi Radio Onde Furlane ha trasmesso un lungo speciale su Piermario, con interventi di molti suoi amici e collaboratori.
    L’ho seguito in streaming, è stato commovente.
    Mi faccio dare l’mp3 e nei prossimi giorni, appena ho un po’ di fiato, metto on line una sintesi.
    Parto. Devo cambiare tre treni (e una corriera) per arrivare a Bertiolo.

  5. Post Scriptum in friulano (lingua bellissima), dal sito della radio:
    Al è muart Piermario Ciani
    03.07.2006 Vie pe gnot al è muart Piermario Ciani. L’artist di Bertiûl, che al veve 56 agns, al è muart di tumôr. E ven cussì a mancjâ une figure centrâl de art contemporanie e de comunicazion no dome a nivel furlan, par vie de tantis rêts artistichis metudis in vore di Ciani, interessât plui ae comunicazion che ae tele o al pinel. Tai agns ‘70 al veve metût in pîts la prime librerie e locâl alternatîf di Udin. Tai ’80 si veve fat cognossi pai ritrats dai zovins dal “Great Complotto” e al veve puartât indenant il grup artistic TRAX. Tai agns ’90 al veve puartât indenant operazions che a tindevin a meti in evidence la mistificazion tal mont de informazion, tant che “Luther Blissett”, partide ancje cu la colaborazion di Onde Furlane: la invenzion di une notizie false che di un media locâl e rive fin ae television di stât cence che nissun si preocupi di controlâ la font.

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