A Genova sembra primavera, in compenso il mio computer si collega quando decide lui. Al volo. Leonardo Colombati lancia un concorso, qui (dove trovate spiegazioni e lista). Questo il lancio:
“Ho compilato una lista.
Sono 175 romanzi. Coprono un arco di 185 anni. Sono i migliori romanzi americani di tutti i tempi, secondo un criterio di scelta ovviamente soggettivo. Spero di essere stato il più giusto possibile, e di non essermi dimenticato niente di importante.
Nessuno dei 121 autori scelti è presente in questo catalogo con più di tre libri. È un onore, questo, concesso a pochi: Saul Bellow, Truman Capote, William Faulkner, Francio Scott Fitzgerald, Nathaniel Hawthorne, Ernest Hemingway, Henry James, Herman Melville, Vladimir Nabokov, Thomas Pynchon e Philip Roth.
Singer, Asimov e Nabokov sono considerati autori americani, benché nati altrove (per Nabokov e Singer sono stati presi in considerazione solo i romanzi pubblicati dopo il loro arrivo negli Stati Uniti). Henry James, americano emigrato in Inghilterra, è stato incluso nell’elenco.
Di Melville è stato incluso un racconto lungo come Bartebly lo scrivano. È stata l’unica eccezione in proposito. Non ci sono raccolte di racconti, qui dentro.
Sono solo 14 le scrittrici: rappresentano un misero 12%.
18 sono i romanzi pubblicati nell’Ottocento; 52 quelli pubblicati nei primi 50 anni del Novecento; 105 quelli pubblicati dal 1950 al 2005. Queste differenze quantitative dipendono dall’aumento esponenziale del mercato librario”.
Su Il giornale di oggi Gian Paolo Serino torna su Il primo amore con una certa malizia, se posso permettermi (e con un errore che mi riguarda: Lipperatura non è il blog della sottoscritta e di Daniele Brolli- quando mai? – semmai è il blog dove la sottoscritta ha il piacere di ospitare, di tanto in tanto, anticipazioni della rubrica che Brolli tiene sulla rivista Pulp. Secondo: a me non sembra che si possa parlare di querelle, e mi sembra anche ingeneroso farlo. Io ho semplicemente dato la notizia del nuovo sito, a cui rinnovo i miei auguri di buon lavoro: che poi Gian Paolo riesca ad intuire che fra i commentatori intervenuti ci siano scrittori sotto pseudonimo è cosa che rasenta il paranormale. Sia. Questo, per puro ed unico dovere di cronaca, l’articolo (però, gente, poi passiamo ad altro, please).
"Il popolo di Internet è sceso sul sentiero di guerra: centinaia di “bloggers” sono scesi nella piazza virtuale del Web per commentare la nascita de “Il primo amore” (www.ilprimoamore.com), sito che segna il distacco ufficiale e definitivo da un altro blog, “Nazione Indiana”, che per anni è stato al centro di polemiche,proposte e provocazioni letterarie fuori dal coro ufficiale. I “dissidenti”, nonché tra i promotori più attivi di Nazione Indiana, Carla Benedetti, Giovanni Giovanetti, Antonio Moresco, Tiziano Scarpa, Dario Voltolini, hanno deciso di attuare questa “restaurazione” perché stanchi di far parte di una Nazione Indiana passata dalla parte del nemico. “Troppa mancanza di radicalità e la sensazione, netta, di comportamenti ambigui e troppo cautelati. Dichiarazioni legittime, ma che evidentemente hanno irritato i nervi già scoperti dei bloggers letterari più assidui. Di “blog in blog” (un tempo si diceva di “bocca in bocca”, ma i tempi cambiano) il popolo della Rete è andato in subbuglio: è bastato che la notizia fosse ribattuta da siti ufficiali come www.librialice.it, il portale che con i suoi 400 mila visitatori unici al mese è il più frequentato da chi ama la letteratura su internet, o fosse ripresa dai blog ufficiali degli scrittori e critici Loredana Lipperini e Daniele Brolli (!!! Ndr) per dare il via ad una querelle che sembra non aver fine. Molti, anche sotto pseudonimo, gli scrittori intervenuti. Tantissimi i commenti: complimenti e auguri per la nuova avventura degli ex indiani, ma anche moltissimi i “post it” di rabbia. L’accusa più comune? Su Nazione Indiana, che con aplomb ha salutato ufficialmente “il nuovo amore”,molti utenti hanno difeso la propria filosofia di blogger al servizio della letteratura: “Non mancanza di coerenza”, scrive ad esempio la scrittrice Gemma Gaetani, “ma Scarpa e gli altri ancora una volta vogliono ribadire di voler essere a tutti i costi “i primi della classe”. Gli ex indiani si difendono a loro modo: su www.primoamore.it , s-oggetto del reato, continua la raccolta di firme per riaprire il processo Pasolini, mentre iniziano ad apparire i primi interventi dei fondatori. Primi tra tutti lo scrittore Antonio Moresco, parafrasando Cervantes, risponde (forse) alle polemiche scrivendo: "Essere e apparire, letteratura e vita, realtà e finzione, verità e menzogna… Lettore irredento come nessun altro, Don Chisciotte va a toccare e a sfondare questo limite, che è anche il limite della "letteratura", come di ogni altra attività umana. Cosa succederà dopo?”. Nell’attesa curioso è il contro-attacco di Tiziano Scarpa alle polemiche. La sua risposta è un ironico racconto, titolato “I nuovi stragisti”, basato su una serie di statistiche e calcoli matematici: “Natale a Miami
ha avuto tre milioni di spettatori. Il film dura 100 minuti. Gli italiani gli hanno dedicato 300 milioni di minuti, pari a 570 anni. L’aspettativa di vita in Italia è di circa 80 anni. Quindi gli italiani hanno sacrificato 7 vite umane alla visione di Natale a Miami. Si tratta del ventiduesimo film della coppia Boldi-De Sica. Ce n’è abbastanza per incriminare i due attori per strage”.
come non è vero che ci sono scrittori sotto speudonimo?
io per esempio sono da lentini giacomo.
Scusami se mi permetto: ma mi spieghi il perché del link a sai tenere un segreto? Sto cercando di capire di cosa parli ma francamente non l’ho ancora capito… O sono ottuso io?
Lippy salutami il tuo nuovo collaboratore domestico! Il Broli, dico. E’ uno nuovo che lavora in casa con te, no? Non è di Daniele Brolli che parlate qui su, vero? Quello è un altro, no? Lippy, spiegami!
Al di la dell’articolo di Serino, che mi pare abbastanza sconclusionato, quello che conta è che sempre più non è il quotidiano che va sui blog, ma i blog sui quotidiani…
Bingo! Io ho nell’aggregatore (Bloglines) 430 feeds di altrettanti blog italiani, da 4Banalitaten a ZetaVu. Di “Primo amore” ne hanno scritto in *tre*: Lipperatura, Vibrisse, Nazione Indiana. Fine. Può darsi che me ne siano sfuggiti un paio, non lo escludo. Un paio, non duecento. Da *3* post a dire che “il popolo di Internet è sceso sul sentiero di guerra”, che “centinaia di bloggers” hanno perso il sonno mi sembra ci sia un leggero abisso… Per quel che io ho potuto osservare, il “popolo di Internet” (sic) si è beatamente occupato di altro. E ha ragione Biondillo: la notizia è che sempre più spesso i blog vanno sui quotidiani. Ma ci vanno davvero *male*, imho.
PS. Il post su Lipperatura, che era una semplice e rapida segnalazione, ha avuto 24 commenti. Su Vibrisse, 32. Basta leggere abitualmente Lipperatura e Vibrisse – non esattamente “piccoli blog letterari sconosciuti” – per sapere che 20-30 commenti caratterizzano un post passato quasi inosservato, altro che “querelle” 😀
Mi spiace che il Serino pare voglia a tutti i costi mettere in scena il suo reality, mentre noi tutti quanti, indiani, ex-indiani, ospiti e osti di vari blog avremmo per fortuna altro da fare e a cui pensare. Su N.I. siamo (dico ora!, non ieri quando costui mandava il pezzo) a 96 commenti contro- faccio per dire- i 102 del assai più recente post sulla raccolta di firme contro la legge Fini promossa da Lello Voce.
Mi avevano spiegato che la matematica non è un opinione, ma evidentemente non è così.
Ba’, a voler essere precisi, Serino scrive “DAI blog ufficiali degli scrittori e critici Loredana Lipperini e Daniele Brolli”, come se ognuno avesse il suo (poco probabile che intendesse che tutti e due – insieme – hanno più blog). Dunque, non solo il pezzo, come dice Gianni, è sconclusionato e, come dice Helena, sembra voler mettere in scena un “reality” che nella realtà non esiste, ma appunto è anche abbastanza impreciso (a meno che Brolli non abbia un suo sito ufficiale…)
Bah, forse il Serino ha mangiato qualche fungo ed è convinto di essere nel grande fratello… per fortuna abbiamo altro a cui pensare, sì.
Ma sarà poi un bene che i signori giornalisti o cronisti o critici vadano così di frequente a visitar il popolo bloggante?
O un male?
Non alzando il culo dalla loro sediola a volte contrarranno morbi dovuti alla poca mobilità o parziale paralisi cerebrale, io posso opinare.
Però non pagheranno biglietti di trasporto pubblico o tranviari nè carburanti acquisteranno per le loro vetture, ma
renderanno le proprie cotenne ben dure.
MarioB.
Serino, che strazio. Dico davvero. Ma non hai altre cose belle da leggere o scrivere? E riesci poi a guardarti allo specchio dopo esser stato capace di produrre la frase “Il popolo di Internet” ?
Ma lo sai che Tiziano Scarpa sostiene pubblicamente che ti sei inventato, e continui a farlo, una polemica montata carpendo telefonate, distorcendo certe dichiarazioni e censurandone altre? Ma lo sai che quando si raccolgono informazioni per un pezzo ci si presenta con nome, cognome e TESTATA? “Salve, sono Serino de Il Giornale ecc. ecc.” Che le centinaia di blog su cui vai delirando (come dice Babsi qui su) sono TRE? Tre, Serino, Tre. 3. Facciamo 5. Facciamo pure 10. Facciamo 20. Ma centinaia, Serino, centinaia!
E, infine, lo sai, Serino, che presentare ai lettori Gemma Gaetani (che su NI ci scrive ma della quale non è redattrice) come esegeta del pensiero di NI è l’ennesima scorrettezza del tuo scorrettissimo pezzo? Perché questo si capisce: che Gemma Gaetani, SU NAZIONE INDIANA, “difende la sua filosofia di blogger al servizio della letteratura” e accusa Scarpa di essere il primo della classe. Che Gemma possa averlo scritto nei commenti, è possibilissimo. Ma visto che, come d’altronde il resto del tuo mediocre pezzo, quel passaggio è tagliato con l’accetta, l’idea che un lettore del Giornale si fa è che Gemma Gaetani incarni la posizione ufficiale di Nazione indiana su Scarpa e sul sito “Il primo amore”.
Quanto poi all’idea che il pezzullo “I nuovi stragisti” possa essere una replica a Nazione indiana…
vabbè, finiamola qua, è meglio.
Babsi, bambola balcanica:-), peccato ti sia sfuggito il delizioso post dedicato a “Il primo amore” nel mio blog il 27 gennaio scorso.
Serino che fa, l’ufficio stampa di Scarpa-Benedetti-Moresco? La verità è che il grande “evento” non se l’è cacato praticamente nessuno.
@ Sorrentino: non entro nel merito dei tuoi commenti (?).
Se mi trovi dove Tiziano Scarpa asserisce che le sue spiegazioni sul distacco da Nazione Indiana sono state “carpite ed inventate da me” te ne sarei grato.
@ Sorrentino: non entro nel merito dei tuoi commenti (?).
Se mi trovi dove Tiziano Scarpa asserisce che le sue spiegazioni sul distacco da Nazione Indiana sono state “carpite ed inventate da me” te ne sarei grato.
@sorrentino:
Anzi se mi trovi questo commento di Scarpa, che mi ha parlato al telefono di “mancanza di radicalità” sapendo chi sono e per scrivo, ti regalo un’abbonamento ad una rivista a tua scelta.
Ambasciator non porta pena, Serino. Ho visto (adesso) il lungo commento di Tiziano Scarpa nei commenti di Nazione Indiana, qui:
http://www.nazioneindiana.com/
2006/01/26/il-primo-amore/
e te lo segnalo. Ah, una cosuccia: si chiama “post”, non “post-it”. Refuso? 🙂
PS. Credo di non rischiare di venir tacciata di “filoscarpismo”, in genere qualche esagitato mi bolla come eretica. Il pezzo, imho, è eccessivo; è quel genere di pezzi che non fanno bene al rapporto fra carta stampata e blog. Se poi, per giunta, la versione di Scarpa fosse vera (io parto dando per scontata la buona fede di tutti), la cosa sarebbe assai triste. Ho ricontrollato in fretta: i blog italiani che ne hanno parlato, a detta di Google, sono 14, o tanti io ne trovo. Angelini compreso, caro ragazzo ;)… Siamo molto lontani dalle “centinaia”, ma soprattutto, fatta eccezione per una dozzina di commenti acidi su NI, piuttosto scontati per chi legge, io non ho visto nessuna querelle, nessun flame, nessuna polemica. E meno male, aggiungo. Poi, per carità, magari esistono 150 blog di cui io non so nulla dove si è scatenato un putiferio… Nel caso, qualcuno li segnali, mi viene l’ansia all’idea che ci siano centinaia di blog interessanti di cui io non ho notizia 🙂
Cioè, Yawn, vuoi dire che quel poco di risultato è stato ottenuto grazie a noi del Cortile? Cioè, vuoi dire che l’ufficio stampa – quel poco che c’è stato – gliel’abbiamo fatto noi? Niente di male. A me fa sempre piacere dare una mano, quando si tratta di buona letteratura. Però almeno saperlo, che lo si è fatto! Grazie a Babsi per la precisione informatico/informativa.
Serino, liberissimo di non entrare nel merito, ci mancherebbe. Così facendo mi lasci inferire che non ami il tuo lavoro e che non difendi i tuoi pezzi (se c’è da difenderli; se poi sono indifendibili, è un altro paio di maniche).
Grazie per la generosa proposta di abbonamento: ci penserò e ti dirò.
Quanto alle affermazioni di Tiziano Scarpa – che naturalmente sarà tempestivamente avvisato del fatto che qui si parla di cose sue scritte su NI -è proprio il commento segnalato da Babsi. Che ricopio (mondato dalle parti che non investono la questione di cui si parla qui) di seguito:
Tiziano Scarpa Says:
February 1st, 2006 at 20:14
Qualunque cosa si fa, si sbaglia. Se si risponde cortesemente a un giornalista freelance, e quello poi va a proporre il suo pezzo al “Giornale”, ecco un altro errore: nemmeno io sono felice di quell’articolo, ma purtroppo non è dipeso da me. Io ho fatto molte altre dichiarazioni a quel giornalista, che invece ha impostato tutto sulla polemica: altrimenti non avrebbe potuto vendere il pezzo al caporedattore. Lo sapete come va, o no? Non siete mai stati intervistati, forse. Io sì, decine e decine di volte. L’unico modo per non essere distorti è rispondere per iscritto, ma allora si lascerebbero senza lavoro decine di giornalisti precari (freelance) che cercano in giro spunti per articoli da vendere alle redazioni dei giornali facendo giri di telefonate a caccia di notizie. E’ così che è andata. E’ piovuta una telefonata dal nulla, qualcuno si è lasciato scappare mezza parola, poi improvvisamente ho ricevuto anch’io una telefonata, ho cercato di schiodare il giornalista dalla sua volontà di ritirare fuori la questione della nostra (posso dire “nostra”, Forlani?) uscita da Nazione Indiana, ma lui ha impostato tutto su quello, sulla polemica. Figuratevi se a “Il primo amore” abbiamo ancora voglia di fare polemiche di quel genere! Non siamo mica matti. Ma non lo avete visto il sito? E’ propositivo, positivo, non recriminatorio. Guardate la sostanza, non il gossip dei media! Si chiama “il primo amore”, il sito. E’ un sito amorevole. Il giornalista che ha trascritto quelle frasi ha fatto un pasticcio, lo si vede anche dalla notizia completamente sballata che “Il primo amore” pubblicherebbe qualunque mail che riceve. Se quelle mie frasi ritagliate e mal contestualizzate hanno offeso qualcuno, mi dispiace di cuore, e chiedo formalmente scusa ai componenti di Nazione Indiana 2.0. Per supportare le mie scuse con una prova di buona fede, vi dico che mesi fa ho ricevuto la proposta di un’intervista da “Il Giornale” sulle pagine culturali, sul mio lavoro di scrittore, e ho risposto di no, proprio perché non volevo figurare sulle pagine del “Giornale”. Vi pare che adesso avrei scelto il “Giornale” per dare l’annuncio di un nuovo sito? E con quei toni lì? Ma siamo pazzi? In questo caso ho RISPOSTO al telefono a un giornalista freelance (che purtroppo aveva già carpito la notizia della messa in rete del sito), che poi si è rivenduto il pezzo al “Giornale”.
Ho già risposto privatamente a Tiziano Scarpa circa questo suo intervento.
Comunque è molto strano dato che siamo stati dei minuti per trovare la definizione adatta, “In Nazione Indiana “mancanza di radicalità” e la sensazione, netta, di comportamenti ambigui e troppo cautelati”.
Queste le sue esatte parole che ho fedelmente riportato: tanto che mi ha ringraziato il giorno dell’uscita per mail (prova scritta) dell’articolo uscito.
innanzittutto desidero fare gli Auguri di Buon Compleanno al Biondillo (se non erro questa è la data giusta). AUGURI
Poi desidero ricordare a tutti che è Primavera e lo si deduce non già dalle rondini, ma da questo gran parlare d’amore, soprattutto del primo che non si scorda mai. Purtroppo (o fortuna)succede che si creano un sacco di situazioni incresciose e ambigue, retaggio di educazioni troppo severe (mai rimosse) o di problemi comportamentali o banalmente del ‘caso’. Succede che allo scafato Scarpa un ambiguo spasimante sottrae la buona fede e la pubblica su un Giornale di dubbia fama come se si trattasse di pornocassetta nottetempo girata. Succede che nelle case di vecchi amori indiani le pettegole e i pettegoli ghignano, sorridono o vilipendono (oltre che complimentizzano). Molte blog house si occupano del medesimo o altri casi amorosi con l’impeto della posta del cuore. Il tutto s’intruglia in un brodo con vapore di cuorini perplessi che salgono verso l’alto. Nuovi giornali pubblicano le notizie. Anche quest’anno San Valentino è salvo e la Primavera pure.
In attesa del 14 febbraio e del 21 marzo (che sicuramente mi porteranno l’amore della mia vita e non importa che sia il primo, mi basta che sia vivo) continuo a preoccuparmi per un piccolo dettaglio senza importanza:
In Italia abbiamo meno di 2000 biblioteche territoriali. Più di 3 quarti dei comuni italiani non ne possiede alcuna, mentre la voce “biblioteca” dovrebbe essere inserita tra le spese obbligatorie di ogni bilancio comunale. Rispetto alla formazione permanente siamo fermi al 20% della popolazione coinvolta, mentre altrove in Europa si arriva addirittura al 70%.
(vedi il blog di Lucioangelini per ulteriori particolari su questo scabroso tema dell’educazione non solo amorosa in Italia)
Per chiudere e non rinunciare ne alla primavera ne ai turbamenti dei sensi e degli amori, mi auguro che anche i due VMO stiano tubando come piccioncini e che quanto prima ci diano segni di vita e magari qualche dettaglio su primi, secondi , terzi …..amori
besos
Scusate non vorrei sempre rompere le uova nel paniere (le palle nelle loro confezioni, detto in altro modo!) ma io l’avevo detto o no che la parola amore nel titolo non andava bene? Tre post fa. No. Tu dai un consiglio, e subito c’è chi pensa che sfotti, c’è chi pensa che insulti. No. Era un consiglio. La parola amore non va bene nel titolo nè altrove perché non è solo la parola che non va bene. Tutto quello che c’è intorno, pure, all’amore non va bene. Diciamocelo: l’amore è una cagata pazzesca!
E’ il compleanno di Biondillo e io non gli ho fatto gli auguri? Gianni mi perdonerà mai? :S
Angela, che dici?
l’amore è una cosa meravigliosa, l’amore è il sale della vita…l’amore è, scusa mi hanno fregato la scatola dei baci P. (no, non quelli di Melissa, solo che non voglio fare pubblicità).
In un primo momento, leggendo i titoli da Mozzi, da Angelini, dalla Lippa, dagli Indiani avevo sperato nell’innamoramento generale, anche in forma promiscua, in omaggio a vecchi detti che vogliono l’amore meglio di attività ehm,…diciamo ..cruente.
Solo in seguito, leggendo, ho capito che il buon vecchio Giacomo ritornava coi suoi rovelli e tutte le aspettative sono finite in rossori e turbamenti. Comunque siamo a due passi da San Valentino e a qualche distanza settimanale dall’equinozio di primavera, la Natura è potenzialmente in fiore e vedrai che rinverdirà qualsiasi amore (nota la rima), fosse pure il primo.
Un pò di ottimismo e di VMO, che damine!!!
besos
p.s. Babsi, fagli un sorriso, cantagli la canzonetta che cantava Marylin al Kennedy di turno e vedrai che il Biondo ti perdona….o almeno credo 🙂
Grazie fanciulle. E’ domani, ma facciamo finta che sia oggi! 😉
Gianni, sorry, non controllai bene la data, mi ‘parve’ che il grande evento fosse oggi. Confermo mio periodo di estrema nuvolaggine e mancanza saggezza in forma di cuore. Sarà che sento il San Valentino e la Primavera…..
gianni biondillo Says:
February 2nd, 2006 at 10:58
Si arriva ad un’età (domani compio 40 anni)
Premesso che: tutti, o quasi, hanno fatto dell’onesta gavetta, o conoscono chi fa dell’onesta gavetta, anche in posti che oggi ci farebbero schifo; che tutti, o quasi, conoscono brave persone che per la pagnotta sono costrette a timbrare il cartellino in posti di ***** (e comunque non è che a lavorare in fonderia si stia meglio); che anche in giornali o televisioni o riviste che ci piacciono (più o meno) ci sono quelli che sanno che lavoro fanno e quelli che recensiscono libri che non hanno letto, parlano di cose che non conoscono e costruiscono un pezzo con quattro telefonate in croce;
Premesso tutto questo:
se ricominciassimo tutti quanti a ridare un senso a certi colophon? se “Giornale diretto da”, seguito da “Maurizio Belpietro” piuttosto che “Vittorio Feltri” piuttosto che “Marcello Dell’Utri” piuttosto che… ricominciasse a significare qualcosa? Se tutti quanti ricominciassimo (qualcuno in verità lo fa già) a dare un senso a espressioni come “tracciare una riga”, “di quà o di là”, ecc.? Se tutti quelli, per dire, che fanno il tiro all’ortaggio contro Belardinelli perché scrive sul “Foglio” (e magari hanno ragione) la smettessero di tapparsi il naso per il “Domenicale” e di andare in brodo di giuggiole per un articolo del “Giornale”? E, attenzione, non sto parlando di “politica politicante”: sto parlando (per qualcuno dei signori sunnominati è un ossimoro, o addirittura una cacofonia, pazienza!) di “politica culturale”.
scusate la vocazione di scassapalle (sparirò, a breve, per un certo periodo), ma per capire meglio l’intervento di Girolamo credo sia opportuno fare un salto a NI2.0 (di seguito il link) dove di questi temi si è discusso e si sta discutendo.
http://www.nazioneindiana
.com/2006/02/01/lettera-
aperta-ad-alfonso-
berardinellli/#comments
Ieri ero convinta di essere stata un pò eccessiva nel tacciare certi intellettuali e certo mondo culturale di tappettizzazione (pagata che’ la cosa non fa schifo) al cospetto dei Principi e delle classi elette. Oggi credo di non avere esagerato e mi aspetto un futuro (rapido) in cui si sarà costretti a prendere posizioni nette: ne va della propria onestà di base e intellettuale. Non intendo ripetermi nell’incazzatura solitaria di ieri, se volete la trovate nel 3d precedente.
besos
mi sia consentito il dire che questa discussione è veramente di un livello basso. ma vi rileggete, dico io? mah. questi sono i blog letterari. meglio scappare a gambe levate.
caro Pazzaglia, non vedo di cosa ci si debba vergognare. Si discute, si partecipa, ci si allontana disgustati. Tutte cose lecite e dignitose, puoi scegliere la tua strada serenamente.
besos
Abbiate pazienza, ma a me sembra che questo piccolo linciaggio mediatico nei confronti di Gian Paolo Serino sia perlomeno eccessivo. Il fatto che ci abbia appena detto, qui su queste colonne, che Tiziano Scarpa gli ha scritto una mail di ringraziamento a me basta – e avanza- come prova della sua buona fede.
Vorrei far presente, costretta dalla chiamata in causa dell’articolo di Gian Paolo Serino che Loredana Lipperini ha qui riportato, che io non ho mai scritto (né detto o pensato) la frase che Gian Paolo Serino mi attribuisce. Con questo non voglio affermare, e nemmeno pensare, che Gian Paolo Serino inventi il contenuto dei suoi articoli. Serino ha firmato l’appello per Pier Paolo Pasolini di Primo Amore, tra l’altro. Ipotizzo quindi che abbia messo un po’ di phard (o di pepe, se preferite) all’articolo per farlo risaltare di più.
Franz, lungi da me l’idea di linciare Gian Paolo, con cui ho sempre intrattenuto ottimi rapporti. E a cui ieri sera ho preannunciato la tirata d’orecchi pubblica via mail, facendogliela, già che c’ero, anche in privato. Però una cosa va ribadita: che si parli dei blog, sempre e comunque, come un drappello di rissosi assetati di sangue umano non è cosa che fa propriamente bene. Insisto: per me la discussione è salutare, e anche la lite è assolutamente benefica. Ma quando ci sono argomenti su cui scaldarsi e dibattere. In questo caso non c’erano. Non c’era la querelle. Non c’era “la guerra dei blogger”, come da titolo. Tutto qui.
Comunque, se vuoi, cominciamo noi due: fatti sotto, Krauspenhaar 🙂
Una precisazione: non mi riferivo alla polemica tra Raos-Inglese e Berardinelli, perché quella verte sui contenuti (sui quali non sono in grado di pronunciarmi per mia incompetenza: a pelle, però, l’articolo su Nuovi Argomenti mi sembra degno di interesse). Spinto da Spettatrice, sono andato a leggermi i commenti. A me infastidisce la firma di Berardinelli sul Foglio, sia chiaro. Però mi infastidisce ancora di più la considerazione che viene accordata a fogli molto meno dignitosi del Foglio, e l’ignavia con cui si passa sopra certi direttori di testata rispetto ai quali persino uno come Giuliano Ferrara potrebbe dire, come dicono a Roma: non ti sputo che sennò ti profumo.
Lippa, non mi riferivo a te.
E’ che in alcuni interventi ho trovato un certo accanimento “terapeutico”, ecco. Tutto qui.
Poi è vero che certe volte, anzi spesso, nei blog si accendono delle risse delle quali io farei volentieri a meno. E come me molti altri, credo.
Bene, mi sono “fatto sotto”.;-)
Un caro saluto.
Va bene Serino, chiudiamola qui: tu continua a risciacquare in privato pubblicissimi panni sporchi; io chiudo con altre due piccole e necessarie integrazioni.
La prima è il commento di Gemma Gaetani, qui su, in questo colonnino, dove si conferma che ti sei inventato, nel tuo pezzo, anche le frasi attribuite a Gemma (che Gemma mai ha detto scritto pensato)
La seconda è il post appena pubblicato dal “Primo amore”, che ricopio qui:
Appena questo blog è nato sono apparsi articoli su “Il giornale”, ripresi e commentati in rete, che hanno provocato polemiche non cercate, non volute, e pretestuose, dando un’idea altezzosa e bellicosa di questo sito (che infatti si chiama “il primo amore”!) Si è parlato di presunte guerre tra blog, in particolare tra noi e gli amici di Nazione Indiana (che si sentono talmente in conflitto con noi da aver firmato subito l’appello che abbiamo pubblicato per la riapertura del processo Pasolini!) Addirittura “il giornale” ha deformato i contenuti e il senso dei primi articoli apparsi sul blog (un breve pezzo paradossale e swiftiano è stato fatto passare per qualcosa di bellicoso; una riflessione scritta mesi fa sul Don Chisciotte è stata fatta passare per una controffensiva alla polemica montata in questi giorni dallo stesso “Giornale”, arrivando persino a cambiarne l’ultima frase). Da qui risposte, controrisposte, spiegazioni, controspiegazioni… Ce n’è abbastanza per capire che a cadere in queste trappole si finisce in una macchina tritatutto che gira a vuoto senza entrare nel merito dei contenuti e delle urgenze.
Questo nuovo sito cercherà di andare a toccare alcuni tabù – che di solito si ha paura ad affrontare in questo allarmante presente – in modi e forme che saranno più evidenti via via. Perciò, per rispetto verso noi stessi e per chi vorrà seguire la nostra avventura, non risponderemo a questo genere di polemiche, non cadremo in queste sabbie mobili e non contribuiremo ad alimentare questo genere di polveroni. Ognuno, se vuole, adesso e in futuro, può documentarsi e, ragionando con la propria testa, giudicare secondo la propria intelligenza, sensibilità e libertà.
Cara Gemma, abbando quelle che nonm definisco polemiche ma DELIRI. RIPETO: la MAIL DI RINGRAZIAMENTI DI TIZIANO SCARPA e SMS SONO A DISPOSIZIONE DI CHI VOGLIA SERIAMENTE CAPIRE COME E’ ANDATA.
Scrivo a te perchè leggo che citi ELLIS e il suo “drogati di frammenti”.
Dato che mercoledì p.v. su REPUBBLICA apparirà una mia recensione al tuo libro dove parlo proprio di FRAMMENTI non vorrei che mi accusassi di averti copiato. L’ho consegnata ieri.
grazie.
gps
Ciao, Gian Paolo, e piacere di conoscerti.
Io per tutto il giorno ieri ho pensato che forse, in buona fede, hai creduto di rendere più “scoppiettante” la notizia. In fondo hai comunque parlato della cosa, e non credo che tu sia schizoide (mostri interesse per NI e IPA, parlandone, e però lo fai riferendone in modo non veritiero…). Né tiro fuori una presunta mala fede di cui non ho prove, e non mi interessa cercarle; Tiziano sostiene che c’è stata manipolazione voluta; tu sostieni che ci sono sms e mail private di Tiziano che smentiscono il dissenso che lui ha manifestato successivamente. A me non interessa partecipare a un processo pubblico, esaminare prove, esprimere un giudizio di colpevolezza dell’uno o dell’altro.
Ci tenevo a spiegare che non avevo scritto da nessuna parte quelle parole (e nemmeno le ho pensate o dette) perché pur non condividendo alcune delle idee che furono alla base della scissione di NI (quella sul genocidio culturale, in particolare), stimo il lavoro di chi porta avanti le proprie idee con impegno, serietà e una sorta di fede. Credo di aver capito (a mie spese, da quando è uscito il mio libro) che molti giornalisti – non sto dicendo tu, perché per dirlo dovrei farti un processo che non mi interessa fare – ritengono di assolvere il loro dovere, e di farti un favore!, parlando di te, ma mai troppo bene, puntando a evidenziare (o inventare) particolari che rendono più succoso o pettegolo il riferimento. L’informazione insomma è diventata fiction, Maurizio Costanzo ha fatto scuola. Ma il motivo vero sta nello stato attuale delle cose letterarie, che sono spesso lontane dal mondo che cercano di rappresentare, quello che riempie i vagoni delle metropolitane ogni mattina, per intenderci.
Ellis: io ho trovato complesso e perfetto il suo ultimo libro. Non credo affatto che sia il libro della fine di Bret Easton Ellis, anzi. L’esatto contrario. Solo una mente letteraria molto lucida più costruire un gioco di specchi così vertiginoso sull’identità autoriale, e il rapporto tra fonti e scrittura, confondendole continuamente. Un vero thriller sulla scissione dell’io autoriale.
Per finire, tornando a quelle parole che mi hai attribuito, ciò che non capisco è perché, nel mare magnum dei commentatori di NI, tu abbia scelto proprio me come personaggio a cui mettere in bocca quella battuta. Che mi sembra un rimaneggiamento dell’offesa, quasi, che alcuni esprimevano nei primi commenti al post che NI 2.0 ha dedicato all’apertura del PA. Quindi comunque veritiero.
Buon lavoro,
GG.
P.S. Sono curiosa di sapere come ti è sembrato il mio libro. I frammenti, lì, sono fondanti, fondamentali.
Cara Gemma, volevo soltanto chiarire per poi non essere accusato di averti “Rubato” l’idea dei frammenti.
Chiudendo, e questa volta davvero, conm Tiziano Scarpa altra asserzione falsa è che non ha mai accettato interviste con IL GIORNALE.
La prova?
Proprio su queste pagine Loredana aveva postato un mio articolo di ionterviste a scrittori tra i quali Tiziano Scarpa….
Lo trovate qui.
http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2006/01/index.html
Cara Gemma, volevo soltanto chiarire per poi non essere accusato di averti “Rubato” l’idea dei frammenti.
Chiudendo, e questa volta davvero, conm Tiziano Scarpa altra asserzione falsa è che non ha mai accettato interviste con IL GIORNALE.
La prova?
Proprio su queste pagine Loredana aveva postato un mio articolo di ionterviste a scrittori tra i quali Tiziano Scarpa….
Lo trovate qui.
http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2006/01/index.html
Giusto perchè so per certo di fare una domanda che altri ti vorrebbero fare, gian paolo (e anche perchè dopo molti anni ho finalmente acquisito la qualifica di rompipalle istituzionale): collabori alla Repubblica, al Giornale, ad Avvenimenti (se mi sbaglio correggimi), tre testate che dovrebbero essere diversissime per intenti, approccio e modalità di trasmissione del sapere. Come fai? Usi chiavi diverse per ogni… toppa? E ancora: come fai a trovare lavoro? (Non sto dicendo con queste domande che sia stato tu, nel caso specifico di cui si parla qui sopra, a fare confusione…mi è venuta però una grande curiosità a vederti muovere!). Se ti va rispondi se no, non fa niente.
Gian Paolo, se facendo critica letteraria, rintracciare l’istanza compositiva di un testo è derubare l’autore, allora sì, sei davvero un ladro disonesto privo di moralità, e lo denuncio qui davanti a tutti!
:0)
Chiudo anch’io, si è parlato anche troppo di questa storia.
Ultima cosa. Vorrei precisare che avrei scritto le stesse identiche cose anche se Gian Paolo Serino non avesse detto che ha scritto un pezzo sul mio libro. Per evitare sforzi ermeneutici ai lettori che volessero impegnarsi in essi…
Saluti e buon lavoro a tutti.
@ANGELA SCARPARO
Cara Angela, soddisfo la tua curiosità.
Sono responsabile della rubrica LIBRI di RES (periodico di didattica edito da Mondadori Scuola). Collaboro a REPUBBLICA (redazione Milano) e IL GIORNALE. Scrivo per STILOS, per i mensili ROLLING STONE e KULT e saltuariamente sul DOmenicale del SOLE24ore e su Diario della Settimana.
Scrivo per i portali http://www.librialice.it (se ti capita è on line da oggi il mio LIBRO DELLA SETTIMANA, Helter Skelter) e per il CAffè letterario di http://www.ibs.it
Spero di aver soddisfatto la tua curiosità. Quanto ai diversi schieramenti politici credo che la cultura non abbia colori e, fortunatamente, lo pensano anche le persone con cui lavoro
Certo che se questo “Affaire Serino-Scarpa” fosse capitato a proposito di un libro o sito di Wu Ming o di Genna qualcuno avrebbe già insinuato che: Sorino non esiste, in realtà è: a. Roberto Bui, b. Franco Melloni, c. l’uomo dietro il nickname “Franco”, ovvero a+b insieme, d. Massimo Del Papa; tutto l’affaire è una montatura orchestrata per lanciare il libro; Sorino usa lo stesso html dei V.M.O.; Sorino è il vero autore (o il co-autore, assieme all’intervistato-non intervistato) dei libri di Melissa P. :-))
Guardi dottor Di Michele che io ho capito benissimo che dietro VMO c’è lei e il Bui. E mi sa che l’hanno capito tanti altri. Complimentoni per la faccia tosta.
Scusi, dottor Pazzaglia, ma mi chiamo De Michele. Recentemente ho trovato un blog in cui si discuteva se io sono in realtà Roberto Bui, pensi un po’. Mi spiace disilluderla, ma le mie cognizioni tecniche sono talmente basse che devo farmi spiegare per telefono come creare gli html (che non so neanche cosa voglia dire, come sigla) per i miei pezzi su Carmilla, si figuri fare quella roba lì.
Riprovi, sarà più fortunato.
Sì, Gian Paolo (si scrive così, o Giampaolo?) ho capito. La cultura non ha colori, o ha i colori dell’arcobaleno. Ma io volevo sapere un’altra cosa: cioè, tu come fai, telefoni alle redazioni e dici, “Buongiorno sono Gian Paolo Serino, potrei collaborare con voi?”. Ach, era Avvenire, non Avvenimenti. Più su, nell’elenco delle tue collaborazioni, ho sbagliato. O è Avvenimenti? Scusa, ho sbagliato. Va be’, ma tanto era uguale. Avvenire, Avvenimenti. Diario: cioè, le persone come le conosci? Dove le incontri? No, scusa, se vuoi mi rispondi in pvt. Ma siccome sto rifacendo il mio ‘book’ delle collaborazioni, volevo capire. Grazie per la risposta.
Ah, vecchio Pazzaglia fa parte dell’ufficio stampa di Berlusconi lei, vero? La riconosco dal tono e dalle posate quanto precise argomentazioni.
Angela, l’essenza del berlusconismo è ignorare i tuoi argomenti e sottolineare che hai i pois delle mutande viola o lilla, e quindi di questo si deve parlare, possibilmente a voce alta. Quindi hai perfettamente ragione: è un berlusconiano.