Quel che conta è che è stata una manifestazione straordinaria, che ha spazzato via ogni presunta divisione fra “bigotte e mignotte”, come recitava uno dei cartelli.
@ Simone Regazzoni
“Sul resto”: nessuna intenzione di tornare a discutere dei massimi sistemi. Mi interessa di più la pratica di lotta, dato che in questo momento, finalmente, la lotta c’è. O meglio: le varie lotte si stanno unificando, senza sacrificare la specificità delle varie posizioni.
Quoto, in due modi diversi.
Quello che dice Wu Ming 1 è verissimo: non avrei mai scritto le bambine se non avessi avuto i miei figli. E’ grazie a loro che sono uscita dalla mia confortevole nicchia di belle letture e idee condivise. E’ grazie a loro che mi sono guardata intorno. Cambia la postura, e lo sguardo si allarga. E, sì, è bellissimo
Quello che dice Wu Ming 4 l’ho sentito, questo pomeriggio, in una piazza meravigliosa. Forse è vero. Le lotte si stanno unificando. E i rami scricchiolano, per fortuna!
1. Le lotte si stanno unificando!
2. Un saluto a Simone che ho recentemente azzannato – al momento senza pentimento – ma gli faccio un in bocca al lupo, sono sicura che andrà tutto benone! Se oggi ci fossi stato Simò sono sicura che saresti stato contento! Era pieno di femmine co rossetto! che e coscia de fora, certe femmine femministe lubriche(amiche mie) guardavano dei masculi femministi lubricamente! uh signora mia 🙂
Si stanno “unificando” e “moltiplicando” al tempo stesso. Si connettono rimanendo un molteplice. Non tendono ad appiattirsi l’una sull’altra, a omologarsi: sono lotte che hanno la propria forza nell’essere diverse, nel colpire in punti diversi, con modalità diverse, eppure sono la stessa lotta. Da qui deriva, credo, la loro imprevedibilità: nessuno, pur “fiutando l’aria”, aveva previsto giornate come quelle del pervasivo “blocchiamo tutto” universitario; nessuno aveva previsto un simile risultato per il NO a Pomigliano e Mirafiori; nessuno aveva previsto un’adesione del genere a “Se non ora, quando?”.
Del resto, un mese fa chi avrebbe potuto prevedere che interi popoli sarebbero scesi in strada e avrebbero rovesciato prima Ben Ali e poi Mubarak?
oggi ho fatto un bellissimo corteo. di singoli. Oggi eravamo moltiplicati, incazzati, forti. ma senza quella componente che permette alle cose di cambiare. un progetto unificante. abbiamo detto cosa non vogliamo, ma non cosa e sopratutto non come. In egitto le richieste erano (sono) chiare. da noi invece non molto. Spero che la gente ( mi scusoper il termine, ma non ne trovo un’altro) in piazza oggi ci stupisca, trovando nuove strade. Ma quando si gridava dimissioni, non penso che sia solo uno che se ne ceve andare.
Sì, è stata una giornata bellissima. Ho visto Francesca Izzo in tv: indietro non si torna! Si va avanti insieme. Oggi nessuno ha parlato per qualcun altro/a, c’erano davvero tutte le voci. A Milano c’era anche la Libreria delle donne (ho la foto!).
E vorrei aggiungere che una divisione in particolare che vorrei vedere superata – anche se condivido le parole di Wu Ming 1 e Loredana sull’essere genitori – è che vorrei che arrivassimo a sentire che i nostri figli sono anche degli altri, e quelli degli altri sono i nostri, sono il futuro di tutti – anche se non ne abbiamo avuti. Appartengono a se stessi, ma è nostra, collettivamente, la responsabilità di tenere pulita l’acqua dell’acquario in cui tutti nuotiamo. Ogni volta che lavoro con i bambini è così che mi sento. Lavoriamo perché si possa scegliere davvero se avere o non avere figli, perché non ci si senta obbligate/i per qualunque ragione, o non si possa scegliere di averne perché non ce lo si può permettere.
Simone, auguri!
Accidenti Regazzoni, scusa la vis polemica eccessiva.
Auguri sinceri anche da me e sottoscrivo quanto sopra: anche a me i figli hanno cambiato il modo di vedere il mondo. Certe volte penso che sono stati l’unica cosa vera in una mente (la mia) annebbiata dai fantasmi del passato.
Auguri affettuosissimi anche da parte mia a Simone Regazzoni. Ci si azzanna sì, ma come dice un proverbio che mi piace tanto ‘la diversità di opinioni è un dono di Dio”. E dei doni è meglio goderne pienamente, no? 🙂
@ Wu Ming 1
Come ho già detto, personalmente non mi interessa che alcuno arrivi ad ammettere alcunché. Le questioni sono state sviscerate ad nauseam e l’unica cosa che possiamo auguriamoci tutti è di maturare una consapevolezza sempre maggiore, fosse anche una maggiore consapevolezza della nostra confusione, come recita una poesia di Robert Graves. A questo punto sono le pratiche che contano (incluse quelle discorsive, ovviamente). Perché come diceva quel tale di tua conoscenza, ci sono momenti nella storia in cui o sei parte della cura o sei parte del problema.
Grazie Claudia, Valeria, Valter, per le vostre buone parole. Per quanto riguarda “posture” e altro: “non chiedetemi chi sono e non chiedetemi di rimanere lo stesso”. Mi pare che da qualche parte lo abbia detto Foucault. E mi piace assai:-)
“Non domandatemi chi sono e non chiedetemi di restare lo stesso: è una morale da stato civile; regna sui nostri documenti. Ci si lasci almeno liberi quando si tratta di scrivere.” [L’Archeologia del sapere, Michel Foucault]
Questo sito e gli strumenti esterni da esso utilizzati salvano sul tuo dispositivo dei piccoli file chiamati cookie per poter funzionare e per fornirti una navigazione semplice e completa.
Accetta Cookie
Scegli
cookie
cookie
Scegli quali cookie vuoi autorizzare, puoi cambiare queste impostazioni in qualsiasi momento. "Tecnici, essenziali" può causare il blocco di alcune funzioni.
Quel che conta è che è stata una manifestazione straordinaria, che ha spazzato via ogni presunta divisione fra “bigotte e mignotte”, come recitava uno dei cartelli.
@ Simone Regazzoni
“Sul resto”: nessuna intenzione di tornare a discutere dei massimi sistemi. Mi interessa di più la pratica di lotta, dato che in questo momento, finalmente, la lotta c’è. O meglio: le varie lotte si stanno unificando, senza sacrificare la specificità delle varie posizioni.
Quoto, in due modi diversi.
Quello che dice Wu Ming 1 è verissimo: non avrei mai scritto le bambine se non avessi avuto i miei figli. E’ grazie a loro che sono uscita dalla mia confortevole nicchia di belle letture e idee condivise. E’ grazie a loro che mi sono guardata intorno. Cambia la postura, e lo sguardo si allarga. E, sì, è bellissimo
Quello che dice Wu Ming 4 l’ho sentito, questo pomeriggio, in una piazza meravigliosa. Forse è vero. Le lotte si stanno unificando. E i rami scricchiolano, per fortuna!
@ Loredana Lipperini, Wu Min 1, Wu Ming 4:
semplicemente: grazie, di cuore.
“Le lotte si stanno unificando”!
1. Le lotte si stanno unificando!
2. Un saluto a Simone che ho recentemente azzannato – al momento senza pentimento – ma gli faccio un in bocca al lupo, sono sicura che andrà tutto benone! Se oggi ci fossi stato Simò sono sicura che saresti stato contento! Era pieno di femmine co rossetto! che e coscia de fora, certe femmine femministe lubriche(amiche mie) guardavano dei masculi femministi lubricamente! uh signora mia 🙂
Si stanno “unificando” e “moltiplicando” al tempo stesso. Si connettono rimanendo un molteplice. Non tendono ad appiattirsi l’una sull’altra, a omologarsi: sono lotte che hanno la propria forza nell’essere diverse, nel colpire in punti diversi, con modalità diverse, eppure sono la stessa lotta. Da qui deriva, credo, la loro imprevedibilità: nessuno, pur “fiutando l’aria”, aveva previsto giornate come quelle del pervasivo “blocchiamo tutto” universitario; nessuno aveva previsto un simile risultato per il NO a Pomigliano e Mirafiori; nessuno aveva previsto un’adesione del genere a “Se non ora, quando?”.
Del resto, un mese fa chi avrebbe potuto prevedere che interi popoli sarebbero scesi in strada e avrebbero rovesciato prima Ben Ali e poi Mubarak?
@ zauberei,
azz, pure il rossetto avevano! Grazie, crepi il lupo.
oggi ho fatto un bellissimo corteo. di singoli. Oggi eravamo moltiplicati, incazzati, forti. ma senza quella componente che permette alle cose di cambiare. un progetto unificante. abbiamo detto cosa non vogliamo, ma non cosa e sopratutto non come. In egitto le richieste erano (sono) chiare. da noi invece non molto. Spero che la gente ( mi scusoper il termine, ma non ne trovo un’altro) in piazza oggi ci stupisca, trovando nuove strade. Ma quando si gridava dimissioni, non penso che sia solo uno che se ne ceve andare.
Sì, è stata una giornata bellissima. Ho visto Francesca Izzo in tv: indietro non si torna! Si va avanti insieme. Oggi nessuno ha parlato per qualcun altro/a, c’erano davvero tutte le voci. A Milano c’era anche la Libreria delle donne (ho la foto!).
E vorrei aggiungere che una divisione in particolare che vorrei vedere superata – anche se condivido le parole di Wu Ming 1 e Loredana sull’essere genitori – è che vorrei che arrivassimo a sentire che i nostri figli sono anche degli altri, e quelli degli altri sono i nostri, sono il futuro di tutti – anche se non ne abbiamo avuti. Appartengono a se stessi, ma è nostra, collettivamente, la responsabilità di tenere pulita l’acqua dell’acquario in cui tutti nuotiamo. Ogni volta che lavoro con i bambini è così che mi sento. Lavoriamo perché si possa scegliere davvero se avere o non avere figli, perché non ci si senta obbligate/i per qualunque ragione, o non si possa scegliere di averne perché non ce lo si può permettere.
Simone, auguri!
Accidenti Regazzoni, scusa la vis polemica eccessiva.
Auguri sinceri anche da me e sottoscrivo quanto sopra: anche a me i figli hanno cambiato il modo di vedere il mondo. Certe volte penso che sono stati l’unica cosa vera in una mente (la mia) annebbiata dai fantasmi del passato.
Vedo che tutti gli intervenuti hanno sottoscritto il mio auspicio, e cioè che il Regazzoni arrivi ad ammettere di avere sparato cazzate! 🙂
Auguri affettuosissimi anche da parte mia a Simone Regazzoni. Ci si azzanna sì, ma come dice un proverbio che mi piace tanto ‘la diversità di opinioni è un dono di Dio”. E dei doni è meglio goderne pienamente, no? 🙂
@ Wu Ming 1
Come ho già detto, personalmente non mi interessa che alcuno arrivi ad ammettere alcunché. Le questioni sono state sviscerate ad nauseam e l’unica cosa che possiamo auguriamoci tutti è di maturare una consapevolezza sempre maggiore, fosse anche una maggiore consapevolezza della nostra confusione, come recita una poesia di Robert Graves. A questo punto sono le pratiche che contano (incluse quelle discorsive, ovviamente). Perché come diceva quel tale di tua conoscenza, ci sono momenti nella storia in cui o sei parte della cura o sei parte del problema.
“possiamo augurarci”, ovviamente. Pardòn.
Regazzoni, auguri anche da parte mia, ci mancherebbe!
E’ che del mio discorso sulla “postura” è stata data un’interpretazione “buonista” dalla quale prendo risolutamente le distanze 😀
Grazie Claudia, Valeria, Valter, per le vostre buone parole. Per quanto riguarda “posture” e altro: “non chiedetemi chi sono e non chiedetemi di rimanere lo stesso”. Mi pare che da qualche parte lo abbia detto Foucault. E mi piace assai:-)
“Non domandatemi chi sono e non chiedetemi di restare lo stesso: è una morale da stato civile; regna sui nostri documenti. Ci si lasci almeno liberi quando si tratta di scrivere.” [L’Archeologia del sapere, Michel Foucault]