COSE CHE ACCADONO IN GIRO, RELOADED

Intanto, cari milanesi, non dovreste esimervi dal fare il tifo per il prode Gianni Biondillo, che questo pomeriggio presenta Con la morte nel cuore alle 18.00 presso la Feltrinelli Libri e Musica di Corso Buenos Aires 33. Oltre al medesimo, Roberto Barbolini e Pietro Cheli, con Gigio Alberti a leggere brani.
Poi, sulla scrivania si vanno accumulando un po’ di cose: per Marsilio è uscito Il primo di Gaetano Cappelli, storia di un editor imbattibile nello scoprire best-seller, con un intoppo sulla sua strada. Quindi: un romanzo di cui avete già sentito parlare, Disturbando famiglie felici di Angela Scarparo, Pequod. Inoltre: un onesto e dunque valoroso horror italiano, Non mi uccidere, di Chiara Palazzolo per Piemme.
Infine: Alto tradimento di Anne Perry, che inaugura una nuova serie di gialli storici ambientati non più in epoca vittoriana, ma negli anni della prima guerra mondiale.
A proposito di Fanucci, se andate sul sito della casa editrice trovate un annuncio dell’editore in persona che invita a non spedire manoscritti direttamente. Scrive, in effetti:

”Con queste poche righe, vorrei consigliare a tutti che per pubblicare bisogna rivolgersi alle agenzie letterarie e non direttamente agli editori. Ce ne sono tante e molto competenti. Io da parte mia dichiaro ufficialmente che non garantisco che venga presa visione di alcun manoscritto che non sia stato inviato attraverso un’agenzia letteraria”. Perentorio…

 

75 pensieri su “COSE CHE ACCADONO IN GIRO, RELOADED

  1. sarebbe interessante se gli scrittori che girano su questo blog indicassero i loro agenti e magari i loro recapiti analogici e digitali…

  2. Si, Gianni, sono io. E non per toglierti un po’ del sadismo che giustamente e meritatamente provi, e riversi su qualsiasi nuo/a arrivata, ma “i cazzi miei” di cui parli…mi verrebbe da dire che “sono stati già provati” – vedi Anna di Distrubando… – se la frase non suonasse quanto meno equivoca…

  3. Hai dimenticato Diego Cugia, il nuvo di Cugia, cara Loredana. Come si fa a non segnalarlo? Distrazione forse?
    Saludos.
    Iannox

  4. Cara Loredana, grazie! Anzi, come direbbe Iannox, “Ma grazie, ma grazie grazie…smack smack smack e rismack”. Spero che ti piaccia. Mi dici qualcosa quando l’hai letto? Anche solo un “Puah!!!!” Vorrei qui ringraziare anche gli editori, e…ma no ilposto, che fa troppo discorso preparato. Il grazie agli editori in altra sede, magari quando discutiamo…
    Come fare a pubblicare? Boh. Visto che è di editoria che si parla, una dovrebbe cominciare col dire che pensa degli editori. e allora, non è per farmi pubblicità, ma giuro! Il protagonista di “disturbando famiglie felici”, Diego, quello che la scheda editoriale dice, “si trasforma nello Jack Nicolson di Shining ” cosa a cui non avevo pensato, è di mestiere…un editore!!! Un po’ fallito, ma editore. Quindi, come faccio a dirvi come fare? Non sono tutti come Diego gli editori, certo, – lui per esempio non ha i denti, che è come dire, un vampiro alla rovescia – ma fra tanti che ho incontrato, io quel tipo di editori ho notato. E poi dice che una pensa al suicidio!

  5. …ah, e per inciso, non lo dico per fare cambiare idea a chi voglia fare lo scrittore/ice, ma Anna, la protagonista di disturbando fa.felici, nonchè moglie di Diego, editore-vampiro, è una scrittrice- fallita pure lei!!! una che dopo il fallimento decide di fare un lavoro normale – direttrice d’albergo – e che dice, in terza persona, “…meglio portare avanti l’albergo, mica una deve fare per forza una cosa da saputoni”!!!. Non lo so. Forse è meglio che mi sto zitta.

  6. consiglio: chi può vada a vedere gianni alla feltrinelli (bleah…), merita!
    poi però per divertirsi io consiglio queste domande:
    – cosa ne pensa di piperno?
    – e del romanzo borghese?
    – è debitore di
    scerbanenco?
    – e la pizza di roma?
    – e la letteratura di genere?

  7. Beh, Dado, anche di Testori biosgna chiedergli, dai. lei ha letto Testori? Qualcuno dice che lei abbia preso da Testori…dai. Gigio Alberti: un bravo attore. Io sono una fan di Gigio Alberti. Glielo dici, Gianni? “Ha detto ilposto che non ti merito”, gli devi dire, Gianni.

  8. Quel simpaticone di Dado, che, masochista, ha già visto più d’una delle mie presentazioni, sa che, purtroppo, c’è sempre qualcuno che mi pone SEMPRE questa serie di domande. In effetti ormai rispondo a memoria. Ecco… evitatele. Oppure se ne sentite l’urgenza, fatele, vedete un po’ voi.

  9. Certo, auguri a Biondillo (come si dirà: in bocca all’editore?).
    Però, fa leggere i brani da Gigio.
    Con quella voce, dico.
    Mah.

  10. Effe, non l’ho scelto io l’Alberti.
    (l’unico Alberti che io amo è Leon Battista, umanista del rinascimento, ma questa è un’altra storia)
    Titonco: allora dì a Morozzi di lasciare l’indirizzo della sua agente, qui dalla Lippa.

  11. Leggo tutto questo (e altro) e nuovamente realizzo con immutato godimento quanto sia divinamente rilassante – essendo un G.O.D. – non avere problemi di pubblicazione, editori o agenzie e rispondere solo (non intellegualmente, ma utElitariamente) alle richieste dei lettori.

  12. Dopo tante cazzate che gli editori in genere fanno, dopo gli editor che ne fanno di grosse di cazzate, ci mancavano anche i terrosti: gli agenti letterari in perfetto stile americano. Davvero non se ne può più.
    Iannox

  13. Ve’ Gianni che non fai bene a non avere l’agente. Morozzi non fa che magnificare la sua bravissima agente che procura tra l’altro contratti per film.

  14. Adesso, tanto per non perdere l’abitudine a rompere i coglioni, magari anche a nome di altri, che non fa mai male. “Signor fanucci, mi scusi, può immaginare bene che questa mia richiesta non abbia secondi fine, essendo io almeno provvisoriamente sistemata. Immaginando che – a parte Arianna la coraggiosa, magari gli altri si sentano in imbarazzo a sentirsi trattati come “indesiderati”, tanto da mettere un cartello sulla porta, GO AWAY – sulla porta gliela faccio io la domanda: come si fa a procurarsi un agente letterario?” No perchè io, essendo una rompicazzi storicamente accertata, – ci ho provato e riprovato. Due le tendenze, le assicuro: la prima. dopo svariati messaggi nella segreteria, l’agente, (la) non risponde. la seconda tendenza, fornata da personaggi un po’ più pazienti, fa sì che dopo varie mail l’agente (la) ti dica che non ha tempo per te. Domanda: quali sono queste agenzie disponibili? Forse ho sbagliato io. Proposta: ma lei, fanucci, 500 euro da dare a un bravo/a e volenteroso ragazzo/a che dia un’occhiata alla roba che arriva, non se lo può permettere? Se vuole facciamo una colletta. Pur di sapere che gli editori si dimostrino, nell’interesse di tutti, un po’ più disponibili.

  15. Perfetto. Ora c’è gente che risponde pure per me. Aspetto solo che scrivano libri per me e sarò nel gotha della letteratura.

  16. – è perfetto per lo strega
    – il mio è un romanzo plebeo debitore di pasolini e gadda
    – il romanzo borghese non è mai morto
    – no
    – pizza pizza marescià
    – è una gabbia in cui ci vogliono imprigionare
    hey gringo e la macchina?
    vavavumaaaa…. :-)))

  17. Se era possibile toccare il fondo e attraversarlo tutto il fondo per scendere ancora più in fondo, bene, col terrorismo degli agenti letterari, il Signor Fanucci c’è riuscito perfettamente.
    In definitiva, sì, mi trovo perfettamente d’accordo con quanto ha espresso Lello Voce.
    Saludos
    Iannox

  18. Io ci sto. Facciamo una colletta, davvero e paghiamo qualcuno per leggere? Andreac, sai che anche io nei miei ormai lontani vent’anni.. .sono stata messa – per punizione, giuro! perchè rispondevo! – in una casa editrice milanese, a riordinare e a rispondere a quelli che chiedevano indietro i manoscritti. molti i rompicazzi, è vero. ma perchè, in quale altro lavoro uno incontra solo gente educata e gentile? se fai l’editore, non potrai evitare i rompicazzi, come anche se fai l’avvocato non potrai evitare i ladri e i terroristi, e se fai il parrucchiere forse ogni tanto qualche signora che vuole una testa esageratamente gonfia….diciamo gonfia a cazzo. ah, in questa casa editrice milanese dovevo anche segnalare quelli che a mio parere non erano male. quando ne segnalavo qualcuno dicevano che non ero affidabile. comunque, non è una battuta. Dammi i nomi della agenzie di cui parli.

  19. Trovo la ‘sortita’ di Fanucci un po’ barbara e tanto di cattivo gusto: non bastassero distributori e agenti che già ci sono, ora pe essere presi in considerazione da questi signori bisogna anche procurarsi un agente.
    Domanda: se da Lei, egregio Fanucci, ci viene direttamente Eco, che magari ha mandato a quel paese il suo agente e decide di fare da sè la sua inflessibile norma vale comunque?
    Diceva Totò: si consideri, Eccellenza, eccellentemente spernacchiato!!!
    ci vuole l’agente… Roba da pazzi!

  20. lungi da me prendere le difese di chi consiglia di rivolgersi ad agenzie letterarie o qulsiasi altro genere di mediatore, a me l’agenzia pratiche auto mi sbagliò l’indirizzo sulla patente e la mia vita porta ancora un ritardo accumulato per rettificare la cosa. però, viva la sincerità, fanucci lo scrive chiaramente sul sito. ci sono…(non so come dire…non vorrei scatenare il solito tsunami…), insomma, ci sono alcuni “generi” che hanno anche un “certo pubblico” che si scatena e, più incline a mettere l’accento su ambintazione e trama e poco “erudito” in fatto di letteratura, scrive certe cagate che contribuiscono solo a disboscare il pianeta. e poi, ci sono scelte editoriali, discutibili forse, ma da accettare.
    mi piace la proposta de ilposto, perchè invece di darli a fanucci i 500 euro non si mettono su collettivi di giovani scrittori che si occupano di leggere manoscritti…come fanno IQUINDICI?
    e poi, diciamo la verità, molti aspiranti scrittori mandano i loro manoscritti a chiunque…in un periodo in cui ero senza soldi, braccato da un sicario telecom incaricato di farmi pagare delle bollette arretrate, ho lavorato come lavacessi in una casetta editrice, nonostante questa casetta si occupasse di filosofia riceveva continuamente manoscritti che alla fine leggevo solo io, tra un lavandino da sturare e un copriwater da sostituire.
    per finire, voglio proprio fare l’avvocato del diavolo. gli indirizzi delle agenzie letterarie si trovano facilmente su internet, come ogni tipo di agente questi sarà interessato a fare i soldi, quindi, è bene presentarsi con un “curriculum”, premi letterari, racconti pubblicati su riviste, esperienze di lavoro e formative sono tutte caratteristiche che valgono più di un ottimo romanzo. se scegliete questa strada preparatevi a percorrerla. se vai sulla neve metti le catene e l’antigelo nel radiatore.
    sennò ci sono altre vie, molto frustranti, che spesso non portano a niente e se va bene si diventa direttore d’albergo.
    sennò ci si può affiliare alla sacra cupola degli scrittori…

  21. Io scriverei un bel libro: “Morte di un agente letterario”. Così lo intitolerei, e poi voglio vedere se Fanucci lo pubblica. Ma essendo certo che non lo pubblicherebbe, non mi spreco: così, vi dico da subito come finisce il libro. “Lo scrittore, aspirante, tale, si decide finalmente per il capolavoro. Prende la pistola che nascondeva sotto la giacca, la punta alla tempia del suo agente letterario e gli lascia in testa un bel buco. Lo scrittore osserva il corpo dell’agente letterario: è ancora caldo di residua vita. Ma è morto stecchito, perché era necessario che così fosse. Per sincerarsi che sia morto completamente, gli assesta un bel calcio nelle costole. Il corpo rimane a terra, senza un lamento. Adesso lo scrittore sa d’aver consegnato al mondo la sua Opera migliore: il corpo stesso dell’editoria.
    – FINE -”
    Saludos
    Iannox

  22. Una domanda sicuramente sciocca, perché siete così contrari alla figura dell’agente?
    Visto che in Italia è quasi sparito l’editor, qualcuno che aiuti il misero scrittore, che non nasce imparato, a districarsi nel complotto globale dell’editoria ci vorrà pure… oppure no?
    Non scaldatevi, non è una provocazione, cerco di capire, la vostra visione dell’agente.

  23. Andreac hai ragione su un punto. un agente sul tuo lavoro, se ci crede, ci fa i soldi. e sono d’accordo. domanda: dove sono questi agenti disponibili?molti di quelli che elenchi tu diciamo che “non sono accessibili”, come il cellulare spento, altri vogliono 250 euro, che scusa… e scusa pure se mi ripeto. risposta che mi do io alla domanda, dove sono gli agenti disponibili. solite cagate italiane. uno/a fa l’agente, ma poi si scoccia di trattare coi brutti/e, occhialuti/e e poco lavati/e aspiranti scrittori. perchè non fai la stilista?

  24. un mio amico sta mettendo su una minuscola casa editrice, c’è già chi lo ha contattato, l’altro giorno chiama questo e fà: “lo hai visto Sideways? io ho scritto un libro che è uguale, cioè, io l’ho scritto prima, capisci, ed è proprio bello, è bello come Sideways, e l’ho anche scritto prima, e poi è un libro, non un film.”
    questo non è un caso, è la media, anzi, è la maggioranza.

  25. Krauspenhaar: quanto vuoi come agente?
    valchiria, guarda: se vuoi arrivare a pubblicare un libro (CHE E’ COSA MOLTO DIVERSA CHE FARO LO SCRITTORE/ICE) devi alternare a una sostanziale e ferma quando incosciente e appassionata “rottura di coglioni” un’altra sostanziale e ferma “formazione letteraria”. Soltanto risposte implacabilmente ferme e decise su tuoi gusti lettererari, o alle domande a traboccheto che di volta in volta ti faranno i vari editor, giornalisti intervistati, funzionari editoriali contattati, su scrittori, libri che hai letto, periodi letterari conosciuti potrà far sì che tu pubblichi. Ehhh. E da lì però comincia il calvario. Ma lascio a Biondillo, Krauspenhaar, Lello Voce, o a qualche altro la risposta. Devi cliccare su “formato” e poi c’è conteggio parole, e ti dice il foglio (che è la cartella) da quante parole e lettere è formato. C’è scritto proprio: parole, lettere.

  26. comunque io fanucci e parte del suo staff li ho conosciuti, e sono pure simpatici, sarà che erano felici perchè avevano da poco vinto i diritti per i racconti di ballard, sarà perchè: “arrivano vagonate di soldi”, ma erano proprio di buon umore e di buona compagnia.

  27. Fanucci? Chi è costui?
    Che senza nome non sei il mio nemico…
    che i nomi non son piedi nè mani nè occhi…
    Fanucci.
    P.S. PARTE SERIA
    per il POSTO:
    ho chiesto alla Lipperini di spiegarmi, anche in via privata, cos’era in pratica una cartella e come si misurassero le battute, ma non ho ricevuto risposta: forse è troppo indaffarata.
    Non è che potresti aiutarmi tu? Dicono che gli scrittori sono vicini ai lettori; me lo faresti questo favore?
    GIANNI BIONDILLO,
    se IlPosto non può, non è che me lo potresti far tu?
    E poi (questa è una cosa che chiedo ad entrambi) potete spiegarmi, sempre in via privata, dove avete spedito le vostre cose per farle leggere e pubblicare?
    Thanks.
    La mail è memoryaindistinta@katamail.com
    Valchiria

  28. Corretto Fanucci a dichiarare ciò che altri editori potrebbero fare senda dire.
    Da http://www.librialice.it se non sbaglio si accede a un elenco di agenzie letterarie.
    Per Ale C: nulla in contrario nei confronti dell’agento, ma in Italia non si tratta sempre di agenti che lavorano sul testo, spesso si occupano solo di vendere i diritti.
    Nessun agente (eccezioni escluse cderto) guarda gratis un testo. Le cifre vanno sulle centinaia di euro e sinceramente credo che non si debba per forza cedere a queste formule. E’ vero che le case editrici prestano più attenzione ad agenti che a manoscritti anonimi, ma per ora ancora vengono letti. Poi se uno ha dei soldi da investire ben venga, ma attenti alle clausole che vi legano alle agenzie: vi consiglio un libro pubblicato da stampalternativa, di Miriam Bendia (non ricordo il titolo ora).

  29. il posto, immagino, ma non lo so, non sono un agente, ma immagino che quello che succede in tutti campi succeda anche qui. succede con l’avvocato, succede col commercialista, con il parrucchiere, col fruttivendolo… io, che compro una zucchina alla volta perchè vivo solo con la gatta e la gatta non mangia zucchine, quando vado dal fruttivendolo quello non mi caga manco di striscio.
    per questo ritengo che sia il caso di andare da un agente nel momento in cui si ritiene di avere un certo potere contrattuale. quando l’agente lo chiama evangelisti voglio vedere se non si mette a disposizione.
    ci sono piccole case editrici a caccia di “giovani talenti”, ci sono riviste, siti web, e, se proprio si vuole avere un agente, ci sono piccole agenzie. attenti alle sòle, chiaramente.
    @valchiria. molti indicano le “misure” di una “cartella”, es:
    60 caratteri per 30 righe, 250 cartelle dattiloscritte di 2000 battute ciascuna, oppure 25 righe e 55 battute per riga.
    per fare questi calcoli basta utilizzare gli strumenti di word

  30. premetto che io non lavoro per nessuna di queste agenzie, nemmeno come lavacessi. premetto che ho semplicemente googleato le parole “agenzia” e “letteraria” e che questi sono solo i primi 5 – 6 risultati. premetto che qui si tratta di spendere la media di 250 euro per farsi leggere, e poi, una cifra variabile per l’eventuale editing. premesso che, ripeto, secondo me, quella dell’agenzia letteraria è una scelta non obbligata (non esiste solo fanucci), ma soprattutto è una scelta ben precisa, ci si affida a qualcuno che fa i soldi vendendo qualcosa, un prodotto e qiesto prodotto sarà il risultato di varie fasi di lavorazione, compreso packaging.
    premesso tutto ciò mi faccio latore di notizie di pubblico dominio dalle quali dichiaro di non ricevere alcun beneficio.
    in fede, andrea c
    agenzie letterarie:
    http://www.ilsegnalibro.it/home.htm
    http://www.herzog.it/
    http://www.martineden.it/
    http://www.musculus.it/iservizi.html
    c’è pure grandi e associati (evangelisti, dazieri, licalzi, v.m. manfredi, affinati, ecc.)
    http://www.grandieassociati.it/agenzialetteraria/
    poi, ci sono altre iniziative:
    edizioni online – http://www.editoronweb.com/
    libero di scrivere – http://www.liberodiscrivere.it/

  31. Proposta: non ho l’agente. Ma ora potrei fare l’agente. Mandate i manoscritti. Sarò chirurgico ma anche buono, pieno di consigli, umano troppo umano. Mi farò in 4. Prezzi concorrenziali.
    Il posto: tra François Ozon e Shining? Il tuo noir mi sa che vale la pena.

  32. Vorrei spezzare una lancia per il signor Fanucci, che non è mio zio, né un mio conoscente. Credo che però la sua richiesta sia legata all’incapacità di alcuni aspiranti scrittori di guardarsi attorno e alla loro smania di voler pubblicare a tutti i costi. Immagino che da Fanucci arrivino quotidinamente manoscritti di romanzi d’amore, poesie, trattati su come usare un microonde. Le agenzie invece dovrebbero sapere più o meno “dove” indirizzare “cosa”. Inoltre Fanucci non esclude di leggere manoscritti di chi gli si rivolge senza tramite. Certo, se il manoscritto si chiamerà “Blade Runner II” avrà più possibilità di esser letto rispetto a I baci appassionati fra l’Umbertino e l’Isolde… mi sembra più che normale, che un editore pensi “se una cosa mi interessa la guardo, se no, via nel cestino dell’immondizia”.

  33. Vins “I baci appassionati fra l’Umbertino e l’Isolde” io lo leggerei SUBITO! Altro che Blade Runner 2.

  34. Gianni, te lo confesso I baci appassionati è il romanzo che sto scrivendo da anni, quando lo finisco te lo mando. Così lo facciamo rosicare ben bene a Fanucci.

  35. valchiria te lo giuro, non è un’esagerazione. io ho pubblicato 25 anni fa su “Alfabeta” (U.Eco, A.Porta), poi ho lavorato in una casa editrice di Milano per cinque anni, poi vacante per altre tre case editrici di Milano, poi ho scritto racconti su Stop sotto pesudonimo, poi ho pubblicato a 25 con una casa editrice piccola che si chiamava Biblioteca dell’Ololampo, poi ho pubblicato con Mondadori, poi con Transeuropa, poi ho avuto “discusioni” (con una sola esse), fino a Pequod adesso. e venticinque anni fa come ho fatto? Te lo dico. Allora esisteva – adesso è morto – un uomo molto mite, uno scrittore innamorato della Resistenza che per fortuna sua e nostra, anzi della Resistenza aveva la fissa. Si chiamava Mario Spinella. Abitava vicino casa mia. Io allora stavo a Milano. Abitava a viale Premuda. Allora lo incontravo sempre al supermercato. Una volta, al supermercato gli ho detto, “posso farle leggere delle cose che ho scritto?”. lui strizzando gli occhi – non ci vedeva una mazza – mi ha guardato – non so che abbia visto – e siccome era un uomo che amava la Resistenza amava anche le persone. Mi ha detto di sì. Gliele ho messe nella buca delle poste. Mi ha presentato ad Antonio Porta. Ho pubblicato su Alfabeta. Ho fatto un libretto con “presentazione” di Cesare Viviani, quello dell?Ololampo. A Valchì, non me la sento di dirti “Vai a fare la spesa al supermercato se vuoi pubblicare!”, oppure, “Rompi il cazzo a uno scrittore/ice innamorati della resistenza!” Anche perchè in questo ha ragione wu ming, ce n’è pochi in giro e si vede.
    Cartelle: c’è un tasto del computer che ti dice di quante battute è fatta la pagina. Cercalo. Credo sia a “strumenti” di word. Se ti potessi dire di più, credimi, Valchì, lo farei.

  36. Posso spezzare una lancia a favore di un agente letterario? Il nostro, Roberto Santachiara a.k.a. (nei nostri racconti) Heriberto Cienfuegos.
    Il suo lavoro ci è indispensabile, porta avanti le nostre istanze (anche le più radicali) presso la pletora di editori con cui abbiamo a che fare in giro per l’Orbe, ci consente di non arrovellarci su certi aspetti del nostro lavoro, ci dà sempre il suggerimento giusto. Non so dove saremmo, a quest’ora, senza di lui. La partita si svolge così: noi facciamo il lancio in avanti, lui porta la palla in touchdown. Questo non era per suggerire ad altri di contattarlo (credo abbia già troppi autori nel carnet), ma per rendere giustizia a figure che il pubblico non conosce ma che si smazzano un bel carico di lavoro.
    Detto questo, Fanucci – come frequentemente gli capita – esagera, e in questo modo abdica a una delle funzioni che dovrebbe avere l’editore : sondare il sottobosco, scoprire nuovi testi e nuovi autori, correre il “rischio d’impresa” nel proporli al pubblico.

  37. Eccomi! Anzitutto grazie a tutti per la solidarietà umorale di cui al post precedente: il rabbuiamento passò! E perdono a Valchiria: solo che nella spiegazione, temo, non sarò risolutiva. C’è cartella e cartella: a Rep., per esempio, sessanta righe corrispondono a 3600 battute, calcolabili se, su word, attivi lo strumento “conteggio parole” che è sotto la voce “Strumenti”. Però non tutti usano la stessa misura…Quindi è buona norma chiedere al proprio interlocutore: di quante battute è la vostra cartella?
    Spiegazione confusa, mi rendo conto.
    Sull’agente letterario, temo che il buon Sergio Fanucci si precluda la possibilità di scovare qualche perla nella sua intasatissima posta elettronica, in effetti…

  38. Ma, wu, beato te! Lo so anche io che un bravo agente fa miracoli. Non è in discussione il ruolo dell’agente . E’ l’agente “italiano” – paese in cui spesso gli autori avevano rapporti privati con gli editori – che spesso è poco “professionale”. Esempio: agente di film americano, (Viale del Tramonto) Uno scrittore con poco lavoro e un agente normale. L’agente si occupa dello scrittore, che pure è parecchio “disgraziato” senza badare a quanto sia famoso. Lavora, e basta. Lo scrittore è talmente disgraziato che si va a ficcare nella casa della attrice matta. E l’agente continua a cercarlo… va be’, ma quello è un film. In Italia, se sei uno scrittore con poco lavoro, non è che l’agente dica, “Bene, cerchiamo lavoro!”, no. “Chi sei?” e tu nella segreteria, “io”, tu dici. “Bene. E manco ti contatta” Ma va bene così. Va bene così. Almeno ci si fanno le ossa. Solo che magari alla mia età somigli più a un pugile suonato che a una che ha pubblicato, Valchì.
    Andreac. E’ evangelisti che non ha più bisogno dell’agente. E’ l’agente che ha bisogno di Evangelisti

  39. ho letto in un precedente commento che esiste un’agenzia letteraria presente in rete all’url herzog punto it.
    Per un momento ho creduto di aver trovato il lavoro della mia vita.
    (una voce dall’esterno:
    – Ah more’, te sbrighi co’ ‘ste casse de carciofi?
    – Arrivo, arrivo (suda copiosamente)

  40. Valchiria, purtroppo (o meno male, dipende dai punti di vista) non posso aiutarti.
    Nel senso: quando scrissi il primo romanzo una mia amica lo portò (fisicamente, fece solo da postina, nessun paraculamento) in Guanda. Nel frattempo feci altre due copie e li mandai, attraverso “conoscenze” ad altri due editori. Una di queste “conoscenze” era (è) amico intimo di Dazieri. Be’: qualche tempo dopo il suddetto mi disse: “Il tuo libro è in seconda lettura presso Mondadori” (il suo carissimo amico, cioè, non l’aveva letto ma semplicemente passato a chi lo fa di mestiere, come è ovvio). E io: “bloccali. Ho già il contratto firmato con Guanda”. In pratica al primo tentativo (con Guanda) ho avuto la proposta di pubblicazione. Non faccio testo, in buona sostanza. Non ho penato, non ho bussato a nessuna porta, non ho rotto i coglioni a nessuno. Probabilmente ho avuto un culo spaziale, non so.
    Poi sulla cartella affidati a quello sopra detto. Io ancora non ho capito come è fatta una cartella. Quando mi dicono: “scrivimi un racconto di 7 cartelle” sudo come un pazzo, perché non oso dire: “Ma come cazzo è fatta sta cartella?”

  41. Quanto scrive Wu Ming 1 è giusto, pur non piacendomi affatto la figura dell’Agente Letterario. Ce ne sono di onesti e che fanno seriamente il loro lavoro, ma sono molti molti di più “i stronzi”.
    Poi, c’è da dire che un Agente Letterario con le palle QUADRATE costa, e un aspirante scrittore – nel 99 per cento dei casi – non se lo può permettere proprio. E’ già tanto quando riesce ad inviare il suo lavoro agli editori. Una questione di fondi, di danè.
    Fanucci ha fatto l’ennesima cazzata. Impossibile, almeno per me, spezzare anche solo uno stuzzicandente a suo favore.
    E visto che ci sono? Ma quand’è che escono i libri annunciati e mai pubblicati…? Fanucci non è nuovo ad annunciare uscite tranne poi tirarsi indietro. Ma forse è meglio così, giacché Solaria costa non un occhio della testa, ma almeno due, e le traduzioni fanno pena.
    Torno a “La Falce dei Cieli” di U.K. LeGuin (rileggerlo non mi farà male di certo – e poi, coi tempi che corrono, è una lettura più che mai attuale): ottima la traduzione di Riccardo Valla, come sempre del resto. Per me, uno dei migliori traduttori in Italia.
    Saludos
    Iannox

  42. Una cartella è di 1800 battute, compresi gli spazi, in giustificato (tutti i caratteri della stessa dimensione) es. courier new. In sostanza sessanta battute per riga, per trenta righe.
    La cartella che utilizzano i traduttori è leggermente più corposa, circa 2400 battute.
    Se scrivi e hai una mail pubblica ricevi, un giorno sì e l’altro anche, ricevi romanzi, abbozzi di storie e racconti.
    Un paio di mesi fa un mi scrive: “Io non conosco il suo lavoro, ma penso che il mio potrebbe interessarLe”.
    Ho collaborato con una piccola casa editrice indipendente, all’epoca riceveva decine di dattiloscritti alla settimana. Mi spiace non aver pubblicato un volume con le lettere d’accompagnamento alle opere.
    Quando poi si rispondeva, gentilmente, che il lavoro inviato non rientrava nella linea editoriale, almeno la metà degli autori, replicava con deliri personali.
    Ora sto per dire una cattiveria, molto, molto impopolare.
    Stephen King afferma: “Se vi viene naturale scrivere frasi come – è mostrò le sue sfrontate tette lesbiche al mondo- e non state facendo satire, cambiate mestiere”.
    Normalmente i dattiloscritti grondano tette lesbiche e cieli plumbei… non è una regola e quelli che si staccano da queste terrificanti visioni vengono pubblicati. Almeno la piccola casa editrice in questione l’ha sempre fatto e lo continua a farlo.
    Per il resto mi associo a Wu, stesso agente.
    Non è solo una figura importante perché mi toglie un mucchio di noiose incombenze. È importante perché è il primo critico del mio lavoro.

  43. brevi considerazioni di una che non ha mai avuto niente da pubblicare e che non pubblicherà mai niente.
    – l’Agente è una bella sfiga, una specie di caporalato o di agente immobiliare che si pappa del tuo o di quello che riesce a farti guadagnare 🙂
    -l’Agente va bene perchè non credo che uno scrittore (parlo sempre di scrittori con un minimo di decenza) non necessariamente deve perdere il suo tempo e il suo equilibrio (ammettendo l’abbia) nei tetri percorsi tra case editrici, diritti e doveri e burocrazie varie 🙂
    – Perchè non chiedere il parere di chi si appoggia a un Agente? se non erro i wu ming lo fanno 🙂
    In ultimo: perchè non cercare strade alternative? a parte i soliti Quindici trovo interessanti le ultime iniziative di Carmilla che pubblica a puntate racconti che poi (a quanto sembra) andranno a finire su carta.
    Riporto alcune parti di un commento di oggi di V. Evangelisti:
    http://www.carmillaonline.com/archives/2005/03/001281print.html
    Gli ampi consensi con cui è stato accolto Imperium, il romanzo di Luca Nutarelli e di Fabio Ciabatti che Carmilla On Line ha pubblicato a puntate nelle settimane scorse (e, a quanto sembra, già destinato a un avvenire cartaceo, segno che anche qualche editore ci segue), ci induce a proseguire sulla stessa strada……….
    ……………………Siamo grati a Federica Vicino per avere colto – come già Nutarelli e Ciabatti – una verità che ormai dovrebbe essere elementare, ma che per molti non lo è ancora: la pubblicazione on line non è di rango inferiore a quella cartacea, ma in molti casi, senza sostituirla (come credevano gli ingenui fautori dell’e-book), le fa da complemento o premessa.
    I circa 60.000 lettori affezionati di Carmilla On Line non sono un mercato facilmente individuabile, però costituiscono un pubblico generico che, con le sue sole forze, l’esordiente o lo scrittore estraneo ai circuiti commerciali faticherebbe a raggiungere. (VE)
    Saluti

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