A seguire, le dichiarazioni rese negli ultimi anni dal ministro per la famiglia, Lorenzo Fontana. Auguri, un vivo complimento all’elettorato.
“Se non si rispetta la vita dal concepimento alla fine naturale si arriva ad aberrazioni come quelle di cui siamo stati e siamo testimoni. E’ tipico delle dittature: nel momento in cui qualcuno cerca di omologare i popoli, è inevitabile che si registrino casi come quello recentissimo di Alfie Evans in Inghilterra. Il nazismo omologava per razza, il comunismo per classe sociale e oggi si tenta di omologare per interessi economici o per concezioni di vita. L’anziano non autosufficiente? Un peso per la sanità, dunque un peso per lo Stato… che muoia! Guardiamo le statistiche in Olanda, dove emerge che il 4,5% di tutte le morti è originato dall’eutanasia. E ci sono casi eutanasici riguardanti chi si sentiva depresso, non riuscendo più a stare al passo con i tempi: un’orrenda follia!”
“Già incomincia a diventare difficile trovare nei documenti ufficiali la parola “aborto”… la neo-lingua truffaldina preferisce ormai inserire il termine nel più vago ambito della “salute riproduttiva”. L’aborto lo si è fatto diventare ufficialmente un ‘diritto umano’: in realtà è uno strano caso di ‘diritto umano’ che prevede l’uccisione di un innocente… Bisogna sostenere la Marcia per la Vita!”
“Ci saranno brutte sorprese per questi laicisti da scrivania…. che amano la persona umana solo se è utile all’economia. Anzi, se la persona umana non ci fosse proprio più del tutto, per loro forse sarebbe meglio: credo che questo desiderio aberrante sia in fondo l’obiettivo finale dei fautori dell’aborto e dell’eutanasia. La Marcia per la Vita 2018 di Roma è più che giustificata. Fino a quando ci sarà chi vuole eliminare la persona umana, scendere in piazza non solo è auspicabile, ma doveroso, una testimonianza pubblica”.
“Cancelliamo la legge Merlin e riapriamo le case chiuse. La prostituzione va legalizzata ispirandosi al modello tedesco”
“Attaccano il valore della famiglia naturale, che è l’anello di congiunzione più importante tra l’individuo e la comunità, per indebolire sia la persona che la società e renderle entrambe più vulnerabili, manipolabili al fine di dominarle” ha detto Fontana. “Infatti una comunità composta da famiglie che si tramandano, di generazione in generazione, i propri valori, le proprie tradizioni, la propria identità è una comunità più forte, difficilmente manipolabile e dominabile. Perché lo scontro oggi è tra chi vuole l’omologazione delle persone, cioè renderle meri numeri e consumatori, e chi difende le specificità, le identità, i valori di una comunità; lo scontro è tra chi vuole il vuoto individualismo orfano di punti di riferimento e chi difende l’individuo come portatore di valori e parte integrante di una società coesa culturalmente. E’ una battaglia culturale: una volta le guerre si facevano con le armi, oggi si utilizzano i mass media, le immagini e le parole. Ed ecco allora che la propaganda dominante mette in discussione e indebolisce la famiglia naturale, ecco che ci dicono che l’immigrazione serve per colmare il gap del decremento demografico. Ecco, dunque, da un lato l’indebolimento della famiglia e la lotta per i matrimoni gay e la teoria del gender nelle scuole, dall’altro l’immigrazione di massa che subiamo e la contestuale emigrazione dei nostri giovani all’estero. Sono tutte questioni legate e interdipendenti, perché questi fattori mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni. Il rischio è la cancellazione del nostro popolo”.
Loredana carissima, ma di che ti stupisci?
:-/
Sono così triste e arrabbiata come mai in vita mia. Furiosa con mio padre, accecato pentastellato, e con i suoi amici cattolici, conservatori, crogiolati nel diniego assoluto, nei miti familisti, nello sfascismo nascosto da liberalismo chic. Non capiscono e non vorranno capire. Furiosa con la gente che sembra sempre più agguerrirsi contro il debole di turno, solo armata di tastiera, slogan e power point. E trovo desolante come ANCORA siano le donne a essere messe in ombra, ancora di più. Non sarà forse il momento di unire le ragazze di NUDM, le donne della Casa e, più in generale, le persone che trasversalmente parlano e scrivono, come fai tu, con lucidità e reale passione politica (non inventata da un marketing su due piedi come fanno questi immondi individui)?? Grazie per il tuo lavoro, sempre.
Insomma, mi sento una marziana, mi sforzo di capire eh, ma riesco solo ad avercela a morte con quelli che volevano un cambiamento pur che sia. Eccoci accontentati! Doppio carpiato all’indietro di ‘sta quarantina di anni. Abbiamo il governo del cambiamento, se non fossi così angosciata mi verrebbe da ridere.
Ma la cosa che più mi intristisce è la sensazione che avremmo dovuto inventarci parole nuove e invece ci siamo persi nelle nostalgie per come eravamo belli e generosi. Abbiamo guardato a un futuro dietro le spalle, come diceva qualcuno.
Aver liberato la parola ha prodotto una interessante eterogenesi dei fini: proprio coloro che maggiormente avrebbero dovuto salvaguardare quella libertà di cui godono, usano la parola liberata per… invocarne la castrazione.
Effetti della democrazia, si dirà. O di una vera e propria Sindrome di Stoccolma: non basta agire in nome di astratte libertà e di ancor più astratte uguaglianze se prima non si riesce a preparare il terreno culturale per i cambiamenti; democrazia e libertà sono parole astratte e pericolose se non si accompagnano a “consapevolezza” e “partecipazione”: forse ora tocchiamo con mano gli oscuri vaticini di chi ci ammonì del carattere eccessivamente élitario delle rivoluzioni sessantottine in Italia; in una parola, una minoranza spingeva da una parte mentre una maggioranza (prima silenziosa, ora fin troppo chiassosa) lavorava per contrastarla. Usando le categorie della stessa minoranza.