DEL CONDIVIDERE

E’ vero, le riviste letterarie, i blog, le piccole e grandi comunità sono fatte per nascere, morire, rinascere sotto altra forma. Ma se i toni non devono essere quelli della catastrofe, è pur giusto fare una riflessione su quanto sta avvenendo in questi giorni. O settimane, dovrei dire: perché pur a margine della vicenda di Nazione Indiana , ci si interpella e arrovella sullo stare in rete (lo so, ci si interpella e arrovella da quando la rete è nata, e anche da prima: da quando gli uomini hanno cominciato a comunicare attraverso la scrittura).
Dunque, mentre da Roquentin si dibatte ancora sull’uso del nickname, con un lungo intervento di Tiziano Scarpa, mentre in Vibrisse Giulio Mozzi commenta il commiato di Moresco, mentre Giuseppe Genna, come riferito ieri nei commenti al post sotto, offre le chiavi di casa, da Sifossifoco si propone un decalogo sui blog,  e Babsi scrive un lungo e per me ineccepibile post sui medesimi.
Cosa faccio io? Per ora, cerco di applicare la vecchia pratica di fermarsi, prendere fiato e guardare indietro. Mettendo qui alcune cose che sono state dette quando altre riviste, allora cartacee, altri gruppi, altre condivisioni, nascevano, o morivano.

La vera destinazione di una rivista è rendere noto lo spirito della sua epoca. L’attualità di questo spirito è per essa più importante della sua stessa unità o chiarezza e perciò una rivista sarebbe condannata – al pari di un giornale – all’inessenzialità, qualora non si configurasse in essa una vita abbastanza potente da salvare, col suo assenso, anche ciò che è problematico. Infatti: una rivista, la cui attualità non abbia pretese storiche, non ha ragione di esistere.

(Walter Benjamin, Annuncio della rivista Angelus Novus)

 

Accade in questi anni – e vogliamo mettere come data di inizio del movimento il 1956? – nel nostro paese qualche cosa di naturale, di prevedibile, di necessario: nasce probabilmente una nuova generazione letteraria”‘.

(Luciano Anceschi, su Il Verri, 1960)

 

 

“L’avanguardia s’infila nelle fessure e fratture della storia rendendole bellamente o sgradevolmente visibili o folgoranti. Non ha alcun rilievo che l’autore partecipi a un movimento o sia un perfetto individualista più o meno socievole. Essa si definisce dalla tendenza, dal linguaggio, dalla visione caratterizzanti certe opere che sono state o sono contro la comoda e alienante gestione della Continuità. L’avanguardia è nomade e polimorfa”
(
Nanni Balestrini e Alfredo Giuliani, Introduzione a Gruppo 63. Testo e Immagine, 2002)

 

Dato che c’erano fratture, ogni lettura fatta non riscuoteva il consenso generale. Così ciascuno esponeva il proprio punto di vista, e nel modo più impietoso. Non ci si dichiarava perplessi: ci si diceva contro. E si diceva il perché. Quali fossero i perché non conta. Conta che in questa società letteraria l’unità si stava realizzando a poco a poco attraverso due implicite assunzioni di metodo: 1) ogni autore sentiva necessario controllare la sua ricerca sottoponendola alle reazioni altrui; 2) la collaborazione si manifestava come assenza di pietà e di indulgenza. Correvano definizioni da levare la pelle agli animi meno sensibili. Espresso pubblicamente nell’ambito della società letteraria apollinea, ciascuno di questi giudizi avrebbe segnato la fine di una bella amicizia. Si sarebbero aperte le cateratte polemiche sui fogli noleggiati ad hoc; si sarebbero denunciati i vergognosi moventi del dissenso critico, le spose prese a prestito, le cattedre nascoste nella manica, il premio letterario occultato sotto il cappello e passato sottobanco al figlio naturale. A caratterizzare il comportamento degli utenti di questo ponte di San Luis Rey palermitano, stava invece l’accettazione,  la richiesta del gioco. Dunque il gruppo esisteva, ed esisteva la poetica comune: più che un progetto di operazione estetica era una  disposizione morale, una constatazione storica. Si constatavano i pericoli di un lavoro letterario soltanto individuale, la necessità di una ricerca collettiva, anche là e proprio là dove le prospettive e le soluzioni divergevano.

(Umberto Eco, La generazione di Nettuno, in Gruppo 63, Feltrinelli, Milano 1964, ora in Sette anni di desiderio, Bompiani, Milano 2000).

      

55 pensieri su “DEL CONDIVIDERE

  1. Lipperini, cita tu che cito anch’io:
    “Era così, dunque, il Faro” pensò Giacomo. Ciò ch’egli aveva contemplato per
    tanti anni dalla baia era una torre nuda sopra una squallida roccia.”
    (V.Woolf, ‘Gita al faro’)
    “Da piccolo credevo che le albicocche secche fossero orecchie, e mi
    domandavo a quali infelici fossero state tagliate. Quando fui costretto ad
    assaggiarne una, prelevandola da una composizione natalizia di datteri e
    frutta candita, mi dissi: ‘Di questo dunque sanno le orecchie'”. (Michele
    Mari, “Tu, sanguinosa infanzia”, Mondadori.)
    Scusa, Lipperini, secondo te di che cosa sanno le orecchie?

  2. Secondo me NI non dovrebbe chiudere, perché NI non è Antonio Moresco. Non credo che il convegno abbia amplificato certe dissonanze interne alla rivista, forse ha semplicemente chiarito che NI è una realtà complessa, non il manifesto elettorale di Moresco. Personalmente leggo NI per Montanari, Pallavicini, Biondillo. Di Moresco ero un lettore entusiasta, almeno degli Esordi, della Cipolla, quindi della prima produzione. Poi non ho condiviso le sue scelte narrative e ancor meno quelle ideologiche che rischiavano di trasformare Nazione Indiana in Riserva Indiana.

  3. Secondo me NI non dovrebbe chiudere, perché NI non è Antonio Moresco. Non credo che il convegno abbia amplificato certe dissonanze interne alla rivista, forse ha semplicemente chiarito che NI è una realtà complessa, non il manifesto elettorale di Moresco. Personalmente leggo NI per Montanari, Pallavicini, Biondillo. Di Moresco ero un lettore entusiasta, almeno degli Esordi, della Cipolla, quindi della prima produzione. Poi non ho condiviso le sue scelte narrative e ancor meno quelle ideologiche che rischiavano di trasformare Nazione Indiana in Riserva Indiana.

  4. Franz, sicuramente NI è meno morto del sito di Roquentin. Avevo postato un pezzo articolato in cui discutevo con garbo una sua affermazione e me l’ha cancellato. Povero Roquentin, sussiegoso cazzaro della rete. Non so come faccia la Babsi a essere pazza di lui.

  5. Franz, dare per moribondo un sito è solo una metafora per raccontare uno sfaldamento in atto. Se è vero che NI sopravvive, se è vero che certe presenze erano fondamentali, sopravvive trasformandosi in altro, probabilmente. Non so neppure se sia utile mantenere il nome, ma non è certo una questione di mia pertinenza. I nomi sono segni, e “quel segno”, per qualche anno, indicava una direzione: politica editoriale o meno (una direzione che equivale alla presenza intellettuale di certe persone e non di altre).
    In ogni caso, non è di “vera vita” che si parla, e, tranquillo, non credo che nessuno fosse ansioso di celebrare le esequie di Nazione Indiana. Neppure chi, come me, reputa Moresco un personaggio, intellettualmente parlando, privo di senso (e, aggiungo, di spirito di critico).

  6. Volevo dirvi che Ni puo’ continuare. Un certo numero di noi ha questo desiderio, quindi dovrebbe riprendere. La posizione di Moresco è chiara, e anche quella di tutti gli altri che hanno deciso di chiudere con questa esperienza. Come hai detto giustamente Ni è una realtà molto complessa, di “condivisione nelle diversità”; dunque non esiste, non puo’ esistere una linea editoriale. Ovvio che le defezioni dei fondatori sono molto importanti e si faranno sentire. A parte Moresco, c’è Scarpa che ha dato moltissimo, anche interagendo con assiduità nella colonna dei commenti, cosa da pochi. E Montanari idem. Sono tra l’altro insorti dei problemi tecnici,(cascati “a fagiolo”, si potrebbe dire) dovuti a una mancanza di spazio nel server; si cercherà di ovviare a breve; per il momento non è possibile nè accedere ai commenti nè postare pezzi nuovi. Volevo dirvi questo per chiarire che NI non è ancora sul letto di morte.

  7. Posso chiedere a Franz Krauspenhaar come mai è scomparso l’articolo di florinda fusco e se riapparirà quando avrete risolto il guasto provvidenziale?

  8. Hai fatto bene a rispondere tu visto che sei stato tu a postarlo, sei più credibile.
    L’articolo lo avevo già letto e salvato sul mio blog.
    E’ un bellissimo articolo e proprio per questo mi ha colpito la sua scomparsa.
    Certo il guasto è per voi una strana coincidenza e noi naviganti siamo sospettosi.
    ma se mi dici che il testo riappaira al più presto ti credo 🙂
    Ad ogni modo l’articolo è ancora leggibile al vecchio indirizzo di archivio di NI
    g.

  9. Angelini, il comitato centrale si è riunito, e ha deciso di non dare retta ai tuoi deliri paranoici. Su roquentin.net il tuo commento è stato semplicemente filtrato come irrilevante ai fini della discussione. E, ti ripeto, c’è la mia mail privata, ma credo che tu non capisca.
    Tuttavia: primo: non insultare;
    secondo: non inventare assurdità, avevi scritto due righe di insulti OT e non motivate.
    Terzo, come al solito, da qui in poi puoi proseguire da solo.

  10. Irrilevante solo secondo te, secondo me decisivo. Ma visto che non accetti opinioni diverse dalle tue, figurati se torno a visitarti oltre in quel sito grigio come te.

  11. a proposito mi chiamo gEorgia, non giorgia Non ti sto a dire la teoria da me sviluppata su quelli che automaticamente mi “correggono” il nome perche penso che in questi giorni ne riceviate anche troppe di critiche :-).
    E … aggiungo che io vi seguo quasi fin dall’inizio e avete fatto uno splendido lavoro e che è un vero delitto che moresco e scarpa se ne vadano perchè, è chiaro, che non potrà più essere la stessa cosa ma potrà essere comunque una cosa buona.
    Ad ogni modo auguri.
    g.

  12. rispondo a giorgia, visto che sono io che avevo postato il pezzo di florinda fusco. come diceva franz più sopra, non c’è più spazio nella memoria di NI, per cui franz, per postare le righe in cui dceva che c’èun problema, ha dovuto cancellare (ovviamente dietro mia autorizzazione), l’ultimo pezzo postato. che comunque puoi leggere su http://www.cepollaro.splinder.com. cordialmente,

  13. Ma si, Roque, sono intervenuto per sgombrare il campo su qualsiasi illazione. Non c’è problema. Nicolò, sui destini di NI chi vivrà vedrà. Vi assicuro che queste defezioni hanno creato un vuoto e uno smarrimento. Io la mia posizione l’ho già chiarita: mi piacerebbe continuare, trovo che NI sia un patrimonio è un’esperienza importante. Ma siamo in tanti, ed è stato giusto aggiungere alle note in homepage anche qualcosa sul fatto che si discuterà a breve sull’opportunità di continuare. Dunque non c’è alcuna chiusura, ma è anche vero che Ni potrebbe chiudere. Siamo in tanti e dobbiamo discuterne. Grazie per la vs gentilezza e il vs incoraggiamento.

  14. a leggere roquentin mi sento sempre a disagio, sarà lo stile, sempre leggermente snob, con continui richiami (alla scuola di francoforte) che però sarebbe troppo lungo adesso stare a spiegare…sarà che sbraca sempre un po, e dopo è costretto a richiamare all’ordine chi se la prende, ricordando che le sue erano solo metafore, esagerazioni per far capire, e altre figure retoriche, MA, a ma proprio non piace.
    il problema fondamentale, quello che come un prurito dietro la schiena, mi prende quando leggo i tuoi pezzi, e ancora di più i tuoi post, è la difficoltà che provo nel capire vagamente la costellazione della tua identità. non è che io desideri ingabbiarti in una categoria, ma il tuo continuo disconoscere le tue simpatie intellettuali mi lascano sovente stupefatto. il tuo nickname ti vorrebbe, almeno come paternità, discendente di nobili esistenzialisti, ma tu dici che si tratta solo di una etichetta attaccatati dai più maliziosi, fai riferimento alla scuola di francoforte, ma non si capisce quale, è una scuola media, un liceo? e poi ti lamenti, perli male di moresco, dici che NI sta morendo e poi ti smentisci, dici che angelini ti insulta e pi lo insulti pure tu…
    insomma, roq, chi sei, capiscimi, io spesso cazzeggio, mi diverto, tu no, eppure non si capisce, a parte il tuo amore per il DeMauro, il tuo progetto, le coordinate o il sistema di riferimento nel quale ti orienti, sarò scemo io.

  15. Le tue parole mi fanno ben sperare, Krauspenhaar. Appunto: Nazione Indiana non ha e non può avere una linea “editoriale”, ma una missione: dare un senso (multiplo per quanto vogliamo) al fare letteratura oggi. Non mi sembra poco.

  16. Le tue parole mi fanno ben sperare, Krauspenhaar. Appunto: Nazione Indiana non ha e non può avere una linea “editoriale”, ma una missione: dare un senso (multiplo per quanto vogliamo) al fare letteratura oggi. Non mi sembra poco.

  17. Be’, tutto nasce, tutto muore, destino uguale tocca ai blog. Peccato che muoiano – o sono sul punto di morire – con una costola rotta, con una frammentazione interna. Ma d’altro canto nulla noi ci possiamo fare: le decisioni sono state prese, e chi siamo noi perché vengano eventualmente riviste? Molte questioni rimarranno in sospeso, ma forse no: io credo che i dibattiti iniziati su NI saranno dirottati su altre webzine o fronti che dir si voglia. In questo non c’è troppo stupore, almeno per me.
    Ad ogni modo, staremo a vedere cosa succederà nei prossimi giorni: tentar l’azzardo di dire in questo momento, mi sembra un po’ troppo presto. Sarebbero chiacchiere, almeno a mio avviso.
    Riformiamo il Gruppo 63 attualizzandolo all’oggi, chiamandolo Gruppo 2005? Perché no, sarebbe una bella idea. Magari se qualcuno fosse interessato, non si sa mai. E leggete Umberto Eco: quello ha sempre ragione su tutto.
    Saludos.
    Iannox

  18. Be’, si, roque, sai ti chiamo così perchè roquentin è un po’ troppo pesante, e già, lì. insomma, non è che non mi piaccia l’autore, a me piace, ma erano altri tempi. devi guardare all’oggi, roque! (roc)
    forse ti dispiacerà sentire che anche io penso di te, be’, andreac in confronto a te è il fratello di John Landis, e Fake di a. è il cognato di W. Allen, ma perchè sei sempre così nella parte? così serioso?
    Ma insomma perchè sei sempre così…non te lo volevo dire, solo che mi sta per montare un gran mal di testa, e lo schermo mi si è riempito di moscerini. sarà la frutta che abbiamo lasciato qua?
    e insomma, vediamo se può servire chiacchierare un po’ di NI. prima di uscire. 🙂

  19. Be’, sì Franz scusa, un incoraggiamento. sì, perchè no? ma che state facendo? vi scrivete delle mail? posso fare delle domande? perchè non fate una riunione? molti di voi sono a milano, no? scusa, eh.
    come avete fatto a litigare se non vi vedete? no, nel senso che quando uno scrive, poi di solito ci pensa e si calma, e voi? non sto scherzando. è che non riesco a immaginarmi la scena del divorzio. sono andati via uno alla volta e tu e helena per esempio, siete stati a guardare? scusa. è che non riuscendo a immaginarmi la scena sento un po’ di “anzia”. tutto qua.
    puoi parlarcene un po’ se no poi siamo costretti a rimuovere e fra qualche anno dovremo fare l’analisi per questa storia di NI 🙂

  20. Ma Ienax, non Gruppo 2005! Pensci un po’: non ti sembra il nome di uno dei camioncini che seguono il papa a Bari a celebrare l’eucarestia e a predicare l’astensionismo per il 12 e il 13? non lo so. quel 2005. potremmo fare gruppo 12 e 13. almeno per quindici giorni una funzione ce l’abbiamo 🙂 combattere l’astensionismo! ops!
    scuserete l’OT. ma ho mal di testa 🙂

  21. Anche ai miei tempi nacque e morì un giornale, benché non telematico: Lotta Continua. Ecco, rifondiamo quello. Questa volta potremmo anche chiamarlo, volendo, Lotta Intermittente:-/
    [Sto guardando Sofri da Gad Lerner, dove hanno ricordato il povero Alexander Langer, suicida. Domattina sveglia alle cinque: mi aspetta la ferrata Gerardo Sega sul monte Baldo]

  22. “Anche ai miei tempi nacque e morì un giornale, benché non telematico: Lotta Continua. Ecco, rifondiamo quello.”
    Angelini non bestemmiare per cortesia.
    Ancora non ci siamo liberati dai “primi” e tu vuoi mettere in campo anche i secondi?
    Ma sei masochista?

  23. @ andrea_c: io non ho mai fatto riferimento alla scuola di Francoforte prima di parlare di Carla Benedetti: lo faccio perché lei fa riferimento alla Scuola di Francoforte, o almeno alla “dialettica dell’illuminismo”, di Horkheimer-Adorno. Lo hanno capito tutti tranne te.
    “a leggere roquentin mi sento sempre a disagio, sarà lo stile, sempre leggermente snob, con continui richiami (alla scuola di francoforte) che però sarebbe troppo lungo adesso stare a spiegare…sarà che sbraca sempre un po, e dopo è costretto a richiamare all’ordine chi se la prende, ricordando che le sue erano solo metafore, esagerazioni per far capire, e altre figure retoriche, MA, a ma proprio non piace. ”
    Ma cosa ti inventi? Guarda che i commenti sul mio blog sono aperti su nemmeno una decina di post, e per il resto, anche per te c’è a disposizione la mia mail (in bella vista). A margine, le tue sono vere e proprie panzane.
    Ciao

  24. @ ilpostodi: non capisco esattamente cosa dici ma, preciso, per l’ultima volta, che questo non è il mio forum. Torno a casa e, nel corso di una discussione piuttosto seria, trovo tot commenti ridicoli diretti a me.
    Il vostro (tuo, di Andrea_C, di Angelini) ruolo principale mi sembra quello di disturbare in maniera costante, con un pervicacia da nevrotici, ogni possibile discussione. Per cui, per il bene di tutti, mi limito a leggere per un po’ di tempo. Non vi accuso atro che di ottusità, in fondo, perché non potete costringere una persona all’aut aut di non rispondere o di far presente, ogni dieci minuti, che ha in bella vista una mail per le osservazioni OT o per quelle personali. Siete affetti da un protagonismo acritico e patetico, che fa ridere i polli, e me insieme a tutta la fattoria. Siete le mie fedeli zanzare. Io non ho nessuna voglia di parlare con voi, ma voi continuate a rivolgervi a me. Non potete riunirvi per una bella partita a carte invece di infestare i commenti di un blog di farneticazioni?
    Sia come sia, d’ora un poi, farò in modo di saltare i vistri commenti (confesso di farlo già molto spesso). Siete il miglior esempio di come non si debba stare nel web. A vostro modo siete utili: come sono utili le cavie.
    Ciao,
    Ivan

  25. O Roquentino vestito di nuovo,/ come le brocche dei biancospini,/ solo ai piedini provati dal rovo/ porti la pelle del tuo cervellìn. (Giovanni Pascoli)

  26. iannox per carità…
    e ricordandoti che è esistito anche un “gruppo ’93” (e quindi rischiamo numericamente di avere più gruppi che autobus a roma) non sarebbe mooolto più utile consegnare il gruppo ’63 alla storia (nel bene e nel male) e smettere di riscaldare, tirandoli fuori ciclicamente, concetti vecchi oramai di 40 anni ? credo sia ora di fare qualche passetto avanti, no ?

  27. Riapro stamattina il blog e trovo un giochino all’insulto che non mi piace, e credo di averlo già fatto notare.
    La discussione è una cosa, gli attacchi personali un’altra.
    Contare fino a dieci prima di commentare, ok?

  28. @ buongiorno a lolip e a tutti! 🙂 a proposito degli insulti. per quanto mi riguarda, ieri io ho cercato, come dire, di “mediare”: però voglio dichiarare una difficoltà che sento. non me la sento, non ce la faccio a slalomare tra battute e battutine sempre facendo finta di niente. se no che cos’è partecipare a un blog? c’è il post principale e bene. poi, si parla. io non ho insultato nessuno. però – ripeto – mi rendo conto che a differenza di altri non me la sento di passare fra un post e l’altro di “rimbrotti e sufficenze” facendo finta di niente.
    🙂
    @ roc, scusa, un consiglio e proprio perchè non è un insulto te lo ripeto: non puoi stare su un blog dicendo :”Con te non parlo perchè sei ignorante! Con te neanche perchè sei scemo! Con te neppure perchè mi stai sui coglioni! Tu sei una zanzara” E tu una merda!”. Siccome stiamo cercando di elaborare un modo per “stare assieme”, se non è troppo difficile, elaboriamolo. 🙂 se no pensiamo di stare in un zoo, e per me va bene uguale, ma diciamolo 🙂

  29. Caro Matteo, non si può sapere se non si tenta almeno la tentazione. Non una questione di numeri, né di autobus, piuttosto una questione di ritrovare un’identità. Almeno il tentare. Se poi identità non si sarà ritrovata, perlomeno si potrà dire: “Noi ci abbiamo provato.” E poi, nessuna riesumazione: il 63 e il 93… I cadaveri esposti in pubblico puzzano: meglio che restino sottoterra, perché siano concime per nuovi più maturi fiori. Ecco, si dovrebbe però innaffiarli questi fiori, altrimenti marciscono prima di nascere sui defunti. Marcisce l’identità, quella che non s’è manco tentata tanto per tentare.
    Saludos.
    Iannox

  30. Trovo un minuto volante, prima di pranzare e prima del treno che mi tocca prendere (vi assicuro che non ne ho voglia).
    Sono stato assicurato che NI ha problemi tecnici.
    Io non sono un dietrologo di natura, quindi ci credo.
    Purtroppo, per problemi miei familiari, non ho il tempo materiale di risolverli, spero che qualcun altro lo faccia.
    Vi prego, vi scongiuro, la Lippa ha ragione da vendere: non alzate l’aggressività dei commenti. E’ sempre stato un problema di NI e che qui, felicemente, vedevo, più o meno, assente. Non lo fate, non ne vale la pena.
    Mi sono ritrovato a parlare con Andrea C, o con Roquentin, sempre in modo civilissimo. Trovo strano che fra di loro scatti questo inseguimento all’insulto.(sarà perché uno è laureato in lettere e l’altro in filosofia? Tipo architetti contro ingengeri? 😉
    Non ne vale la pena.
    E’ il difetto principe di questa forma di comunicazione, ma non cascateci, insomma.
    Scusate il momento “pretesco”.
    Un un ultima cosa: chiedo alla Lippa un piacere, una sorta di cambiale in bianco: non so se troverò il tempo nei prossimi giorni, ma laddove fosse possibile, e laddove su NI ancora ci fossero problemi tecnici, posso chiederti il piacere di ospitare un mio post che spero chiarisca la mia posizione in merito a NI?
    Vi lascio, spero di leggervi domani notte.
    E come diceva S. Filippo Neri: “fate i bravi, se potete.” 😉

  31. caro roq
    non pensavo di essere OT, in fondo, io mi riferivo al tuo pezzo che accennava alla morte di NI, e, per traslazione, ad un modo di vedere il commiato di moresco come la fine, dovuta o meno, di NI.
    vedi, io vivo in una grande città, una grande città del meridione, una città in cui da solo tre o quattro anni sta nascendo una specia di circuito culturale, c’è qualche evento nelle grandi librerie, c’è un neonato museo di arte contemporanea, alcuni istituti universitari stanno riuscendo a portare qui studiosi e letterati stranieri. qui non ci sono reading, non ci sono concerti, non ci sono festival, il teatro sta in mano a tre persone, ecc. ecc.
    poter leggere NI in rete, assieme a mcsweeney’s, the beleiver, i miserabili, carmilla e la nascita dei blog è stata una piccola rivoluzione, sapere che ci sono persone che parlano di certe cose e poter leggere almeno una piccola parte di quello che dicono e pensano è cibo per l’anima, e il bello è che lo si fa utilizzando registri diversi, si scherza, ci si incazza, si chiacchiera.
    e la rete aiuta a rendere tutto ciò un work in progress, aiuta a tradurne la liquidità, il divenire delle posizioni, le fratture continue, il ripiegarsi e lo slittamento del pensiero.
    io contesto, come diceva eco, a volte anche con uno stile che farebbe accapponare la pelle agli accademici endemici. contesto quella che a me, leggendoti, pare una visione monolitica, contesto il tuo ergerti, il tuo insultare, perchè no, e la tua mancanza di leggerezza. contesto, magari ironicamente, in maniera non proprio amabile e cortese, ma non ti chiamo ottuso.
    quindi:
    a) quello che posto lo posto se è On Topic, avevi parlato di NI morente e io contesto, allargando le considerazioni al tuo modo di pensare perchè preso ad exempla.
    b) non ti insulto, non farlo nemmeno tu, poi, decidi tu, ci si può sempre scrivere.
    c) scusa, ma scherzi o sei serio? guarda che tu non hai capito la mia battuta sulla scuola di francoforte.

  32. caro/a georgia, le mie scuse per il lapsus (e si’, se non ti dispiace, la tua teoria sugli atti mancati me la dici magari un’altra volta, in questi giorni non ho proprio la forza…).
    pregandoti di credere alla buona fede mia e di tutti i membri di NI : ebbene si’, c’è stata (sta essendoci) una messa in discussione radicale di NI e si’, contemporaneamente si è impallato il sito. era già successo qualche mese fa, qualcuno forse lo ricorda, e già allora c’era stato chi aveva gridato al complotto (come se non avessimo cose più serie…).
    intanto grazie per gli auguri, sono un balsamo,

  33. Mi associo anch’io agli auguri, ad Andrea e a tutti gli indiani. E, per Gianni e per chiunque lo desideri: la mia mail e il blog sono a disposizione, anche in terre sabaude riuscirò a disporre di un pc da cui postare gli interventi che mi manderete.

  34. Sono dispiaciuta per questa situazione. Anche perché è il risultato di un contrasto che ho seguito e compreso solo fino a un certo punto, poi mi è sembrato sconfinare nel puntiglio e nel tanto peggio tanto meglio.
    Peccato. Perché NI è stata un’esperienza importante, in qualche modo anche “formativa” per molti lettori (condivido quanto dicono più sopra andrea c. e georgia).
    D’altra parte credo che la molteplicità (a volte anche la contraddittorietà) dei punti di vista presenti nei pezzi postati fosse evidente a qualsiasi lettore non occasionale. Ma questo non impediva una lettura critica, tutt’altro. A mio parere favoriva perfino quell’idea di letteratura “forte” che propugnano Moresco e Scarpa.
    Aggiungo che le cose di N.I. che ho più apprezzato (che mi auguro di continuare ad apprezzare, sia chiaro) sono le poesie e le riflessioni sulla poesia.
    Vale a dire cose/persone che figurano tra le vittime per definizione della “restaurazione”.
    Più di qualsiasi discorso/scrittore in e di prosa.

  35. dunque, mi dispiace se i miei post hanno provocato e alimentato una polemica che non ha appassionato nessuno. nel mio post precedente ho cercato di spiegare le ragioni del mio disappunto per un certo tipo di atteggiamento, forse ero leggermente OT, visto che mi riferivo a vari pezzi trovati su roquentin piuttosto che solo a quello linkato qui sopra, ma se si parla di NI e qualcuno scrive:
    “Assistere, nel frattempo, al crollo di Nazione Indiana in diretta non mi fa alcun effetto. Ci saranno altri luoghi e altre occasioni, e chi mi conosce sa che questa forma di resa non mi sorprende affatto. Ci sono tempi e modi, per alcune discussioni, che esigono un coraggio che su Nazione Indiana non è esattamente una malattia contagiosa.”
    mi pare che qualcosa c’entri con l’argomento di oggi. primo, perchè dal mio punto di vista è una affermazione inesatta, secondo, perchè mi pare che si chiamino in causa qualità (coraggio, resa) che sono profondamente ambigue.
    io non condivido l’idea che le vicende della vita (e della morte) vadano lette in termini di fallimento, resa o vittoria, e a me se NI rimane un indirizzo virtuale sul quale è possibile leggere gli scritti di persone che si occupano di letteratura sono più felice.
    poi, se uno mi da dell’ottuso, scrivendolo nerosu bianco, o anche solo tra le righe, mi girano le palle.
    fortemente OT: melissa P è apparsa in foto “osè” su una di quelle riviste che comprano gli uomini che utilizzano la crema contorno occhi, propongo, appena saranno risolti i problemi sul server, che biondillo, kauspenhar e altri posino anche loro in una vasca piena di bolle…che ne dite?

  36. a me invece non me ne frega niente se mi danno dell’ottusa. hanno passato anni a dire che siccome 1 ero bella 2 volevo farmi pubblicità per 3 intraprendere (?) non ho ancora capito che. se stessi ad ascoltare tutte le cazzate che dicono… diciamo che ho l’allegria dei senza tetto, senza futuro, senza speranza 🙂 dei cretini, ecco.
    sono OT?

  37. Gianni, io sono solo sbrigativo (linguisticamente parlando), per via di quei problemi all’ADSL a cui avevo accennato. Non ho nulla contro Andrea, e difficilmente mi interessa ciò che uno abbia da dire sui “modi espressivi”, anziché sui contenuti (tranne casi limite).
    Andrea, non penso che tu sia stupido.
    Tuttavia, considerata la variante Angelini, un appunto privato su Lipperatura rischia di trasformarsi in tema del giorno.
    Andrea, se leggi bene, non sto celebrando la morte di NI, utilizzo una metafora forte (gli oggetti che non sono materiali non possono crollare, o devo spiegare pure questo?). Perché? Perché quello stesso accennando all’addio di Moresco, e osservai: non sarà l’ultimo. Se sei in grado di darmi torto…Non è dietrologia, ma descrizione di un processo in atto: che lo si chiami disfacimento o semplicemente processo è questione di lana caprina. Io non auguro la morte metaforica di nessuno, e non sono per nulla convinto che Nazione Indiana fosse una colonia di imbecilli! Ho scritto: poco male, di sicuro troveranno modo di esprimersi altrove, o qualcosa di simile. Il luogo non è poi così importante, quando viene a mancare il motivo di aggregazione.
    Quanto alla mancata compresione delle mie metafore, l’unico rilievo è tuo, è per questo che non me ne preoccupo: altre 40 persone hanno capito benissimo.
    Perdonate l’ennesima precisazione.

  38. Vedo apparire e sparire a intervalli regolari un messaggio di Angelini, mentre resta ben saldo in evidenza l’intervento di Roquentin in cui lo definisce ‘Variante Angelini’ . Che la Lipperini voglia favorire Roq a discapito di Fake?

  39. Solo una cosa che sto rubando tempo da un computer non mio.
    Io di fronte al “commiato” di Antonio ho aperto, con il mio post successivo, ai commenti dei lettori.
    Ho scritto, tra l’altro: “Il punto è che, fino a prova contraria, questo è un blog. E nei blog ci sono i commenti. Compresi quelli insultanti, inutili, goffi, off topic, etc. etc.
    Se no sarebbe un’altra cosa.”
    Quindi, quantomeno, non si dica che l’attenzione ai lettori di NI io non l’abbia avuta. Reputo la loro funzione fondamentale.
    Non ho avuto (e non ho) il tempo di dire oltre, ma speravo che questo si comprendesse.
    Poi i problemi tecnici hanno incasinato tutto, ma a mente sgombra ripeterò, spero, più chiaramente questo concetto su NI.
    Non siamo un gruppo monolitico, questo ormai si è compreso, e proprio per questo non generalizzate, ve ne prego.

  40. scusa ilpostodell’ingiustizia.it non tirare in ballo me, che ho già un sacco di cose da fare! 🙂 ilposto sono io!

  41. io non prendo le parti di nessuno. Sono solo addolorata per questa disintegrazione di un blog che mi piaceva molto e che seguivo fin dall’inizio
    Poi per prendere le parti di qualcuno bisogna capire cosa sia realmente successo e io non l’ho capito, però … una cosa la devo dire: “Ah biondillo ma che fai, il populista elettronico?
    Giochi a manipolare le e-masse intenerendole per averne il consenso?”
    boh … forse se iniziate a far così è meglio che chiudiate per un periodo e che vi riposiate :-))))

  42. fake, sigh, sigh! ti amo! ricorrere a me, al mio post(o di ex bella) per parlare di giustizia! fake, e annunziarmi che te ne vai a visitare le sorelle bronte! tu che fai le introduzioni a Andersen!
    Fake! in un’altra vita, la facciamo una rivista assieme? sigh, sigh!
    (magari i post sono saltati per problemi tecnici – non mi toccate Lolip! che sta a lavorà! ) 🙂

  43. fake, sigh, sigh! ti amo! ricorrere a me, al mio post(o di ex bella) per parlare di giustizia! fake, e annunziarmi che te ne vai a visitare le sorelle bronte! tu che fai le introduzioni a Andersen!
    Fake! in un’altra vita, la facciamo una rivista assieme? sigh, sigh!
    (magari i post sono saltati per problemi tecnici – non mi toccate Lolip! che sta a lavorà! ) 🙂

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