Sei o sette anni fa Alberto Castelvecchi sosteneva che era tempo di maschilismo di ritorno. A giudicare dalla campagna promozionale che Fazi sta intraprendendo su Giuseppe Carlotti, non aveva torto. Carlotti, autore di un romanzo che si chiama Klito, viene lanciato come il Massimo Fini dei poveri, e gironzola per settimanali e programmi televisivi sostenendo l’inferiorita’ della donna e, conseguentemente, il suo libro. Certo, sul proprio blog ammette il gioco: “Amici, io lo so, il mio libro dice tanto altro, ma quello che interessa ai media è solo il 10% di esso, e di questo 10% sono chiamato a rispondere”. Poi, ovvio, sulle medesime pagine aggiunge quel che da lui ci si attende (le donne sono esseri inferiori, sono un tifoso del neomaschio, tornate in cucina, sono la voce dei tanti ragazzi che la pensano come me, e bla bla).
Probabilmente non dovrei nemmeno parlarne, anche perche’ la vicenda non e’ strana ne’ nuova: Fazi tenta l’operazione furbetta che faccia il paio con Melissa e possibilmente sia piu’ fortunata rispetto a Girls di Nick Kelman. A disturbare e’ soltanto che a renderla possibile, evidentemente, c’e’ un terreno fertile, anche se reso implicito e sotterraneo da decenni di maldigerito politicamente corretto.
io penso signor biondilo ragione però io non sono feminista e me ne vanto, ogi feministe vechie babione, io ragazza ucraina smart cabrio vesto cavali bilocale milano proprietà venire signor gena, insoma feminismo roba finita, adeso ci sono femine che guidano la machina, signor biondilo, e fano risoto e pure la cotoleta… baci, signor biondilo lei uomo sposato io non chiedere nulla, dasvidania, spasiba, scusi signora liperini, grazie, dsvidania, saluti signor gena spasiba
Lumina, sul maschio. Sarà mica lo stesso risé del comitato scientifico della fondazione liberal http://www.liberalfondazione.it/. Certo che lo è. Allora ti chiedo. 1. Se lo citi perchè è da conoscere. 2. Se lo citi perchè è da condividere. 3. Se citi solo lui perché non c’è nessun altro da citare. Cioé. Se dopo svariate migliaia di anni di fallologocentrismo, e qualche centinaio d’anni di femminismi, l’unico maschio da citare a proposito del maschio sia lui e il suo jung. Ti chiedo, neh, per informazione, visto che ho una collocazione dannatamente situata (di rompicoglioni femminista:) quindi priva della necessaria lucidità (biondillo, pulire culi, così come i muri in caso di diarrea del neonato, è pratica zen. Parola di mamma)
concordo, Gina, parola di papà 🙂
chi è questo signor biondilo? sarà solito mitomane io no conosco, lei molto molto simpatico, pecato lei sposato, eventualmente facio venire anche lei, si? strapo a la regola, si? dasvidania, spasiba baci caro biondilo, scusi signora liperini lascio vostri discorsi inteletuali, spasiba biondilo nr citofono conosce signor gena, grazie scusi, dasvidania
Cara il postodelmondoesuamamma, mi sei simpatica, ma no te preocupes. Ho stima di lumina.Quindi mi serve vivo. Ci serviamo vivi tutti, credo:)
Gina, un’unica osservazione. Sii tranquilla e fai come i cinesi. I cadaveri dei nemici, sul fiume, ti passeranno davanti. Tranquilla. Prenditela comoda. Altro che Kill Bill. Tranquilla Gina. La loro difficoltà è grande. Anche perchè una “donna media” a pulire il culo è così atavicamente abituata che quasi non ci fa caso. Per un uomo no. Abbiamo appena cominciato. Dai culi. Chissà perchè si comincia sempre dai culi. A pulire il pesce, a pulire i bambini, i cani quando si conoscono, un buffetto del capufficio, tanto per gradire, un gradevole complimento, un’occhiata…
caro Iannox,
guarda che siamo perfettamente d’accordo. L’affiancare per un attimo i nomi di Carlotti e Miller era evidentemente un paradosso, reso possibile solo dal fatto che di “Klito” io personalmente non ho letto neanche mezza pagina. Se volessi togliermi la curiosità di certo farei come te, andrei dal mio libraio di fiducia e lo sfoglierei a scrocco. In fondo è quello che si fa sempre, quando si cerca a casaccio un bel libro da leggere: si guarda la copertina, si legge la quarta, si dà uno sguardo dentro, insomma ci si affida all’istinto. Chi ha un buon istinto riesce a schivare le fregature più marchiane. Anche perché penso che a gente come quella che frequenta questi blog le iperboli della stampa non fanno né caldo né freddo. Semmai, ispirano diffidenza.
Insomma, nel mio post dicevo di essere “quasi certo che…” proprio per questi motivi: verificare prima di esprimere giudizi così categorici. E l’invito non era necessariamente rivolto a te. Diciamo che nel mio ragionamento mi avvalevo del beneficio del dubbio. Che poi le librerie siano oramai parenti strette delle edicole, questo è pacifico. Libri da sexy shop, libri-non-libri, libri-gadget, ce n’è per tutti i gusti. Basta saper scegliere.
in effetti, Maurizio, mi sento abbastanza inabile a scrivere noir.
scusi signora moltinomi lei simpaticisima, solo che la casa è la mia, solo scritori inteletuali bisognosi relax, scusino ancora saluti tutti molte scuse signora liperini invaso spazio leterario vado a lavorare ora, ho profesore universitario tre meno quarto bisogno afeto, spasiba dasvidania, viva le done, spasiba, dasvidania, scusino saluti tuti.
chi paga?
😉 G.
E poi, un’ultimissima cosa. Altrove fai riferimento alla nota biografica di questo Carlotti (che ignoro chi sia e non so nenache perché sto qui a parlarne): proviene dal marketing. Ergo, concludi tu, il suo libro è una mera operazione a tavolino. Equazione facile e probabilmente esatta, ma forse un po’ prevenuta. Dovessimo dar peso alle biografie di tutti quelli che scrivono, staremmo freschi. Per esempio: il nostro Biondillo, che fa l’architetto, dovrebbe secondo il tuo ragionamento essere poco credibile nei panni dell’autore di romanzi noir, cosa che invece fa e pure egregiamente (non ho ancora acquistato l’ultimo, ma ne ho letto “a scrocco” l’incipit: complimenti).
Come ami dire tu, saludos.
(ho riscritto a memoria questo messaggio perché il primo invio non era riuscito. Se invece poi lo trovate, chiedo venia).
Gianni, davanti a una pizza napoletana devi essere proprio uno spasso. Chissà che un giorno…
(a proposito, ieri ho letto il reportage di D’Orrico su Quarto Oggiaro).
Cara Gina, la morte era come dire, virtuale. Io me preoccupes sì, se te me dice che ha capito io voglio davvero uccidere luminamenti. claro?
…e senti, Gina. Stai a Roma? frequenti la casa?
E poi, un’ultimissima cosa: altrove fai riferimento alla nota biografica di questo Carlotti (che non so chi sia e non so neanche perché sto qui a parlarne): si occupa di marketing. Ergo, dici tu, il suo libro è una mera operazione a tavolino. Equazione facile e probabilmente esatta, ma anche un po’ prevenuta. Dovessimo dar peso alle biografie di tutti quelli che scrivono, staremmo freschi. E allora il nostro Biondillo, che fa l’architetto, dovrebbe essere per forza inabile a scrivere noir? Non so, dico solo evitiamo le forzature.
Diciamo che dipende anche dai prossimi rendiconti Siae che riceverai.
Occorrerà anzitutto scegliere la location: preferisci Quarto Oggiaro, Roma (dove vivo) o Napoli (dove batte il nostro cuore di pizzomani)?
Se è Napoli pago io, se è Roma occorrerà accendere un mutuo e potremmo accordarci per un fifty-fifty, se è da te non so, perché non conosco i prezzi. Comunque, se mai un giorno sarà, sarà un piacere.
Questo sarebbe un buon periodo per il maschilismo? sara’, ma non penso che in passati recenti o remoti se la passasse peggio. Che nella nostra societa’ siano diffusi sentimenti e opinioni al di sotto della decenza non lo scopriamo grazie al libro di Carlotti, penso, di cui forse potremmo anche evitare di parlare.
Per il Postodeiculi.
Sappi che ho pulito letteralmente culi, maschili e femminili, già a 16 anni, quando ho dovuto aiutare persone immobilizzate per malattia al letto. Sono abituato alle cose sporche (che poi sono sanamente belle in sé)
Cara Gina, io non so cosa hai letto di Claudio Risé, né io conosco tutto Risé, però la sua ricerca sull’identità maschile è importante e valorizza il femminismo. Anche il testo, molto semplice, Felicità è donarsi ha spunti interessanti. Cmq puoi leggere alcune cose ai seguenti indirizzi:
http://www.claudio-rise.it/lerner.htm
e poi:
http://www.claudio-rise.it/sguardi/stregone.htm
In quanto al femminismo e ai femminismi, come altre volte ho dichiarato, c’è un movimento filosofico femminile in Italia estremamente vivace e capace, che fa filosofia a mio parere, l’ho dichiarato in passato, superiore e più acuto della filosofia maschile.
Ma non di solo filosofia voglio esplicitare in relazione al genere. Conosco non bene, ma benissimo quasi tutte le esponenti significative del pensiero femminile, della riflessione al femminile, conosco ogni virgola del pensiero di Luce Irigary, importantissimo il suo lavoro teoretico Speculum e il difficile Parlare non è neutro, conosco bene il lavoro della Comunità Diotima, il bel lavoro di Chiara Zamboni in Parole non consumate, e poi Francesca Doria, Diana Sartori, Adriana Cavarero, Vita Cosentino, Wanda Tomasi, la Piussi, la Corradi, La Buttarelli, Ida Dominijanni e il pensiero della Dolto e il pensiero evolutissimo e di alto spessore teoretico di Silvia Vegetti Finzi svolto con raccolta saggistica per Moretti & Vitale, e il suo romanzo Place Vendome, e Michel Bolli e la Rosi Braidotti, il cui ultimo libro per Feltrinelli non mi ha persuaso nelle sue fondamenta, e naturalmente ho letto tutto di Clarice Lispector (troppo bello il testo Vicino al Cuore Selvaggio) come di Helene Cixous ho letto tantissimo e tra le ultime cose ho letto il bellissimo Dio delle Donne di Luisa Muraro a cui ho scritto personalmente alcune mie considerazione che ha trovato importanti e su cui spero di dare a lei delle risposte, e del cui libro mi riprometto di parlare approfonditamente, e la acutissima studiosa afro-americana Margo Hendricks, e l’anarchica femminista Ursula Le Guin, per non parlare della mia adorata cyberfemminista Donna J. Haraway, preparatissima e con la quale ho interessanti scambi, la conobbi anni fa tramite Ivan Illich, e la considero l’unica/o erede di Gilles Deleuze, pur differenziandosi e a ragione secondo me da una certa lettura del femminile del filosofo francese.
Tra gli ultimi libri letti L’invisibile è donna di Pietro Antonio Ferrisi e Paolo Ferrisi, ed. della Meridiana.
Per dirla in breve dopo averla fatta lunga: in molto di questo pensiero femminile di cui ho citato nomi di letture e incontri, mi sento a casa, mi sembra di respirare aria più pulita
Via, suppongo ci sia posto per tutti. C’è posto per Carlotti e c’è posto per Piperno. Sono piuttosto convinto che la fascia di lettori che acquista le Melisse non sia la stessa che poi si divora i Piperno. E se in un qualche punto i due insiemi coincidono, va bene lo stesso. VA BENE LO STESSO. Sento in giro, nel dorato e favoloso ambiente culturale italiano, tante (e gratuite?) critiche su questo e quello. Spesso si sente – percepisce – un alone di invidia. Ma, dico, che ci interessa se Carlotti diventa un fenomeno di costume e vende più di Piperno che è già (considerato) un fenomeno letterario? Che ci frega? Non credo leggerò Carlotti, Piperno forse. Intanto, oltre a scorrere i blog della Lipperini e di Giulio M., mi ritiro nei libri sacri di Vonnegut. Besos.
Scusate il ritardo, ero in missione (Genna, Wu, poi vi dico tutto al telefono).
Solo per rispondere alla domanda sul valore effettivo di Klito: semplicemente, è un romanzo che non si sarebbe fatto in alcun modo notare se non fosse stato pubblicizzato come “scandaloso”. Così come Girls, che invece mal scritto non era, e che venne lanciato da Giampiero Mughini (lo stesso che venne prescelto per il primo articolo su Melissa) con un intento molto simile a quello attuale. Però Kelman era un po’ troppo sofisticato.
Ciò detto: neanch’io demonizzo il marketing, anzi. Però a volte il marketing è un boomerang: esempio, il libro di Corinne Maier, Buongiorno pigrizia, che sembra un manualazzo per impiegati/e oziosi che fanno il solitario al computer. Invece, è un invito al boicottaggio, e prende le mosse da Debord…
Poi, in assoluto, concordo con Mattia Signorini sul fatto che in letteratura ci sia posto per tutti, concordo moltissimo con Gina sullo Zen e l’arte della manutenzione dei Pampers, invito caldamente matrioska a non farsi scoprire (se blogdiscount si accorge che tu sei il quarto polo spionistico, siamo finiti).
Luminamenti non è un uomo. E’ un enciclopedia che cammina! 😉
Certo La Lonzi è una figura storica e la parte del suo pensiero che più mi ha interessato è la sua esposizione di certa mistica al femminile. Poi è chiaro che di ogni autrice che ho citato occorrerebbe molto tempo per mostrare ciò che mi accomuna da ciò che mi divide. Ma nel complesso, come ho detto, mi trovo a casa, solidale e catturato. Sto rivedendo per adesso un grande libro di Storia delle Donne, della storica Caroline Walker Bynum sul significato religioso del cibo per le donne nel medioevo. Il libro è Sacro convivio, sacro digiuno e m’interessa non solo per conoscenza di un aspetto femminile del nostro passato, ma in relazione a studi che sto facendo su anoressia e bulimia. Segnalo anche al femminile l’interessante Sacrificio del corpo di Ines Testoni, ed. Melangoli.
Gianni, è per questo che sono femminista, come hai detto non sono omo!!!
Caro luminamenti, complimenti! Non sono d’accordo con te su alcune autrici, ma visto che abbiamo deciso di non parlare male – peraltro sarebbero solo disaccordi – ti chiedo, perchè la amo molto, la Lonzi, la conosci? Purtroppo i suoi libri non li pubblicano più. Interessante la forma, in cui scrive e i contenuti.
scusi signora liperini volevo solo dire signor biondilo per piza napoletana mio amico igor ha gestione pizeria milano, sconti comitive, venga con maurizio facio pasare bela serata a entrambi, zona ortomercato molto pitoresco, grazie dasvidania chieda signor biondilo mio numero signor gena lui sa, scusina dasvidania grazie, spasiba scusi signora liperino ho finito con prof universitario tra mez’ora ho scritore noir no facio nomi scusino dasvidania saluti baci, spasiba.
ok. lumina. Grazie per la risposta (tra l’altro sono contenta per lispector). Ma non mi hai citato nessun altro maschio importante per la strutturazione dell’identità maschile. E allora qui un po’ mi preoccupo. Mi dici che risé è importante per l’identità maschile e ti credo sulla parola.Poi mi dici che risé è amico del femminismo. Mi chiedo di quale, perchè ce ne sono tanti e diversi, di femminismi. Ad esempio. Di recente sono stata a un incontro con una delle filosofe della differenza da te citate in positivo. Spesso mi trovo su posizioni diverse rispetto alle loro, ma le ritengo comunque importanti per il mio percorso e le seguo con interesse, quindi al convegno sono andata volentieri. Discutendo si è arrivate al discorso della“crisi del maschio”, e all’eventuale presenza di punti di riferimento d’autori maschili della differenza destinati ai maschi. Beh, il nome di risé non è stato fatto. A dire il vero non ne è stato fatto uno, di nome. Pensavo che fosse ignoranza di parte. Per questo chiedevo a te. O anche ad altri, neh .Risé, mi dici. Cosa posso dire, io. Che ne so. Forse che mettere il proprio nome nel comitato scientifico della fondazione liberal per me significa qualcosa. Dico per me. E qualcosa che non mi piace. Quello che vedo agitato, poi, in particolare, leggendo il sito di risé, è il fantasma del “maschio addomesticato”, cioè destinato al microonde della donna cyborg (visto che citi haraway:), che se non se lo pappa è solo per congelarlo in quanto sperm factor (la provetta non è un padre. Non me lo dire:). Fantasma de paura, anzi de paurissima questo, che da luogo ancora oggi a “trascurabili” esorcismi, a nefandezze tipo la nuova legge sulla PMA. Ecco io chiedevo , visto che questo dello sperm factor, almeno a mio parere, è uno dei punti cardine del machismo di ritorno (posto che se ne sia mai andato e che annovera fior di collaborazioniste) se c’è qualcun altro tra i maschi oltre risé, che lavora seriamente su questa cosa dal punto di vista della strutturazione identitaria maschile, qualcuno che parta da un presupposto diverso, intendo.
(ilposto no, non sono di roma)
Franco La Cecla, “Modi bruschi. Antropologia del maschio”, Bruno Mondadori Editore, Milano 2000.
Un’opera a mio avviso molto importante.
Wu Ming 1 cita giustamente l’antropologo La Cecla, che scrive dei libri molto originali e il testo citato è uno dei pochi approfondimenti del maschile visto da un maschio. Poi avevo citato il testo L’invisibile è donna di Pietro Antonio Ferrisi e Paolo Ferrisi ed, della Meridiana. Si tratta di un lavoro di ricerca fenomenologica e interpretativa condotto per cinque anni sulle donne.
Per quello che ne so cmq non ci sono teorici uomini del femminismo, né ci sono teorici uomini critici del maschio. Non ne conosco di non italiani. La Cecla è uno dei pochi con il libro citato, ma lui si occupa di diverse cose, voglio dire che non è focalizzato esclusivamente sul femminismo o sul maschio. Quel libro citato però è importante, condivido pienamente.
Risè è un altro dei pochi che ha aperto una riflessione sul maschio, che esaminata bene ha una dimensione gnostica, molto aperta al femminile, che certamente non significa femminismo, ma è orientato a una revisione critica della posizione maschile nei confronti delle donne, e che si concilia con un certo femminismo della differenza e che va a scalfire posizioni tradizionalistiche maschili. Dovremmo però esaminare in dettaglio i suoi testi. Io vi ho trovato cose che fanno peso e critica del maschio.
Sui femminismi. Certo, ce ne sono molti e anche tra loro difficilmente conciliabili. Posso dirti questo. Mi piacciono le posizioni di Luisa Muraro, e la ricerca in Dio delle Donne è tra quelle che più mi trovano d’accordo. Non so se lo hai letto. Leggilo e poi magari ne parliamo. La sua esplorazione di certi esempi femminili del passato ha un carattere di modernità e di rottura molto forte. Ho trovato in lei un’evoluzione realmente nuova. E’chiaro quindi che sono anche vicino al pensiero di Luce Irigary.
Donna J. Haraway non la si può ignorare perché sebbene venga anche a ragione criticata da Adriana Cavarero in quanto abolirebbe le differenze di genere maschile e femminile, apre un discorso complesso che non si può negare che esista nei fatti e ne rintraccia la causa nella pretesa di oggettività del discorso scientifico tradizionale, che smaschera a mio avviso mostrando straordinariamente bene la visione costruzionista e fondamentalmente narrativa di cos’è umano e non umano e delle ibridazioni post-umane. In questo è molto spinoziana, dove l’essere è possibilità d’essere, desiderio d’essere, quindi aperto a mutazioni multiple.
Grazie lumina. Grazie wm1. Lumina, Risé mi interessa quanto le cause del buco nell’ozono. Bene sapere che c’è. E che fa danni, e che danni che fa. Un Selvatico alla corte di ratzinger e neocons (maccheronico alla francese, nel senso di nuovi cazzi) che dice, scientificamente dice, eticamente dice: Cos’è la Natura. Già visto. Danni. Migliania d’anni di danni. Ma questa è una mia opinione. Haraway comunque se lo pappa, il tipo, forse a crudo.
Il dio delle donne l’ho letto da tempo. E mi è piaciuto per motivi astrusi, tipo la Storia e la Lingua. L’apertura di Muraro a Ratzinger invece no. Non non mi è piaciuta. davvero no. Ma non è questo il luogo. Grazie comunque, davvero.
sto carlotti se ne torni da dove è sbucato almeno lui che ce ne sono già troppi di xxxxx in tv
Guardate ieri ero indeciso se comprare il libro di Evangelisti, Genna o Wu Ming. M’avete fatto venire una voglia di leggere questo di Carlotto che ora esco e lo compro…
No ovviamente scherzo, però vorrei dire una cosa. Non mi sembra giusto dire “bisogna parlare di questo e di quest’altro libro…”, primo perchè i propri gusti non sono quelli degli altri, e poi il tipo di letteratura che voi difendete è evidentemente negli intenti meno “di massa” di altri, quindi scandalizzarsi se questi libri vendono mi sembra assurdo. E poi scusate, sarebbe così impossibile creare un caso da un libro di alta qualità? Penso a La versione di Barney, di qualche anno fa. Secondo me un grande libro ma del tipo che un italiano non potrebbe mai scrivere. E mi vengono in mente anche classici del passato recente che, secondo me, se usciti oggi volerebbero (anche se non subito) in testa alle classifiche.
La discussione potrebbe essere interessante laddove sia compiuta alla luce della lettura del mio libro. Il mio rapporto con la televisione è assai difficile, e le mie comparsate in TV hanno risposto a logiche che non condivido io per primo. Ma ritengo che qui non si stia parlando sulla base del mio libro, ma sulla base di mere sensazioni televisive. Esattamente quello che la televisione vuole da voi. Rendervi schiavi di quello che dice, monopolizzare i vostri discorsi. Il partito preso è il modo di dialogare più antidemocratico che sista. A parte questo, Kelman ha scritto un buon libro. J.T.Leroy è un autore di grande talento e chi lo nega nega un’evidenza oggettiva. Quanto a me, non entro nel merito del mio romanzo “KLITO” dato che sarei parziale, ma ribadisco con forza che PRIMA è venuto il mio libro e POI la campagna stampa/mediatica che non ho curato io. KLITO l’ho scritto senza nessuna intenzione di finire in televisione, e chi dice che KLITO è un progetto a tavolino evidentemente non lo ha letto, e chi non lo ha letto può dire quello che vuole, ma non può parlare del mio libro.
Vi ringrazio per avermi ospitato su questa rubrica, potete venirmi a trovare su http://www.giuseppecarlotti.com se lo desiderate e se vi fa piacere.
Giuseppe Carlotti
Piccolo particolare, Giuseppe: io, prima di parlarne, l’ho letto.
Mi fa piacere scoprire che neanche tu condividi una strategia che, comunque, lo ha fortemente caratterizzato in un certo modo, che tu lo volessi o no…
In tutta onestà intellettuale continuo a ritenere che il buon lipperini abbia assolutamente letto il mio libro. Non ho mai parlato, ad esempio, ne sul libro, ne in TV, di donne che devono tornare in cucina. Poi è chiaro che nell’universo medial-mediatico ciascuno dice quello che vuole. Sulla pericolosità delle dis-informazioni che girano sul web ci ho fatto persino la tesi di laurea, figuriamoci se non conosco il problema. Comunque, essendo tendenzialmente portato a credere agli esseri umani, crederò anche alle precisazioni di lipperini. Saluti a tutti. Giuseppe Carlotti
Mi perdoni, dottoressa Lipperini. Ora sì che mi risulta estremamente chiaro il nesso eziologico tra il mio romanzo ed il suo commento. Se è la serenità che manca alla donna di oggi, io non posso ovviare a questa lacuna, posso solo sottolinearla come un dato di fatto che oggettivamente si manifesta nella quotidianità mia, e di molti. Le sernità mancante, osservo, è solo la conseguenza di un comportamento storico sbagliato, di cui potete avvertire il peso ma non accettate la responsabilità. Dal canto mio, essendo uno scrittore, io provvedo a registrare, e non ho ricevuto alcun ordine di salvare il mondo con (questi sì) insulsi libelli buonisti.
Dialetticamente combattivo, ma sempre nel segno della cordialità,
Giuseppe Carlotti
L’espressione “tornare in cucina” mi sembrava sufficientemente esemplificativa di un atteggiamento generale. In effetti sono stata poco filologica: alla cucina avrei dovuto sostituire lussuosa vasca da bagno ove esemplare femminile viene abbandonata sprezzantemente da esemplare maschio con bottiglia di champagne collocata in quello che Anais Nin chiamò il delta di Venere.
Mi ritengo una persona serena e non faccio il medico: chiedo cordialmente di non essere chiamata dottoressa, grazie. 🙂
L=LOSER
non aggiungo altro.
Basta a parlare di questa letteratura spazzatura. E’ tutto alquanto insopportabile. Per comprendere le reali problematiche/complessità che si creano tra l’universo maschile-femminile suggerisco vivamente a tutti quanti di riprendere in mano il buon romanzo di Nick Hornby “Alta fedeltà”: è ironico, divertente, brillante non patetico, scontato e noioso come quello di carlotti. Per di più ha anche un prezzo onesto nonostante la notoritetà dello scrittore (Hornby per l’appunto) 7.50 contro i 12.50 di Klito (prezzo ingiustificato ed improbonibile per la bassa qualità del libro)….
genna genna…ci basterebbe leggere il tuo memoir. Raccontaci tutto di te, Genna, stupiscici. Potresti intitolarlo “storia di uno che voleva pubblicare con Fazi e non ci è riuscito e adesso tenta in tutti i modi di gettargli merda addosso”
Ma smettetela minchioni! Quante letterine vi sono arrivate a casa con su scritto: “Abbiamo ricevuto il suo manoscritto e la dobbiamo informare che la sua proposta non rientra nelle nostre linee editoriali e bla bla bla”. Invidia: pura invidia e nient’altro! Invidia per i vari Carlotti, per le Melisse, per le copie vendute, per il successo, per la tv (che tutti, proprio tutti odiate! Vediamo se vi propongono di andarci poi cosa dite…..) Ma insomma: perchè non alzate il culo dalla scrivania e perchè non scrivete un gran bel romanzo, com’è poi quello di Carlotti??? Io sto finendo di leggerlo proprio adesso e non riesco a trovare uno, dico UNO, un solo difetto della marea di difetti che voi avete trovato. Evviva i Klito, evviva le Melisse, evviva la letteratura che non è per niente morta con Pasolini (il così tanto odiato frocio… ops, dimenticavo: è morto. Quindi: il così tanto amato Poeta!), Montale, Quasimodo & Company. Leggete il romanzo, chi non l’ha comprato lo compri immediatamente, e lo legga leccando e succhiando tutte le pagine, tutte le parole. Amare la letteratura non significa necessariamente avere una penna rossa tra le mani e fare i professorini.
Con immenso affetto.
Maurizio.
Comunisti, Fascistelli, Chileggequestoblog, Scrittori, Recensori, Acculturati, Misogini, Femministe, Maschilisti, Censori, fatemi il piacere di rimanere nella vostra piacevole sensazione di appartenenza d’essai.
Scucite il grano, leggete il libro e rosicate serenamente, sia perchè alla fine potrebbe non essere una porcata tale da temere di citarlo, sia perchè potreste scoprire che comunica molto di più alla gente normale di quanto riescano a fare in tanti, gonfi di prosopopea spaccapalle. Prima di educare si deve imparare a comunicare, per comunicare bisogna essere capiti, per giudicare bisogna documentarsi. Questo è marketing.
Saluti a tutti ! 😉 Scusate l’irruzione un pò violenta, ma a me il libro e piaciuto e non mi sento un cretino.
è veramente veramente bruttissimo! i 12.50 euro spesi peggio della mia vita, e non è un modo di dire. Sei sempre lì, in attesa che il libro cambi registro, che tutte le cose che fin a quel momento non ti sembrano avere senso comincino a svelarsi,e invece nulla. Mi chiedo come un editore possa decidere di pubblicare spazzatura del genere. Indescrivibile!
Stefano, la tua opinione è rispettabilissima e non entro nel merito perché il libro non l’ho letto. Però noto che ti sei preso la briga di mandare questo messaggio a raffica (finora l’ho incontrato in rete in tre contesti diversi) e sinceramente la cosa un po’ mi insospettisce. Magari però sbaglio a malignare e tu sei solo un attivista del Movimento Difesa Lettori Incauti…
Delusione su tutta la linea.
Trama banale e autore antipatico che non riesci ad amare, lo stile non è niente di particolare, una scopiazzatura costante di autori straconosciuti. Giudizio estremamente negativo.
Solo due parole sul libro: che schifo!
Io penso che Carlotti abbia detto senza timore di esporsi quello che, in buona parte, molti uomini della sua generazione, pensano delle donne.
Non di tutte naturalmente, ma molte donne soprattutto della generazione di Carlotti sono ben descritte nel libro.
E purtroppo, le considerazioni di Carlotti sono, nel bene e nel male, un raro esempio di come questa generazione, priva anche di ideali politici consistenti, di destra o di sinistra che sia, vive in forma non evidente le contraddizioni di una società in cui i valori sono i soldi (con cui comprare le donne per una sera), la posizione sociale, etc., etc.
Solo per una sera??