Ben ritrovato, commentarium.
Torno con una domanda, riferita alle notizie di questa mattina sulla manovra e la deroga all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Leggo dalle cronache che:
“Restano escluse dalla contrattazione aziendale alcune materie e norme generali a tutela di diritti e interessi superiori. Così non si potranno fare accordi locali su temi quali “il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio, il licenziamento della lavoratrice dall’inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione al lavoro, nonché fino ad un anno di età del bambino, il licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della lavoratrice o del lavoratore ed il licenziamento in caso di adozione o affidamento”.
Su Uninomade, in agosto, si leggeva invece che:
“Chi sostiene che nulla cambia nel licenziamento dice il falso: la lettera d) del secondo comma dell’articolo 8 vieta le deroghe (in pratica impone la riassunzione) solo per il licenziamento discriminatorio (che è quasi impossibile da provare) e per quello connesso al matrimonio (ma non anche alla gravidanza; pur se contraria alla costituzione la norma consente anche di cacciare le lavoratrici incinte con il consenso delle rappresentanze aziendali).”
La domanda è ovvia: se l’auspicio è che in tre settimane quei “diritti e interessi superiori” siano stati salvaguardati, come mai, fin qui, l’argomento non è stato toccato dalle cronache?
La domanda contiene anche una preoccupazione, già espressa su questo blog: ovvero, che già l’attenzione alle questioni di genere si stia affievolendo. Il che non dovrebbe stupire in un paese che non le ha mai sentite davvero proprie, non fino in fondo, non al di là della facciata, del “colore” e della convenienza.
La domanda rimanda a ulteriori approfondimenti. Perchè, per esempio, arriva in Italia un saggio molto scomodo. Lo ha scritto una filosofa che accomodante non è mai stata, Elisabeth Badinter. In originale si chiama “Le conflit. La femme et la mère”, nella versione italiana (Corbaccio) “Mamme cattivissime?”.
C’è molto di cui parlare: nel frattempo, felice di essere di nuovo qui.
A volte sembra che le questioni di genere, così come quelle di corporate responsibility, siano attuale se e solo se le condizioni economiche lo concedono (ovvero se contribuiscono a migliorare il risultato economico e finanziario dell’azienda). Non c’è spazio per parlarne durante i periodi di crisi quindi…ma ne riparliamo volentieri al prossimo boom economico! 🙂
Bentornata!
Non si tiene naturalmente anche conto delle donne che hanno bisogno di un part time con figli magari di un anno e mezzo, per questo penalizzate, e di certo più esposte al licenziamento che non altri/e con tutta la giornata a disposizione a lavorare. Ma questo è un problema “antico”. Quanto sono lontane le regole, come i diritti, dalla realtà.
domani aderirò allo sciopero generale. sarò l’unica in azienda (5 dipendenti) e probabilmente in tutto il gruppo (4 aziende, in totale una sessantina di dipendenti). molti colleghi non sanno nemmeno che per domani è indetto uno sciopero, tanto meno i motivi. poi però tutti a lamentarsi…
sono incinta al sesto mese e non vedo l’ora di leggere il libro della badinter anche perchè a sentire le altre donne/amiche al momento dovrei essere completamente presa dall’istinto materno, chiedere l’epidurale solo se sto morendo dopo 24 di travaglio, aver fatto tutti gli esercizi possibili ed immaginabili per prepararmi fisicamente e psicologicamente al parto. Invece sono andata a lavorare, un pò in vacanza, mi sono informata sull’epidurale nella mia città scoprendo che potrei anche non averla, se l’anestesista è impegnato in altre emergenze.
al mio compagno, per ora, nessuno ha detto niente. Nessun consiglio, nessuna ipotesi di stravolgimento della sua vita lavorativa.
Io domani sciopererò non solo per mantenere i miei diritti di tutela della maternità, per evitare che con la scusa della manovra si rendano il lavoartori schiavi, ma anche perchè bisogna andare avanti in questo paese e cominciare a prevedere un’estensione della paternità…lo so è un’utopia ma senza un coinvolgimento maggiore della figura maschile nei vari “accudimenti familiari” (riconoscendo tale coinvolgimento anche nei contratti di lavoro) e se non la smetteremo di accollarci tutto noi donne con la scusa che siamo più brave, multitasking, etc etc…non ne caveremo un ragno dal buco.
alla fine ci sono riusciti
http://hcmaslov.d-real.sci-nnov.ru/public/mp3/Oasis/Oasis%20%27The%20Masterplan%27.mp3
Ben rivista. E poi lo dico sempre che nessuna discussione sulle madri lavoratrici può iniziare seriamente prima di creare un congedo parentale obbligatorio per i padri. Perchè nulla cambia la mentalità tanto in fretta quanto un obbligo di legge fatto rispettare. Da la scusa a chi vorrebbe ma non può o non osa e fa rivedere le proprie posizioni è comodità’ a chi non ci aveva mai pensato prima (mi riferisco a quei padri fini disquisitori di pedagogia fino a che la vita non li costringe ad occuparsi un giorno alla settimana full time dei figli).
Condivido, mammamsterdam. Ci vuole il congedo di paternità OBBLIGATORIO. In Finlandia o Svezia, anche il primo ministro si è assentato dopo il parto. Quando è obbligatorio e la legge è uguale per tutti, semplicemente SI FA, ci si adegua, indipendentemente dalla posizione o dal ruolo ricoperto, si deve trovare il modo. La legge fatta rispettare può cambiare la mentalità della gente. Forza, dobbiamo andare in questa direzione!
Condivido in pieno l’idea del congedo di paternità obbligatorio. E’ l’unico modo perché anche gli uomini ai colloqui di lavoro si sentano fare la fatidica domanda: “Ma Lei pensa di sposarsi? E pensa di avere figli?” E magari dovranno fare pure loro i conti con lettere di licenziamento prefirmate e senza data….
Il che potrebbe avviarci ad una società divisa fra persone con figli e senza figli, con le opportunità di lavoro garantite solo ai secondi. Ma sono dell’idea che quando ci saranno di mezzo gli uomini, le idee e le risorse per tutelare la genitorialità verranno messe in atto ECCOME.