Ci sono momenti in cui avverti il peso, tutto insieme. Questa mattina, per esempio, guardavo le due spillette sul mio zaino: me le hanno regalate a Reggio Emilia, sembra una vita fa ed era neanche un mese fa, per il centenario di Loris Malaguzzi. Su una c’è scritto Libertà, sull’altra Diritti. Che lusso, eh?, mi sono detta, infilando il computer nello zaino.
Prima, la solita funzione di Facebook che si chiama Ricordi mi aveva messo sotto gli occhi una fotografia di sette anni fa: c’è mia figlia, di spalle, che cammina su un immenso lago ghiacciato. Ricordo bene, caro Facebook: eravamo a Sigtuna, una cittadina a mezz’ora di treno da Stoccolma, un luogo che sembra un paese di elfi e magie, con pietre disposte in cerchio e piccole case del tè con le tendine di pizzo e la torta di cioccolata più buona del mondo. E, appunto, il lago ghiacciato. Si poteva camminare, sul ghiaccio, e noi lo abbiamo fatto, con cautela, mentre famigliole allegrissime pattinavano incuranti dello scricchiolio che ci spaventava.
Questa mattina, pensando al lago e ai daini e alla neve di Stoccolma, e ai viaggi e al cielo visto dal finestrino di tutti gli aerei che ho preso, ho fatto anch’io il mio piantarello. Va bene così, è normale così: nessuno di noi avrebbe mai immaginato di rimpiangere le metropolitane affollate e le litigate per il premio Strega (oddio, qualcuno che nonostante tutto litiga ancora c’è, ma pazienza). Però, care e cari, è nell’ordine delle cose. In ogni epidemia c’è un momento di incredulità iniziale, di scetticismo e incoscienza, e poi man mano la paura cresce, e con la paura la nostalgia e in alcuni, magari anche in molti, la rabbia verso gli altri, che si ritengono untori perché vanno a comprare il giornale, e si invoca allora la legge marziale e non so cosa altro.
E’ già successo, succederà ancora. Ogni malato di peste è ossessionato dalla vista dei propri funerali, e per questo muore, diceva Lucrezio. Dunque, proviamo ad agire diversamente, ricordiamo che è solo unendosi, e non inferocendoci, che si esce da ogni situazione passata e presente. Piangere è utile, ma non serve, mi sono detta stamattina, chiudendo lo zaino, mandando un bacio alle spillette di Reggio Emilia, uscendo nella città deserta, entrando a via Asiago, dove noi pochi, noi che proveremo, per il poco che possiamo, a farvi stare un poco meglio, ci sorridiamo a distanza sotto le mascherine.