Mi stavo accingendo ad un compito improbo: ovvero, sintetizzare per punti e poi pubblicare in un post la discussione su letteratura, editoria, critica, concetto di popolare che si è svolta, nei commenti, qui e su Nazione Indiana (ed è stata ripresa, da quanto so, anche da Azioneparallela, Falso Idillio, Herakleitos, Yaub, Miserabili). Occupa oltre dieci pagine di Word, in caratteri piccolissimi.
Poi apro Il Messaggero, che ospita in prima pagina l’articolo di un linguista che conosco e a cui sono affezionata, Raffaele Simone, dedicato all’analfabetismo dei giovani, e leggo:
“C’è il fatto che la scuola offre pratiche di lettura e di scrittura ormai polverose e obsolete rispetto al fluire sconnesso della cultura giovanile: è difficile contrastare con “I Promessi Sposi” i romanzi di Stephen King o di Claudio – sic- Coelho (a parte ogni considerazione di qualità). C’è il fatto che la cultura digitale (telefonino usato per scrivere e fotografarsi, computerino sempre acceso per chattare sciocchezze senza posa, cuffia del Cd-player o dell’iPod ficcata nelle orecchie anche mentre si legge o si scrive) si è dimostrata ormai in tutto il mondo non il migliore avviamento alla lettura ma il peggior nemico dell’alfabeto e del suo mondo”.
E mi cadono le braccia.
Loredana, mi stupisco. Non lo sai che una volta qui era tutta campagna, si stava meglio quando si stava peggio e non ci sono più le mezze stagioni?
A parte le facili battute. E’ vero che fra i ragazzi si è diffuso l’orrore dell’ortografia economica, e non credo sia “colpa” dei mezzi quanto del fatto che molte persone leggono poco. Ma molto, molto poco. E che molti insegnanti rimangono strettamente vincolati ai programi che richiedono l’apprendimento pappagallesco de “I promessi sposi”, e non tentano i fuoripista in territori meno conosciuti (ma forse più congeniali ai ragazzi) della narrativa contemporanea.
Magari una volta ti racconto di quella volta in un liceo di Pordenone…
(E magari colgo anche l’occasione, già che ci sono, per avvisarti che non sono morta, mi hanno solo segato l’adsl, e dalla connessione gprs di Emiliano non vedo la Gmail!)
Inquietante.
Comunque questi prima o poi muoiono. Spero con dolore.
Scusate, ho scritto in retta. The parsi review, è grafia esatta. “Dicione” sta per Joan Didion. E glialri refusi spero che me li perdonerete…
Allora: vai su The paris rewie e ci sono tutte le interviste che vuoi, a i maggiori scrittori dagli anni 50 a oggi. Se vuoi puoi schiacciare Listen e ascoltare un’intervista a Styron che dura 14 minuti. Passi a dave Eggars che ha intervistato la mia amata Dicione chein Italia nessuno si fila. Mi vado a dare un’occhiatina a The New Yorker. In neanche un quarto d’ora “ho letto cose che voi umani…”. Un po’ anni fa avrei dovuto prendere autobus, fare code in biblioteca, aspettare. Quello che Messaggero dice che “i ragazzini chattano”? Il problema non sono i ragazzini che chattano, ai quali, in teoria in quanto ragazzini può anche essere concesso .Il problema è che lui, ADULTO, stia tutto il tempo a guardare quello che fanno i ragazzini…
Cara Gina, scusa, ma a volte intervengo tra una lettura e l’altra, di altre cose, e allora mi capita di fare degli errori . Dimmi, qualcosa non va? No, perchè io le braccia non le ho, e scrivo senza mani. Questo è il motivo per cui faccio tanti errori.
cheddire. Riprenditi le braccia e posta, sì?
Gina, guarda che scherzavo. Fino a stasera le braccia ce le ho, credo. Domani, chissà. Non è un sito di letteratura, questo? Ehi! Nessuno gioca mai a fare il fantasma, però. Che letteratura è, allora?
Scusi, ma le cadono le braccia solo per la seconda parte o anche per la prima?
pikkoli brivd;)
a mio avviso il fatto sorprendente è che un linguista che non ci capisce un’acca di quel che fanno i suoi figli durante il giorno, finisca per incolpare lo stato italiano e la microsoft perché lui non è riuscito ad insegnare alla propria prole il piacere oneroso della lettura dei libri – deve per forza essere un ex sessantottito per accanirsi così su manzoni
Caro Andrea,
hai citato – giustamente – quello che io ritengo il miglior libro del Genna. Da leggere per chi non l’avesse ancora fatto. Penso che dovremmo guardare ai mezzi multimediali con più attenzione: le nuove generazioni ne abusano. Ma almeno ne abusassero bene; ed invece producono il niente, roba incomprensibile, tranne a Totti. Ma forse, anche lui, avrebbe qualche difficoltà di comprensione leggendo certe cose sparse in rete.
Cari saluti,
Iannox
Manzoni è meglio di King… è arrivato prima…
Io propongo “Assalto ad un tempo devastato e vile” e vediamo se si appassionano… altrimenti cadono anche a me…
saluti
and
Non ha proposto soluzioni, vero: questo depone a suo svantaggio. Propongo io qualcosa di costruttivo: dare più braccia all’agricoltura. Ma dove son finiti quei contandini che sapevano Dante a memoria? Io sono un pessimista, ma di questi tempi è come dire che son realista.
Iannox
Io invece la penso in un altro modo: se una persona “autorevole” scrive una cagata simile vuol dire che i nostri sono tempi pionieristici, e quindi c’è un sacco da fare per tutti, tutti possono portare il loro utile contributo. Insomma le braccia bisogna alzarle per costruire. Ma io da un po’ di anni sono un ottimista.
Mica ha torto: si legge in rete, vero, ma c’è di che mettersi le mani nei capelli, anche per chi non ce li ha. Io a certe persone che dicono di saper scrivere gli farei flebo di Promessi Sposi e Leopardi a tutto spiano.
Internet ha dato libertà di espressione a molti, e a molti ha tolto il dono della parola. Speriamo che non si finisca tutti a mugugnare come Totti, anche se ormai siamo più rovinati che persi. A me cadono i gioielli di famiglia quando vedo terribili abbreviazioni, puntini di sospensione, contrazioni, spasmi, e chi più ne ha più ne metta. Vabbe’, ditemi pure della vecchia generazione, ma almeno quella sapeva parlare e scrivere assai meglio di noi.
Cari saluti,
Iannox
Ah, l’andrea che ha scritto “Manzoni è meglio di…” non sono io, io avrei scritto “Piero (o Matilde) Manzoni è meglio di…”
L’assalto di Genna è un bel libro.
Vabe’ ‘notte.
E’ probabile che io sia più vecchio di questo signor Simone; ma io vorrei sapere da lui che diavolo e come insegnerebbe a scuola se fosse insegnante.
Detesto questi catoni che hanno sempre da malamente sentenziare e mai osano proporre alternative, idee.
Ad esempio: io farei questo e quello, a cotesti danni opporrei tali soluzioni.
Nulla.
Generalizzazioni inutili
adatte alla sora Nena.
Al Liceo avevo professori che nell’epoca di Quasimodo o Montale si fermavano a D’Annunzio, nelle ore dell’Action Painting santorsoleggiavano di Canova ed Appiani.
Fattori pareva avanguardia.
Storie vecchie come si vede.
Ed anche noi non sapevamo scrivere, anzi scrivevamo peggio, molto peggio e non avevamo il pc, la chatteria, il cellulino etc.
Ma Simone ricorda, tanto tempo fa, quando l’alfabeto fu a sua volta peggior nemico di qualcosa e del mondo?
Fatte pure le debite proporzioni: cambiamento non è necessariamente sinonimo di peggioramento.
Infatti, mentre noi discutiamo dei massimi sistemi fuori da Internet si pensa ancora che la rete sia un covo di persone fissate e ignoranti. Pipparoli, credo li abbia elegantemente definiti la dottoressa Guia Soncini.
Claudio Coelho? Uahahah
E forse è già in libreria. Se è così per valutare manca solo il tempo della lettura.
Su le braccia. Tra poco uscirà un’antologia per Minimum fax curata da Antonio Pascale, titolo “Best Off”. Sul sito della Minimum ci sono già alcune notizie ma naturalmente bisogna spettare che esca. Aspettare cosa? Tutti gli elementi per una critica al progetto fatta in rete e coi controcazzi.
la definizione era “Pipparoli senza editore”. Un flash di genio.
Motivazione per la definizione della signorina Guia Soncini di Pipparoli senza editore, riferita a chi scrive su Internet.
PERCHE’ L’HA DATA? Per una che creda sia indispensabile “darla” per avere un lavoro, è inevitabile pensare che si possa parlare, scrivere, dire quello che si pensa, fare gli spiritosi come fa lei, divertirsi anche senza darla – a qualche burocrate puzzone, a qualche politico ignorante – può essere devastante. Che venga da lì l’insulto? Possibile, no? “Tanto tempo perso. La dignità sotto i piedi, per ottenere un risultato che altri hanno ottenuto studiando o divertendosi”. Io mi sparerei, altro che insulti! E’ fin troppo equilibrata, la Soncini.
Scusate, sarà forse perchè faccio parte di una generazione diversa dalla vostra (sono del 1980), ma non la penso assolutamente come voi. Ho visto gente studiare diligentemente i classici a scuola e poi fare una brutta fine (intendo culturalmente), mentre altri più svogliati hanno cominciato con roba leggera per poi arrivare ogni tanto a qualcosa di più impegnato. D’altronte le statistiche lo dimostrano, i diplomati leggono molto più dei laureati, forse troppo abituati alla lettura coatta per saper scegliere da soli. E poi diciamoci la verità, in Inghilterra Shakespeare viente letto a qualsiasi età indipendentemente dalla scuola, lo stesso vale in Francia per Hugo (i primi due esempi che mi vengono in mente), ma in Italia se non fosse per la scuola quanto venderebbero Manzoni, Leopardi ecc. ecc.? Non voglio mettere in dubbio la qualità di questi autori, ma se paradossalmente fosse proprio questa presunta superiorità a fregarci? E se posso anch’io una critica alla prima parte dell’articolo di Simone, lo trovo abbastanza datato, forse sarebbe stato più giusto scrivere “è difficile contrastare con “I Promessi Sposi” i programmi della De Filippi”, e credo che se non si faccia qualcosa la situazione potrebbe ancora peggiorare.
Oh, cascano anche a me!
Perchè sono una navigatrice di web ed un’assidua usufruitrice di elettronica di consumo digitale e non….
anch’io come tutte le persone appartenenti a questa che ormai mi si definisce qui, sotto lo sguardo attonito e non meravigliato, come una condizione quasi compassionevole di “contemporaneità” – anch’io dicevo – giocherello con sms mms e-mail e-ems ma….
Lo scrivo in maiuscolo: MA…
Continuo a preservare la mia coscienza di differenza che non vuol fare la differenza tra King e Manzoni, pur essendo ontologicamente consapevole che entrambi probabilmente siedono sotto il medesimo fico alle sponde dello Stige (embè).
Continuo a stimare la genialità di uno scrittore che sub contraria specie e sotto mentite spoglie storiche politicheggiò al contempo lottando, in parallelo, per l’indipendenza di una lingua, andando oltre, impugnando una fortissima filosofia metaforica, con quella stessa lingua simboleggiando un patriottismo in riga e verso (embè).
Continuo al contempo a leggere i romanzi di King e non vedo perché mai dovremmo impalarlo soltanto in quanto nato centinaia di anni dopo e vissuto in maniera che altri ed in ben altro modo fossero i problemi ed i temi e gli interessi da rappresentare.
Continuo a chiedermi come mai le persone si aspettino dall’esterno le motivazioni alla cultura e continuo a chiedermi come si possa pensare che una scuola o quant’altro (chip pseudo-emotivi a parte) possa infonderci la passione l’amore la commozione per un libro. Forse questi personaggi, che come ombre si confondono con fili e luci e colpi di scena troppo di scena, non hanno le giustificazioni di altri, lontani dalla cultura perché affamati, perché bellicosi, perché soldati per la patria, perché proiezioni di divieti e di ammutinamenti e divisioni. Sono gli stessi che pagherebbero milioni di euro per una ventiquattrore di Dior e nemmeno un euro del loro tempo per lacrimare di fronte alla Pietà di Michelangelo.
I libri esistono si vendono si comprano : sono alla portata di tutti. L’arte esiste e si espone e si offre: tutti possono abbracciarla e tenerla stretta come una donna saporosa d’ebrezza.
Si sceglie sempre quale anima possedere.
Mi cascano le braccia….eh si!
Preciso che lo Stige simboleggia il dimenticatoio per la qui presente Valchiria e non la morte letterale.
Ai poeti è concessa licenza e ai famosi l’errore ma si sa che agli ignoti nulla sarebbe condonato 🙂
Studiavo pianoforte. Avevo sui dodici anni.
Ho smesso perché stufo di Bach. Avrei voluto suonare la sigla di Lupin.
Forse bisogna passare da Lupin per arrivare a Bach. Paradossalmente Bach può impedirci di suonare anche un motivetto grazioso di un cartone animato.
Che peccato, però!
Cara Valchiria, sempre un po’ arrabbiata, eh? Magari viene perdonato chi è famoso, quando fa degli errori, perchè è diventato famoso solo per averne fatti tanti. Come dire, è la sua specialità! L’importante è essere specialisti – seppure di errori – oltre che in buona fede, no?
(ma Caltagirone,tra un drink esuberante e un vernissaggio stravolgente l’avrà mai trovato il tempo per aprire un libro?)
I libri: una saponetta vischiosa. ;-D Meglio che vada a lavarle, così, per precauzione.
OT: Ma quand’è che inizia Libropoli? Io potrei fare il giudice Di Pietro, penso che la parte mi calzerebbe come un guanto. ^___^
‘Notte
Iannox
Dal momento che so con assoluta certezza di non esser stata arrabbiata mentre scrivevo il mio commento (e credo nessuno possa saperlo meglio di me)….
mi vien da pensare, caro Ilpostodeilibri (sempre che mi consenta il caro) che sei un pochetto pessimista! Su con la vita…come fai a scambiare per arrabbiatura l’ardimento ?