FALSA VICINANZA

Facciamo un esercizio collettivo. Cosa ci spinge a identificare gli scrittori che leggiamo con una persona che conosciamo? Perché immaginiamo che siano tutte persone belle? E cosa ci succede quando chi amiamo sulla pagina commette un atto che ci ripugna? Non parlo di Alice Munro, oggi (dovrebbe uscire nei prossimi giorni un mio commento sulla Stampa, quindi rimando a quello), ma di tutti coloro che ci hanno sorpreso e da cui ci siamo sentiti traditi: non tanto  quelli di ieri ma quelli che crediamo di aver sfiorato davvero perché nostri contemporanei.
Marion Zimmer Bradley muore nel 1999 a 69 anni. E’ stata accusata di pedofilia della figlia, Moira Greyland, di essere stata abusata da lei e dal padre. In modo orribile. Leggere la sua poesia, Mother’s Hand, fa malissimo. E nessuno dovrebbe mettere mai in dubbio la versione della vittima, a mio parere.
C’è un ma. E non si tratta di “contesto”, non si tratta di “guarda le femministe fetenti che difendono le loro autrici”, come qualche imbecille pure sta scrivendo in giro. Si tratta del nostro rapporto, sbagliato, con i nostri eroi e le nostre eroine letterarie.
In proposito, per ora, mi limito a postare qui quanto dichiarò in un’intervista del 2018  Michela Murgia. Che di Bradley era appassionata lettrice.

“Io sono contrarissima a che le questioni private di un Kevin Spacey comportino la sua cacciata da House Of Cards così come lo sono a giudicare la filmografia di Roman Polanski in base a ciò che fece con quell’aspirante attrice e modella minorenne. Con un approccio simile non dovremmo leggere Celine o Nabokov. Einstein è stato un pessimo marito, era anaffettivo ma nessuno mette in discussione la Teoria della relatività per questo. Abbiamo difficoltà a capire che l’umanità è fatta di luci e di ombre. La stessa Zimmer Bradley, di cui io scrivo, muore in odore e anzi in certezza di pedofilia.  Ma io difendo il diritto di leggere il libro della Zimmer Bradley fregandocene del fatto che lei fosse o meno una stupratrice. Chiarisco subito che io sono convinta che lei fosse una molestatrice, non metto in dubbio la parola della figlia. La madre doveva essere giudicata per quel che ha fatto, non per i libri che ha scritto”.

Per cui possiamo accettare che una campionessa del femminismo sia stata, come raccontava la figlia, una persona crudele e sessualmente violenta? E che le due cose siano andate di pari passo per anni?
“Sì, ciò che ora stai descrivendo è l’umanità. Da cattolica dico: Alessandro VI è stato il papa più depravato che si ricordi nella storia della Chiesa e allo stesso tempo non ha un solo difetto di dottrina durante il suo pontificato”.

Perché non riusciamo a separare i piani? Perché ci sentiamo, appunto, traditi, come se a compiere quel gesto fosse stata un’amica. Ma le scrittrici, e gli scrittori, non sono nostre amiche e amici. E a volte sono, in modo orribile, nemiche e nemici delle persone che sono loro più vicine, purtroppo. E questa è una delle innumerevoli derive dell’illusione di falsa vicinanza con cui conviviamo da una ventina d’anni, temo.

4 pensieri su “FALSA VICINANZA

  1. Scoprire il male sconvolge sempre. È difficile comprendere perché si è taciuto, come si è potuto convivere e andare avanti… Ritrovarlo poi negli autori amati è come scoprire vecchie ferite, fa male, e non riesco a trovare parole.

  2. Ma la Murgia parlava sempre della critica come militanza, dell’opera letteraria come estensione dell’autore, cosa che lei ha fatto tutta la vita. La militanza riguarda solo la politica e non la morale? Ma non bisogna unirle quando si ha una tensione civile così forte? In ogni caso ogni tuo post Loradana è un arricchimento continuo.

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