FOR BLOG ONLY: GINU KAMANI

Per tre giorni sarò in giro: a forza di ripetere che sono giornate aggrovigliate rischio che nessuno ci creda più, ma lo sono di molto. Dunque, domani e sabato mattina sarò a Venezia, a conversare di televisioni, bambini e interattività. Sabato sera e domenica mattina sarò a Firenze per discutere, con compagni di strada vecchi e nuovi (non ci sarà Franz, in finale, ma il mitico Leonardo Colombati, di web e letteratura, anche  in rapporto ad altri media (editoria, radio, quotidiani).
Nel frattempo, una lettura che è appunto for blog only. Ho fatto due chiacchiere, via mail, con Ginu Kamani, la scrittrice indiana di
Junglee girl che mi aveva colpito molto qualche settimana fa. Siccome le chiacchiere son lunghe, le divido in puntate: prima domanda.

 

Come nascono le junglee girls?

Ogni bambina che nasce è una potenziale junglee: la fertilità femminile è una forza prorompente, e l’improvvisa acquisizione, come una nuova pelle, dell’identità sessuale crea invariabilmente tempeste chimiche che hanno molto a che fare con la capacità riproduttiva. Il problema più grave dell’era moderna è l’isolamento dell’individuo; e il fatto che la potenza del desiderio rimanga imbrigliata dal senso di colpa e dal dubbio. Provi a immaginarsi un mondo in cui gli animali si vergognano del loro desiderio. Sarebbe davvero bizzarro.

Nel corso degli anni – mi considero una buona ascoltatrice, e discreta – ho raccolto le confidenze, i segreti di molte persone circa le loro profonde insoddisfazioni nella sfera sessuale. Ho approfondito l’angoscia interiore di anime confuse che si sono rassegnate a reprimere i desideri sessuali. Credo di averle sempre ascoltate con interesse – come si fa con le storie di uno straniero – poiché la mia comprensione del mondo è alimentata dall’alito insopprimibile del desiderio e dell’empatia, e tutto mi riesce naturale. Mentre ascolto, tendo a perdermi nel labirinto emotivo di chi racconta. Quando ero più giovane, tutte quelle voci si sono fatte strada nella mia mente, hanno violato i miei confini e hanno fruttificato. Tuttavia, posso dire di non aver mai capito fino in fondo il martirio della insoddisfazione sessuale, sembra andare oltre la mia comprensione, e l’esuberanza della bambina cresciuta in mezzo all’energia erotica della vita quotidiana in India resta sempre viva e attuale in me.

 Per inciso, una delle mie più amate junglee girls di sempre è Lina Wertmüller, il cui film Pasqualino Settebellezze resta il mio preferito in assoluto. Con questo film ho perduto la “verginità artistica”, per così dire. L’audacia del suo approccio, la critica del ruolo del maschio e la straordinaria portata della narrazione ha avuto un impatto enorme su di me nel 1978 quando avevo 16 anni ed ero recentemente emigrata negli Stati Uniti. Ho trovato sensazionale il rapporto tra regista e attore che si era instaurato tra lei e Giancarlo Giannini.

80 pensieri su “FOR BLOG ONLY: GINU KAMANI

  1. scusate eh, sempre nu poco zi maestra supplente, e pure un poco mamma: Mozzi, Genna, (pure Ienax) ma non conveniva che a proposito del libro di Colombati diceste (!) “Il libro di Colombati è un libro difficicle. Difficile è entrarvi, soprattutto le prime pagine – non si riferisce alla tradizione americana, ed è la sua bellezza – ma provate a insistere – un romanzo non è solo “sete di avventure” – provate a considerarlo un po’ un trattatello, anche, e forse vi ripagherà. Provate a superare il “fastidio” delle prime cento pagine, questa sapienzialità, che contrasta persino con la trama che vi abbiamo descritto!”. Vi offendete? Per aiutarlo lo mortificate. A’ Leona’ la prossima volta vieni da me, che te la scrivo io na bella bandella! Sto a metà, riferisco in diretta…scusate, posso – zi maestra, supplente, la titolare ò la Lippa che però è impegnata, le crediamo – dettare una regola per la classe? E’ accettata con riserva l’affermazione che dica di un libro: “è meraviglioso”, senza spiegare perchè.

  2. Non lo so se è OT ma non ho capito che vuoi dire.
    Invece sono stupito da quanto una scrittrice indiana dice di Lina Wertmuller…

  3. A me, quando ho letto la recensione dello ‘Sbrego’ (Moresco) fatta dal miserabile Genna sono tornate in
    mente le eterne domande di Quélo (di Paolo Guzzanti): “Dove stiamo facieendo
    su questa teera? Chi stiamo andando?”
    + “La risposta è dentro di te… solo che è sbajjata!”
    P.S. Posto, sciocchina, ancora leggi i libri per intero? Quelli particolarmente lunghi e tediosi vanno solo sfogliati qua e là:-)

  4. E poi anche come prassi – è OT? lippa mi sgriderà? – basta con questo “Purchè se ne parli! va bene anche se se ne parla male!” non va bene così. perchè lo devi candidare a “libro tormentone”, mozzi, scusa? non siamo mica a una fiera! 🙂 boh. lascia stare il libro! anche se sei l’editore! lascialo stare! :-))))

  5. Carlo, voglio dire che a furia di dire, gli editori, gli amici, i conoscenti, “Bellissimo! meraviglioso!”, rischiano – senza volere 🙂 – di farti pensare “Mi sta a pija pe i culo!”, invece magari il libro vale. Quindi credo che come prima cosa si debba essere “molto onesti” – non sto dicendo che i tre di sopra sono disonesti! 🙂 in che pasticcio mi sto ficcando stamattina? – insomma uno ha tutto il diritto di scrivere un libro difficile! Che deve essere venduto come “un libro difficile”, e magari avrà anche più lettori del previsto. Non sto dicendo una cosa originale. E’ di “prassi” che sto parlando. 🙂 Che è un libro difficile l’hanno detto Parazzoli, e un altro.

  6. Fake, tu statti zitto, che ho comprato Moresco, l’ho letto tutto e mi è piaciuta una sola frase: “Che cosa pensano i cani quando vedono i padroni leggere un libro?” per il resto, scusa, ma ‘sto vate de scrittore, non è che sia noioso, ma il tono “da sacerdote” – in senso cattolico – della letteratura! già visto e archiviato! alla mia età, signora mia! non è noioso, eh? il libro. è noioso l’autore! lui dice una cosa e tu sai che dirà dopo, come conseguenza. ne dice un’altra, dici, “dirà quest’altra!”, e infatti! un po’ di maledettismo qui, un po’ di ghigni cattivi là. un po’ di sorrisetti qui, due parolacce, due maledizioni là. la bava qua, due discorsi sulla donna come “na’fata!” là, e il libro è fatto. meno male che il/la mio/a libraio/a di fiducia me l’hanno cambiato. non dico con che.

  7. Come lavora uno scrittore? Che tipo di lavoro “critico” intraprenda, e su quali testi. a che tipo di tradizione sia particolarmente affezionato. come costruisca i suoi testi (ripartizioni del tempo, suo “rapporto” coi personaggi…) questo mi interessa sapere di uno scrittore. il rapporto che ha coi suoi “incubi”, se ce li ha, i “temi” che gli sono cari. non quante volte dica “cazzo”, e quante volta dica, “fica”, ma andiamo, siamo grandi!

  8. vuol dire che è capace di “buona fede” e “ingenuità”. cose non da poco entrambe 🙂 io parlo per me, che notoriamente non sono wu ming1 anche se sto “lavorando” alla clonazione. 🙂 solo che…c’è di mezzo “il genere!”

  9. be’, io in generale fra truffaut e godard preferisco truffaut, quindi la “capacità semplificatoria” (su potrà dire così?) su quella “complicatoria”, e preferisco i diversi piani di lettura (uno apparentemente semplice, e – se c’è – un altro che magari mi faccia capire come uno scrittore/ice la pensi sul mondo, sugli uomini, sulle donne, sulle “strutture politiche” nelle quali si trovi a vivere (organizzazione di famiglia, lavoro, religione…) però se uno/a scittore/ice non lo fa per atteggiamento di essere complicato, a scatole concentriche, a suo rischio e pericolo. se invece uno/a lo fa per atteggiamento, è da botte :-), non solo da urlo! peggio di tutti è quello complicato che 1 non racconta una mazza; 2 non mi dice niente delle strutture politiche (…)

  10. e poi, scusa è, “la restaurazione mia e del monolocale” chiama, io mi fido come al solito – solo in prima battuta 🙂 – di quello che dicono gli altri – tu – ma fake, chi l’ha detto che wu ming venga colto da “timore e tremore”?

  11. trovo scritto su i miserabili, a proposito dell’inizio del libro lo sbrego, :”una serie di telefonate degne di groucho marx” (?) la recensione non è firmata. giu, ma quando non è firmata la recensione si deve intendere che è tua? 🙂

  12. Io sto leggendo “Dava fine alla tremenda notte” di Marosia Castaldi (ed. Feltrinelli). Mi sono rotto il casso della bufala che certi libri sono impegnativi e quindi non vale la pena leggerli. E’ esattamente il contrario: non vale la pena leggere Dan Brown.

  13. ienax, ma che cos’è mantienimi della lucarelli? e anche dopo “improbabili pasolini…”, chi sono? lo sai che ti stimo, no? a me lo puoi dire 🙂 dai, che dopo il restauro e la restaurazione oggi corro di fretta anche a farmi la testa!

  14. ienax, ma che cos’è mantienimi della lucarelli? e anche dopo “improbabili pasolini…”, chi sono? lo sai che ti stimo, no? a me lo puoi dire 🙂 dai, che dopo il restauro e la restaurazione oggi corro di fretta anche a farmi la testa!

  15. Iannox, visto che sostieni che ogni tanto mordo, lo faccio 🙂
    Hai letto il libro?
    Io sì, e posso assicurarti che nè le melisse nè le blogger hanno niente a che vedere con i racconti della Kamani.

  16. Ah, Ienax, io ti conosco. ma che c’entra pasolini, però? pasolini era misogino. non a caso piace a tanta destra. ma non parliamo di lui, non mitizziamolo, per favore, ha tanti meriti e tanti difetti. semplicemente mi mettevo dalla parte del “povero colombati” )l’autore) che forse chissà aveva l’intenzione e il diritto – perchè no, di fare un libro difficile. 🙂 poi, non lo so, magari sbaglio io, ma sempre pronta (poco pasolinianamente a dire, “Ho sbagliato”, con le mie stesse cose. per esempio di perceber, i personaggi femminili (?) non l’ho finito, ma ti dirò. sulla comparazione tra veline, blogger e le pasoline io sono fuori gara in quanto, per fortuna, fuori età 🙂 posso essere comparata a ‘mi nonna che se fa la testa, e basta.

  17. @ ilpostodiperceber.it
    Ti rispondo per me: un libro difficile? Bene, forse è vero. Forse è sbagliato. Io sono convinto che sia sbagliato dire di “Perceber” un libro difficile. Non è difficile, è invece facile credere che la gente guardi a “Perceber” come a un libro difficile. Il serio problema – gravissimo – per la cultura italiana, anzi per i pochi lettori italiani, è che ormai sono abituati a leggere libelli di poco o nullo significato – il cui contenuto è pari a quello d’un brick di latte andato a male da almeno dieci anni. Ormai se non parli alla gente tramite clichè, la gente non capisce. Ma non è che con i clichè la gente capisca qualcosa: semplicemente gli si dà la solita solfa a cui è ben mitridatizzata. Essendo “Perceber” un romanzo che non si basa su dei clichè, allora vien tacciato d’esser difficile.
    Saludos
    Ienax

  18. Dopo le bloggers, dopo le veline – che sono prima delle bloggers. per via di striscia e qualcosa -, dopo il mantienimi della lucarelli, dopo le stronzate pseudoerotiche poi pure antologizzate, dopo improbabili pasolini ma che sparano “je accuse” a raffica per gambizzare innocenti e colpevoli alla stessa maniera, adesso ci mancavano proprio le junglee girls. Veramente, se continuiamo così, c’è il serio rischio che rivaluti melissa p. e leroy fosse solo anche per far dispetto. Sì, li rivaluto come cartaigienica – sperando che la carta sia morbida. Scusate, ho un attacco di mal di pancia… Vado. Confetto falqui-junglee girls, basta la parola.
    Saludos
    Iannox

  19. Per Posto: era evidente che scherzavo sui vari Dislikes di Wu Ming (NO all’Autore con la A maiuscola, NO al timore reverenziale verso l’Artista chiuso nella sua Torre d’Avorio… e bla bla bla)
    Ho provato invano a fargli capire che oggi l’avorio è pressoché introvabile e che presto non avremo più né zanne (materia prima dell’avorio), né elefanti. Con quel che guadagnano gli autori di oggi (il tuo caso è esemplare) altro che Torri d’Avorio: spesso una misera stanzuccia sulla carrabile:-/

  20. @ LOREDANA
    Solo qualcuno, ma non mi sono sembrati troppo differenti da quelli in antologie made in Italy. Fai bene a mordere. E’ una di quelle letture che temo abbandonerò. No, la finirò, ma per farmi del male. Questione di gusti? Forse il mio spirito critico è insufficiente o inadatto a capire a fondo le storie della Kamani. Me ne torno con Salman Rushdie, sperando che non venga spiccato pure su di me una condanna a morte. 🙂 E se accadrà, spero che Bono Vox s’adoperi pure per me. ^___^
    Saludos.
    Iannox

  21. Iannox, continuo a non capire cosa abbia a che vedere il libro di Selvaggia, che aveva tutt’altre intenzioni, con questo. Che è cosa a sè:. Kamani ha una storia diversissima dai libri che hai citato tu, scrive in modo parimenti diversissimo e l’unico punto in comune è che parla di donne (e qua e là di sesso). Ma caspita, facciamo discussioni interminabili contro l’omologazione dall’alto e adesso ci mettiamo a farla anche da lettori?
    Oltretutto parliamo di un librino passato praticamente inosservato, che suppongo sia piaciuto solo a me e ad Alessandra C, non del best seller dell’anno. Uffa.

  22. Guarda, Posto, che Wu Ming1 mi ha fatto un’ottima impressione, malgrado la nostra diversità di vedute.
    Anche Giuseppe Genna, poveretto, secondo me ha dei numeri, ma è ancora in piena adolescenza, gioca coi paroloni e finge di aver squarciato il velo di Maia già in quarta elementare.

  23. @ ilpostodelcos’èdiienax?.it
    Mi sembrava d’aver già detto in merito al libello della Lucarelli stampato per i tipi Mondadori. E mi sembrava d’aver pure detto in merito a quel suo “Aiutami a preservare la mia moralità.” Se questo è il livello culturale di alcuni lettori, allora non fatico a credere che siamo messi male, ma male veramente. Be’, se t’interessano le note di copertina, qui ci sono: http://www.liberonweb.it/asp/libro.asp?ISBN=8804523433
    Note di copertina che sono tutto un programma e che per me valgono assai più di tutto il libro della Selvaggia. E non ci torno più su questo punto.
    In merito agli improbabili pasolini, be’, ce ne sono tanti, troppi: chi è che oggi non si fa un po’ pasolini? Intendevo proprio: non mitizziamolo. Ha avuto i suoi meriti e demeriti. E soprattutto cerchiamo di non vestire i suoi panni in una gara di emuli. Ognuno scopra da sé i pasolini di oggi, quelli che gridano e gridano e gridano, e basta, perché poi risultati concreti uguali a zero. Ma il gridare – porco diavolo! – mi fa male alle orecchie come minimo.
    “Perceber” accoglie una miriade sterminata di personaggi – è un “entrare” dentro le mura di Roma investigandole da cima a fondo, ma è anche un “entrare” nei personaggi, infatti questi sono parte integrante della Roma immaginata e descritta da Leonardo Colombati – e allargandoci di Perceber. Ogni personaggio è “chiave” e “serratura” in Perceber. Io ho trovato il libro di Colombati un gran romanzo – come non se ne leggevano da quindici anni a questa parte. Ma quindici anni fa, i lettori erano più intelligenti e vogliosi di scoprire. Oggi, invece, sono addomesticati a digerire letture insipide, vuote, che non sono neanche il Nulla. Colpa non è solo degli autori che hanno pubblicato libri ridicoli, ma anche di molti editori che si sono impegnati a stampare e a promuovere romanzi che tali non sono.
    Saludos
    Iannox

  24. @ LOREDANA
    Sì, forse è un libro che è piaciuto a pochi. Quale il tentativo della Kumani? Forse quello di “restituire la magia e la fiera intensità dell’India sottraendola a ogni visione di maniera?”. A me sembra che i racconti della Kumani siano ben più che manierati. In definitiva, un tentativo di ribellione andato a male. Per me, la Kumani rimane una velina indiana ma trapiantata in America. E’ ancora una sposa giovane, troppo giovane, diciamo pure che ha il latte materno alla bocca: peccato che non ne sia consapevole.
    Saludos.
    Iannox

  25. Con senso di colpa ammetto “il colpone”: non mi è del tutto passato inosservato (non è la prima volta che tu ne parli, e in libreria era in bella evidenza), ma io sono lenta. ho appena messo fuori un piede da La Gioia, e la parte femminile era occupata dalla Bisi e dalla Ballestra. Poi ci sono le mie inglesi che più che un piacere per me sono una droga – una schiavitù.

  26. Ienax, sono molto d’accordo sulle ultime tre righe. sul gridare, be’ vivendo a Trestevere ti dico solo che nei vicoli, se non gridi – a meno che non sia perchè t’hanno appena scippato – non è divertente 🙂 la moralità me la vado a controllare. peccato sia una di quelle giornate che ho da fare, (per me! voi siete salvi) 🙂

  27. Fake, sai com’è. Io non ho wu ming non so neanche che faccia abbia(no). quindi, se ne parlo bene è solo perchè condivido molto di quello che dicono e pensano – l’ironia, la serietà, la competenza, (Cary Grant, il televisore, un titolo così: 54) – senza le parenetsi sembra l’elenco delle caratteristiche di un/a neoassunto/a. ciò non toglie che uno/a possa avere una passione in contraddizione, no? anche perchè moresco non ci sta mai nella torre d’avorio. sta sempre a spasso 🙂 no, non avevo collegato. anche se, se mi avessi chiesto, “ma secondo te a wu ming piace?”, ti avrei detto “no”. infatti tra una lavatrice che perdeva acqua marcia, (non le dico l’odore, signora mia!) il cane che voleva giocare, e i capelli come una strega, te l’ho detto 🙂
    Poi, mo non esageriamo. la stanzetta sulla carrabile non ce l’ho. sto a Trastevere che proprio la carrabile non è. in questo sono molto diversa da Moresco. poi se mi chiedi quando sono sulla tonalità melodrammatiche (!) – della serie “Io ti salverò”, “Taverna Giamaica”, “Lola Montes”, “Nella Morsa” – che adoro – del “disturbando famiglie…” ti dico, “Ma una stanzetta sulla carrabile, oh sì! val bene un po’ di felicità! due cuori, una capannuccia…! oh, sì!” adoro il melodramma (“femminile”).

  28. Il fatto che sia un librino passato inosservato – o quasi -, non significa nulla: non è perché siamo di fronte a un librino dobbiamo esimerci dal parlarne in maniera entusiasta o diversamente. I libri – per quanto mi riguarda – li tratto tutti allo stesso modo, usando metro critico, quello mio – forse sbagliato, sicuramente fallibile. Si può esser sicuramente in disaccordo con il mio parere espresso intorno alla scrittura di Kumani, ma non la favorisco solo perché siamo di fronte a un librino di neanche 200 pagine.
    Saludos.
    Iannox

  29. Angelini,
    intrattengo con te la relazione di empatia che mio papà coltiva da anni con il suo herpes zoster. Ma chi sei? Cosa vuoi? Da dove vieni? Dove vai? Non avrai mica intenzione di seguirci, vero? Vuoi andare laddove andiamo noi? No, perché il tuo umorismo da comunità essena è davvero sfiancante e il nostro server ha una capacità limitata, non c’è più spazio per accogliere le tue spossanti mail, vergate con battute che vedo qui ricicli oppure con consigli interessati indistinguibili da suddette battute. Per te il velo di Maia è il copricapo della sopraccigliuta aliena della seconda serie di SPAZIO 1999. Sei esperto di questo e quèlo, sei versato in tutto e quindi ti si può assorbire dal pavimento con uno scottex. Non ti danno più l’lsd perché sei come Obelix: sei caduto nel vascone di pozione magica da piccolo, è sufficiente. Hai un santino di Basaglia sopra il letto in mogano e ogni notte, prima di addormentarti insieme a Baloo, lo ringrazi, buonanima. Porti i capelli alla Napo orso capo e ne vai fiero, perché lì in mezzo, dicono, sono conservate le ceneri di Andersen. Ti sei occupato di letteratura per ragazzi. Ti sei occupato di letteratura per ragazzi. Ti sei occupato di letteratura per ragazzi. Ti sei occupato di letteratura per ragazzi.
    Abbiamo capito, noi no.
    Risparmiaci, sarai più ricco.

  30. @ Lipperini
    @ Il Posto…
    Scusatemi l’OT ma… stasera ci sarò solo io a gustarmi Biondillo a Roma? Non fosse altro che per proteggermi da quell’uomo apparentemente discreto ma invero lascivo e infingardo, dovreste essere lì con me anche voi 🙂 Vi aspetto o avete altro da fare?
    (Tra l’altro pare che il Biondillo abbia portato dell’ottima pizza margherita da Milano)

  31. Car* letterat*,
    sollecito vostra attenzione quanto a rapporto Etica e Scrittura (nulla a che vedere con Sini, ahimé).
    Razgul ha esposto una questione di PLAGIO in rete. Vi invito a dire la vostra, previa verifica della vicenda su razgul.splinder.com.
    (Elos è scrittrice che merita, e indigna vederla derubata in questo modo).

  32. caro angelini (mi sa che facciamo amicizia) il gg poverino ci prova, solo che non ha capito che la letteratura è una roba seria e allora fa come quello che tutti hanno avuto in classe: lo Scimmiottatore. un mio compagno di classe era arrivato a fumare la pipa come il prof di filosofia. ecco, genna è così: un diciasseettenne con la pipa.
    insomma vuoi mettere l’approccio a pausa “ciao sono uno scrittore ti va di limonare?”

  33. Estrapolo dalla recensione de ‘Lo sbrego’:
    “Moresco è arrivato a compiere, nella letteratura, l’unico sfondamento possibile che la letteratura consente: quello verso l’infinito buco vitreo della presenza di coscienza, laddove è impossibile pronunciare parola o formulare immagine, e da lì è tornato per tessere il velame dei suoi versi strani”… [cfr. la seconda di copertina dei Canti del Caos: “Moresco è arrivato in un luogo che ancora nessuno conosce, che solo lui conosce, oltre i
    generi, oltre le storie, oltre i personaggi. Forse dopo questo libro, qualcosa, in letteratura, non sarà più come prima”].
    Il tutto condito da roboanze e rutilanze del tipo: germinazioni violente + abissale discrimine + vertiginosa escalation + nello Sbrego iniziano a salire alte le fiamme + il rogo dei libri e dell’uomo si scatena con inusitata furia + divaricazioni spaziotemporali, + collassare + epica e devastante + occhi nistagmatici di Moresco + numinose tenebre + tifoni di parole + cronoscopia ciclopica +
    deflagrazione che si autocolloca contemporaneamente all’inizio e alla fine della storia umana + forza germinativa verde e nera + futuro catastroficamente universale +
    repertorio gigantesco + scorribanda memorabilmente furibonda + devastazione alienativa + lotta con un nistagmo non più fisico.
    Scusate, capisco l’orrore di Genna per gli herpes e soprattutto per l’understatement, ma non vi sembra che esageri un po’ con le rodomonterìe?
    Dov’è che avrà preso questo gusto così spudoratamente “primordial” per gli abissi, le conflagrazioni e i dirupi?
    Non è qualche volta si sentirà nu poco tromboncello?
    Inoltre: prima finge di dar ragione a Wu Ming sull’«autore umile artigiano» e poi fai la Wanda Osiris delle lettere in questo modo… che dire?

  34. Tittyna, ma dov’è Biondillo stasera? se ci sei dimmelo, se no controllo sul giornale. sono tornata adesso e stavo per uscire di nuovo, ma approfitto di tutti questi OT, e mi scuso del mio. sto a casa ancora mezz’ora. ciao a te e a biondils

  35. genna con la pipa, piperno col tweed di sherlock holmes, poi c’è coso…come si chiama…ah si, pinketts col sigaro pure in televisione…dove andremo a finire.
    io, seppur con meno orpelli, e animo un tantino più pacato, sono daccordo con genna, soprattutto sul problema dell’esegesi…angelini, a volte proprio non ti si capisce.
    e poi è vero che non fai ridere, il post di genna, almeno, è divertente, poi sbraca, sarà che aspira anche la pipa.

  36. No, oggi no. Oggi non mi toccate g.g.
    Lo so, ha i suoi difetti, ma per tutti (anche i non credenti come me) vale il detto di Cristo ai lapidatori dell’adultera (per Angelini sto pensando a una deroga per ragioni umanitarie) 🙂
    Non prendo posizione nella polemica Angelini vs Genna, ma ringrazio quest’ultimo dell’introduzione al vecchio articolo della Cederna su Giorgiana Masi e dell’articolo pubblicato oggi su I Miserabili a firma: Silvana Morasso
    Vi dico solo che parla di Parente e del suo libro: Mamma
    se qualcuno vuol leggere prego accomodarsi a:
    http://www.miserabili.com/archives/2005/05/massimiliano_pa.html#019557
    Per un attimo ho pensato che lo scritto fosse di una sua ‘parente’, poi ho pensato che forse aveva una fidanzata ironicamente felice, infine ho riso di gusto per dieci minuti.
    Ecco, Genna avra’ pure i suoi momenti di delirio (chi non li ha?), ma poi ogni tanto si riscatta ampiamente, quanti lo fanno? 🙂
    besos
    P.S.: Angelini non volermene e dormi tranquillo/beato sognando un Genna minimalista…….ehm, temo che lui lo chiami incubo

  37. No, oggi no. Oggi non mi toccate g.g.
    Lo so, ha i suoi difetti, ma per tutti (anche i non credenti come me) vale il detto di Cristo ai lapidatori dell’adultera (per Angelini sto pensando a una deroga per ragioni umanitarie) 🙂
    Non prendo (vigliaccamente) posizione nella polemica Angelini vs Genna, ma ringrazio quest’ultimo dell’introduzione al vecchio articolo della Cederna su Giorgiana Masi e dell’articolo pubblicato oggi su I Miserabili a firma: Silvana Morasso.
    Vi dico solo che parla di Parente e del suo libro: Mamma
    se qualcuno vuol leggere prego accomodarsi a:
    http://www.miserabili.com/archives/2005/05/massimiliano_pa.html#019557
    Per un attimo ho pensato che lo scritto fosse di una sua ‘parente’, poi ho pensato che forse aveva una fidanzata ironicamente felice, infine ho riso di gusto per dieci minuti.
    Ecco, Genna avra’ pure i suoi momenti di delirio (chi non li ha?), ma poi ogni tanto si riscatta ampiamente, quanti lo fanno? 🙂
    besos
    P.S.: Angelini non volermene e dormi tranquillo/beato sognando un Genna minimalista…….ehm, temo che lui lo chiami incubo

  38. Andrea C. Sono contento che Genna ti faccia ridere. Per ognuno c’è qualcuno sempre, diceva la canzone. Qualche volta, peraltro, fa ridere anche me. Se, invece, io NON ti faccio ridere, cercherò di farmene una ragione. E tu, a proposito, ti trovi divertente?
    Genna, su di me, può INVENTARE quello che vuole (per esempio che sono caduto nel vascone di pozione magica da piccolo). Io preferisco attenermi ai fatti. E i fatti dicono che la sua prosa, spesso, è ROBOANTE e cazzuta come nel brano che ho citato. Che Genna sia anche un po’ trombone, poi, non sono il solo a pensarlo. Ma il ragazzo, ripeto, ha dei numeri e una vita davanti a sé. Col tempo e con le nespole migliorerà. Oppure peggiorerà. E chi vivrà vedrà. E bla bla bla. E morta là.

  39. Come al solito sono “at-tappetinata” al giudizio di spettatrix. siamo un ammasso di gente piena di difetti. sigh. e se g.g. ha i suoi, fra tutti qua non è che siamo messi tanto bene, no? come dicono negli sceneggiati – oh, trovassi uno/a che lo dicesse, ma una volta, una volta soltanto – “Animo, ragazzi!”

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