Salieri: Su, cominciamo.
Mozart: Ho finito in fa maggiore… e allora adesso: la minore…la minore…
Salieri: Si? Confutatis, la minore…
Mozart: Cominci con le voci. Prima i bassi, secondo quarto della prima misura…
Salieri: Che tempo?
Mozart: Quattro quarti. Secondo quarto della prima misura. La. Confutatis… [canticchiando] Seconda misura, secondo quarto. Maledictis… Capisce?
Salieri: Si, si, sol diesis.
Mozart: Certo. Secondo quarto della terza misura. Mi. Flammis acribus addictis… Pausa. Maledictis flammis acribus addictis… Mi segue?
Salieri: Penso di si.
Mozart: Faccia vedere. Bene, bene. Ora i tenori. Quarto tempo della prima misura. Do. Confutatis… Seconda misura, quarto tempo. Re. Maledictis… D’accordo?
Salieri: Si, si. Continui…
Mozart: Secondo quarto della quarta misura. Fa. Flammis acribus addictis, flammis acribus addictis… Adesso l’orchestra. Secondo fagotto e trombone basso con i bassi, identiche note e stesso ritmo. Primo fagotto e trombone tenore con i tenori.
Salieri: Troppo veloce.
Mozart: Ha scritto?
Salieri: Non corra così…
Mozart: Ma ha capito?
Salieri: Primo fagotto e trombone con cosa?
Mozart: Con i tenori!
Salieri: Identico?
Mozart: È logico! gli strumenti raddoppiano le voci. Adesso trombe e timpani. Trombe in re. Mi stia a sentire…
Salieri: No. No, no, no… non capisco!
Mozart: Ascolti! Trombe in Re, due La in ottava, al primo e al terzo quarto…
Salieri: No…
Mozart: Si! Vanno con l’armonia!
Salieri: Si… Si! [Mozart canticchia] Si! Si, si, ora capisco, si, si. Ed è tutto?
Mozart: No, no; ora ci vuole il fuoco… Gli archi all’unisono. Ostinato in La… Ecco, così: [Mozart canticchia e fa gesti mentre Salieri riprende a scrivere] e quello dopo, una terza sopra. Ha capito?
Qualcuno conosce, ed è giusto così, il Confutatis maledictis dalla Messa di Requiem in re minore K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart grazie al film Amadeus, che esce nel 1984. Qualcuno, certo, lo conosceva da prima. Altri, però, hanno cominciato ad ascoltarlo nel 1982, quando Radio Radicale, nel corso dell’iniziativa politica contro i milioni di morti per la fame nel mondo, abolisce qualsiasi intermezzo musicale che non sia un requiem. Quello di Mozart è uno dei più trasmessi.
Cosa fa Radio Radicale da 44 anni è noto: valga un solo passaggio fra i molti che potrebbero essere citati. Questo:
“Radio Radicale introdusse in Italia un modello di informazione politica totalmente innovativo, garantendo l’integralità degli eventi istituzionali e politici trasmessi: nessun taglio, nessuna mediazione giornalistica e nessuna selezione, al fine di permettere agli ascoltatori di “conoscere per deliberare”, come ancora oggi scandisce la frase di Luigi Einaudi sul sito internet dell’emittente”.
Colui che è stato a lungo suo direttore, Massimo Bordin, è morto da pochi giorni. E nello stesso momento in cui la radio veniva e viene inondata di affetto. Così, in quegli stessi giorni, abbiamo deciso di omaggiarla, con lo stesso affetto, al Salone del Libro.
Avverrà domenica 12 maggio alle 11.00, Sala Azzurra, alla presenza del suo direttore Alessio Falconio, e di Massimiliano Coccia, uno dei più importanti animatori della radio. Insieme a loro scrittori, giornalisti, uomini di cultura, di spettacolo, semplici appassionati. Tra gli altri, Annalena Benini, Edoardo Camurri, Concita De Gregorio, Michela Murgia, Matteo Nucci, Antonio Pascale, Evelina Santangelo, Roberto Saviano, Marino Sinibaldi, Elena Stancanelli, Giordano Tedoldi, Nadia Terranova.
Pochi minuti a testa per un gesto d’amore, appunto, per celebrare la storia e il futuro di Radio Radicale, in linea con lo spirito non conformista, non convenzionale, intelligente, vivo, anarchico, libertario (compresa la libertà di amare “gli obiettori, i non violenti, i veri credenti” nonché “la gente, con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione”), profondamente umano che da sempre la anima.
Microfoni aperti, per amore, e solo per amore.