FRANCE SOIR ANCH'IO

Francesoir

Qui la notizia.
Qui l’articolo di Jean Daniel.
Qui sotto una delle vignette pubblicate dal quotidiano danese Jyllands-Posten.

Chargesdoprofetamaome4

Update: su Wikipedia aggiornamenti e collegamenti a siti che ospitano le vignette danesi.

115 pensieri su “FRANCE SOIR ANCH'IO

  1. allora è appena uscito un articolo su wikipedia dove viene inserita la pagina del giornale danese con tutte le caricature in questione, ecco. e secondo me sarebbe il caso che tutti la riproducessero (i giornali, finora, sono stati assai prudenti).

  2. non ho dei di riferimento. Ho una religiosità? può darsi, ma non riguarda nessuna religione, nessun Dio, nessuna certezza, tranne una: DIO ride.
    Sì, Dio non può fare a meno di ridere e principalmente di noi e dei suoi ridicoli pretesi (preteschi) rappresentanti terreni. Ho quasi la sensazione (non la certezza, i miei rapporti con lui non sono così intimi) che Dio sia un buontempone, un’essenza positiva e giocherellona che si sta ancora chiedendo come mai queste stupide pedine umane insistano tanto in giochi pericolosi, distruttivi, ambigui.
    A parte questa parentesi mistica proverei a pensare la questione vignette da un punto di vista di pretesti (non preteschi, non solo) per muovere una serie di leve che con Dio (l’idea di) hanno ben poco a che fare rappresentando motivazioni umane, umanissime, troppo.
    Però non ho tempo, ne avrò poco anche in futuro, mi premeva dirlo. Mi preme ribadire che religioni e preti e masse muovono bisogni, poteri, forze, soldi umani. Non potrebbe essere diversamente dal momento che dagli uomini (dalle loro organizzazioni, dai loro bisogni, dalle loro economie, dalle loro condizioni ecc.) vengono gli dei e lì sempiternamente ritornano. Non scordiamocelo. Andiamo a vedere quali sono le rivendicazioni che il paravento vignette porta avanti. Orsù.
    Solo, non potrò farlo con voi, mi allontano per qualche tempo e ne aprofitto per mandarvi i soliti besos e i giusti AUGURI al Biondillo.
    besos

  3. Mah.. fatto salvo ovviamente il libero diritto democratico di pubblicare quello che si vuole, dal momento che non esiste alternativa. Tuttavia ritengo che scaldarsi per una cosa del genere sia strumentale. Io abbasserei la tensione, invece che alzarla. Perchè fare il gioco delle solite minoranze estremiste? Se è vero che non è la prima volta che la satira colpisce il divino, allora è parimenti vero che esistono milioni di musulmani che glissano tranquillamente su questa cosa. Fino al momento in cui i soliti estremisti si inventano l’offesa. E noi, perdonatemi, invece di riaffermare tranquillamente il valore della libertà di stampa, cercando di stemperare i toni, che facciamo? Ci lasciamo trascinare nella provocazione. Si fa presto a prender fischi per fiaschi. Riproporre quelle immagini, al di fuori del contesto che le ha generate è infatti una sciocca e inutile provocazione. Non serve a riaffermare il principio, serve a scaldare gli animi di coloro che attualmente non si fregiano del titolo di estremista. Dissento quindi, e non poco. Grazie della riflessione. Cyrano.

  4. La satira non è mai buona, quindi spesso non piace.
    Ripubblicare le vignette non equivale a decontestualizzarle in quanto il loro contesto è l’attualità, la vita di tutti i giorni che rappresentano, in questo caso, con malizia iconoclasta.

  5. Cyrano, dissento dal tuo dissenso, se me lo concedi: per me ripubblicare le vignette equivale proprio ad affermare il valore della libertà di stampa.

  6. quelli che si scandalizzano per tali vignette sono ridicoli (tanto quanto quelli che lo fanno qui da noi o in usa) che poi perdano pure tempo a protestare e a boicottare lo trovo medioevale…
    AUGURIIIIII GIANNI sei uno splendido 35enne … :-)))

  7. Mi dispace dissentire da quelli che la mettono solo sul piano dell’opportunità o meno e su quello della libertà di stampa. Noi ci fermiamo al sintomo e su quello ragioniamo, la malattia non la vediamo o non vogliamo vederla. Sono le cause quelle che dovrebbero attirare la nostra attenzione e pure, a questo punto, i possibili e pessimi sviluppi. Credete davvero che se non ci fossero state queste vignette non sarebbe esplosa in qualche altro modo la rabbia che oggi vediamo nelle strade del mondo islamico? credete davvero che un paio di vignette (per quanto sarcastiche) possano tanto senza che ci siano, alla base, altre rivendicazionie e odi? in altri tempi le cose si sarebbero fermate nelle ambasciate, oggi banali vignette di settembre portano in strada le masse. Cosa è accaduto tra l’occidente e l’islam? cosa sta accadendo? cosa sta accadendo alle religioni, che cosa ne sta rafforzando il potere a discapito di altre forme di rappresentanza (e la cosa non è limitata ai paesi arabi)? quali interessi e forze riportano in auge forme di intransigenza e fanatismo anche in religioni altrimenti miti?
    no, ragazzi, non aspettiamo che a dare spiegazioni sul fenomeno sia il solito Magdi Allam (Pinocchietto d’oriente mi sembra lo chiamasse Evangelisti -bellissime le sue analisi recuperabili su Carmilla- con troppa indulgenza ed eleganza), non beviamoci le balle di prezzolati imbecilli, ricominciamo a cercare cause e fondamenti materiali e terreni e ‘veri’.
    Non si tratta solo di pubblicare o di non pubblicare, di essere solidali o no, si tratta di capire e capire che non è solo lo spazio della libertà di espressione quello di cui si discute, sono spazi ben più ampi quelli a rischio e forse sono già parzialmente persi, non solo nell’islam.
    besos

  8. Grazie Loredana per i link. Avevo giusto pensato di fare qualche ricerca in internet per vedere di capirne di più. Come al solito la Wikipedia e i Blog sono arrivati in soccorso al volo! ^__^
    Complimenti e a presto!
    Yours
    MAURO

  9. Spettatrice, semplificando al massimo: chiunque si professi “mediatore” specializzato nel rapporto fra Uomo e Dio, ovvero sacerdote (a qualsiasi livello e sotto qualsiasi cielo)è in qualche modo un impostore. L’emozione cosiddetta “religiosa” esiste. Purtroppo – sulla sua base -, nel corso della storia è sempre esistita anche la tentazione di parlare alla divinità a nome o *su delega* (variamente procacciata)della comunità tutta.

  10. Solo una cosa a proposito di Ruini, citato da lisa. Negli anni de “Il Male” (inteso come testata, non come concetto filosofico), non erano pochi i disegnatori satirici che ironizzavano sulla Chiesa cattolica. In quel caso, niente aggressioni fisiche, certo: ma pretori solerti che sequestravano sul territorio nazionale, quelli sì.

  11. Lippa, condivido, e al presente le cose stanno degenerando e non solo a causa delle ‘religioni’ e non più a causa dei pretori. Rispondo a Lisa (lo avevo scritto prima) e spiego perchè. Non me ne volere se non riuscirò a partecipare oltre, appena posso lo farò anche se il periodo non è dei migliori.
    Lisa,
    il problema non è solo dare dello stronzo al prete cristiano e a quello di altra religione. Il punto è capire perchè siamo quì e abbiamo queste necessità di ribadire la libertà di farlo. Vi state tutti incavolando perchè non capite la mia insistenza e soprattutto non capite perchè non vi dico come la vedo? sì.
    Bene, non vi dirò come la vedo (anche se qualche idea, conoscendomi, dovreste averla), ma vi dirò perchè è necessario che non ci limitiamo alla ‘pubblicazione o no’ e al ‘cretino o no’.
    La necessità sta nel capire da che punto di forza noi (laici o laici di sinistra o semplicemente persone ‘tolleranti’) parliamo. I nostri interventi sono allo stesso tempo candidi e arroganti, come se queste libertà di cui godiamo fossero cosa acquisita o almeno non più messa in discussione.
    A quello lì glielo faccio vedere io. Va Bene, ci sta.
    Ma quanto può durare? ho in mente amici palestinesi laici che perseguivano i loro diritti da persone laiche. Poi è arrivata hamas (con contributi che Israele non ha mai negato e che servivano a fare di questa forza un motivo di divisioni interne ai palestinesi), i laici hanno fatto la loro strada (errori compresi) e lentamente si sono arrocati su posizioni di forza e potere che sembravano eterni, staccati dal dialogo di base e sempre meno onesti nelle pratiche (la semplifico a mò di fiaba, ma un pò è anche questo) e hamas ne ha preso gli spazi, ha fornito organizzazione, aiuto, rifugio, una visione estremista ma coerente. Ha vinto.
    Bene, noi un pò possiamo imparare anche da queste parabole che non appartengono al nostro mondo. Il fondamentalismo di casa nostra sta risorgendo, in sordina o a voce alta, fa comodo a molti (e quei molti non di rado hanno pure molti soldi) i laici sono tanti e divisi, sono sempre meno in contatto col ‘popolino’ sempre e solo convinti che il mondo in cui dibattono con intelligenza sia il vero.
    La cultura illuminista in primo piano, le idee di libertà sul comodino, pochi contatti di gruppo, poco coinvolgimento in elaborazioni di base, poco interesse a che istruzione (vedi numeri su analfabetismo di ritorno recentemente pubblicati da Angelini) e istituzioni si facciano carico di trasmettere almeno valori di base e di tolleranza, ecc. ( o anche solo capacità di pensare in autonomia).
    In poche parole vulnerabili. Sì, signori, quando vi invito a cercare le cause materiali di questo che ci accade non vi invito all’arroganza intellettuale che pontifica da posizioni di forza, vi invito ad aprire gli occhi sulla nostra debolezza e a cercare rimedio.
    Besos
    e mò vado. Scusate se non rispondo, non sarò collegata.

  12. Credo che la vicenda sia un po’ più complessa di una semplice riaffermazione della libertà di parola e di stampa. Valore sacro-e-santo, inviolabile ad occhi illuministi e rischiaranti. Anche a gli occhi, però, di chi considera più inviolabile e più sacra la proprietà – e che, al momento opportuno, è disposto a rinunciare alla libertà di parola (meglio: a far rinunciare gli altri). Va bene, facciamo pure la battaglia per la libertà di parola (e come pensare il contrario?), ma forse è il caso di essere consapevoli che così facendo ci troveremo a fianco di neo- con e teo-connards bis-unti che non vedono l’ora di fregiarsi di nuove mostrine nella guerra di civiltà. Che agitando sconsideratamente (cioé fuori da ogni considerazione della situazione effettiva) un vessillo non faremo altro che alimentare il fuoco delle conteapposte civiltà, e – quel che è peggio – cancellare le dinamiche interne al mondo islamico, spingendolo a compattarsi sotto la barba dei vessilliferi verdi, che io reputo miei nemici così come mio nemico è Ruini. Razionalmente rispetto allo scopo occorre agire per revocare quella tendenza – che, come si diceva sopra, è quella che la vicenda palestinese, come sempre, simbolizza. Questa è una guerra di religione, e io ne voglio restar fuori. Si tratta di calare i principi astratti, insomma, nella materialità delle umane cose.

  13. Però, Marco: assolutamente legittimo volerne restar fuori, ma il fatto, legittimo anch’esso, di non volersi trovare fianco a fianco con bruttissima gente, non rischia di creare immobilismo? Ribadisco che la vicenda sarebbe stata assai grave anche se la censura fosse venuta da parte cattolica, come, ripeto, è avvenuto in tutt’altra modalità in anni passati. Secondo me (ma posso sbagliare) è difendendo la laicità che si evitano le guerre di religione.

  14. Anch’io posso sbagliare 😉 – voglio dire, questo campo è scivoloso, instabile, soggetto a repentini mutamenti di rotta… Ma credo che la domanda più penetrante, in questi casi, sia: chi pone la domanda? che cosa vuole? in funzione di cosa? quali sono, insomma, la forze che (im)pongono la legittimità di una domanda? grazie a quali strumenti?
    insomma, mi parrebbe preliminare a ogni giudizio una verifica genealogica della questione.
    Le vignette, com’è noto, sono state disegnate perchè uno scrittore di un libro per bambini lamentava di non trovare nessuno che volesse raffigurare Maometto. I fondamentalisti non vogliono. Ma ciò non fa parte del ‘dogma’ islamico. Nella storia dell’arte musulmana Maometto è stato messo in figura. Dunque la decisione del giornale danese di rispondere a questa paura con il bando di un concorso per vignette satiriche su Maometto (estendendo alla religione islamica tout court ciò che appartiene a una sola frangia) è dettato da una sorta di profezia che si autoavvera. Ciò che è confermato dal fatto che a riprendere immediatamente quelle vignette è stato un giornale norvegese ‘cristiano’. Che, immagino, non avrà mai pubblicato vignette satiriche (per chi crede: blasfeme) su Gesù.
    Ora, io credo che la blasfemia sia segno di salute, Io voglio un dio di cui poter ridere, scriveva Nietzsche. Ma la blasfemia non può essere usata, come è usata in questo caso, come un’arma ideologica contro il nemico. E’ prima di tutto una purificazione di sè. Solo dopo diventa la risata che seppellisce. Ma chi deve essere seppellito è il Capo (il re dev’essere denudato, la Testa tagliata…). Se è il Capo che ride, con la sua grossa testa, c’è qualcosa che non va.

  15. Hai perfettamente ragione, Marco. E non solo sul fatto che dovrebbe esistere una par condicio dell’irriverenza (della serie: chi, in Italia, si scandalizza per la censura sulle vignette danesi, magari tace su come e quanto altre Teste si stiano pericolosamente rialzando).
    Il mio era solo un invito a riflettere nell’azione, invece che prima della medesima. Pericoloso, invero. Ma quanti alibi si sono formati, anni addietro, dietro la pur saggia asserzione “nè con lo Stato nè con le Br”…

  16. Le vignette sventrate dalle polemiche e le minacce sono ampiamente all’interno della satira. Quella che prende in giro, che graffia, che non nasce dall’odio ma dalla capacità di depotenziarlo in critica e denuncia. Non si può, come scrive dado, ricorrere al solito stantio problematicismo che infila in una fitta nebbia qualsiasi argomento, anche il più solare.

  17. non mi sembra granché intelligente criticare una forma di lotta legittima e giustificabile, solo perché con alcuni compagni ci sarebbe più da separare che unire le forze: sarebbe come dire che siccome i preti respirano, noi si dovrebbe tutti astenerci dal farlo…

  18. Non vedo cosa c’entri il respiro. Non sto dicendo di suicidarci. Sto dicendo che è un problema agito in maniera strumentale (le forze non sono mai neutre. Non credo sia necessario richiamare Foucault). Nell’orizzonte di senso attuale questo problema non può che acquisire un senso determinato. E in quel senso è letto da masse arrabbiate, impoverite, frustrate.

  19. Su Vibrisse c’è un dibattito sull’invasività del cattolicesimo nella cultura laica
    vedi
    “Che tipo d’uomo legge oggi il vangelo?”
    non è la stessa cosa?

  20. la questione di fondo è: la chiesa cattolica ha imparato a sopportare. a forza, ma l’ha fatto. perchè anche gli islamici non dovrebbero imparare a sopportarlo?
    che in una battaglia per la libertà di parola mi trovi di fianco un neocon è un problema suo, non mio.
    i palestinesi hanno votato hamas. bene. non vogliono la vignetta. bene. ovunque l’islam si sta radicalizzando. bene.
    vuol dire che in palestina si girerà col velo e non si pubblicheranno vignette. dal canto mio IO, QUI, non rinuncio ai miei bellissimi capelli al vento e a ridere di chiunque.
    l’importante, alla fine è che sappiano (da ruini ai neocon agli imam fino ai compagni cerebrolesi) che c’è chi resiste. (citazione, chi la indovina?)

    e che i 250 milioni di euro l’anno vadano in tasche migliori. democrazia significa potersi scegliere la prorpia dittatura, ma significa anche accollarsene le conseguenze.

  21. Perchè non dovrebbero farlo? Non certo per motivi teologici, nè destinali. Ma semplicemente perché percepiscono di essere sotto attacco, e si chiudono a riccio. Evidentemente non hai mai parlato con gli arabi di questo, e non provi a vedere le cose dal loro punto di vista. Se tu ti fai vedere a fianco di un aggressore (e sei tu che stai a fianco, che ti accodi, all’aggressore neocon, non certo viceversa), allora l’aggredito ti identifica con l’aggressore. E’ naturale. Non è bello, ma ahimé funziona così.

  22. PS
    Non so se nel novero dei “compagni cerebrolesi” che secondo te non resisterebbero (a chi? a cosa?) annoveri pure me, ma devo dedurre dal tuo ragionamento di sì. Non mi offendo certo per le parole di un fake, potremmo metterci fianco a fianco in carne ed ossa per vedere chi è che resiste davvero nella propria forma di vita, ma io non sono aduso a giocare a chi ce l’ha più lungo.
    Solo mi spiace che Loredana continui ad avere dei frequentatori illividiti di rabbia che non sanno che insultare, moralisti in perenne risentito giudizio dell’altro. Era tanto tempo che non venivo, ne passerà molto di più. Ad maiora.

  23. Questo, Marco, mi dispiacerebbe: perchè non mi pare che tutti i commentatori siano illividiti. E perchè almeno io rispetto, anche se in parte ne divergo, la tua opinione. E’ un invito a restare, insomma.

  24. Figurati Loredana se penso che tutti siano illividiti. (E va da sé, non è in questione il che, ma il come). Il punto gli è che me ne basta uno. Non compredno davvero perché bisogna immediatamente passare gli insulti. E’ un sintomo di fragilità intellettuale, e, ripeto, di moralismo (che per definizione non conosce rispetto). Va bene anche insultarsi, ma che almeno sia una conquista.
    Comunque, grazie dell’invito, Loredana.

  25. non sono un fake, e leggo con interesse i tuoi post marco. perchè se non sei d’accordo cone le mie posizioni mi dai del fake? boh.
    i compagni cerebrolesi son quelli che si dimenticano, parlando di questi avvenimenti, la sacrosanta affermazione di marx che sommava religioni e oppio.
    dicevo, possono anche non accettare ciò che la chiesa ha ingoiato a forza, basta che, dopo, non chiedano aiuto.
    ah, no, hai ragione non frequento arabi (ma islamici = arabi? non mi pare). ci lavoro.

  26. Fake era il mio modo per retribuire il titolo che mi era stato assegnato. Se non l’hai fatto ti chiedo scusa. Peraltro credo che – anche laddove tu non intendessi mettermi nel novero dei cerebrolesi (e certamente io non dimentico l’oppio della religione) – non sia cosa saggia sventagliare epiteti per inchiodare qualcuno. Tanto meno sul web.
    (quanto agli arabi, ho fatto l’equazione solo per un dato autobiografico, dacché, mentre ho conosciuto molti islamici non arabi (dai bosniaci ai sudanesi) gli islamici con cui ho parlato di queste cose sono arabi).

  27. Che in Italia gli unici giornali che oggi abbiano sentito il bisogno di dire a chiare lettere come la pensano – pubblicando
    le vignette su Maometto – siano quelli più vicini all’oscena destra del tappo di Arcore, non è l’ennesimo segnale
    del crollo della sinistra? Crollo culturale, psicologico, etico? Mentre in Francia, la voce l’ha alzata Liberation, da noi che fanno
    il manifesto, l’Unità, la repubblica? E’ una questione di prudenza? O credono in buona fede di fare la cosa più giusta a prescindere
    dalle palle che non hanno? Che la destra della Padania e di Libero lo abbiano fatto opportunisticamente ( perché non gli è parso vero di poter
    invocare una volta tanto a ragione nobili principi di libertà sottacendo la matrice xenofobia), questo non cambia nulla. Per vedere che aria
    tira davvero nella destra infatti si può proficuamente dedicare (per chi ce la fa, lo capisco) un quarticello d’ora al chiattone con la barba
    stipendiato dalla moglie del tappo di cui sopra. Il chiattone ha detto a Vauro, giovedì sera, che non si capisce proprio chi o cosa ci darebbe
    il diritto di dileggiare il SACRO. Capito? Il SACRO. Come fosse nozione pacifica. Oggettiva. Dopodiché ci ha il cardinale Tonini (o Todini, non ricordo)
    a chiarire le cose: la religione non può essere oggetto di satira. Ora, che siano i soldati di Ratzinger o quelli di Allah, la questione in ballo
    è gigantesca. La sinistra al solito dorme, aspette le botte, imbarcata nel naufragio di un multiculturalismo acritico e timido. La sinistra oggi come si chiama, Cacciari?

  28. Che ti aspetti da Cacciari, amico di preti e fan sfegatato di Fazio? Che ti aspetti da quel cipiglio professorale che fa tanto ulema moderato?

  29. Cacciari viene a spiegarci che gli autori danesi sono ignoranti, non conoscono l’Islam – sia pure, e allora? cosa c’entra la libertà di stampa? cosa c’entra la libertà espressiva in sé? che faccio, sto attento a fare satira su paparatzinger se non conosco per filo e per segno la teologia di tommaso?

  30. Cacciari viene a spiegarci che gli autori danesi sono ignoranti, non conoscono l’Islam – sia pure, e allora? cosa c’entra la libertà di stampa? cosa c’entra la libertà espressiva in sé? che faccio, sto attento a fare satira su paparatzinger se non conosco per filo e per segno la teologia di tommaso?

  31. France soir, moi aussi.
    senza dubbio alcuno e sono d’accordo con Marco: il problema sono le religioni, specie se monoteiste. La faccenda è intollerabile, che si tratti di Ruini, di un imam, di un rabbino o di chicchessia. Tutti sono liberi di credere, nessuno di imporre la fede. France soir fa una battaglia di libertà.
    Viva Robespierre!
    lv

  32. Scusate eh?
    Non so se c’entra o no, però secondo me c’entra. Io come italiana non mi sento mai (anche se mi piacerebbe) di vivere in un paese illuminista e tanto meno illuminato (il mio vicolo poi, buio pesto!). In Italia abbiamo due religioni su cui non si può scherzare. la prima, la conosciamo tutti. Quella del Papa, e va be’ (che ci dice se dobbiamo o no abortire, se dobbiamo o no convivere). ma ce n’è un’altra, che nessuno neanche mai PROVA a prendere per il culo. E’ la Religione della Proprietà. Notizia d’agenzia, pepere pepepe!: “il leader della Margherita Francesco Rutelli, durante la registrazione di Matrix, esclude categoricamente la possibilita’ di requisire le terze case sfitte!” Terze, cazzo! Ma perchè? Che ci sarebbe di male a dire a un cacchio di proprrietario di TRE APPARTAMENTI (almeno), “Te ne requisisco uno, e prendi 400 euro al mese (almeno)! Non te la tolgo la casa! Calma! Ti pago! “. Che ci sarebbe di male? Niente! La proposta della requisizione è del quotidiano di Rifondazione comunista.
    In Italia dicevo abbiamo queste due religioni. La prima, se la prendi per il culo, finisci davanti al pretore. La seconda nessuno neanche la prende, per il culo! Zero. Inimmaginabile! Più o meno stiamo messi come l’Islam. Almeno quelli ci credono in Allah e in Maometto. Tutti quelli che non sfottono (non spernacchiano) Rutelli, ci credono così tanto nella Santa Divina Proprietà? Boh. Cacchio ne so. Vado al cinema va!

  33. C’era una volta, duecento anni fa e più, un brav’uomo giapponese, che era un maestro zen, che faceva Shengai di nome, anzi era pure un discerto pittore e quando se ne andò via dal convento viveva da eremita e faceva per vivere pitture per i contadini.
    Una volta su una carta disegnò a china il Buddha Sakyamuni in veste di puttanaccia.
    Là in giro però non si scandalizzarono tanto, o forse in pochi videro la bella opera.
    Chissà perchè?
    Non è una palla o cucca o fandonia.
    vostro
    MarioB.

  34. A unlupo che chiede dov’è l’Unità, faccio notare che proprio sull’Unità c’è un appello di Sergio Staino e Adriano Sofri perché tutti i giornali europei, contemporaneamente e di comune accordo, pubblichino quelle vignette. Il che sarebbe un buon modo per sostenere la libertà di stampa senza associarsi con chi le ha subito ripubblicate per provocazione.

  35. @marco rovelli: proprio in virtù del fatto che le forze non sono mai neutre, l’amministrazione USA ha censurato le vignette satiriche danesi.
    è pur legittimo criticare chi lotta con noi, quando i motivi esistono: i fini giustificano i mezzi adeguati a perseguirli, tuttavia i compagni che sbagliano vanno emarginati (lo insegna la nostra storia). io poi sono convinto che la lotta finisca per cambiare le persone, per cui confido nel fatto che chi utilizza strumentalmente la lotta è destinato a perdersi la vittoria (intesa come emancipazione dell’individuo, non come dittatura del proletariato o trionfo del bene sul male).

  36. Ci tengo a ribadire, Kristian, che è ben lungi da me dire che non bisogna sostenere la libertà di stampa. Sto cercando di dire, attenti ai passi falsi, occorre essere prudenti come golpi. Il nemico non sta solo di là, ma ci sta anche al fianco, e dunque, in guardia. Astrattezza, fiducia e ingenuità troppo spesso vanno, sono andate di pari passo.
    In ogni caso, Lello, Viva Robespierre. (giusto stamane ne ho parlato in seconda, dopo che in terza aveva fatto vedere Dogville, al termine di un percorso Hegel-Girard-Lacan: e dopo Dogville, ti assicuro che parlavo di Robespierre con grande entusiasmo).

  37. ma solo l’islam ha diritto a un ‘identità forte? e noi non potremmo averne un’altra uguale e contraria?, chessò, illuministica e libertaria?… Caro vanamonde io non mi associo con nessuno, tantomeno con libero e la padania, e sull’unità è apparso, appunto, l’appello di staino e sofri, ma nessuna vignetta… la compattezza, rispetto all’islam che vuole imporci i suoi diktat, sebbene strumentale e contingente, è necessario mostrarla; anche per ritorcerla subito dopo proprio contro il mondo che sta dietro o accanto alla “padania” a “libero” etc, compresa quella concentrazione di neoclericalismo e autoritarsmo che in Italia non sente neppure più il bisogno di nascondersi…

  38. sono d’accordo con lello e con il lupo, si sente molto la mancanza di un vero spirito laico ed è significativo che poco fa Fini e il vaticano han fatto sapere che la satira deve fermarsi davanti alla religione

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