Bene. Sta arrivando Gargantua ( Raitre, il martedì dall’8 aprile in seconda serata). Ed è un’ottima notizia di Pasquetta. Voilà il comunicato:
Gargantua si occupa di attualità culturale. Fa informazione. Su ciò che accade in Italia, ma non soltanto in Italia, in ambito culturale. Libri che escono, film, mostre, concerti, opera, balletto, teatro, niente televisione, e ciò che di culturale accade su giornali,riviste, web.
Il titolo allude alla grande abbuffata di informazioni, notizie, parole, libri, film, alla quale siamo tutti sottoposti. Anche nei consumi culturali, non è l’informazione che manca: anzi. Si tratta di metabolizzare. Di scegliere, combinare, trattenere oppure espellere.
Nell’idea che la cultura non sia soltanto accumulo, piuttosto sguardo, maniera di dire e di fare.
Come scegliere, dunque? Cercando di essere leggermente spostati, in anticipo o di sbieco, rispetto alla compagnia di giro promozionale. Niente puzza sotto il naso verso il bestseller o il blockbuster, però anche il molto popolare o il pop non vengono qui a presentare il
prodotto o a rappresentare il proprio personaggio, ma a mostrare una passione, positiva o negativa, verso un oggetto culturale o un tema.
Come tutti gli ospiti, come tutto il cast: Gargantua è un luogo di contagio (di passioni, di racconto, di idee). Per tirare giù la “kultura” dal piedistallo, e farla diventare friendly. Qualcosa di cui parlare con naturalezza, senza più soffocare nella tenaglia dell’accademismo da un lato, del marketing dall’altro. E senza snobismo.
Personaggi e interpreti.
La conduttrice, Giovanna Zucconi. Finora sappiamo che dimentica gli occhiali qua e là, ci vede e non ci vede, sa e non sa. È una semi-intellettuale, però curiosa. Legge, guarda, ascolta. Fa da tramite fra chi interviene (e ciò che accade) e il pubblico a casa. È lì per
loro, per gli spettatori. Fornisce raccontini, snodi, link, domande.
Anche quelle basiche, che nessuno fa mai. In Gargantua niente viene dato per scontato. Ogni nome, titolo, appuntamento, viene immediatamente trasformato in didascalia.
I virgulti: Arianna Bonazzi, Paolo Di Paolo, Diego Giuliani, Andrea Grignolio. Poiché nulla è più gerontocratico della cultura italiana, qui il cast fisso è formato da giovani. Giovani facce, giovani intelligenze, linguaggi non imbalsamati. Sono quattro, con competenze
nelle materie di cui si occupa il programma (libri, performing arts, visual arts, scienza) e curiosità più ampie. Non professorini. Non è detto che parlino tutti ogni volta, però ci sono, partecipano anche alla creazione e costruzione delle puntate, e in onda forniscono
tutti i puntelli espressivi e informativi necessari. Creano affezione, appuntamento, tormentone. Servono anche a raccontare la stessa cosa da punti di vista diversi, con voci diverse, in momenti diversi.
L’ipersnob, Denis Krief. È appollaiato con il suo pince-nez e un mucchio di giornali in tutte le lingue (le parla tutte, ma tutte con un tremendo accento). L’informato cosmopolita interviene di tanto in tanto, per segnalare l’imperdibile mostra o lo straordinario
allestimento, a Bilbao o a Rotterdam. È una caricatura, e lo sa.
Gli ospiti. Scrittori, registi, attori, musicisti, artisti. Le grandi stelle, ma anche le rivelazioni, le promesse, il fringe, le sperimentazioni. Lo spazio scenico e’ spazio performante, dove si suona, si legge, si canta. E si parla, certo. Tutte le forme
“classiche”, dall’intervista al duello al dibattito sono ammesse e benvenute. Ma al centro di ogni puntata c’è un dialogo, un’intervista molto speciale: sono due artisti di competenze e caratteristiche diverse a parlare fra di loro, senza la mediazione giornalistica.
Perché affiori, dal dialogo fra arti diverse, la passione reciproca e il calore misterioso della creatività.
Gargantua è in buona sostanza un talk show, sia pure con una forte vocazione informativa. Molto talk, declinato in tutte le maniere, ma anche parecchio show, con spazio (anche scenico) per letture, esecuzioni musicali, proiezione di video magari girati dai “virgulti” nei loro giri culturali per il mondo.
Lo temo molto, questo programma, perché sarà il classico luogo della cultura che incensa se stessa, dove gli intellettuali e artisti che avranno la meglio saranno quelli che più somogliano al modello Baricco. Perché dico questo? Mah, una sensazione, la conduttrice, Giovanna Zucconi non ha in passato lavorato con Baricco in televisione?
Speriamo che dopo l’8 Aprile possa capitare in mainstream ancora della cultura “decente”.
Io sono fiducioso. E poi Baricco in televisione ha fatto sempre cose egregie (quantomeno non incensava se stesso ma altri ottimi). Comunque non penso ci sia Baricco dietro questa trasmissione.
Speriamo che questa volta Giovanna Zucconi prenda la buona abitudine di nominare i traduttori dei libri che cita, a Che tempo che fa non lo faceva mai…
Io sono stupita, più che altro.Si piagnucola spesso, giustamente, sul fatto che in televisione non esistano programmi culturali, e adesso, appena se ne annuncia uno nuovo, due commentatori su tre iniziano con i distinguo, senza averlo visto? Ma che noia, gente.
E tre…
Benvenga questo programma. Ma a leggere la presentazione mi passa la voglia di guardarlo: “molto talk… ma anche parecchio show”! Aiuto, capisco che si voglia “svecchiare la cultura” ma è troppo chiedere di parlare in modo semplice e chiaro senza non fare i finti “amici dei ggiovani”?
Tre a due.
Oltre ai commentatori di libri non letti, evidentemente ci sono anche commentatori di programmi non visti.
Sono contento che ci sia una trasmissione culturale finalmente in sintonia con i miei orari casalinghi.
Bene! Prenoto una sera in casa di qualcuno con la TV, e rimando lodi o critiche al programma per dopo. Ammetto che il comunicato stampa può non lasciare entusiasti, ma non importa.
E’ pane per giornalisti, mica per intellettuali 😛
Questo non è un parere sulla trasmissione, ma sul comunicato stampa che la presenta, e sull’idea che mi sono formata in seguito alla lettura del comunicato stampa. Se la cultura è maniera di dire e fare, questo comunicato stampa non promette niente di buono. Mi sfugge il concetto di rendere la cultura friendly, e aborro l’idea dei virgulti. “Il cast fisso è formato da giovani. Giovani facce, giovani intelligenze, linguaggi non imbalsamati”. Immagino un esempio di linguaggio non imbalsamato sia l’uso dei termini inglesi invece degli equivalenti in italiano. Visual arts? Performing arts? Oh my god. Come si sono mossi nel casting del cast fisso, hanno messo uno sbarramento per età?
Poi ovviamente lo vedrò, magari sarà carino. Ma il sabato mattina raitre fa comunque delle bellissime trasmissioni culturali.
Forse sono uno di bocca buona ma secondo me questa è una ottima notizia.
Notizia buona, ma dubbi fondati, temo
Commentare un programma solo sulla base di un comunicato stampa mi pare per lo meno superficiale.Aspettiamo l’8 aprile per esprimerci e poi mi pare che Giovanna Zucconi abbia fatto sempre cose egregie in radio e in televisione.
finalmente musica di qualita’!
Stavo sistemando delle carte in studio, la TV andava per conto suo in salotto, ero sola in casa e la voce mi teneva compagnia. Quando ad un tratto la voce si è fatta interessante, la voce appassionata di un ragazzo iraniano-italiano che declamava qualcosa di molto intrigante… mi ha ricordato l’ex ragazzo di mia figlia che fa teatro sperimentale a Verona, ci prova, ha anche avuto qualche riconoscimento. E naturalmente a questo punto mi sono fermata davanti alla TV, Torino è la mia città di origine e Gabriele Vacis mi ci ha riportata. E poi la fantastica scrittrice kenyota che vive nei Paesi Bassi, e tutto il resto … grazie Gargantua. E Dio benedica Susanna Tamaro che parla di ‘educazione’ a scuola e di ragazzi che dovrebbero alzarsi quando l’insegnante entra in classe. Ne discutevo proprio oggi con un’amica insegnante “all’antica” che si è trovata contrastata da colleghi ‘”moderni” che si fanno dare del tu dai ragazzi, concedono eccessiva confidenza, ecc. per poi lamentarsi della maleducazione… Ma così i ragazzi non capiscono più nulla! Hanno bisogno di una guida, di qualche regola! A noi non hanno certo fatto male… e non siamo sicuramente fascisti, nè leghisti, nè peggio, anzi. Per favore non mollate, e cercate di farvi sentire anche in prima serata, o perchè no? alla TV dei ragazzi, nei quali personalmente credo, perchè i giovani impegnati esistono, e sono tanti, e hanno bisogno di sentir parlare di valori umani, di educazione, di rispetto per sè e per gli altri. Mi sembra che riusciate a fare ‘cultura’ senza essere noiosi. E scusate se in questo mio commento lo sono invece stata io…
ma perchè un programma cosi’ interessante,si manda in onda alle12 p.m.?
di cosa ha paura la Rai,che gli italiani siano ancora analfabeti?il solito discorso della qualita’ che annoia,ma non siamo piu’ agli anni50,si provi a mandarlo in prima serata,e poi vediamo che succede
Lo vogliamo in PRIMA SERATA!!!
gargantua sarà interessante ma di una noia mortale…io non sono riuscita a finire una sola puntata senza tracollare sul divano. Un peccato che non si riesca a fare cultura senza essere così pesantemente pallosi.