IL CORAGGIO DI TESS E LA DISTRAZIONE SU CASAPOUND

No, non è per fissarsi su una frase. Mi fisso, infatti, su una parola. CasaPound. Tutti coloro che hanno fatto della foto di Tess Asplund che si oppone ai nazisti svedesi un simbolo, dovrebbero leggere questa serie di tweet dei Wu Ming, dove si evidenziano i rapporti di quegli stessi nazisti con CasaPound, qui in Italia, proprio così.
Tess è un simbolo perché è donna, bella, nera. E giustamente la amiamo, Tess, e ammiriamo il suo coraggio.
Ma immaginiamo che un maschio, vecchietto magari e stortarello, faccia la stessa cosa qui da noi. Che si opponga a un corteo di, sì, CasaPound e similari. Gli darebbero del teppista? Del fuori di zucca? Direbbero che CasaPound ha diritto di sfilare? Citerebbero il documento del ministero dell’Interno dove i militanti di CasaPound vengono definiti “bravi ragazzi”? Come ancora scrivono i Wu Ming, “domandiamoci perché il fascio del vicino è sempre più brutto, e l’antifa del vicino è sempre più glamour”.
Intendiamoci: amiamo e rispettiamo e onoriamo il coraggio di Tess. Ma andiamoci piano coi simboli, quando ci distolgono da quello che non vogliamo vedere. E che è vicino a noi, e cammina sulle stesse strade, adesso.
Ps. Il blog non sarà aggiornato fino a martedì. Da domani sarò al Salone del Libro di Torino per Fahrenheit, e lunedì mattina presenterò lo Strega giovani a Modena. Buona settimana, commentarium.

7 pensieri su “IL CORAGGIO DI TESS E LA DISTRAZIONE SU CASAPOUND

  1. Che gioia però, vedere persone di una certa età che tweetano e discutono con la vivacità, la passione e la logica di quando avevano 18 anni.

  2. Ironico, certo.Non riferito però a lei, quanto agli scambi di eccelso livello che appaiono (e scompaiono, saper fare degli screen copy è fondamentale di questi tempi) nel thread che consiglia – laddove il problema è spesso la logica (che a volte è generoso chiamare da 18enni), e il piglio che l’accompagna. Neanche all’asilo, si diceva un tempo (il mio – che, penso, non fosse lontano dal suo, e mi permette di ricordare chi, dove, cosa, come, e cosa venne poi).

    1. Mi perdoni, ma non la capisco (che noia, vero, questi ip incellofanati e non sono forse ancor più noiose le persone che non capiscono di essere state considerate, ai tempi, sgradevoli? Magari quando avranno una certa età lo capiranno? Chissà?)
      Ps. Rosaspina-Spinarosa-Tony-MrCellophan-hommequirit- bubusettete: e piantala, non si tratta di essere o non essere liberali, si tratta di essere, ne più ne meno, troll. Saluti cari.

  3. Troll is as troll does, diceva qualcuno. Tranne due – i miei – non ho il (dis)onore di conoscere gli altri nick di cui parla (a-Tony-MrCellophan-hommequirit- bubusettete) – certo le avranno tutti dato noia. Ciononostante non le chiedo certo di rimuovere il ban, a che servirebbe, visto che sono io a non aver più alcun interesse a questo blog.
    Mai ridurre la distanza da chi si apprezza per la sua veste professionale: me l’ero scritto da qualche parte, ma, si vede, non abbasanza in grande.
    Quando la incontra, mi saluti la sua amica Tolleranza di Facciata, quella che discute solo con chi è d’accordo con lei. E’ una buona amica anche dei Wu Ming, del resto.

    1. Banalmente, avete lo stesso IP, ovvero scrivete dallo stesso pc, probabilmente, e avete in comune una reazione di istintivo fastidio quando si nominano i Wu Ming. Se non siete la stessa persona, vi somigliate un sacco. E qui la tolleranza e la diversità di opinioni non c’entrano: si argomentano, le opinioni diverse, si motivano, non ci si limita a dire “oh, quei ragazzacci scemi” o giù di lì. Quando si interviene solo con le non-argomentazioni, mi riservo di non voler dialogare. Saluti a lei e ai molti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto