In 39 anni, si diventa adulti, in molti casi si ha un compagno, o una compagna, una moglie o un marito, in molti casi si hanno figli.
Avevo 39 anni nel 1995, l’anno in cui i sacchetti di plastica forati dagli ombrelli liberarono gas nervino nella metropolitana di Tokyo e a Groznyj si sprigionava l’odore di aglio marcio delle ustioni da fosforo bianco usato dall’esercito russo, l’anno in cui nascono eBay e la Playstation, l’anno in cui sembrava ancora possibile disegnare altri futuri.
Avevo 39 anni e due figli piccoli, e non un lavoro fisso, e una casa scombinata in affitto, avevo scritto tre libri di musica classica e collaboravo con la radio e con i giornali. Avevo 39 anni e i capelli corti e mi sembrava che il tempo non bastasse mai, perché la sua scansione si basava sui gesti di ogni giorno, la sveglia la colazione la scuola, e poi il lavoro, e qualcuno che prendesse i bambini all’uscita dal tempo pieno, e poi ancora la cena, anzi prima il bagno nella vasca con i dinosauri e le Barbie, e di corsa gli hamburger e la minestrina, e poi giocate un po’ bambini, che mamma fuma una sigaretta in balcone, e il pigiama e la favola della buona notte, e anche la ninna nanna della buona notte, e l’altra sigaretta in balcone prima di crollare a dormire. E oggi non ricordo che frammenti di quello che all’epoca era un precipitarsi furioso verso un domani che infine è arrivato.
In 39 anni si cambia taglia, si ingrassa, poi si dimagrisce, si fanno i conti con i cambiamenti del corpo, del mondo, si leggevano i giornali e ora non più, si usava la maionese e oggi molto meno, i cellulari si sono evoluti in modo impensabile, Internet ha le nostre vite, le nostre vite si sono fatte complicate, i nostri volti più pensosi.
In 39 anni, nessuno ha dato ancora risposte sulla sparizione di Graziella De Palo e Italo Toni, inabissati nelle tenebre il 2 agosto 1980.
Graziella avrebbe avuto 39 anni nel 1995, 63 oggi.