Ci sono dei titoli strepitosi, in giro per il mondo. Per
esempio, quello de Il Resto del Carlino di qualche giorno fa: “Il Limbo
sarà abolito, ma solo nel 2008”.
Però la questione limbo è singolare: proprio
ieri, scartabellando fra vecchi
ritagli, la vostra eccetera ho ritrovato un articolo del 1999 dove il medesimo veniva già dato per
abolito: dall’Avvenire. Così ne parlava Marco Politi su Repubblica:
“Nel nuovo Catechismo universale, quello promulgato nel 1992 da papa Wojtyla, il Limbo è sparito dall’ indice. Padre Gino
Concetti, che nei suoi scritti si è occupato ripetutamente della questione,
sostiene che "del Limbo non parla ormai più nessuno. Il Concilio Vaticano
II, volutamente, non trattò l’ argomento. Così il tema è decaduto". I
bambini morti senza battesimo? Vanno in paradiso, affermano tranquillamente
molti teologi. In realtà, è tutta la concezione dell’ Aldilà ad essere cambiata
negli ultimi decenni”.
Considerazioni teologiche a parte, nella stessa cartellina
ho ritrovato un altro articolo. Di Luigi Malerba, stavolta, in
recensione ad un saggio (parliamo del 1994, il libro era Paradiso Paradisi
di Pierre-Antoine Bernheim e Guy Stavridès) che mi pento di non aver letto.
Qualche esempio:
Secondo un prontuario compilato nel 1888 da un teologo
americano ogni uomo commette in media una decina di peccati al giorno. In venti
anni si raggiunge una somma di circa sessantamila peccati che si potranno
scontare con una permanenza nel Purgatorio di almeno tre anni e mezzo prima di
poter accedere al Paradiso.
John Walwoord, direttore del seminario teologico di
Dallas, propende (a proposito dell’aspetto del Paradiso medesimo, ndL) per una città a forma di piramide, mentre
Judson Cornwall la prevede come un cubo di mille e cinquecento miglia di lato,
formato da mille e cinquecento livelli sovrapposti. Calcolando che il numero
dei beati possa essere di circa ventotto miliardi, ognuno di loro avrebbe a
disposizione circa trentadue ettari. Se queste dimensioni possono ospitare
comodamente le anime del Paradiso, non sarebbero invece sufficienti a contenere
anche gli Angeli che vivono nei Cieli a fianco di Dio.
Secondo i calcoli di un altro studioso americano non meno
pragmatico del già citato Cornwall, la Gerusalemme Celeste potrebbe contenere
circa trecentomila miliardi di abitanti e, qualora lo ritenesse necessario, Dio
non esiterebbe ad aumentarne ancora superficie e volumi.
Ps. A proposito (o forse no): si discute di libri, nei
prossimi giorni, a Pisa e in molti altri luoghi individuabili qui.
E intorno alle 13 di oggi si dovrebbe conoscere il nome del premio Nobel per la letteratura 2006.
OT non c’entra nulla ma con tutti sti discorsi di paradisi mi è tornato in mente: ho appena finito di leggere Troppi Paradisi di Walter Siti. secondo la vecchia polemica ospitata in queste lande, avendo io pubblicato per einaudi non dovrei esprimere giudizi, perché non è elegante, perché l’onestà intellettuale, il conflitto di interessi eccetera. e chi se ne frega, è un libro fenomenale. non mi frega nemmeno di articolare in modo critico, è bello e basta, volevo dirlo a qualcuno.
per quanto riguarda il limbo, direi che ha dovuto subire una sorta di contrappasso dantesco: il limbo è finito nel limbo.
all’indipendente di pisa si trovano un saco di cose interessanti.
sul limbo,penso a quei poveretii che ormai da anni sono sempre pronti con le valige in mano, bisognerebbe promuoverli direttamente santi. Un reality con l’archetipo del limbo non sarebbe male… 😉
Varie ed eventuali
Il limbo, da quel che so, è stato sfrattato per morosità, c’è già l’ufficlae giudiziario con la forza pubblica
(ma solo dal 2008; per le domande di accesso farà fede la data del timbro postale)
Tre anni e mezzo prima di poter andare in paradiso.
Ci sto, perbacco!
Pensavo peggio.
Ora mi do da fare per recuperare i peccati che ho scordato di commettere.
32 ettari? Diamine, se non danno in dotazione anche un trattore con aria condizionata, col piffero che li coltivo tutti da solo (magari, qualche anima del limbo a dare una mano? Li chiameremo Lavori Paradisiacamente Utili)
L’aumento dei volumi del paradiso è possibile. Ricordo però che è necessaria l’autorizzazione comunale, e che occorre ricalcolare le quote di spesa per il riscaldamento sulla base dei nuovi millesimi (Mille e non più Mille, insomma).
E così sia.
@ Guglielmo Pisapia e a Loredana Lipperini e a tutt* gli/le interessat*
vorrei segnalare la recensione di Francesco Gnerre al libro di Siti apparsa su Pride di questo mese. la trovate sul mio (neonato) blog.
Ci si chiede: Ibn Rushd al-Andalusi, ossia Averroé «che ‘l gran commento feo» (Dante), ma anche «cane arrabbiato latrante contro la fede cattolica» (Petrarca), che fine farà? Deportato all’Inferno accanto a Maometto, o innalzato in Paradiso tra gli spiriti luminosi assieme al suo traduttore latino Sigieri di Brabante?
Girolamo, questa è LA domanda, direi…:)
Si, ma non so se ho voglia di sentire la risposta :-))