L'ARRIVO DI ALI'

Albertocattaneo Gianni Biondillo torna a postare su Nazione Indiana: lo fa con un articolo apparso su Nuovi Argomenti n.30: qui l’integrale, qui sotto le conclusioni:

Allora, messa così, il "popolo" è, edenicamente, buono, giusto, solidale. No. Chiaro che no. Il popolo, anzi, la plebe, la massa, la marmaglia, il coacervo, il branco, la folla, è altrettanto razzista, violento, conservatore, fascista. Ha subito la violenta, televisiva, omologazione del Centro. Ma ha una cosa in più, non da poco. Sicuramente senza alcuna consapevolezza, senza nessuna meditazione razionale, la plebe investe nel futuro. È giovane. Lo dico proprio strictu sensu.
Siamo una nazione che invecchia, in evidente decadenza, che ha deciso di non avere figli, di non investire nel futuro. Ma il futuro è dei popoli giovani, che hanno, cioè molti figli, molti più figli che padri, o nonni, o figli adulti che non vogliono diventare padri. È degli indiani, dei pakistani, dei cinesi, dei magrebini. Degli immigrati, che hanno un solo capitale, la prole. Dei proletari, in pratica. Questa è la mutazione che a me interessa. Alì dagli occhi azzurri è arrivato, non come immaginava Pasolini, ma è arrivato, è qui.
Ogni mutazione è, necessariamente, creativa. E il suo scenario è, ancora oggi, quello delle periferie urbane, dove le contraddizioni sono più evidenti.
In questo senso reputo le periferie non luoghi comuni ma luoghi, nel loro potenziale, creativi. Per il loro essere luoghi di immigrazioni recenti e differenti, sono dei laboratori per la creazione di società diverse, nuove, appunto giovani.
Le società giovani sono per loro natura creative, inventive, molto spesso per un bisogno urgente. Sono un potenziale rivoluzionario impressionante (e "spaventoso"). Questo potenziale o si scatena o viene represso. Viviamo tempi difficili, è vero. Ma, mai come in questi anni, vivi.
Le banlieue, le periferie urbane, i non luoghi, sono in realtà i posti migliori dove combattere questa guerra di libertà. Luoghi dove si può, si deve, scegliere se essere omologati al potere e quindi marginali (alla società e a se stessi) oppure essere creativi, in quanto periferici al potere.

80 pensieri su “L'ARRIVO DI ALI'

  1. Secondo te è fasulla? Secondo me no. O meglio, può darsi sia fasulla, ma non è di un detrattore.
    Georgia: non ho capito cosa c’entri la tua ultima risposta con quello che avevo scritto io prima, e neanche cosa c’entri dire che tu ragioneresti “da sinistra” e io “da destra”, visto che io ho detto che i cambiamenti sono già in corso, e non ho parlato di “teknica”, ma proprio di cultura. C’è chi ha una cultura dell’attardarsi nella lamentela, e chi ha una cultura del fare le cose.

  2. L’unica rece vera in ibs è quella dell’ormai mitica Andreina Campolmi scoperta per puro caso da Barbieri mentre oziava in ufficio.
    A proposito, Roberto Bui, potevi farmi anche un complimentino per il servizio esclusivo che ti ho dedicato nel mio blog, non trovi?

  3. Dice Wu Ming: “…ricondurre sempre tutto a Moresco sta diventando un tic fastidioso, come se l’intero Orbe ruotasse intorno a lui”, e ha ragione.
    Mi sveglio, clicco i tre lit-blog più gettonati: 1. Lipperatura: nei commenti a un pezzo di Biondillo si parla di Moresco; 2. Vibrisse: si parla di Benedetti (e dunque di Moresco); 3. Nazione Indiana: intervista a Moresco. E allora vado a leggermi VMO, che almeno scrivono di Scoglio e di bislacchi sistemi di statistiche.
    Lello Voce dice: “Chi parla di Moresco muore”, io mi limiterei a dire: chi parla di Moresco ci fa due palle così 😀
    Quanto ai soggetti preferiti dalla satira (e non solo quella di VMO), in genere sono i soggetti incapaci di autoironia. Il trombone serioso, il permaloso nevrotico, il moralizzatore in sandali: tutte figure di cui la satira si nutre. E per fortuna.

  4. “Per capirci: se Demoskopea dice che hai venduto 1000 copie vuol dire che 500 sicuramente le hai vendute”
    Ah, ecco: affidabilissimo quindi.

  5. Tra chi si intende un minimo di statistica ed editoria, i dati Demoskopea sono ritenuti i più credibili. Il margine d’errore è minimo. L’esempio 500/1000 è poco calzante ed espresso male, io direi: se Demoskopea dice che hai venduto ventimila, sicuramente sei sopra le quindicimila. Ma se dice che hai venduto novecento, possono essere anche meno, e comunque oltre le mille non sei andato. L’ordine di grandezza è questo.
    @ Barbieri: secondo me continui a sottovalutare, sminuire, chiudere tutto in un’ottica strettissima, e il guaio è che non lo fai neppure apposta….

  6. Io mi limito a far notare che sarebbe il caso di spostare il “baricentro” di molte discussioni (uno dei motivi per cui non ho ancora scritto la mia recensione de “lo sbrego” è l’attesa di un momento opportuno, di un opportuno momento di silenzio intorno a questioni che non meritano tanto clamore quando se ne produce, e che ripiegano all’infinito su se stesse, con grande spargimento di inchiostro e di cazzate). Preciso di non avere avuto il tempo di leggere tutti i commmenti precendenti, magari sto ripetendo concetti già espressi da qualcun altro: non importa, non pretendo di essere originale aggiungendo un’opinione intorno all’unico caso di falso storico che si può ammettere come tale senza dover attendere il tempo in cui, di certi imbrattacarte, si faranno monumenti (e del resto, banali considerazioni politiche basterebbero da sole a giustificare una cantilena, altro che non ripetersi).

  7. Io mi limito a far notare che sarebbe il caso di spostare il “baricentro” di molte discussioni (uno dei motivi per cui non ho ancora scritto la mia recensione de “lo sbrego” è l’attesa di un momento opportuno, di un opportuno momento di silenzio intorno a questioni che non meritano tanto clamore quando se ne produce, e che ripiegano all’infinito su se stesse, con grande spargimento di inchiostro e di cazzate). Preciso di non avere avuto il tempo di leggere tutti i commmenti precendenti, magari sto ripetendo concetti già espressi da qualcun altro: non importa, non pretendo di essere originale aggiungendo un’opinione intorno all’unico caso di falso storico che si può ammettere come tale senza dover attendere il tempo in cui, di certi imbrattacarte, si faranno monumenti (e del resto, banali considerazioni politiche basterebbero da sole a giustificare una cantilena, altro che non ripetersi).

  8. Io stimo moltissimo Angelini, credo che VMO sia l’invenzione web dell’anno. La mossa più simpatica è allestire, negli stessi giorni, un “blog per le allodole” come Cazzeggi letterari, dal quale può intervenire come “esterno” facendo ipotesi su chi si nasconde dietro VMO. Brillante. La cosa bizzarra è che nessuno abbia capito la mossa, per vedere lo stile Angelini dietro VMO basta una lettura mediamente attenta di entrambi i blog: i temi sono gli stessi, la grafica qui è una parodia della grafica là (e/o viceversa), il gusto per i giochi di parole e per i nomignoli è identico, il sarcasmo un po’ da niusgruppo etc., con in più la raffinatezza di auto-citarsi, come quando definisce Barbieri “bambino coi capelli” o dice a Iannozzi “si vede che non sei più amicopersempre dei VMO”.
    E poi, cazzo, pensateci: chi era il più assiduo sfottitore della vecchia Nazione Indiana? Angelini. Di cosa è la parodia VMO? Dei dibattiti sulla vecchia Nazione Indiana. Ci vuole mica tanto a fare 2 + 2…

  9. “VMO sono (in ordine alfabetico) Angelini, Biondillo, Bui e Genna, forse con la complicità di Roquentin. Anzi, quasi sicuramente c’è anche Roquentin. Si nota pure stilisticamente, e poi sono gli unici che ne hanno scritto e continuano a menarla con l’analisi delle loro cazzate.”
    In effetti, aveva già risposto Wu Ming…adesso leggo bene. Per l’ignoto autore della “quotata” cazzata, sono costretto ad aggiungere, che, dopo non aver seguito VMO per mesi, la mia unica parte è stata: ridere.
    Per Barbieri: io sono sempre diretto, se non altro per fare economia su tempo e malintesi. Non ho mai fatto mistero di ciò che penso riguardo Moresco e di Carla, né in pubblico né in privato: ma non credo siano questioni interessanti per nessuno, e non per il contenuto delle mie opinioni, ma per “i destinatari” delle opinioni stesse. Pronunciarsi con grande arguzia sulla segatura difficilmente produrrà un aumento dell’intelligenza collettiva, perché la segatura resterà segatura, stesso peso e uguale consistenza. La stessa segatura non ne trarrà vantaggio alcuno, non impugnerà la penna, non scriverà capoolavori (e neanche molto meno)
    Naturalmente io mi aspettavo che qui si discutesse del contenuto di un articolo di Biondillo: mi illudevo.
    Quanto ad Angelini, se qualcuno non se ne fosse accorto, sono mesi che “salto” letteralmente i suoi commenti, esattamente come farei con uno spam-bot (qualunque spam-bot condivide, con Angelini, talento e senso del dovere)

  10. Attento, Ivan, ho un dispositivo segreto che mi segnala le tue ossessive visite al sito ‘Cazzeggi Letterari’. Quanto a Biondillo, abbi fede, domani leggerai un intero SCOOP su di lui e sulla sua campagna per il ripopolamento del territorio nazionale (lui, però, si è limitato a riprodurre la coppia: due sole figlie = crescita zero).
    P.S. Roberto, grazie per la nuova intervista esclusiva.

  11. Non c’è di che, Lucio, ci mancherebbe che fossi scortese col mio press-agent! 🙂
    Puarò: no, non c’è Angelini dietro VMO. Mi fido del mio intuito, lui non c’entra.

  12. Babsi cazzo, tu devi avere una linea diversa, una connessione spaziale aiurvedica, io con la mia connessione a pedali su VMO ci trovo sempre Moresco e la Restaurazione, una volta parlando di statistiche, un’altra parlando di me.
    Invece a te appaiono post che sottolieano i tic tac di altri, del mondo letterario, del mondo statistico, ma guarda un po’…. Senti, dici che un giorno potrò avere anch’io la tua favolosa linea?

  13. ma cosa è successo a VMO?
    Gli ultimi due post sono pietosi e non fanno neppure più sorridere, e pure la grafica è puerile e infantle.
    boh ….
    Certo anche il contenuto più sgradevole riesce a passare se la forma lo strapazza giocosamente e gli fornisce significati profondi che si autoribaltano, ma se pure la forma è banale, ahimè …è la fine di un mito.
    Babsi osserva il tutto con attenzione…
    georgia

  14. Per tornare al post di biondillo: la “plebe” costituita da immigrati non investe affatto sul futuro. La “plebe” non ha nessun senso del futuro. Vive in una specie di eterno presente. E’ per questo che fa figli. Perchè nel loro eterno presente fare figli è normale. Probabilmente nel giro di qualche decennio ci sostituiranno: saranno loro gli italiani del futuro. Se questo sia un bene o un male non lo so e non mi interessa. Dubito molto che saranno portatori di valori nuovi e migliori.
    Dire poi che le periferie sono luoghi potenzialmente creativi, solo perché ci sono molti bravi ragazzi “ggiovani” co’ “ttande realtà diverze” e la vicina è gentile, mi sembra un’affermazione tirata per i capelli. Io sono nato e cresciuto a Quarto Oggiaro e la conosco molto bene. Conosco altresì bene le altre periferie milanesi. Sono non luoghi in cui regna la fatica di vivere degli immigrati e l’ignoranza di fondo del popolino che a volte è simpatica, altre volte è becera. Sono i non luoghi dove regnano i reality show rigurgitati ad alto volume dalle finestre e il rito dell’acquisto dei gratta e vinci. Se c’è una qualche creatività sta nell’abilità di tirare a campare e riuscire magari anche a divertirsi (il che non è poco). Dubito che dalle periferie possa giungere quella consapevolezza che possa portare a scegliere se essere omologati al potere e quindi marginali o creativi in quanto periferici al potere. E’ un discorso complesso quello del potere del cosiddetto popolo. E’ un dato di fatto che nei grandi rivolgimenti storici, il popolo è sempre stato manipolato guidato a destra a sinistra, sopra e sotto. E stato sempre vittima e carnefice incosciente di se stesso. Sbaglierò ma del populismo mi fido poco. Incensare la potenziale creatività del popolo giovane e prolifico che permea i nostrani banlieu mi sembra, chissà perché, un riflesso di qualche vecchia cattiva coscienza borghese. Roba già sentita, ahimè.
    La nuova rivoluzione da dove verrà? Chi lo sa?

  15. Per tornare al post di biondillo: la “plebe” non investe sul futuro. La “plebe” non ha alcun senso del futuro. Vive un eterno presente. E’ per questo che fa figli. Perché nel suo eterno presente di vita, fare figli è normale. Gli immigrati che fanno figli saranno gli italiani di domani. Nel giro di qualche decennio ci sostituiranno. Non è né un bene, né un male, ma un dato di fatto. E’ la vita: una generazione va, una viene.Dubito però che saranno loro i portatori di chissà quale cambiamento dei valori, dato che, grazie a secoli di colonialismo, i loro valori sono solo i nostri un po’ deformati. Il potenziale si scatenerà quando avremo tutti poco di che sfamarci: allora sì che ci sarà il grande botto. Non so fino a che punto sarà piacevole assistervi. Quanto alla creatività dei banlieu nostrani sono un po’ scettico: sono nato e cresciuto a Quarto Oggiaro e la conosco molto bene. Conosco altresì molto bene le varie periferie milanesi. Sono non luoghi dove regna la fatica di vivere dell’immigrato, l’ignoranza del popolino a volte simpatica a volte becera, infinite diversità sociali per metro quadro, tutte stabilite dalla quantità di reddito. C’è l’imprenditore con il fuoristrada a fianco del disoccupato al bar assieme al pensionato sulla panchina. C’è tutto e il contrario di tutto.Sono monadi impazzite, legate assieme solo dal bisogno e dalle circostanze. Sono non luoghi dove i reality show vengono rigurgitati ad alto volume fuori dalle fineste aperte. Sono i non luoghi di culto del gratta e vinci. Non so, l’unica creatività che vedo è quella di riuscire a tirare a campare e qualche volta divertirsi (e non è poco). E da qui (o magari dai centri sociali)dovrebbe nascere quella consapevolezza che porta a una guerra per la libertà, contro l’omologazione del potere? Mi si permetta di dubitarne. Il popolo non ha mai saputo che farsene della libertà. E il potere lo sa molto bene. Sono di sinistra nel dna, non posso certo definirmi un aristocratico, ma mi viene istintivo ormai diffidare di questo facile populismo. E’ vero che il classismo e razzismo odierni hanno orgine dal tabù della povertà ed è per questo che tutti (compreso gli immigrati) siamo potenziali non solo vittime ma anche carnefici.
    Questo inneggiare alle potenzialità della “plebe” mi sa di vecchia cattiva coscienza borghese, mischiata con una punta di condiscendenza. Come dire, vi colgo un sottile velo di ipocrisia…
    La nuova rivoluzione da dove arriverà? Chi lo sa?
    Forse solo da una reale redistribuzione dei redditi? Mah!…

  16. Scusate per la ripetizione del mio già lungo post: c’è stato un pasticcio con l’invio dei commenti…
    @angelini: se posso lo farò volentieri!:-)

  17. Massimo, ma sei il Massimo che credo io? O un omonimo? 😉
    Comunque il tuo discorso è meno oppositivo al mio di quanto paia. Ora purtroppo non ho tempo, ma ti assicuro che i due ragionamenti si integrano. Se ho dato adito a equivoci è, ovviamente, colpa mia.
    Ciao, G.B.

  18. Approfittando del pezzullo di Loredana di oggi su Rep, finirò per scriverci trenta righe, so questa cosa: non tanto su VMO, ma sulla ricezione della satira e sull’importanza dell’ironia. Andrea, lo dico senza malizia: non è un problema di linea, è un problema di approccio. Evidentemente tu vedi quel che vedo io: Scoglio, le statistiche (finlandesi?), le battute sulle vecchie madri o sulla morte di Céline, in VMO c’è di tutto (anzi, c’è la logica del troppo), ma tu non lo trovi divertente. Io sì, e più tardi o domani mi sforzo di scriverne, anche per ricordare i molti che in rete hanno fatto operazioni alla VMO in passato, a cominciare dal googlebombing o quel delizioso bannerino che raffigurava un vasetto di vaselina con la scritta: “questo blog accetta le prese per il culo” all’epoca di QuintoStato… 😀 Per molti, qui, il mondo-weblog è una novità; per altri, me inclusa, la storia dei blog in rete comincia un po’ prima di qualche mese fa, e di VMO ne ha già parecchi all’attivo… Mi sembra giusto ricordarli, sono la parte più vitale e meno prevedibile della rete. Imho.

  19. Angelini, è triste deluderti perché sei tenero e persino WuMing1 ti vuole bene, ma io non mi sono *mai* offesa per il tuo “Babsi sepolcrale”. Mi sono indignata perché davi del “you” a Chomsky ;P, e perché sei l’unico rimasto, insieme a Barbieri, che quando deve parlare con me tira in ballo Ivan, Pinco & Pallino, come se io fossi una comunità. Permetterai che io rivendichi il diritto di essere solo Babsi: mi basto, e mi avanzo persino 😀

  20. Sei di coccio, Angelini. Se vuoi avere dettagli sulle mie amicizie, sul cancro di mio padre, sulle persone con cui esco e con cui non esco, sulle mie mestruazioni ed emorroidi, il massimo che ti posso dire è: leggi il mio weblog. Ogni tanto qualcosa di personale c’è. Esci, Angelini, che è una giornata umida e ti fa male ai bronchi 😀

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