A
proposito di Sometimes they come back: ritornanti sono anche le discussioni
intorno alla città. E necessarie (qui se n’è parlato, di recente, grazie a Biondillo). Ben venga, dunque, il lungo incontro che si
svolgerà domani a Pomezia, complice Giuseppe,
e con la vostra eccetera ad intrecciare i fili della discussione.
Questa, per cominciare, la locandina. Poi,
il post del Granieri sull’argomento.
Infine, su Youtube, due video di altrettanti relatori, Bruce Sterling e Alessandro Zaccuri.
Il
resoconto, naturalmente, a posteriori.
Ps. Non è attinente al tema, ma è assai pertinente con i libri. Per chi li legge, per chi vuole farli: qui.
Cara Loredana,
in effetti le città sono d’attualità.
Ieri Diaco su canale Italia ci ha regalato una puntata meravigliosa su Roma, peccando forse d’originalità sul titolo(Roma città aperta). Il tema era appunto Roma, lo spunto il libro di Abbate (Roma. guida non conformista alla città, Cooper ed.)davvero bello. una passeggiata per roma scritta da un intellettuale vero, consigliatissimo.Poi il pezzo di Panarari su Repubblica di oggi sulla nuova tendenza post-saviano di raccontare le città. Città ombra di Neuwirth, Pyongyang di guy Delisle. Insomma, pare che tu abbia ragione: la città, raccontata, vissuta, vista è tornata.
Salve! so che il mio commento non è pertinente con il post e che proprio per questo potresti anche deletarmi…hehehe…comunque ci tenevo a dirti che la lezione di ieri mi è piaciuta tantissimo…forse si vedeva…ehehe…io sono la “smanettona” tanto per intenderci…! Buona giornata…Annalisa
le città non passano mai in secondo piano…
giùnapoli di perrella,subito prima del cazzotto allo stomaco di saviano: un’accoppiata vincente.
Penso che le città siano da sempre raccontate nei libri, quelli di architettura, naturalmente, ma anche e sopratutto di narrativa. Alcune le ho conosciute prima così, altre solo così. La novità spero sia nel modo in cui le città vengono proposte. Un modo che vorrebbe farle appartenere maggiormente a chi ci vive. Per me tutto parte da qui. Se la città si trasforma è grazie a chi la occupa, a chi si fa sentire o meno. E ancora: Alcuni libri non esisterebbero senza le città che fanno loro da sfondo (o da protagoniste involontarie). Adesso più che un tempo. Mi piace molto l’appuntamento che avete sulle città, peccato non poterci essere, ma spero di vedere i contributi. Se si potrà.
buon lavoro
Elisabetta