Desidera, dice Hannibal Lecter. Immagina, dice J.K.Rowling agli studenti di Harvard. Sogna, proviamo a dire tutti noi, nonostante tutto, mentre camminiamo nella valle oscura fidando nella luce in fondo.
Ogni tanto penso che siamo disattenti, soprattutto e colpevolmente disattenti, e che ci concentriamo sulle nostre piccole cose senza comprendere le mutazioni che ci accompagnano.
Di una mi ha reso edotta Annamaria Testa venerdì a Rimini. Si chiama unpacking o unboxing: in sostanza, video su YouTube che mostrano qualcuno che disimballa, scarta, apre qualcosa. Un telefonino, le carte di Magic, giocattoli. Soprattutto giocattoli. Non succede nulla. Qualcuno racconta, fuori campo, e intanto si vedono le sue mani che aprono scatole, pacchetti, uova.
Hanno un successo mostruoso. Milioni e addirittura miliardi di spettatori. Specie bambini incantati a guardare ovetti di cioccolata che vengono aperti. In America qualcuno si interroga, come Leigh Alexander, che guarda i video ascoltando, con orripilata fascinazione, la voce fuori campo che annuncia che in quel video mostrerà 55 sorprese.. Ecco un pony, ecco un coniglietto. Il video ha 66 milioni di visualizzazioni su YouTube. I bambini piccoli, intorno ai due anni, restano ore a guardare cosa c’è nelle uova. Sul video.
Una delle madri, intervistata, dice: “C’è qualcosa, nel vedere tuo figlio immobile a guardare un video di qualcuno che gioca con i giocattoli, invece di giocare con i giocattoli stessi, che ti fa sentire vittima di una terribile ironia della modernità”. “Mia figlia preferisce YouTube alla TV normale”, dice un papà. “È cresciuta in un mondo in cui praticamente tutto ciò che vuoi guardare è disponibile su richiesta, quindi l’accesso illimitato ai contenuti di YouTube è una fonte di intrattenimento ideale per lei. Una volta che ha iniziato a navigare da sola su YouTube, si è rapidamente orientata verso i video di persone che giocavano con i giocattoli. Non appena ha trovato le uova a sorpresa, è stata catturata. Ogni volta che ne ha l’occasione, chiede l’iPad della mamma e li guarda per ore sul divano. ”
“Simulacri e simulazione” è il titolo di un libro di Jean Baudrillard, che Neo, nelle prime scene del primo Matrix, apre per estrarne un dischetto. E ci dice, a 34 anni di distanza, come siamo passati dal corpo alla sua rappresentazione. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta gli artisti visuali come Orlan utilizzavano il corpo sottoponendosi a operazioni chirurgiche documentate in video, aggiungendo al viso protesi facciali, corna, deformandosi in ogni modo e conservando i resti organici in reliquiari. Mentre il cipriota Stelarc aggiungeva a se stesso un paio di ali e si impiantava sul braccio un orecchio creato in laboratorio dalle proprie cellule.
Oggi il corpo non c’è. Neppure quello agito dai performer. Osserviamo coloro che mangiano davanti a una telecamera, nel fenomeno che si chiama mukbang, nato in Corea, dove negli ultimi 15 anni la percentuale di chi vive solo è passata dal 15,5 al 28,6 per cento. E guardiamo noi stessi in uno specchio, affascinati, come i bambini che aspettano che dalle uova esca un unicorno.
Ragioniamoci.
Ascoltiamo , ascoltiamo Daniela Lucangeli e ragioniamoci su
“Come stanno i bambini di?”
Non comprendo bene, Annunziata.
hai ragione scusami!
domenica 20 ottobre mi trovavo al festiva KUM curare,educare e governare ,sono andata ad ascoltare l’eveto di Daniela Lucangeli professore ordinario in psicologia dell’educazione e dello sviluppo.
E’ importante conoscere il lavoro e la passione che trasmette , tutti gli educatori ;genitori , insegnanti …per conoscere e comprendere come stanno i bambini e adolescenti oggi
sarei stata ore ad ascoltarla
grazie