L'ESTATE STA FINENDO

Riassunto delle puntate precedenti. Sul tavolo trovo, fra l’altro, Running dog di DeLillo, Una faccia già vista di Roddy Doyle, Follie di Brooklyn di Paul Auster, Zio Demostene di Antonio Moresco. Comincio ieri notte con Pollo alle prugne di Marjane Satrapi (ho un debole per la ragazza dai tempi di una lontana intervista a Radio Tre).

Nella posta, fra l’altro, trovo un appello di Nanni Balestrini e Maria Teresa Carbone, curatori della trasmissione Millepiani per il canale televisivo satellitare Cult, ora acquistato dalla Fox,  dove ci si augura che la nuova proprietà confermi la linea precedente, mantenendo l’informazione su libri e cultura. Mi associo.

In rete, fra moltissimo altro, trovo, su Vibrisse, un articolo di Massimiliano Parente, dove per l’ennesima volta si ribadisce l’antico equivoco (esistono alcuni cattivissimi mediatori culturali il cui motto è “genere o morte”). Ovvero:

 

“Bisogna abolire la letteratura, David Foster Wallace, William Vollmann, Samuel Beckett, Giuseppe Berto, Giovanni Verga, De Sade e Laclos, bisogna abolirla tutta, per diventare, se va male, almeno come Loredana Lipperini o Giuseppe Genna o qualsiasi altro mediatore e frullatore à la page della letteratura che non c’è e non deve più esserci: non ci sono più i generi affinché sia tutta di genere, ogni cosa si equivale a qualsiasi altra, e Kafka o Musil valgono Faletti o Avoledo o Mazzantini, anzi meno, perché sono troppo complicati, e “Antonio D’Orrico è un genio, punto”, come dice l’ultrapsichico dei Miserabili, narratore autoriale appunto di thriller, quindi grandissimo scrittore. Se poi qualcuno sforna un capolavoro gli si dice che è un “massimalista” e non c’è più problema, è di genere anche lui, e per giunta noioso”.

 

Insomma, nessuna nuova. Si ricomincia.

Ps. Non è che soffro di sonnambulismo e durante una possibile crisi ho parlato bene, senza accorgermene, della Mazzantini?

28 pensieri su “L'ESTATE STA FINENDO

  1. Io farei così: tutta quella roba che viene definita “ultrapsichica” per allucinanti immotivati motivi che pure l’Iddio ignora la ignorerei di sana pianta, come il critico che si spara “ultraquesto” e “ultraquello” diventati ormai il “cioè” che era in certi filmetti caricaturali su gli hippies.
    Non si sa più distinguere Kafka da Lucarelli, ad esempio, né si è capaci di distinguere Sade da un Leroy, e via di questo passo. E ciò è male per la critica come per i lettori.
    Null’altro da aggiungere.

  2. Forse mi sono espressa male.
    Leggere Oblio e scriverne un
    post non significa tenere in
    conto un autore che forse
    meriterebbe qualcosa in più,
    vista la peculiarità della sua
    produzione. Se però se ne fa
    una questione di gusti
    personali (a me non piace =>
    non ne parlo), allora un blog
    vale l’altro.

  3. Beh, Sara, non mi pare proprio: di Foster Wallace mi sono occupata, eccome. Anche esprimendo qualche perplessità, come mi par lecito. 🙂

  4. Quindi la sbracata e ignorante geremiade di Parente è giusta perché a Loredana non piace eccessivamente Foster Wallace? Sant’Iddìo, che livello…

  5. Insomma, io credo che uno abbia tutto il diritto di preferire Pincio o WM a Wallace senza per questo dover subire facili ironie, insulti o addirittura discriminazioni. Che mi risulti, nel privato della propria cameretta le perversioni non sono ancora proibite per legge. E che diamine!
    😉

  6. Parente ha RAGIONE a invocare, con la modestia che indubbiamente gli appartiene, i roghi nazisti.
    Che diamine!!!! dal 213 ac. in poi non si erano viste disinfestazioni così salutari!!!! Purtroppo le camice nero/brune non hanno finito il lavoro e oggi, vista l’onda China che avanza in tutti i campi, si impone una replica dell’efficente lavoro intrapreso da un lontano imperatore nel 213 a. Cr…..che ………. è memorabile nei fasti della letteratura cinese per la persecuzione imperiale contro i letterati – 460 furono sotterrati vivi – e contro i libri, che vennero bruciati….
    Dopo, finalmente, sulle ceneri, splenderà la trimurti letteraria Parente, M. et B. e il concime organico farà crescere i tuberi delle patate in quantità tali da soddisfare tutte le inquietudini letterarie e non.
    Non ci saranno più braccia rubate all’agricoltura, ma una schiera di plebei di ritorno e un’aristocrazia del pensiero e della cul-tura che non ha precedenti nella storia dell’umanità.
    Questa prospettiva mi esalta e gratifica. Finalmente potrò leggere quei quattro o cinque libri in croce e sentirmi intelligente, colta e letterata pur’io.
    E che cazzo! non se ne poteva proprio più di tutte queste produzioni letterarie, di informazione e di pseudopensiero!!! Diamo il giusto spazio alle piante temprate, virili e forti e potremo (tutti noi che mai fummo rubati all’agricoltura) gioire di un pensiero puro, cristallino per niente thrilleristico, realistico o nazionalpopolare.
    Corro, che devo annaffiare le piante e dar da mangiare alle galline.
    Baci
    p.s. di volata. Ringrazio la cultura musicale di Lucio Angelini per la colonna sonora che accompagnerà il proclama disinfestante del nostro Parente.

  7. @ GENNA
    Genna, esser critici e non acritici. Non si chiede poi molto. Ma l’impressione è che si facciano tante chiacchiere in rete su libri che non si sono letti.

  8. Massì, Lippa, com’è che non te lo ricordi? Eravamo io, te, Giugenna, Wuming1 e altri della parrocchietta nella mia casa di Capri che leggevamo ad alta voce passi da “non ti muovere” presi da un’estasi indicibile…
    😉

  9. riguardo ai libri dell’estate, non mistanco di segnalare un romanzo notevole ed originale uscito da poco: “The people of paper”, opera prima di Salvador Plascencia che sta tra Borges e Queneau (ehm, come genere, almeno).
    però ad oggi pare che nessuno lo traduca in italiano.

  10. Biondillo, errata corrige: CARPI, non Capri. C’era del culatello, oltre al limoncello. E dei frullatori à la page, perché tu sei un uomo di mondo ;P

  11. epperò ultrapsichico sì, ultrapsichico sì!
    (ma poi lo vedi come sono gli scrittori?
    E il mio è più bello del tuo, e la mia letteratura è più letteratura della tua.
    Paiono blogger, e dell’ultima ora, perfino.
    Suvvia, la gente vi guarda)

  12. Sshh, non dirlo troppo in giro, Babsi… ne va della mia immagine di dandy de no’ antri.. chissà cosa direbbe Piperno in merito…

  13. Maestra Lipperini, è un’ora che tengo la mano alzata, ma lei non mi vede! Barbieri mi ha di nuovo detto delle insolenze nei commenti al thread di ieri (“E va bene”). Dovrebbe mettergli una nota.

  14. Foster Wallace? Ma per favore! Un po’ presuntoso, direi. Mi ricorda quei ragazzotti padani, eroi del tuning, che elaborano le loro vecchie Golf per mettersi in mostra.
    O i ragazzotti campani, con la musica neomelodica sparata dai finestrini delle loro fiammanti Golf aperti anche d’inverno.
    O i ragazzotti siciliani, mentre scendono dalle loro Mercedes C 270 CD dopo aver fatto il giro del paese, dal municipio alla sala ricevimenti. Ecco.

  15. Poi mi sono rotto le scatole con questa crociata contro il genere. Ci sono romanzi validissimi, come quelli di Genna, Massaron, Lucarelli, che sono romanzi e basta, e romanzi che sfruttano una moda. Ma questo è un altro discorso, no? Il mio timore sapete qual è? Che nel tentativo di contrastare il genere (anzi, ciò che viene considerato genere, cioè la sua… degenerazione 😉 si inauguri (ma già sta succedendo) un nuovo canone, che come ha affermato giustamente De Rienzo, produce soltanto “contenitori zeppi di velleità e vanità pseudo culturali”. Ci salveremo da questo nuovo (e stavolta veramente pericoloso) genere?

  16. Andrea B,
    non rammento di aver scritto un nuovo romanzo, ma sai, sono molto distratta.
    A breve, però, potra acquistare “Masters of DooM” edita da Play.it
    Peccato non l’abbia pubblicata Einaudi.

  17. Penso che il commento sopra sia rivolto a questi miei vecchi post:
    “Da non perdere anche le antologie: “Pallottole di sangue” ed. Piombino; “Codice armato” ed. La spranga; “Prima pagare poi morire” ed. Piede di porco; Veleno (con un racconto inedito della Santacroce) ed. Rivahorror; “Ti scanno, t’uccido, bevo il tuo sangue” ed. Vlad; “L’uomo che si pentì e fu sparato” ed. Hororrvacui; “Rapine” ed. La fiamma ossidrica; “Breve vita di Violetta Violence”, ancora ed. Piombino; ma sopra tutti, il nuovo libro di Alessandra C. “My name is doom” ed. Sparatutto.
    Se è rimasto qualcosa fuori fatemi un fischio 🙂
    Postato da andrea b il 2005-07-11 11:39:20.0″
    “Ricordo inoltre che l’editore Sparatutto regalerà a chiunque acquisti almeno tre copie di “My name is doom” un materassino gonfiabile a forma di teschio marziano.
    Postato da andrea b il 2005-07-11 11:44:09.0″
    Se a rispondere in forma anonima è Alessandra C, se veramente ha scritto un libro con “doom” nel titolo, la maga del lago mi fa una pippa e comincio a scrivere la mia bio: “Io sono la parola” ed. Montatori-Stradeblu. Proprio così, Montatori.

  18. Masters of Doom: How Two Guys Created an Empire and Transformed Pop Culture
    by David Kushner
    Non l’ho scritto io, ma giuro, la traduzione italiana è a cura di Play.it.
    In compenso, però, ho scritto la prefazione per un libro che si intitola “DooM giocare in prima persona” .
    Quindi…
    MI SPIACE

  19. Le prime righe di Io sono la parola.
    “Ero un bellissimo neonato con la passione dei revolver.
    E non ero educato. Sfarinai il cranio della zia canterina trapanandolo con due pallottole doom doom. Lo zio, nel vedere la macchia epistassica sul muro, sparì tanto velocemente che pensai si fosse smolecolato […] Alla fine feci il ruttino.”

  20. Gianni, diciamo che la forza strutturale del libro dilaga lungo una trama a rete elastica iperconnettiva che forma e deforma l’opera in ogni istante di lettura. “Io sono la parola” non è opera aperta, ma conclusa, conclusissima, sebbene proteiforme e a volte ai limiti dell’anamorfosi: la definirei opera “antisismica” per la sua elasticità. Ovviamente nel titolo riconosco il mio debito intellettuale verso Ordet di Kay Munk, che del resto mi aveva già presagito nel personaggio di Anders, richiamo al mio nome, ma anche a tutto ciò che è altro, in un gesto-parola che diventa gesto-orizzonte.
    p.s. Genna, scherzo, non riprendermi sui Miserabili 🙂

  21. “… neonato con lapassione del revolver”
    Avevo appena scritto in Vibrisse: “Alla recente mostra del cinema di Venezia è passato, fra gli altri, ‘Bubble, di Soderbergh, sulla banalità e facilità del male. E’ nella cronaca di ieri il delitto del tranquillo commerciante lungamente vessato dal mafioso… Il pacifico Barbieri potrebbe tranquillamente premere il grilletto contro di me, in un momento d’estro, se nessuno lo guardasse:-)”

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