MARTINI E CONSIGLI

Lo confessavo ieri sera ad un’amica, per telefono: questa avventura (che avrà presto un bis, in effetti) ha portato molte belle cose nella vita della vostra eccetera. Per esempio, bere un Martini da manuale, ieri sera, da questa meravigliosa donna, mentre il gruppo milanese festeggiava lei. La vostra eccetera, in effetti, sta riscoprendo il gusto di incontrare esseri umani dopo un lunghissimo periodo nella tana.
Ma se state cercando segnalazioni e non confessioni, caro commentarium, le avrete. Tanto per cominciare, sto leggendo con evidente soddisfazione Alice Munro. Ma non tralascio di controllare le segnalazioni che mi arrivano per posta e che vi giro: per esempio, sapevate che Giampaolo Simi ha aperto un blog? E che il sito di Roberto Saviano è on line? Sapevate che è in corso il lodevolissimo Minimondi? Sapevate che esiste una petizione affinchè l’editoria per ragazzi trovi più spazio sui quotidiani? E che si moltiplicano in giro per l’Italia belle iniziative come questo Spazio donne?
Basta per oggi? State, come sempre, bene.

6 pensieri su “MARTINI E CONSIGLI

  1. A costo di inimicarmi per sempre tanto la nostra eccetera quanto George Clooney (ma di quest’ultimo non m’importa molto), confesso che ho sempre trovato il vermouth – tanto per non citare marchi – una vera ciofeca. Ti assicuro che a marzo, dalle mie amiche Trame (Bologna, è confermato?) berrai molto meglio 🙂

  2. Nel nostro Martini, dry,molto dry, c’è solo il profumo del vermouth. Il resto è gin! Per questo è magico e come tutte le pozioni magiche va preso nella giusta dose, altrimenti fa l’effetto contrario. Che m i fai fare, Lippa!!!! Laura.

  3. Ho letto il Suo libro e sono decisamente rimasta delusa. Lei critica – non so con quale diritto – la narrativa femminile (quella delle donne non per le donne, femminile in quanto a reggere la penna, la tastiera, la macchina da scrivere sono, sono le donne). Classifica quello che si può trovare in libreria in un modo decisamente affrettato, spregiudicatamente fastidioso e generalista. Ma, mi chiedo (e sono tante le cose che mi pongo – e premetto che, nonostante le continue citazioni di Giannini Belotti – praticamente ha copiato l’intero libro che conosco quasi a memoria, ho continuato a leggere), con che diritto e con quale specifica competenza, vuole lei incasellare con quel processo tipico di segregazione e di estremisco che è il maschilismo addirittura tutta la letteratura femminile contemporanea?
    E poi, insomma, sappiamo tutti che questo blog nasce dopo la sua antologia per Einaudi (come fa una curatrice di un’antologia di blog a non avere un blog?), ma definirsi “scrittrice” mi sembra un po’ troppo. Certo, chiunque sappia tracciare le lettere scrive, come dice Abruzzese, ma che affronto e dire che la prefazione prometteva qualcosa che evidentemente era solo strillato, urlato, come le frecciate che affondano in citazioni ingiustificate, bistrattate, senza filo logico (prima in inglese, poi in italiano – e perché non in francese le porzioni in francese, ecc?), eccessive.

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