Anna Bravo, storica, su Repubblica di oggi:
Non capisco perché alcuni uomini debbano fare appello alla propria componente femminile per indignarsi di fronte al cosiddetto Rubygate, mentre avrebbero di che indignarsi in prima persona. A uscire devastata dalla vicenda è più l´immagine maschile che l´immagine femminile. Ragazze che si vendono – un fatto che mette ansia, perché la prima giovinezza è un impasto delicato di furbizia, ingenuità, voglia di spadroneggiare, vulnerabilità. Ma soprattutto uomini che soltanto grazie al denaro e al potere dispongono del loro corpo (o magari solo della loro attenzione) e le gratificano con regali comprati all´ingrosso.
Eppure, mentre molte di noi si preoccupano della dignità femminile, nessun uomo ha sentito il bisogno di difendere quella del genere maschile. Certo, il modello Berlusconi è così grezzo e simbolicamente violento che per un uomo di buona volontà può essere difficile vederlo come una ferita inferta (anche) alla propria immagine. Ma, cari, quel modello vi rappresenta in giro per il mondo. Mi stupisce che la vergogna provata da tanti di voi riguardi l´essere italiani, e non l´essere uomini italiani.
Vi sentite incolpevoli? ma allora dovreste sentirvi incolpevoli anche come italiani. Berlusconi vi sembra un alieno? forse, ma non cambia il fatto che appartenete allo stesso sesso.
Alcuni uomini (penso a singoli, all´associazione Maschile plurale, a vari altri gruppi) hanno capito da decenni che non aver mai commesso stupro non basta a chiamarsi fuori da un mondo maschile in cui la violenza contro le donne si ripete ogni giorno. Uno sforzo, e potreste capire che neppure dallo svilimento delle donne è possibile chiamarsi fuori, che c´è una responsabilità sovraindividuale – beninteso, non come colpa general/generica o dannazione originaria, ma nel senso in cui la intende Amery: come somma delle azioni e omissioni che contribuiscono a fare (o a lasciar sopravvivere) un clima.
Non mi riferisco soltanto al sesso in compravendita, e neanche al rischio di degradazione che pesa sulle relazioni uomo/donna – problema politico per eccellenza, a dispetto di chi invoca: «torniamo alle cose serie». Intendo un clima in cui le parole delle donne spesso non sono richieste, e se sì, si ascoltano con l´orecchio sinistro, in cui i vertici di qualsiasi realtà sono clan maschili. Eccetera. Un clima, anche, in cui pochissimi e pochissime possono invecchiare in pace senza sognare/temere/detestare la bellezza e la giovinezza.
Prima di indignarsi per interposta donna, alcuni di voi potrebbero aiutarsi con la memoria. Nel Sessantotto e con molta più forza nel femminismo, c´era la buona abitudine di chiedere alle persone da che luogo parlassero, e il luogo era la condizione personale, i comportamenti, l´ideologia, l´istituzione di cui si faceva parte e altro ancora. Voi parlate come se viveste in una camera sterile, con un filtro all´entrata per proteggervi dal contagio delle brutture altrui, e uno all´uscita per fare il restyling alle vostre – diverse, perché no, ma brutture comunque. Parlate come se la buona volontà e un po´ di buon gusto vi mettessero per così dire al di sopra delle parti. Il che può spiegare certe dichiarazioni stravaganti, ma fa anche sospettare che in un angolo della vostra mente riposi la vecchia filosofia secondo cui il maschile equivale all´universale. Capire che i soggetti sono due, uomo e donna, e che il primo non può rappresentare il secondo, per noi è stata una delizia.
Su, non fateci ripetere cose tanto ovvie!
Io infatti sono indignato e vergognoso come uomo maschio italiano sardo, e anche come padre, marito, nonno, zio e diverse altre mie identità di genere e no.
Non si capisce con chi ce l’ha, la storica Anna Bravo; ok, con gli uomini, ma quali? Perché cita solo quelli che ritiene si muovano nella direzione corretta (Maschile Plurale) e non ci fa un solo esempio di chi, secodo lei, andrebbe in quella sbagliata? Peraltro sarei curioso di sapere chi ha mosso argomentazioni sul “femminile interiore” dell’uomo. Vorrei nomi e cognomi, per capire meglio un articolo, il suo, ma anche quelli a cui ella si rivolge criticamente. Altrimenti prende forma la solita retorica che spara nel mucchio. (ho deciso di rimanere fino a metà mese, sempre mi sia concesso, grazie, invio).
Concordo parola per parola con Anna Bravo. Questo concetto è stato espresso ieri sera anche dalle donne presenti all’Infedele, ma evidentemente non entra in testa. Proprio in un link proposto da Loredana ho letto che bisognerebbe smettere di parlare del ‘caso Ruby’ e cominciare a parlare del ‘caso Silvio’, perché questo E’: ‘il caso Silvio’.
Signori uomini cominciateci a fare i conti, ma sul serio. E se non sapete come accedere al menu per cambiare le opzioni di sistema, chiedete in giro, guardate le faq, create gruppi di auto sostegno, insomma: fate qualcosa!
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Scusate ma quando sono veramente a terra mi viene in mente sempre Totò, era lui che diceva: “Signore, mi creda, lei un cretino, si guardi allo specchio, se ne convinca”.
Siccome Berlusconi tende a porsi come specchio e modello del Maschio Italiano Medio (MIM), vedete un po’ voi che volete fare.
“Capire che i soggetti sono due, uomo e donna, e che il primo non può rappresentare il secondo”
Ma vale anche il contrario?
Di fronte a questi fatti c’è da riflettere su quale valore possa avere un uomo che per stare con delle donne deve pagare. Molti lo considerano un grande, ma senza i soldi riuscirebbe a ottenere lo stesso risultato? I più preferiscono non soffermarsi a pensare, perché conta il risultato. Io vedo una gran tristezza e miseria in tutto questo, sia in chi compra sia in chi di fa comprare: la persona è un oggetto. La considerazione di sé è davvero molto bassa.
A discolpa di genere devo dire che eravamo, molti di noi, già lontani anni luce dal vecchietto puttaniere, insomma, ci si stava occupando di vergognarci di cose come la singletudine debosciata, la sindrome di Peter Pan che affligge i trenta-quarantenni in tuta mimetica progressista. Dite che tocca fare marcia indietro e tornare a confrontarci con il satrapo e le orgette del gerarca?
Non so, non vorrei che queste battaglie di retroguardia facessero dimenticare che, per quanto folkloristico, questo è machismo in via d’estinzione. L’altra cosa, invece, è emergenza di specie.
Ma forse a lor signore piace di più.
Questo articolo è violento, duro, vede negli uomini solo la mostruosità più o meno implicita a una forma mentis egemone.
In altre parole, è un articolo importantissimo, soprattutto per noi uomini.
Ognuno di noi faccia i conti col proprio mostro interiore, si guardi dentro e cerchi di capire in quali interstizi morali/razionali/spirituali si nascondono i residui di maschilismo e di androcentrismo. E’ molto probabile che la vista non sarà piacevole, ma è l’unico modo, come ha detto Wu Ming 1, per aprire la finestra delle Opzioni e cambiare impostazioni al sistema operativo.
La trasmissione di Gad di ieri sera era inguardabile. Le poche voci femminili progresiste (parola cmq grossa) erano completamente annichilite dal clima reazionario. C’era un peso bigotto-misogino-fascista (nel senso di succube al potere di padre-padrone-B – cfr. in part. l’intervento della Zanicchi) da rasentare l’incredibile. Mai visto nulla di simile su La7! Secondo me ci siamo persi anche Gad. Definitivamente.
refuso: “vede negli uomini solo la mostruosità *di un consenso* più o meno implicita a una forma mentis egemone.”
“è da riflettere su quale valore possa avere un uomo che per stare con delle donne deve pagare. Molti lo considerano un grande” M.T.
Molti?! Io razionalmente proprio non capisco come si possa invidiare chi paga per il sesso. La masturbazione è molto più dignitosa, per come la vedo io.
Anch’io vedo una gran tristezza in tutto questo.
Mi ripeto, ma commento per affettuosità commentariesca – ed edulcoro. Riconosco che Berlusconi è un modello deleterio per gli uomini, e la fine dell’articolo la trovo molto bella. Tuttavia – Bravo rinforza la dicotomia delle donne martiri dei maschi cattivi, cioè ripropone l’idea di sessismo come lotta tra i generi. Ma le donne di destra non parteciperanno alla manifestazione del 13. E lei mi sembra respingere più che invogliare quelli che si mettono sulla strada della discussione. Ci fa piacere sentirla ma mi chiedo se alla fine non sia solo deleteria.
@Paolo: c’è chi prova invidia per queste persone, desiderando avere gli stessi mezzi per comportarsi alla maniera che si vede. Per l’uomo (inteso come certo tipo di mentalità) avere donne giovani e belle a disposizione è un sogno, un alimentare il proprio ego per sentirsi persone di valore. Mentalità sbagliata, ma è uno dei meccanismi presenti nella società
un uomo che ne parla (Bellassai sul Manifesto di oggi):
http://www.women.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=937&Itemid=83
Premesso che gli steccati di genere (e altro) mi han sempre provocato pruriti vari, a me pare che la Bravo abbia già emesso la sua sentenza senza possibilità di appello:
Voi parlate come se viveste in una camera sterile, con un filtro all´entrata per proteggervi dal contagio delle brutture altrui, e uno all´uscita per fare il restyling alle vostre – diverse, perché no, ma brutture comunque.
Quindi nascondiamo delle brutture comunque, indipendentemente dalla nostra individualità: ciò che è politico è anche personale e viceversa, non è un caso che si riferisca al ’68.
A uscire devastata dalla vicenda è più l´immagine maschile che l´immagine femminile: al di là del fisiologico, personalmente non ho mai avuto immagini di genere di riferimento coi quali confrontare le persone che ho incontrato, quindi non ne (pre)vedo di devastate se non di quelli eventualmente coinvolti a fatti appurati.
anna bravo riesce in molti punti a dare senso a un fastidio che ho provato in questi giorni, vedendo per esempio su facebook tantissime donne e uomini cambiare il loro avatar con l’immagine di qualche grande donna del passato.
come se fossero le donne a dover rendere conto, sempre, dei loro punti di riferimento. a dover dire, ma guardate che io non c’entro con quelle sgallettate lì. come se, per l’appunto, si trattasse del ‘caso ruby’, e non del ‘caso di quattro settantenni terrorizzati dalla morte’.
(perché è vero quello che dice valter binaghi, la compulsione sessuale berlusconiana è una roba da psichiatri, non la norma generale. e di questo bisognerebbe tenere conto più spesso.)
Sono indignato come uomo, come cittadino, come elettore, come padre, come marito
Ho trovato questo articolo penoso, sia nei contenuti, sia nella forma. Un ammasso di banalita’ abbastanza violente e pari – come livello – ai discorsi maschilisti per cui le donne sono tutte mignotte.
Basterebbe leggere una frase come “non aver mai commesso stupro non basta a chiamarsi fuori da un mondo maschile in cui la violenza contro le donne si ripete ogni giorno” per mandare la storica Bravo a spigare il grano.
Mi pare che ormai dissociarsi dai comportamenti di B. – anche per chi lo ha fatto molto tempo fa – non basti piu’. Si pretende, da certi circoli, una punizione ulteriore, un cospargersi il capo di ceneri permanente.
Ora, siccome io appartengo alla scuola di pensiero per cui le responsabilita’ oggettive e/o per interporsa persona NON esistono, questi articoli, che vorrebbero farmi sentire colpevole anche di stupri commessi da altri, mi fanno davvero ridere.
@ Tuscan Foodie in America
Io non credo che Anna Bravo intendesse dire che devi sentirti in colpa per gli stupri commessi da altri. Almeno io non la leggo affatto così. Secondo me quello che vuole dire è che proprio tu che sei un maschio evoluto che non stupra dovresti interrogarti di più sugli altri modi, assai più subliminali e banali, quotidiani, attraverso i quali si perpetra la supremazia maschile.
“Per l’uomo (inteso come certo tipo di mentalità) avere donne giovani e belle a disposizione è un sogno” M.T.
Non so che dire, a me è stato insegnato che chi paga per il sesso è un perdente, un essere squallido non uno da invidiare, al massimo da compatire se non da disprezzare. L’idea che una donna venga con me solo per soldi anche se magari le faccio schifo, anche se mi disprezza…mi blocca, mi sentirei un uomo orribile. Il mio sogno è stare con una donna che mi voglia come io voglio lei, se questa donna non c’è preferisco masturbarmi (che diversamente dalla prostituzione è pure gratis)…e sinceramente credo di non essere l’unico uomo a pensarla così.
Paolo, condivido il tuo pensiero. Purtroppo esistono realtà simili a quella descritta: certamente non bella, ma da tenere in considerazione perché è esistente.
Gli aspetti della vita sono tanti e tanti sono i comportamenti delle persone: compredere cosa c’è dietro a questi è un passo avanti, un ritrovare quella comprensione che eleva l’uomo. Fermarsi a osservare e riflettere, andando oltre la superficie, come mostra Pirandello con l’avvertimento del contrario, è un modo di uscire da situazioni ben conosciute. Certo, dipende però sempre dalle persone volerlo.
@Wu Ming 4
Se avesse detto quello che hai detto tu, allora non avrei nessun problema a darle ragione. Ma anche rileggendo quelle due frasi sconclusionate scritte dalla Bravo non riesco proprio a interpretarle come hai fatto tu. Anche perche’ ci sono passaggi di cui davvero fatico a capire il senso. Tipo: “Intendo un clima in cui le parole delle donne spesso non sono richieste, e se sì, si ascoltano con l´orecchio sinistro, in cui i vertici di qualsiasi realtà sono clan maschili. Eccetera. ”
Eccetera? Ma e’ una supercapsula?
Non so mentre mi pare estremo di la io Tuscan lo capisco di qua.
@Zauberei
E figurati che mi pareva di essere stato piu’ estremo di qua che di la’. Ma mi sa che ci capiamo solo noi?
Mi ripeto pure io, troppo comodo sostenere che X e Y si muovano correttamente sulla tematica M/F mentre tutti gli altri non si pongono il problema. Quando si fa una critica occorre identificare bene il criticato. E la Bravo questo non lo fa.
Non so se ho capito.
Se vuol dire che come uomo nella mia “maschlità” sono tenuto a fare i conti, nel mio percorso di vita, con tutte le espressioni maschili (anche le peggiori) per poter costruire, insieme agli altri uomini, un’immagine maschile capace di relazioni sane (con le donne ma non solo), questa mi sembra una banalità.
Se invece vuol dire che dovrei farmi carico come coimputato delle perversioni di un puttaniere o degli uomini che uccidono le ex mi sembra solo uno sfogo misandrico (come mai non esiste il corrispettivo di misogino? forse perché le donne non sono capaci di odiare gli uomini?) fine a sé stesso. E pure una sciocchezza.
Ma forse non ho capito.
@ Tuscan Foodie in America
‘azz, faccio fatica a discutere con te saltando su due thread… Vabbé, mi arrangio. Comunque la faccio breve: davvero a te non capita mai di avvertire “un clima in cui le parole delle donne spesso non sono richieste, e se sì, si ascoltano con l’orecchio sinistro, in cui i vertici di qualsiasi realtà sono clan maschili”? Stiamo parlando dell’Italia, eh, non dell’ambiente dei top manager americani. Comunque credo che le mie o le tue sensazioni non siano sufficienti, perché, come faceva notare il mio socio WM1 negli interventi postati ieri l’altro, noi potremmo anche tendere a non accorgerci di certe dinamiche e di certi nostri atteggiamenti impliciti. Ma se per caso qualcuno iniziasse a farcelo notare di volta in volta, ho il sospetto che la nostra opinione sulla faccenda inizierebbe a cambiare (a me è capitato, è un esercizio interessante).
Chiosando, mi vien da dire.
I maschi italici, pure quelli che si impegnano ad uscire dal proprio androcentrismo, possono al massimo diventare progr(s)essisti”.
Chiosando, mi vien da dire.
I maschi italici, pure quelli che si impegnano ad uscire dal proprio androcentrismo, possono al massimo diventare progr(s)essisti.
“Se invece vuol dire che dovrei farmi carico come coimputato delle perversioni di un puttaniere o degli uomini che uccidono le ex mi sembra solo uno sfogo…”
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Ma infatti il punto è sempre lo stesso. Una critica deve essere strutturata a partire da un preciso obiettivo individuato, altrimenti spari nel mucchio, oppure (spesso inconsciamente) ti scegli un capro espiatorio su cui far ricadere tutti i peccati che incombono sulla società; come nel caso del rigurgito di moralismo sulla storia dei festini di Arcore: è evidente che il capro diventino le “belle ragazze discinte”; di rimando chiunque usi il proprio corpo sessualmente al di fuori del rapporto di coppia. Peraltro ci sarebbe un caso di femministe ucraine (Femen) – le ho citate anche su Femminismo a sud – che, se analizzato, potrebbe aiutarci a capire meglio anche la situazione italiana.
@ wuming 4
penso che la rappresentazione della realta` sia molto peggio della realta` stessa. Non relata` che io vivo non succede cosi` spesso che ” le parole delle donne spesso non sono richieste, e se sì, si ascoltano con l’orecchio sinistro,”. Succede spesso di non ascoltare le altre persone, siano donne o uomini. Non succede soprattutto che una cosa non venga considerata perche` l’ha detta una donna. Diverso e` se analizziamo la televisione o altre tentate “rappresentazioni della realta`”. L’immagine e il ruolo della donna trasmesso dalla televisione e` prevalentemente quello di chi non si vuole ascoltare e spesso solo ornamentale. Ma nella vita reale non mi sembra che sia cosi`. Questo per quanto riguarda il discorso sulle opinioni. Per quanto riguarda il discorso lavorativo e` vero che ancora ci sono sbilanciamenti. Ma la domanda giusta da farsi e` cercare di capire se si va verso un evoluzione positiva o meno. Non scordiamoci che se andiamo a fotografare la situazione attuale, considerando che le persone stanno impiegate almeno una trentina di anni, stiamo valutando una situazione che si e` creata negli ultimi 30 anni.
Zaub, a me non pare che Anna Bravo riproponga la dicotomia delle donne vittime dei maschi cattivi, mi pare anzi che sposti il fuoco di lato a questa opposizione, e dica: signori uomini guardate come si sta comportando il maschio alfa di questo Paese. Cosa ve ne pare, vi ci riconoscete oppure no? A voi la risposta.
Certo non blandisce nessuno, niente coccole e carezze (e meno male, non se ne può più di tanto ‘ammmore’), ma nemmeno respinge.
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Riguardo alla convinzione di essere anni luce lontani dal ‘vecchietto puttaniere’, di cui parla Valter, è verissima, ma a me non pare che nei confronti di questo modello sia mai stata usata la parola ‘vintage’, anzi non si fa che un gran parlare di quanto sia vitale, trasgressivo e liberatorio questo modello: il vecchio che avanza, nel doppio senso che tutto quanto pensavamo essere residuale si fa di nuovo aggressivamente avanti e si autolegittima per pre-potenza.
Prenderne atto, annotarlo su un taccuino alla voce: che fare? Ignorarlo non mi pare una strategia intelligente.
a me sembra che quasi tutte le discussioni siano incentrate su quanto faccia cagare il vecchio puttaniere e non sulle donne. Infatti tanti (putroppo non abbastanza) pensano che dovrebbe smettere di fare il presidente del consiglio anche per questo motivo. Non mi sembra che la discussione sia incentrata sulle tizie ma proprio sul modello di uomo rappresentato da B.
“somma delle azioni e omissioni che contribuiscono a fare (o a lasciar sopravvivere) un clima. […] Un clima, anche, in cui pochissimi e pochissime possono invecchiare in pace senza sognare/temere/detestare la bellezza e la giovinezza.”
A me questo sembra un invito a guardare anche a quei modi attraverso i quali la supremazia si esercita senza necessariamente una responsabilità strettamente personale.
Poi c’è anche la possibilità di accogliere l’invito di Bravo come ha fatto Sandro Bellassai sul Manifesto di oggi, spostando il discorso sull’immaginario maschile: “Non ci vuole molto a vedere come l’immaginario maschile sia il grande rimosso di questa storia, e se le cose stanno così parlare di Lui, da uomini, è difficile perché significherebbe forse dover parlare anche di noi stessi. […] Quella del desiderio maschile è una dimensione politica, in quanto dimensione del potere e della libertà, che può anche risultare scomoda quando ci costringe a chiederci in che cosa siamo o ci sentiamo diversi da uomini come Lui. Che può anche apparire difficile quando proviamo a guardare in faccia le nostre contraddizioni, magari senza prendere la scorciatoia di pensarci migliori di altri. Eppure, vale la pena di credere che al di là di queste strettoie talvolta faticose potremo guadagnare all’esperienza spazi insospettati: dove, per esempio, finisca per sembrarti inconcepibile il sesso con una persona che in realtà non ti desidera affatto; dove, sempre per esempio, il proprio desiderio di uomini sia finalmente inscindibile dalla libertà delle donne.”
Davvero esiste qualcuno che considera il patetico puttaniere berlusconi come un modello “trasgressivo, vitale, liberatorio?? Qualcuno che non sia uno dei suoi servi, intendo.
Eeeh?! Dovrei sentirmi coinvolto perchè Berlusconi era un uomo? Per questo solo fatto? Anche Hitler era un uomo e pure il Mahatma Ghandi. Allora? L’appartenenza ad un 50% dell’umanità di per sè non significa niente. Io mi sento offeso perchè Berlusconi rappresenta l’ Italia e io sono italiano, perchè Berlusconi promuove un modello maschile sbagliato e un modello femminile ancora peggiore e entrambi questi modelli crescono frotte di persone con le quali non è certo un piacere avere a che fare. Ma il fatto che mi debba sentire coinvolto solo perchè ho un uccello come lui sta solo nella fantasia dell’autrice…
PS Maschile E’ universale. Femminile, pure. Lo vogliamo imparare a parlare come esseri umani anzichè come uomini o donne?
PPS Berlusconi ERA perchè quello che ha fatto l’ha già fatto, nonchè perchè spererei lasciarmelo alle spalle a breve, non perchè lo consideri defunto.
piu` lo riguardo piu` e senza senso questo articolo. completamente.
un pentolone di luoghi comuni. fa schifo questo moralismo! non se ne può più di una sarabanda infinita dove chi più ne ha più ne metta. avete innalzato questo feticcio e ora vi divertite a tirare addosso. il bello è che vi sentite pure rivoluzionari. aperti. intelligenti. beati voi arroccati in mondi senza fotosintesi.ma di cosa ci si dovrebbe indignare? della pappatoria che giornalisti critici femministe d’antan si fanno o degli happy end a casa berlusconi?
eppoi questa signora dice che dovrei indignarmi di me stesso? per favore, si indigni lei di quello che scrive!
“Eeeh?! Mah, boh…” Allora solo io ho la sensazione di vivere in un mondo alla rovescia.
luziferszorn ha accennato alla trasmissione di Gad Lerner.
Sì, aveva dell’incredibile, ma rispecchiava quanto incredibile e surreale sia il discorso pubblico oggi in Italia. Per cui non vale la domanda ‘ma qualcuno pensa davvero che….?”, quando sono in molti a dire (e per questo forse vale la pena di confrontarsi e contra-dire).
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Il ‘bigotto-misogino-fascista’ risponde al nome di Vittorio Messori, intellettuale cattolico non certo di secondo piano, surreale, per scelta, fino a diventare comico.
Che cosa puoi rispondere a uno che dice quelle cose? Che ha scelto di squalificarti come interlocutore non in base agli argomenti che usi tu, ma in base a quelli che usa lui e che, probabilmente, non pensa?
Strategia retorica estremamente raffinata e spiazzante e, infatti, Adriano Prosperi appariva completamente sopraffatto da tanta cattolicissima bêtise (anche questa parecchio datata, ma nessuno ha detto a Messori di essere ‘vintage’).
D’altra parte con il comico, di questi tempi, bisogna farci i conti, lo diceva Zizek nell’ articolo
citato qualche giorno fa in un altro thread.
Siamo costretti a recitare in una comica finale, una pochade, una commedia dell’assurdo, scegliete voi.
Se non ci si rende conto di questo, siamo completamente fuori asse e finiamo per apparire noi surreali . Ed è per questo che ci fanno la baia, come anche Maria Nadotti, cosa che veramente da lei non mi sarei mai aspettata e un po’ male questa cosa mi ha fatto.
p.s. (è un poscritto a un commento in attesa di approvazione, probabilmente perché ci ho messo due link).
Sinceramente non avrei mai pensato che l’articolo di Anna Bravo suscitasse nel commentarium maschile tante reazione negative e così sentite.
@ valeria
secondo me e` fuori tema completamente. Dice che prova fastidio per le immagini di donne importanti del passato e del presente sui profili di facebook perche` dice che l’accento va spostato sugli uomini e non sulle donne. Ma l’accento e` sugli uomini. Questa, e tutte quelle collegate, non sono campagne per fare “cambiare vita” alle tizie del bunga bunga. Assolutamente. L’accento non e` sul fatto che loro non si sarebbero dovute prostituire o meno. L’idea di mettere queste immagini e`di dire al vecchio puttaniere e a chi la pensa come lui (uomo o donna che sia): “toc toc, c’e` nessuno in casa? hey ti sei accorto che da un bel po’ di tempo le donne non sono solo un corpo su cui sbavare? ti sei accorto che grandi persone della societa` sono donne? che il mondo non e` piu` il drive in?” L’accento e`proprio su quei dementi (uomini o donne) che non capiscono che nel mondo di oggi la donna non e` oggetto sessuale ma e` un SOGGETTO della societa` come l’uomo.
Mi sembra proprio che a chi ha scritto l’articolo sia sfuggito proprio il senso della mobilitazione e di tutto il resto.
Forse il punto è proprio che la questione non riguarda solo il vecchio puttaniere e chi la pensa come lui, o meglio, che non saremmo dove siamo se non fossero molti di più di quel che sembra a pensarla come lui – dove “pensarla come lui” può assumere significati diversi, chiaramente.
valeria
senta, lo dico senza alcuna saccenteria, ma sono laureato in antropologia, conosco perfettamente le teorie di genere e gli studi sull’argomento. ho sostenuto contraddittori con persone molto intelligenti e preparate su tali questioni, docenti per passione, senza che il mio animo da maschio troglodita provasse il minimo risentimento o avversione o reazioni negative come dice lei. ma portavano discorsi. si facevano ragionamenti. non si vendeva fuffa. non potevano retoricizzare la conversazione come questa signora qui che gioca di pulpito. mi sconcerta questo moralismo. questo falso anticonformismo.
per il resto me ne sbatto altamente di tutto il castello di carte che si sta costruendo adesso. provo schifo per la tracimazione da ogni parte del dibattito politico senza che ci sia un intellettuale che sappia mettere un po’ d’ordine. non c’è niente. ciò che sconforta è questa povertà tutta.
capisca a me. valeria cara
Si ma la discussione è già su quello. sul modello di uomo e di rapporto con la donna incarnato dal berlusca. Non è sulla donna il discorso. Per questo mi sembra che il richiamo a spostare l’accento (che poi è tutto il senso dell’articolo ) sia completamente fuori luogo.
@Wu Ming 4
Sai che forse e’ un problema di sintassi? Nel senso che io, leggendo “un clima in cui le parole delle donne spesso non sono richieste, e se sì, si ascoltano con l’orecchio sinistro, in cui i vertici di qualsiasi realtà sono clan maschili”, ho letto la subordinata finale come retta dall’orecchio sinistro. Cioe’ ho interpretato che era nell’orecchio sinistro che i vertici di qualsiasi realta’ sono clan maschili.
Pero’ anche nella tua interpretazione (che senza dubbio e’ quella buona, perche’ la mia non ha senso), questa frase continua a non avere senso, per me. Cosi’ come continuo a non ritenermi responsabile degli stupri e degli sgarbi altrui.
Non è per polemica, davvero, ma a me importa capire da dove viene, per esempio, la frase di Ezio Mauro “chi vorrebbe che la propria figlia, moglie, sorella andasse a quelle feste”. Credo che di lavoro da fare ce ne sia per tutti, poi certo il tono dell’articolo e la sua retorica non sono esattamente quelli che prediligo. Preferisco però trarre spunti, anziché accantonare, riallacciandomi a quel “se dicesse questo sarei d’accordo” che Tuscan Foodie ha scritto a proposito della lettura di Wu Ming 4.
Le frasi che “scappano” possono rivelare tanto di una mentalità condivisa. Su un altro versante, Bellassai nell’articolo che citavo sopra scrive “Lui non è altro che l’autobiografia sessuale della nazione maschile”. Questa sembra forte anche a me, ma preferirei sentire degli uomini in proposito.
@Tuscan Foodie Oops, vedo solo ora che non sei d’accordo nemmeno in quel caso. Scusa.
Lui è l’autobiografia di un patetico. Addirittura rocco siffredi ha fatto un video dove lo invitava a darsi una regolata e a chiamarlo che lui di sesso dipendenza se ne intende…. Gli uomini italiani sono meglio di così.non saremouna meraviglia…ma cosi è brutto forte