"E’ un fatto che da anni la letteratura trovi i suoi effetti più
romanzeschi proprio lasciando da parte i modi e le strutture narrative
della fiction, a favore di una sorta di “documentario”. Non solo cioè
con un “effetto di realtà”, ma con l’uso, non illustrativo ma
strutturale, di documenti veri e propri: lettere, fotografie, ritagli
di giornali, ecc., inseriti nel tessuto della narrazione. Trame che si
confondono con la nozione stessa di archivio e/o di inchiesta, storie
costruite stilisticamente col montaggio di documenti".
Continua, naturalmente: ma continua in un blog appena aperto, quello di Beppe Sebaste, che vi segnalo con gioia estrema (anche in virtù di quanto discusso più volte a proposito dell’importanza non solo di una maggiore produzione di contenuti nell’ambito dei lit-blog, ma della possibilità di condividere on line il backstage e gli extra del lavoro narrativo: ci torno domani).
Altra segnalazione: sul blog di Stampa Alternativa si dibatte, ancora, di Gomorra. Se volete dare un’occhiata il post è qui.
Ultima. Ho passato la domenica a leggere Il Ponte di No Gun Ri, graphic novel di Park Kon-Ung, pubblicato da Coconino Press. Seicento pagine potentissime. Prendetelo.
su saviano ancora non so dire. e mi sorprende che tutti sappiano dire. credo e sospetto che sia invidiato anche perché troppo osannato. da una lipperini o da un moresco.
magari lo è, a ragione.
su un forum ho letto che non ha inventato nulla, nessun nuovo genere. e si cita, in quel forum, truman capote come vero inventore del genere «fatto di cronaca che diventa romanzo».
io ho sempre definito romanzi, o romanzi anomali, i libri di massimo novelli, giornalista di repubblica (di cui ho detto giorni fa nel mio blog, “esibendo” la sua scrittura). novelli scrive di sfigati dimenticati dalla storia. anche lui documentandosi.
il blog che segnali l’ho letto d’un fiato. meritava d’essere segnalato.
“e mi sorprende che tutti sappiano dire”.
Sa dire chi sa, chi ha riflettuto prima di dire o scrivere, chi si è rimboccato le maniche per sentire altre campane o dar voce a chi veniva ignorato perchè esisteva solo Roberto Saviano. E gli altri autori, a parità di libri sulla Camorra, con fonti citate, non venivano manco considerati.
Non ti sorprendere se chi sa è napoletano, anche se non conosce la verità assoluta, ma sa una verità, che fa parte del mosaico del “caso”. Non ti mervigliare
se parla chi è stanco di leggere sempre le stesse cose, già lette e rilette, trite e ritrite. Remo, non ti meravigliare, di nulla, specialmente se proviene da Napoli, nel bene e nel male, perchè la verità è fatta di tante cose, e mai come in questo caso, è fatta di tutto ciò che gli ‘altri’ hanno voluto e non di ciò che è veramente oggettivo non discutibile.
la ringrazio per le segnalazioni.
Sì, sì, certo: è il Grande Complotto. I Protocolli dei SAVIANI di Sion pronti a schiacciare Napoli.
Ma va’, va’, che 6 1a loffa…
pant pant… e quando arrivo io?… eh? mai, vero? lo potevate dire subito. non avrei cominciato a stare attento a sè o sé perchè o perché si e sì, hic et nunc, qui pro quo, mene sarei fregato… sarei andato a godermi il mare… foss’anche quello di Giorgio Saviane che non c’entra nulla con Saviano. Quello è Il mare verticale… mica lo conoscete, voi? no, eh?
Ma questa polemica su Saviano profittatore, santo o eroe, mi sembra un po’ fuori luogo… ci si concentra così tanto sull’autore più che sull’opera e sulla sua efficacia (i post sugli effetti di Gomorra sono pochi, rispetto a quelli in cui si cerca di capire se era a conoscenza o meno del servizio su di lui sulla rivista del Corsera…)
rispondo a francesca ferrara.
in realtà è una non risposta, questa mia.
ribadisco: ascolto tutti, poi a libro finito trarrò conclusioni.
ma in radio ho sentito la voce di un ascoltare che diceva:
saviano rappresenta la speranza.
forse è una frase dettata dall’emotività. forse eccessiva.
ma importante. che ogni scrittore vorrebbe sentir(si) dire.
http://musicistadibrema.blog.kataweb.it/il_mio_weblog/
Hahahahahahahahahahahah
ahahahahahahahahah!
Loredana del Ponte di No Gun Ri, ho parlato su Lipperatura mesi fa, quando ancora si poteva visitare la mostra al Ta Matete di Bologna. Il risultato è stato che mi sono beccato la solita scarica di insulti, mi pare anche i soliti risolini del povero cinese-bolognese, un interrogatorio assurdo dell’incredulo Biondillo, la solita disattenzione generale, tua compresa.
Allora non sono l’imbecille che cercate di dipingere.
Forse faccio anche meglio di voi, esuli cinesi compresi…
(Sia chiaro, questo l’ho sempre saputo).
Andrea, io non parlo di quel che non conosco. E soprattutto mi raggelo davanti a chi sventola contrapposizioni (questo “invece” di quest’altro).
Ora, come vedi, ho letto, e apprezzato. Ma non mi sento, per questo, superiore a nessuno.
ahahahahahahahah!
fai morire Loredana: che lenza! Proprio tu che della polemica con contrapposizione di blocchi hai fatto il contenuto immarcescibile del tuo blog…
E se permetti, io non sventolo un cazzo: io cerco, e a volte trovo.
Caro Remo, è giusto che tu legga prima di tutto il libro e poi i materiali che ruotano attorno ad esso. E’ così che si fa. Forse, nell’immaginario collettivo ed emotivo fa piacere la frase:”Saviano rappresenta la speranza” ma nell’oggettività dei fatti non vuol dire assolutamente nulla. Ricordatevi sempre che lo scrittore, dalla sua, ha l’arte dell’invenzione, e nel miscelare gli elementi affinchè nasca una buona pagina, può alterare gli stessi ed offrire un punto di vista diverso ma anche un punto d’osservazione lontano dalla realtà, che magari porta a confondere
ciò che è vero e ciò che non lo è. E in Gomorra, ovviamente, c’è la visione dell’autore che ha impostato il tutto attraverso una scrittura molto cinematografica e molto filosofica. Roberto non è la speranza, è solo un ragazzo di 28 anni artefice e vittima di sè stesso, della sua stessa creatura. Non è un libro che cambia le cose, è l’operato concreto di tante altre persone, che nel loro microcosmo, ancora prima della nascita di Roberto, hanno perso anche i parenti, per aver messo in pratica qualche azione concreta contro la Mala. Quella frase, come tante altre che sono state scritte e dette, hanno solo danneggiato Roberto. Premetto che faccio una distinzione tra il Roberto e il Saviano. Saviano è l’autore del libro, è colui che è diventato noto, (e perchè no, ricco)con l'”arte della sua penna” e che se ne sta godendo i risultati. Roberto, è il ragazzo, manco trentenne, che oggi fa una vitaccia (per non usare un’altra parola), da cittadino non più libero, perchè il suo alter ego lo ha messo nei pasticci. Ed è Roberto, il ragazzo, oggi, portato via dalla sua terra, perchè sotto scorta, che non ha più una vita normale. E’ Roberto che viene danneggiato dai colleghi che lo osannano sulla carta stampata, in video, in internet e alla radio… Si chiama, al paese mio, “osannazione al massacro psico-umano quando una persona è ancora viva e vegeta”. Si è parlao di Mito (ma Roberto è ancora vivo); si è parlato di Speranza, ma quale? E’ un qualcosa che attecchisce solo su certi strati sociali; si è parlato di “Eroe”. Mi domando “Chi è impazzito per primo o ha fatto sbarellare il prossimo” (senza offesa, eh). Tutte queste parole sono solo un castello di carte da gioco, pronte ad evaporizzare alla prima scintilla. Questo che dico è un dato oggettivo. Il dato relativo è che possa piacere o meno come abbia redatto il testo. Secondo me, poteva scrivere le stesse cose, citando le fonti, non facendo incavolare i titolari dei materiali usati. Poteva strutturare il testo in maniera diversa (Etica?) Però, non dimentichiamoci che dietro di lui, c’è la Mondadori. A mio avviso, anche chi lo ha consigliato, lo ha fatto male. Ma come si dice: il fine giustifica i mezzi e la Mondadori un best seller all’anno lo deve fare, per cui…
Remo, Leggi e prenditi tutto il tempo che vuoi e che puoi, però ti dico una cosa, e come a te la dico a tutti coloro che non abitano qui, in Campania: non avrete mai piena coscienza perchè non siete napoletani (e ciò è solo una constatazione di fatto, non un rimprovero e non un’offesa). E ricordatevi, che il “tutto” è relativo… Io, prima di pensare a Gomorra, penso al lato umano, perchè, per citare una frase di Giuseppe Montesano che presentò il libro il 4 Giugno alla Libreria di Capua, “Gomorra è la letteratura della Camorra”. Mai una frase così, per noi, che non vediamo in questo volume quello che il resto del mondo vede ed osanna, ci apparve “ubriaca”…intrisa di vari umori e stordimenti. Beh, a me di Gomorra, mi interessa solo l’aspetto sociologico di cui mi sono occupata già in un’intervista, una lunga intervista per Napolintheroad dopo mesi di riflessio, e ripeto, stanchezza di far parte della popolazione napoletana spiattellata sulle copertine dei mass media, come se fossimo l’attrazione circense del momento (ma in quel momento eravamo troppo appetitosi – a parte il diritto di cronaca – per non provare la strada del marketing editoriale e strategico ai fini della vendita della carta stampata). Il resto, son frammenti di varia umanità ed è su questa scia che che mi domando, quando la scorta non ci sarà più che fine farà Roberto? (non Saviano). A mio avviso, chi lo osanna e lo ha messo su un piedistallo oggi, urlando la sua “genialità”(?) lo ha già crocifisso, e questo, umanamente parlando non doveva accadere!
Scusami Francesca, ma trovo estremamente sgradevole il tuo riferimento alla “ricchezza” di Saviano, nonchè i soliti luoghi comuni, triti e ritriti, sulla Mondadori che “fabbrica il best seller”: anche se tutto ciò mi conferma tristemente che in questo paese di merda chiunque abbia un minimo di successo diventa carne da macello causa altrui frustrazione.
è sempre la stessa storia. quando uno ce la fa, mille cercano di sbranarlo. vedi muccino, ora molti dicono che il suo film è una ciofeca. se fosse stato un flop, mi ci gioco gli zebedei, lo dichiaravano un capolavoro. mah!
Eccoci al punto. A parte “la carne da macello causa altrui frustrazione”, sempre presente e per fortuna esiste la rete (che in questo caso produce non certo contenuti ma effetti benefici per la psiche…), direi che Gomorra (sul quale il dibattito è apertissimo sul sito di stampa alternativa) è diventata carne da macello in molti sensi. A parte la mia convinzione che, più siano le copie vendute di quelle lette… quindi sarebbe necessario leggere prima di parlare, o peggio scriverne, un’altra fissa mi assedia. E riguarda la possibilità che Gomorra (e Saviano con il suo lavoro) siano abilmente e volutamente (da certa stampa, da chi è raccontato nel libro e non solo) trattati da fiction. Come succede sovente ciò che sembra così mediatico finisce per non avere alcun peso nella vita reale. E siccome io credo che la scrittura debba avere sempre, nei modi più differenti s’intende, una funzione sociale, con Gomorra spero non si perda il colpo, la possibilità a favore del “dagli all’autore” o del “w il re”.
elisabetta
Beh, che dire? Fino a quando si parla di cose campate in aria tutto va bene, quando si fanno riferimenti a dati oggettivi e concreti, che sono sotto il naso di tutti, si nega o si insorge un dato che tutti pensano e nessuno o pochi hanno il coraggio di dire. Poi, c’è il discorso, che se si ha un’idea diversa dalle altre e si ha il coraggio di esporla, pur sapendo di non incontrare il consenso popolare, si diventa “sgradevoli” o si dicono e fanno riferimenti “sgradevoli”. Mi spiace, ma io ho le mie idee e non rinnego alcuna goccia d’inchiostro o minuto speso nei commenti e delucidazioni che ho dato su Vibrisse, che do qui, o a voce, serenamente. Il dato è uno:XX° edizione del volume, circa600mila copie, almeno pubblicate…(sono d’accordo con Elisabetta quando si riferisce al rapporto tra unità del volume comprato e unità veramente lette, perchè sapete, se a Natale, l’unico libro venduto è stato Gomorra, a parte la curiosità, si trattava di un ‘must’ del momento: anche se non lo leggi, non puoi non avere Gomorra sul comodino; insomma, una moda)il guadagno c’è. Perchè negarlo?
“(…)anche se tutto ciò mi conferma tristemente che in questo paese di merda chiunque abbia un minimo di successo diventa carne da macello causa altrui frustrazione”, scrivi. La mia non di certo. Non farei mai a cambio con Roberto e nè con Saviano (per la distinzione che faccio di cui sopra). Gli altri, forse…lo sanno loro e la loro coscienza. E’ una questione che non mi riguarda. Sono una giornalista, traggo conclusioni dopo l’osservazione di dati oggettivi e riflessioni non da cinque minuti ma da mesi, (quasi un anno). Posso sbagliare nel trarre le mie conclusioni. Posso esprimere idee inconsuete e che non incontrano il consenso della massa, anche luoghi comuni, ma si deve accettare, pur non essendo d’accordo, anche il punto di vista altrui, senza pensare, erroneamente, che si sia solo ed esclusivamente gelosi, invidiosi e frustrati. E’ qui, l’errore:Pensare che chi non osanna, è invidioso e represso. Io, almeno la penso così. Non è che magari si ha degli elementi di analisi e modalità di studio del ‘caso’ diversi? E’ il principio della relatività… E per questo non è detto che si dicano cose sgradevoli, semmai, ‘scomode’, magari ‘spigolose’.
Questo è un vecchio argomento, Francesca: intendo, dal momento che non sono d’accordo mi emarginate dandomi dell’invidioso. Ed è così abusato che, scusami, ma ormai mi suscita solo noia.
Mettiamola così: non è che tu esprimi idee inconsuete. E’ che i tuoi “dati” proprio non sono comprensibili. Dal tuo discorso emerge solo una massa di “opinioni”. Ma probabilmente è perchè io sono stupida.
Non solo le idee che esprime Francesca Ferrara non sono inconsuete: sono consuetissime, sono già stereotipo da film di Verdone. Trattare “Gomorra” con sufficienza e per questo dirsi anticonformisti (non ci casco, io!) è ormai il top del conformismo. La nuova voga è questa: se non attacchi Saviano non sei serio – se non attacchi Saviano fai parte del volgo – se non attacchi Saviano sei banale e vittima di condizionamenti – e poi quella che mi fa più ridere: se ti piace Saviano vuol dire che non conosci Napoli.
Vecchio o nuovo argomento che sia non ha importanza. Io sto commentando ultimamente qui, da te, quindi, per me, è nuovo. E’ abusato anche Gomorra o lo rendete, Voi Mondo, abusato. Non si tratta di essere stupidi o meno, ma solo di essere troppo convinti delle proprie posizioni per ascoltare il punto di vista altrui, o catturarne le sfumature. Giungo a questa conclusione se di un lungo commento mi si ‘rimprovera’ la mancanza di tatto su una cosa che sta lì, sullo scaffale, alla Siae, e nel registro del ContoAutori della Mondadori (che poi è una nota statistica, nulla di più) Tutto qui. Ah, Loredana, io non mi sento vittima di emarginazione alcuna e nè superiore, solo ho le mie idee, e i miei dati, che tu ritieni non comprensibili, nelle discussioni dei mesi passati sono stati compresi. Sono comprensibili se si vuol capire, sono non comprensibili se ci si ostina a non accettare che ci sono tanti punti di vista che possono essere anche ‘scomodi’. Loredana, ognuno ha le sue noie, che ci vuoi fare, Così è la Vita 😉 Buona Giornata. F. F.
Insisto e poi chiudo: non sono scomodi, non si capiscono. Secondo te i dati di vendita di un libro dovrebbero automaticamente convincermi che quel libro è sbagliato. Secondo me, che-come ripeto- sono stupida, una simile affermazione mi convince solo della pochezza di chi la fa.
Sarà questione di gusti, ma io continuo a ritenere l’impostazione di Raffaele Cantone più interessante e feconda di quella della giornalista Francesca Ferrara. Cantone, PM anticamorra, riconduce la discussione a quel che nel libro viene raccontato, al suo nucleo di verità, all’utilità che il libro può avere nel lavoro concreto contro i “Sistemi”. E lo dice una persona che contro quei Sistemi è in prima linea, a smentire tutti i sedicenti “esperti” di camorra che invece si rodono il fegato per il successo di “Gomorra”, e sentono invaso il proprio “campo” dall’attenzione dei barbari.
Al contrario di Cantone, la giornalista Francesca Ferrara, indefessamente, distoglie l’attenzione da quel che il libro dice, e fa leva sul fastidio nei confronti dell’autore per riscaldare la minestrina del benaltrismo e ripeterci a ogni pie’ sospinto che (udite, udite) “Napoli non è solo Gomorra” (grazie, eh! Se non me lo dicevi tu…).
Laddove per Cantone conta il nocciolo del libro, per Francesca Ferrara contano gli epifenomeni, conta raccogliere i pareri di tutti gli intellettuali e artisti partenopei a cui “Gomorra” ha dato fastidio, conta investire il proprio tempo nel denunciare mode e voghe e tendenze, conta fare ipotesi sul conto in banca di Saviano.
Insomma, il fine sembra essere quello di allontanare il libro e allontanare dal libro. E ha ragione chi dice che è questa la nuova moda.
P.S. L’opinione di Cantone è qui.
Il guaio di talune persone (e poi chiudo) è che si gioca a mettere in bocca alle persone cose mai scritte, dette od insinuate. Poi si parla della libertà d’espressione…all’anima, Loredana! Io nei miei commenti parlo di relatività e non di assolutismo! Parlo del mio modo di vedere la cosa che è soggettivo, mentre è oggettivo il dato statistico, che non ho inventato io! Mai detto che è un libro sbagliato! I libri, i manoscritti non sono mai sbagliati! E come li si pone che si può sbagliare, è come li si strumentalizza, è come si offre il contenuto sullo scaffale, come si cura il loro percorso e come lo si interpreta! Prima di classificare “da poco” le persone ospiti (offendendole gratuitamente e pubblicamente, giusto per farsi forte di una arrampicata sugli specchi) dello spazio aperto ai commenti sul tuo salotto virtuale,(cosa di cui tra l’altro, il tuo blog si nutre) forse, ma dico forse, bisognerebbe non partire con il pregiudizio,o quantomeno, non giocare a fare ironicamente la vittima di stupidità (perchè se ti ritenevo stupida non commentavo qua). Io mi pongo in maniera tranquilla, serena e cordiale, esprimo la mia. Punto. Io, personalmente, non ti devo convincere proprio di un bel niente. Come non devo convincere gli alri. Ognuno, con materiali alla mano, trae le sue considerazioni da sè (visto che a quasi un anno dalla sua uscita ancora se ne parla): piace, non piace, bello o brutto, tecnicamente e stilisticamente corretto o meno. Forse “da poco”, di una panoramica veloce, anche sotto il punto di vista socio-umano, è ciò su cui ti ‘appigli’ per darmi della ‘sgradevole’ per il pensiero che esprimo, e di cui ho (a differenza di tanti altri), il coraggio di manifestare pubblicamente. Anche se fra un anno mi accorgessi di aver sbagliato tutta la mia analisi, non avrei problemi a dirlo pubblicamente, perchè si tratta di etica, di deontologia e di onestà intellettuale. In questo momento, mi stanno venendo in mente quei due o tre consocenze, scrittori e scrittrici che snobbano i blog perchè sostengono sia una perdita di tempo perchè ci si parla addosso e basta. Ovviamente, anche qui, non la penso come loro , ma rispetto il loro punto di vista. Loro non hanno un blog, io sì. Ognuno fa di sè e delle sue cose ciò che vuole, in piena libertà fin quando non lede la libertà altrui. Quando mi muovono queste osservazioni, mi ricodo della loro opinione sulla blogosfera (che io difendo) però, come in questo caso, dato che si gioca (stupidamente), all’attacco e alla difesa, inutilmente, devo dare loro ragione.
@Wu Ming1
“Insomma, il fine sembra essere quello di allontanare il libro e allontanare dal libro. E ha ragione chi dice che è questa la nuova moda” è l’accusa che Wu Ming1 mi muove. Accetto l’accusa, la esprime in piena libertà. Accetto anche che non abbia capito il mio punto di vista, che NON E’ CONTRO SAVIANO e NE’ A FAVORE DI SAVIANO. Si basa sulla constatazione dei fatti.
Accetto anche l’idea di far parte di una “nuova moda”… (il che significa che gli altri sono già trascorsi)ma mio caro Wu MING1, perchè prima, ma dico un attimino prima, non ti vai a cercare in rete quando dico che oltre a Gomorra (in materia di argomento Camorra) vanno letti anche gli altri testi che sono usciti nello stesso periodo sull’argomento? Io questo invito l’ho fatto sempre e pubblicamente.
Quando dici”Cantone, PM anticamorra, riconduce la discussione a quel che nel libro viene raccontato, al suo nucleo di verità, all’utilità che il libro può avere nel lavoro concreto contro i “Sistemi” “. Voi giusto per giocare un pò a chi è buono e a chi è cattivo, non avete ben compreso che: una cosa è occuparsi di libri e l’altra è quella di essere in trincea (quella armata) contro la Camorra come il Dott. Cantone. Insomma, c’è una bella differenza e non per ignoranza ma per ruoli di vita, di professione e quant’altro… Ripeto, quello che conta per me è relativo. Il tuo elegante argomentare, mi da atto ancora una volta di quanto sia stato ‘scomodo’ dar voce ad altri punti di vista in cui, in parole povere e riassumendo, si asserisce che si tratta della scoperta dell’acqua calda. Il mio intento, mio caro Wu Ming1, non è quello di allontare i lettori dal libro ma di AFFIANCARE a Gomorra anche tutti gli altri che parlano di Camorra e di cui il testo di Gomorra si nutre. Si tratta di un invito, di una indicazione. Anche sul blog di Remo Bassini c’è un bellissimo commento di Giuseppe Iannozzi che sostiene la stessa cosa. Non bisogna limitarsi all’ovvio, ma cercare di andare oltre e scavare. Insomma, credo che, Nessuno meglio di me, possa sapere il perchè e il percome dei miei intenti, non trovi? Delle insinuazioni basate sulle tue personali impressioni, poste abilmente come se fossero dati reali, oggettivi e concreti, sarebbe meglio non farne abuso… E’ solo un consiglio. C’è gente che la lingua italiana, la conosce molto bene, più di te e me messi assieme. Salut 😉
Francesca: raramente perdo la pazienza, ma stavolta ci sono riuscita.
Ti sembra logico fare una serie di commenti lunghissimi dove non si capisce assolutamente nulla di quel che vuoi dire e poi invitare chi ti contesta a farsi un giro per la rete per verificare le tue affermazioni?
Se volevi essere capita, bastava che tu postassi quelle due righe: “bisogna leggere anche altri libri”. Invece, ti sei arrampicata sulle strategie mondadoriane, sui guadagni di Saviano, sul complotto -ancora!- contro quelli che dissentono eccetera eccetera.
Possibile che ai presunti incompresi non sorga mai il dubbio di non sapersi spiegare, maledizione?
Possibile che ai padroni di casa non sorga il sospetto che non è il caso di offendere gratuitamente le persone? Possibile che ai padroni di casa non sorga il dubbio che se vogliono commenti brevi, lo possono mettere in calce sul blog, indicando il numero di battute e magari anche come si mette la punteggiatura?
Scusami Loredana, una cosa io l’ho capita: io e te siamo opposte e lontane e non è neanche necessario che ci avviciniamo, voglio dire, non lo ha ordinato il dottore, ma per quanto tu sia titolare di questo blog, dalle vivaci discussioni filoletterarie, non penso che abbia il diritto di limitare l’espressione altrui, o sbaglio? Io non mi sono appigliata da nessuna parte: ho solo trattato di un aspetto della questione, uno dei tanti,in sintesi, e il feedback che ho ricevuto sono state parole poco cortesi al posto di riflessioni. Non in ultimo, un tentativo di screditare (le mie interviste)il mio operato e frare strane insinuazioni sui miei intenti con il “sembra” e non con “l’E'”. A Napoli si dice:”Misurati ‘a palla”,(E ne fa uso in una sua gag, il cabarettista Enzo Fischetti) penso, che prima, di sfoggiare rimproveri, accuse, ed argomentazioni contro la mia persona, dobbiate un attimino misurare che relazionarvi con il prossimo, in rete, pubblicamente, nei blog, significa anche essere un pò più delicati dato che il tono di voce è in “mute” e il fraintendimento è dietro l’angolo. Loredana, io non mi arrampico (non sono brava nelle scalate), cammino in pianura e dritta per il mio sentiero stando attenta a non calpestare nessuno.
Poi, visto che il caso Gomorra, ti sta a cuore, sai bene che su Vibrisse (almeno suppongo che tu lo sappia, perchè lo leggi) c’è stata una grande discussione in merito. Forse, avrò sbagliato nel pensare che tu ti ricordassi i precedenti in merito e tutte le mie affermazioni. Stanno là, a disposizione di tutti. Tutti i ‘deliri’ di tutti quanti (compreso il mio). Qui, ho aggiunto solo qualche cosa che non era emersa prima. Ah, e non c’è nulla di male ad invitare chi mi contesta a farsi un giro in rete prima di contestarmi. Io la vedo così: non è nulla di offensivo, almeno da parte mia. Poi, ognuno la pensi come vuole.
a suon di sentirne parlare, ho letto gomorra (me lo sono fatto prestare da uno fermatosi a pagina quarantadue, c’era il segnalibro). per quello che vale la mia opinione,non mi ha entusiasmato. anche se è un buon libro, è ben lontano dalla forza dirompente del malaparte de ‘la pelle’nel rappresentare il dramma di una città e le sue cause. (l’abbinamento parrà ardito, ma a ben guardare non lo è.)inoltre capisco lo stupore, e la rabbia, per tanto clamore in chi ha combattuto la camorra con altri mezzi e in altri luoghi e ora si vede come ‘scavalcato’se non ignorato. ma così va. quanti ricordano l’eroico Giuseppe Marrazzo? quante copertine ha ottenuto la Gabanelli per le sue indagini sulla corruzione? e potrei andare avanti per righe e righe. infine: loredana, credo che con francesca ci sia un semplice fraintendimento. ma questa è casa tua
E’ vero Francesca Ferrara è prolissa, e anche confusa nell’esposizione, ma soprattutto lo è diventata di commento in commento perché è vero che è stata un po’maltrattata, il suo secondo commento era abbastanza chiaro.
Temo che ancora oggi, a mesi di distanza, sia difficile parlare di Gomorra, e forse ci vorranno un paio d’anni per placare gli animi, viste le reazioni.
Peccato.
@francesca ferrara, io in altre occasioni ti avrei maltrattata perchè si capisce poco di quel che scrivi, e da una giornalista ci si aspetterebbe una scrittura più professionale, però ho capito una parte delle tue ragioni e non mi sembrano ignobili.
scusate, non è stata maleducazione. ho solo dimenticato la firma qui sopra, dove cito malaparte e marrazzo. scusate di nuovo, a me non piacciono gli anonimi.
marco salvador
Non so, proverei a vedere la cosa sotto una luce diversa. Per prima cosa, parlare bene di un libro non significa screditare gli altri, ma soprattutto non credo che gomorra abbia eclissato immeritatamente tutto quello che era stato scritto prima, al contrario ha rilanciato la discussione in senso non banale, ha dato nuova voce anche agli autori ‘dimenticati’. Ricordo di aver sentito per caso un bel confronto su radio 3 con ermanno rea e altri autori partenopei che senza quel libro non avrebbe avuto luogo. Poi certo che c’è stato chi ha tentato di farne un martire, e il modo con cui gomorra e napoli sono usciti sui telegiornali e nei talk show è stato spesso scandaloso e offensivo e ha gettato fumo negli occhi. Ma saviano resta uno scrittore, conta quello che scrive, può piacere o meno ma almeno un grande merito quello che ha scritto ce l’ha, ed è il dibattito che ha sollevato, e che spero non si spenga tanto presto.
Sono felice di essere stato “fuori rete” per quasi una settimana. Tornare e rivedere le stesse discussioni di mesi fa mi ha fatto accapponare la pelle.
Consiglio a Roberto Saviano di starsene ancora molto lontano da tutto ciò, aspettare che una serie di fegati biliosi “spurghino”. Prendi aria, Robertino. E pure il sole. Quello sì che te lo invidio! 😉
UN SOLO OSSIMORO MA E’ GIA’ STILLICIDIO
(Dedicato alla frase più memorabile letta in questo thread)
“C’è
un bellis
simo
comment
o
di
Giusep
pe
I
a
n
n
o
z
z
i
“
Per la cronaca, il commento di Iannozzi “appoggiato in pieno” dalla giornalista Ferrara era questo:
“Caro Renzo,
in effetti, alla fine, l’effetto finale che sortisce “Gomorra” al pubblico, dopo tanta reiterata pubblicità, dopo tante polemiche, dopo tante vetrine e giustificazioni da parte dei media e dei giornalisti che te lo mettono in primo piano, il libro – che è per parte verità e per parte finzione – finisce con il dare la nausea. La nausea perché diventa una spezia abusata su ogni pietanza, un qualcosa di più, e ci si dimentica della sostanza. Comunque pare che sia quello che vogliono: basta poi vedere il sito Mondadori che tiene “Gomorra” tra le novità da più di un anno, mentre libri assai più meritevoli sono già diventati Oscar se non addirittura Miti. Eppure meritavano, ma la loro vita è stata “cortissima”, non per incapacità degli autori, semplicemente perché pubblicizzati pochissimo dallo stesso editore. In ogni modo, a me non me ne frega: se ci guadagnano di più con Saviano che facciano. Tanto la solfa è quella: un libro tra i tanti. Ma ci sono libri assai più meritevoli, romanzi puri e basta, e inchieste sulla camorra che però hanno la sfiga di non esser stati pubbl.icati da Mondadori.
Meglio mettere i puntini sulle “i”, altrimenti viene il macello su, giacché ho già capito che Saviano è un altro di quegli intoccabili, che se dici un “ah” su di lui, subito si scatena l’inferno e hai voglia poi a far fronte a frotte di Innominati manzoniani armati di picche e forconi: contro Saviano non ho nulla, se ci vive con il successo, buon per lui. Rimane che il mio giudizio rimane quello che ho espresso più volte: un libro ben scritto ma da ridimenzionare, perché non è affatto quell’accusa che i media vorrebbero far credere. Ciò detto, tutto il bene a Saviano, che continui a vendere, ma si spera che – perlomeno lasciate vivere la speranza – per andare incontro a Gomorra non si taccia su altri libri, romanzi, romanzieri, saggisti… ecc. ecc. ”